lunedì 7 giugno 2010

PERCHE’ SIAMO CONTRARI ALLA PARTECIPAZIONE ISTITUZIONALIZZATA

Premessa: la politica è partecipazione; e viceversa.
I partiti sono il luogo deputato della partecipazione; ma si sa, non funzionano, non rispondono alle esigenze della gente.
Dunque nasce la partecipazione spontanea, tra cui i famosi comitati, che spesso si oppongono ai partiti.
I comitati, liberi cittadini che si uniscono per un obbiettivo, piccolo o grande che sia da risolvere, sono liberi e se si intende codificarli non sono più tali.
D’altronde la loro forza è proprio la lontananza dal potere.
Se fossero vicini, troppo vicini, ne sarebbero in qualche modo condizionati e la loro forza sarebbe nulla. Necessariamente così vanno le cose.
Ora a Prato si vuole istituzionalizzare la ‘partecipazione’, la libera partecipazione dei cittadini che a suo tempo si riunirono in comitati o altro.
Gli si dà una sede; si definisce il modello organizzativo; si individuano aree tematiche su cui partecipare;
si pensa di aprire un sito web; si costringe la Giunta a un atto di indirizzo (ovvero, ‘nulla’ o poco più).
Qualcosa di simile, a suo modo, era stato il tentativo del ‘Town Meeting’ organizzato dalla Sinistra poco prima delle elezioni e i comitati avevano rifiutato, addirittura avevano –anche Primavera di Prato – protestato per quella partecipazione che era considerata sbagliata, calata dall’alto, eccetera.
I comitati pratesi al momento sono se non scomparsi, sono l’ombra di quello che erano. Qualche pezzo ‘grosso’ se n’era andato, per la solita pausa di riflessione, e ora lo si vede ricomparso in ‘pole-position’.
Ma i comitati d’un tempo non ci sono più. Gran parte di essi sono stati manovrati per favorire questo o quella parte; alle elezioni si è visto chiaramente.
Dunque, ora, chiamandoli a raccolta, è come chiamare un fantasma; e addirittura metterlo a tacere.
D’altronde, ripetiamo, la partecipazione libera dei cittadini, per essere costruttiva, deve essere dialettica; come farà ad esserlo se viene gestita dallo stesso assessorato, anche se con uno statuto condiviso da tutti (???)
L’assessorato può, deve confrontarsi con i cittadini, discutere, ascoltare, proporre; ma ingabbiarli, metterli in scatola e poi presentarli in confezione regalo come una specie di ‘governetto-ombra’, scrivendo sulla lavagna pseudo-democratica i buoni e i cattivi e con i voti in condotta in demo-pseudo-crazia, sembra proprio una manovra risibile. Ci crederanno? Magari sì, ci crederanno; e si faranno impacchettare. L’operazione riuscirà. Fa così comodo.
Ma serve solo a chi governa.

M.E.

2 commenti:

Alessandro ha detto...

Ogni libera opinione critica è sempre la benvenuta, fa bene alla politica, fa bene alla coscienza individuale e collettiva e comprendo bene la tua diffidenza verso questo progetto che va però inteso come una sperimentazione di un nuovo modello (onestamente mai realizzato prima, almeno a livello ufficiale, dalle nostre parti) ma NON necessariamente in contrapposizione al "modello partito", bensì a complemento
e senza sperimentazione (anche con il rischio di fallire) NON c'è mai progresso; chiamiamola "ricerca e sperimentazione politica". Si predica la libertà di ricerca in campo scientifico... lasciamola libera (anche di fallire) pure in quello politico.

