domenica 25 ottobre 2009

La città antica di Gon-tì ai tempi di Re Cocomero

Nella bacheca de La Baracca abbiamo esposto la favola della città antica di Gon-tì ai tempi di Re Cocomero e della Corte Zuccona (e degli spodestati Ravanelli).
Si invita alla lettura.

martedì 20 ottobre 2009

PARTE CIVILE

Quel che è accaduto a Prato fra domenica e lunedì notte, l'aggressione al cittadino bengalese venditore di rose da parte di quattro giovani filo-nazisti, non è che una manifestazione estrema dell' intolleranza, l'in-cultura che è presente diffusamente fra i giovani.
Lo dico per esperienza diretta.
I giovani disprezzano la cultura, e la minacciano. Come sempre accade nelle società che non sono libere. Se, come diceva Zeller, 'la cultura è nello stesso tempo frutto e condizione della libertà', è vero il contrario, ossia che l'in-cultura è frutto e condizione della illibertà.
Anche se necessario, non basta condannare l'episodio, non basta dichiararsi parte civile al processo contro quei quattro giovani.
In realtà quei giovani non conoscono la Storia; nemmeno sanno di essere raggirati dall'Economia. Hanno filtrato tutte le loro nozioni dalla televisione e da Internet, a-criticamente. Non leggono, non vanno a teatro, ascoltano una musica articifiosa e masterizzata. Comprata. Comprano e usano, basta.
Non hanno coscienza critica. Non si chiedono perché i cinesi, i bengalesi, i senegalesi sono arrivati qui. Non si chiedono in che condizioni vivano. Non si rendono conto nemmeno in che condizioni vivano essi stessi.
Non sanno che alla base della musica c'è il numero, e che il bengalese fa parte di un sistema economico tendente a sfruttare l'essere umano. E che lo fa ipocritamente, perché si scandalizza se questi fatti accadono.
Per questo hanno fallito la società civile e la scuola (o forse quest'ultima l'hanno fatta fallire?). I modelli vincenti sono i guadagni facili, il successo, l'intolleranza.
Anche su questo bisogna dichiararsi parte civile.
Maila Ermini

lunedì 19 ottobre 2009

DOPO LA CENSURA

Voglio ringraziare tutti coloro che lo scorso fine settimana sono venuti al Teatro la Baracca a vedere DRAMMA INTORNO AI CONCUBINI DI PRATO e che ci hanno espresso la loro solidarietà e il loro affetto.
Naturalmente non c'era nessuna autorità comunale o ecclesiastica a informarsi sul passato locale, a testimoniare un interesse, se non altro curiosità per come veniva rappresentato uno degli episodi più laceranti della città di Prato.
Questo la dice lunga sul reale interesse dei nostri rappresentanti -fuori dalle cerimonie, gli eventi paludati e dagli obblighi di palazzo - per le manifestazioni culturali.
Maila Ermini

venerdì 16 ottobre 2009

CENSURA

Stasera TV Prato ha taciuto, nell'agenda, dello spettacolo di domani al Teatro La Baracca, DRAMMA INTORNO AI CONCUBINI DI PRATO.
Forse il direttore Rossi, che è lo stesso con cui abbiamo avuto da ridire (inutilmente) due anni fa, non ha voluto essere sgradito alla Curia, da cui dipende.
Perché non viene a vedere lo spettacolo? Cosa teme, la verità sul vescovo di Prato Fiordelli?
Il teatro non paludato, che dice la verità, che ricorda una memoria scomoda, fa paura e si cerca in ogni modo di farlo tacere, anzi si fa mostra che non esista: c'è davvero di che preoccuparsi.

I CONCUBINI DI PRATO (dedicato a Loriana)


Voglio qui ricordare brevemente quello che accadde quando, due anni, fa debuttammo al teatro La Baracca con DRAMMA INTORNO AI CONCUBINI DI PRATO.
Prima avevamo conosciuto, Gianfelice D'Accolti e io, la signora Loriana Nunziati, che era felicissima all'idea di veder rappresentata la travagliata vicenda del suo matrimonio civile; ci disse di aver rifiutato molte 'offerte' di apparizione pubblica, anche quella di Maurizio Costanzo, che avrebbe voluto ricordare la sua vicenda nel suo salotto televisivo di qualche anno fa.
Loriana Nunziati era bella, anche con i suoi anni. Era elegante e gioviale, aveva una mentalità aperta. Venne a casa mia, accompagnata dal figlio, e Gianfelice le offrì un pasta che lei mangiò di gran gusto. Era una domenica pomeriggio del febbraio 2007.
Il mio rammarico è quello che lei non abbia potuto vedere lo spettacolo, è morta il 12 agosto dello stesso anno. Non ha fatto a tempo. So che prima di morire ha detto proprio questo, il suo desiderio era 'vedersi' in scena.
Le prossime due repliche, sabato e domenica prossimi a La Baracca, sono dedicate a questa donna coraggiosa. E anche al coraggio del suo ex-marito, morto all'estero, dimenticato dalla città.

