giovedì 3 febbraio 2011

Lettera al Presidente della Regione Toscana Rossi in merito alla città etrusca di Gonfienti

Signor Presidente Rossi,
in merito a Gonfienti, oggetto della Sua lettera in risposta all'assessore Nesi,  mi preme brevemente  di  puntualizzare che la verità riguardo alla città etrusca di Prato è più complessa di quella che si vuole far passare tramite questo scambio di lettere.

Sono anni che cittadini si battono per il riconoscimento e l’apertura del sito archeologico che, come Lei anche dichiara, è di primario valore.
La battaglia è stata defatigante, frustrante, oltre che dannosa per chi l’ha condotta in prima persona , vista dai più in modo risibile, dato che i cittadini combattevano “per i quattro sassi” etruschi.
Dov’erano le autorità competenti, che ora scrivono lettere o fanno belle dichiarazioni, quando abbiamo  organizzato ‘sit-in’, spettacoli, proteste, abbiamo proiettato video (ne abbiamo fatti ben quattro!) sul degrado e l’abbandono di Gonfienti?
Ci hanno del tutto ignorato.

In realtà in questi anni si è fatto di tutto per occultarla, e farla dimenticare,  la città antica; ne è testimonianza l’espansione dell’Interporto della Toscana Centrale; i metri cubi di cemento che sono colati sopra ai ritrovamenti archeologici; lo stato dei reperti; l’abbandono in cui versa da anni quello che è rimasto di vincolato, pezzetti di passato lasciati, anzi strappati fortunosamente al cosiddetto ‘futuro’. Al profitto del presente.

Che si sia voluto occultare tutto è testimoniato anche dal fatto che a Prato pochi sanno di questa scoperta; e ancora oggi nessun cartello, niente sta a indicarla. Non c’è un cartello (lo chiedo da tempo!), perché sarebbe il cartello della vergogna, la testimonianza dello scempio che è stato compiuto.

Di questa vicenda, che mi ha visto impegnata in prima persona e su cui ho scritto un libro ,“Gonfienti, storia di una battaglia” , che Le potrò dare personalmente se me lo concederà (visto che viene a Prato), ora si parla come se tutto questo passato, recente, non fosse stato;  ora le istituzioni, quelle stesse che hanno interrato gran parte della città antica, si dicono pronte e disponibili, quando, fino a qualche giorno fa si parlava addirittura di ‘sabbiare’ il sito archeologico.

Per quanto riguarda l’inghippo che blocca i fondi per la ripresa degli scavi: saprà certamente che esistono associazioni competenti sul territorio che sarebbero anche disposte – lo dicono da anni – a occuparsi volontariamente della cura del sito sotto la guida della Soprintendenza, oltre che alla ripresa degli scavi? Perché non sono mai stati ascoltate?

E poi: dopo che è stato dato molto risalto allo stanziamento di questi fondi, tutto ora appare come una farsa. Ancora una volta!

Su Gonfienti sto raccogliendo da anni dichiarazioni e dichiarazioni da parte di autorità, tutte favorevoli, tutte fiduciose, tutte positive; ma la realtà, signor Presidente, è tutt’altra; la realtà è l’abbandono.

Quale ‘tesoro etrusco’ è mai questo?  Sì, lo vada a vedere, guardi il cancello che ‘apre’ gli scavi, rinserrati e mangiati nella recinzione elettrificata e sorvegliata dalle telecamere dell’Interporto della Toscana Centrale.

Maila Ermini

5 commenti:

Lanfranco Nosi ha detto...

assolutamente d'accordo...

Anonimo ha detto...

Anch'io.
Tutta questa ipocrisia è una vergogna.

Lucia Valori

Unknown ha detto...

Ciao Maila,

condivido il contenuto della tua lettera, cercherò di darle la massima visibilità, con gli strumenti a mia disposizione.

Samuele

Maila Ermini ha detto...

Grazie, Samuele.
Abbiamo bisogno di sostegno, soprattutto da parte di chi non lo fa strumentalmente.
Ciao.
Maila

Anonimo ha detto...

E' stata pubblicata oggi su La Repubblica, mi sembra anche più dettagliata di questa.

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