Ma veniamo al dunque:
tu giustamente prendi atto che i partiti non sono riusciti ad essere il luogo deputato alla partecipazione ma il motivo è semplicemente che NON sono riusciti a realizzarla INTERNAMENTE essendo diventati troppo verticistici (in parte per motivi storici, in parte strutturali).
I comitati d' altra parte nascono più da una esigenza di elaborazione alternativa alla politica istituzionale ma con scarsa capacità interlocutoria perchè hanno più caratteristiche di protesta essendo *strumenti di pressione* (legittima dato il fallimento dei partiti) mancando, per loro natura, della necessaria diplomazia per poter essere pienamente propositivi verso le istituzioni, verso le quali occorer anche capacità di dialogo e non solo contrapposizione; inoltre tendono ad essere ambiti troppo ristretti e (per evidenti limiti intrinseci) non riescono a rappresentare tutta la cittadinanza mentre la partecipazione è e deve essere intesa in senso molto più ampio ma per questo occorrono strumenti che i comitati NON hanno (a prescindere dal fatto che qua a Prato si sono pure indeboliti, anche se non scomparsi, da dopo le ultime elezioni amministrative del 2009) e del resto NON è nella loro natura e funzione avere.

I partiti d' altra parte, per loro natura, sono uno strumento troppo vicino alle leve del potere mancando della debita distanza da queste e dagli inevitabili interessi elettorali e di cattura del consenso *di parte* (con le inevitabili e relative lotte) per poter essere da soli uno strumento compiuto per la realizzazione della "SOVRANITA' POPOLARE" (come da Costituzione): infatti insieme ai partiti furono istituiti, le petizioni (locali e nazionali) i referendum e le cosiddette "leggi di iniziativa popolare" MA mancava un LUOGO DI ELABORAZIONE POLITICA a cui i partiti hanno abdicato, per questo nascono le libere associazioni, formali ed informali (come i comitati).
CONTINUA---->

Alessandro ha detto...

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Occorre dunque puntualizzare e chiarire alcune questioni fondamentali: questo progetto NASCE DAL BASSO, è una proposta che nasce da parte di alcuni comitati ed associzìazioni cittadine (l' iniziativa è stata diffusa e proposta a tutte quelle conosciute, formali ed informali come i comitati ed è e rimarrà sempre valida) che ritrovandosi e discutendo insieme hanno deciso di PROVARE anche questa strada ed è cosa MOLTO diversa dal Town Meeting che è una struttura calata tutta dall' alto, dai vertici istituzionali; infatti (almeno nelle intenzioni dei propositori) le aree tematiche NON saranno individuate a priori da qualche fantomatico organo istituzionale ma dai CITTADINI STESSI che si potranno riunire in gruppi di interesse tematico ma per questo servono regole, strumenti e strutture (dovrebbe essere inutile far notare che altrimenti sarebbe il caos) quindi il progetto avrà una parte SPONTANEA ma organizzata e per forza una parte "istituzionalizzata" che è l' UNICO modo per potersi interfacciare in modo corretto, ordinato ed il più possibile efficace, con il potere politico-istituzionale.
Del resto nalla stesura del progetto NON si poteva totalmente prescindere dalle richieste e dalle legittime esigenze della "parte governativa" verso la quale si intende essere propositivi al massimo grado MA qui termina lo scopo e la finalità di questo strumento: una volta fatta la proposta, corredata di progetto dettagliato e professionale, una volta ottenuta una RISPOSTA con allegata motivazione ed eventuale alternativa, finisce la funzione di questo strumento che serve a RIUNIRE le menti e le volontà cittadine, spogliate di ogni appartenenza a comitati ed associazioni (per libera SCELTA degli stessi propositori, rimanendo comunque sempre informalmente più o meno rappresentate dentro lo strumento partecipativo) per elaborare proposte BEN FATTE, con tanto di professionisti nei vari settori a dare una mano; il RESTO dovranno farlo comitati e associazioni, nel pubblicizzare l' iniziativa ( essendo da loro partita) i relativi progetti, le risposte delle istituzioni.... e nel caso prendere le debite posizioni a seconda delle risposte o... delle loro assenze ma questa è un altra storia.

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