In occasione del debutto fummo attaccati dalla rivista cattolica Toscana Oggi, senza che nessun giornalista avesse visto lo spettacolo. Per questo motivo ci fu uno scambio di lettere con l'allora direttore Rossi (che ora troviamo a dirigere TV PRATO), lo accusai di scrivere per partito preso. Venne poi un giovane della redazione, che scrisse un'altra recensione.
Credo, involontariamente, di aver abbozzato, nel mio dramma, il migliore ritratto mai compiuto del vescovo Fiordelli, protagonista assoluto della vicenda; i cattolici stessi me lo confermano. Anche perché interpretato da un attore magistrale come il D'Accolti.
Invito tutti, anche i nostri amministratori, a venire alla Baracca; è uno spettacolo importante per la città di Prato e non solo. Non abbiate paura.
Maila Ermini

giovedì 15 ottobre 2009

Solo vento

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di una lettrice del blog, che condividiamo:
"Leggiamo basiti, in un comunicato stampa del Comune, che ancora gira l'idea della Torre del Vento.
Coloro che a suo tempo furono strenui nemici di questo progetto, ora tacciono. Io me li ricordo tutti, questi signori. Ubi sunt?
Intanto, mentre la città sprofonda nella crisi più nera, a trecentosessantagradi, e si svuota, alcuni amministratori non trovano di meglio che riunirsi al Rotary per dirsi bravi e cantare "O quante belle figlie madama Dorè, oh quante belle figlie...!".
Sono incredula.
Cari amministratori di ieri, di oggi e domani: svegliatevi.
E' giunta l'ora di non chiacchierare più. Quando i cinesi se ne saranno andati, e già si vedono che fanno le valigie, voglio proprio vedere come riempirete la città. A chi affitterete i vostri fondi. Al vento. Al vento delle vostre parole a cui, come ben vedo, siete ormai decisi di fare il monumento".

mercoledì 14 ottobre 2009

CALCESTRUZZO A(R)MATO

Berlusconi annuncia l'inizio dei lavori per il Ponte sullo Stretto di Messina.
Un storia infinita, questa del Ponte sullo Stretto. Siamo contrari, lo siamo sempre stati. Maila ha fatto anche uno spettacolo-inchiesta, IL PONTE DEL GATTOPARDO nel 2005.
Non ne possiamo più di questa continua incessante dittatoriale cementificazione del territorio.
Berlusconi, il modello del cementificatore del suolo italico per eccellenza, persegue la folle idea del Ponte da anni, gli accarezza la vanità, tra le altre cose.
Modello che sembra aver attecchito anche in Toscana, nel governo del Centro-Sinistra.
A Prato, per esempio, vedasi la sfacciata, brutta cementificazione dell'Interporto, l'orrenda coltre della Multisala e della nuova Coop!
Nel frattempo, la città è vuota, molti edifici industriali sono dismessi.
Si percepisce lo smarrimento, il non-senso, in questo voler costruire lavoro e futuro a colpi di calcestruzzo.



lunedì 12 ottobre 2009

Chi ha paura di Ipazia?

Il regista Alejandro Amenabar racconta nel suo nuovo film Agorà la storia finora misconosciuta di Ipazia, matematica, astronoma e filosofa greca vissuta ad Alessandria tra il 4° e il 5° secolo d.C. ( Alessandria d'Egitto, circa 370 – marzo 415), forse la più importante figura per la cultura dell'epoca.
Ipazia, matematica e filosofa, che io ho conosciuto grazie alla mia maestra filosofa Margherita Isnardi Parente all'Università La Sapienza di Roma, fu trucidata per ordine di Cirillo, vescovo di Alessandria. Da allora il suo nome è praticamente scomparso, e assieme a lei la sapienza della civiltà ellenica.
In Italia si tenta di non far conoscere questa figura, di non gettar luce su un'altra (antica) memoria scomoda; infatti il colossal di Amenabar sarà distribuito in tutto il mondo, tranne che da noi.
Gira una petizione per chiedere a produttori e distributori del film "AGORA'" di Alejandro Amenabar di far girare il film in Italia. Ci auguriamo che possa servire a qualcosa: http://www.petitiononline.com/agorait/petition.html




Un appello alla partecipazione

Qualche giorno fa è uscito un articolo di Miriam Monteleone su Il Tirreno, cronaca di Prato, dove, attraverso alcune interviste, si delineava la triste prospettiva degli artisti pratesi, costretti a emigrare nell'Europa del Nord per poter vivere dignitosamente, per essere minimamente considerati.
Il problema degli artisti, del loro sostentamento, è, per rimanere a livello pratese, drammatico. Conosco storie molto tristi.
Presto, oltre a una città vuota di tessile, di fabbriche in attività e altro, vedremo una città vuota di cultura.
Anzi, già lo si vede. La città è spenta e svogliata.
Cari concittadini, se snobbate gli artisti e le loro -poche rimaste - manifestazioni, segnate per sempre il vostro e il futuro dei vostri figli.
Il mio appello nei confronti della cittadinanza pratese è un invito alla partecipazione collettiva, visto che gli amministratori e gli enti pubblici preposti, che noi richiamiamo al loro dovere, si mostrano assenti.
Maila Ermini

Amos il celestino

In una città indifferente come non mai, sabato scorso 10 ottobre, dopo la recita de L'infanzia negata dei celestini si è svolto un importante dibattito fra due ex-celestini dell'Istituto Maria Vergine Assunta in Cielo di Prato, detto appunto 'ai celestini'.

Amos Locatto Alberton era venuto da Bassano del Grappa per la seconda volta a Prato; la prima volta ad aprile scorso, a cercare la madre di cognome Locatto, che lo aveva lasciato all'istituto appena nato, perché frutto di una relazione illegittima. La madre probabilmente minorenne, era ebrea.
Sabato scorso è tornato alla redazione de Il Tirreno, dove io l'incontrai per la prima volta nell'aprile scorso, quando chiedeva che qualcuno l'aiutasse nella ricerca della madre.
Poi è venuto alla Baracca, in compagnia di amici, a vedere lo spettacolo. Piangeva.
Dopo lo spettacolo l'ho lasciato salire sul palco, e lui ha raccontato quello che aveva subito 'ai celestini'.
Non sapevo che in quel momento fosse presente alla Baracca un altro celestino, che, dopo essersi rivelato, ha dichiarato di non avere un così cattivo ricordo di padre Leonardo, o comunque, di giustificare in qualche modo il suo comportamento.
E' nato un dibattito molto importante e significativo, che ci ha condotto a stare in teatro fino a più di mezzanotte.
Insomma, c'è ancora qualcuno che crede che questo padre Leonardo fosse nel giusto. E questo aspetto è venuto fuori anche nell'ultima replica dello spettacolo, ieri pomeriggio, dove uno spettatore ha sostenuto che la colpa dei maltrattamenti fosse da attribuirsi ai sorveglianti.
Peccato che nessun rappresentante della scuola sia venuto a vedere, ad ascoltare. Nessun maestro, nessun professore. Sarebbe stato istruttivo.
Peccato che nessun rappresentante del nuovo governo locale sia stato presente, e nessun giornalista, nemmeno per sbaglio; noi li avevamo informati.
Pensiamo di essere immuni dal fanatismo religioso, che quanto è accaduto ai celestini non accadrà mai più.
E' possibile. Ma io ho segnali che vanno in altra direzione.

venerdì 9 ottobre 2009

Domande ancora in attesa di risposta

Ci chiediamo se qualche segno del cambiamento ci sarà.
Verranno a vedere cosa fa il Teatro La Baracca, nella nuova stagione, i nuovi amministratori comunali e provinciali?
O forse avranno timore di compromissioni, per i temi affrontati, o, come i precedenti amministratori, daranno mostra di tutta la loro indifferenza e superiorità?
O forse non lo considereranno degno perché non è un teatro finanziato?
O forse ci scherniranno, come hanno fatto precedenti amministratori e direttori eccetera?
O forse non lo considereranno degno perché è un piccolo teatro senza poltroncine rosse che abbiamo costruito mio padre ed io?
O forse non vorranno dare importanza a questo spazio libero e indipendente come hanno fatto i precedenti amministratori e direttori eccetera?
La storia del nostro piccolo teatro è ancora in attesa di risposte a tutte queste domande.
Domani iniziamo con L'infanzia negata dei celestini.
E' uno spettacolo dedicato a chi vuole conoscere il passato della città di Prato, e non solo.
Il libro omonimo, che è stato pubblicato dall'editore Carlo Zella, è ormai esaurito.
Maila Ermini

mercoledì 7 ottobre 2009

"Gonfienti muore" a Rovereto

Sono fuori per lavoro e velocemente annoto le impressioni di questo mio viaggio a Rovereto in compagnia di amici per rivedere, lontano da Prato e in un festival, il documentario Gonfienti muore.
Le sorti della città etrusca sono conosciute, anche se non approfonditamente, e questo ha spinto gli organizzatori a inserire (fuori concorso come avevo richiesto) il video, che è subito apparso diverso da tutti quelli che anch'io ho avuto modo di guardare stamani.
E' l'unico documentario di denuncia.
Ecco, forse il difetto del festival, ben organizzato, segnalato e frequentato, è proprio questo: vi si vedono film troppo patinati, dove l'Italia archeologica e non solo, appare diversa da quel che è.

lunedì 5 ottobre 2009

VERGOGNA INTERNAZIONALE!

PRIMAVERA DI PRATO sarà presente alla proiezione del documentario Gonfienti muore di Maila Ermini al XX Festival Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto mercoledì 7 ottobre.
E' uno dei documentari di denuncia della rassegna, che gli organizzatori hanno coraggiosamente deciso di proiettare.
Registi, produttori, giornalisti, operatori cine-televisivi, archeologi, esperti e professori vedranno quale cura è dedicata al sito archeologico della Città Etrusca sul Bisenzio (per cui, probabilmente a nostre spese, ispettori della Soprintendenza presenziano convegni internazionali all'estero), la cui condizione è addirittura peggiorata rispetto al video datato agosto 2008, ora bunkerizzato, e che rischia di rimanere tale, nonostante le prese di posizione sbandierate in questi ultimi giorni con proposte da parco-giochi e, ciliegina sulla torta, con la finta mossa della ripulitura per salvarsi la faccia.

Consiglio e censure

Andate a vedere il documentario Videocracy.
Il documentario è stato realizzato anche perché Erik Gandini vive all'estero e quindi la censura è stata possibile solo fino a un certo punto.
Altrimenti, se vivesse in Italia, non gli sarebbe possibile sopravvivere.

Il Teatro La Baracca sta subendo censure da parte di alcuni giornali, anche telematici, che già erano evidenti durante la campagna elettorale.
Tutto questo è allarmante.
La Repubblica e La Nazione, per esempio, non hanno ancora riportato notizia della programmazione teatrale. Siamo a Prato dal 1993, siamo un teatro stabile, e tacciono su quello che facciamo.
Siamo sgraditi perché indipendenti e in molti fanno finta che non esistiamo.

sabato 3 ottobre 2009

I disastri continuano



Al Prof. Centauro avevo segnalato la ristrutturazione del tabernacolo a Gonfienti, che a un anno dalla denuncia contenuta nel video Gonfienti muore e dopo altre segnalazioni di cittadini, è finalmente avvenuta.
Mi dichiaro comunque, da profana, perplessa sul restauro.

Dietro il tabernacolo c'è una discarica.


Il prof. Centauro così mi risponde e mi autorizza a pubblicare.

"Buongiorno Maila,
Per quanto riguarda il tabernacolo ritengo che certamente dovranno tinteggiare la superficie intonacata con un colore adeguato! Il restauro, per quanto abbastanza arbitrario, se non altro ha fermato il dissesto in atto.
Cercherò di informarmi sulla conduzione finale delle opere.
Grazie per la segnalazione.

Sono invece totalmente sconfortato per gli sviluppi relativi alla nostra Gonfienti.

“Con gli etruschi lavoro e turismo” con questo accattivante titolo si sta in realtà sotterrando definitivamente e con una spudorata sfrontatezza la più grande scoperta archeologica di questi ultimi decenni. Stamani sul Tirreno è addirittura Napolitano, dopo avere contribuito in modo decisivo al dimezzamento dell’insediamento etrusco, alla sua progressiva obliterazione e devastazione, che adesso traccia il futuro della città etrusca che, complice alcuni solerti funzionari della Soprintendenza, diverrebbe l’occasione di una “fiction” di cantiere archeologico ad uso di turisti, portati a valle in torpedone, dopo avere visitato il museo di Artimino.
Nella speranza che qualcuno tra le guide dica almeno che ci troviamo a Prato e che sui poggi soprastanti si conservano imponenti tracce del primo insediamento dal quale si è generata la stessa città etrusca. Tutto questo con buona pace di un parco archeologico vero, ed alla faccia di tutte le nostre battaglie e delle legittime richieste, di studi condotti guardando al territorio e alla topografia antica, ponendo in tal modo una pietra tombale sull’idea stessa di fare crescere culturalmente la città con un proprio museo, fuori da un confronto internazionale.
Niente antiquarium, nessun recupero paesaggistico, solo una nuda esposizione, un poco feticistica, di strutture urbane disarticolate completamente dalla matrice territoriale antica che le ha prodotte. Questa non è né conoscenza, né tutela, né valorizzazione."

Giuseppe Centauro

venerdì 2 ottobre 2009

Il dazebao è attivo!


Dunque, cari amici, da oggi il dazebao al Teatro La Baracca è attivo! Chiunque può leggere gli interventi di Primavera di Prato sulla bacheca sinistra del teatro.

Anche di sera e anche se non ci siamo, perché abbiamo la fortuna di essere ben illuminati da un lampione pubblico.

Il nostro primo intervento riguarda la cultura.

Per festeggiare, ho deciso di trascrivere qui per voi una poesia di Enzensberger, appena tradotta in italiano.

Middle Class Blues

non ci possiamo lamentare.
abbiamo da fare.
siamo sazi.

mangiamo.
l'erba cresce,
il prodotto sociale,
l'unghia,
il passato.
le strade sono vuote,
le decisioni perfette.
le sirene tacciono.
passa.

i morti hanno fatto il loro testamento.

le piogge sono diminuite
la guerra non è stata ancora chiarita.
non c'è fretta.

mangiamo l'erba
mangiamo il prodotto sociale.
mangiamo l'unghia.
mangiamo il passato.

non abbiamo nulla da nascondere.
non abbiamo nulla da perdere.
non abbiamo nulla da dire.
noi abbiamo.

l'orologio è carico.
i rapporti sono in ordine.
i piatti sono puliti.
passa l'ultimo autobus.
E' vuoto.
Non ci possiamo lamentare.

Cosa vogliamo ancora?

Da Blindenscrift (Scritto cieco) di Hans Magnus Enzensberger, traduzione di Maila Ermini

STAGIONI

Domani a La Baracca, ore 11,30 (via Virginia Frosini, 8, tel. 0574-812363) presentazione della stagione teatrale 2009-2010. Ci sarà un angolino-novità dedicato alla nostra battaglia per Gonfienti.
Vi aspettiamo.

giovedì 1 ottobre 2009

DENUNCIARE FA BENE




Nessuno lo sapeva. Solo per caso l'ho scoperto facendomi un giro. Sono iniziati i lavori a Gonfienti, i lavori, immagino, di ripulitura del sito. Sono stati stanziati 25.000 Euri. Ci sono macchine all'interno della zona archeologica, parcheggiate sotto le baracche. Abbiamo visto e filmato operai a organizzare il lavoro.

Il cartello recita:

Ministero Bene e Attività Culturali - Direzione Regionale per i Beni Culturali - Soprintendenza dei Beni Archeologici della Toscana.
Intervento insediamento etrusco arcaico di Gonfienti.
Inizio lavori 21/09/2009
Direttore Cantiere Luca Pozzolini - CpF Costruzioni SpA
Direttore dei lavori Dott.ssa Gabriella Poggesi
Coordinatore per la progettazione e responsabile lavori Elisabetta Bocci

Perché non è stato detto dalla ispettrice Poggesi durante la conferenza stampa due giorni fa?

Perché tutto questo silenzio?

Perché il Comune non sa niente, a quanto ci risulta?
Perché perché?

E' chiaro il messaggio della Dott.ssa Poggesi: il padrone sono io, e questa casa è mia...esattamente come la canzone. Non credo che una rappresentante dell'autorità statale si possa comportare in questo modo, dimostrando sprezzo. Insomma, siamo alle solite con questa signora.
Comunque, come dice Gianfelice, DENUNCIARE FA BENE!

Maila Ermini

(p.s. Le foto che ho scattato possono essere usate e pubblicate, citandone però la fonte).



RENDIAMO GONFIENTI RICONOSCIBILE

Questa è il mio appello alle autorità, in un momento di grande confusione, mi sembra, e di scontro politico riguardo ai destini di Gonfienti e del parco archeologico e dei reperti, che può avere come conseguenza una paralisi.
Intanto rendiamo la città antica riconoscibile. Ripuliamo, mettiamoci un cartello. Che il cittadino comune possa comunque sapere che c'è e dov'è.
Può sembrare banale, ma i segni sono importanti; riconoscere il luogo è un primo passo che, paradosso e vergogna, ancora, a più di dieci anni dalla scoperta, ancora non è stato fatto.
Maila Ermini

Tante belle cose

Lievemente modificato rispetto al previsto, ma solo nelle date. Ospitiamo Massimo Smuraglia, si replica Carla Lonzi sono io! e finiamo april...