giovedì 1 settembre 2011

Agonia Interporto

Così, grazie agli errori delle amministrazioni regionali, provinciali, comunali, ci ritroviamo il mostro sullo stomaco, l'Interporto della Toscana Centrale, che non dà frutti né energie, che non sa che fare di sé, non sa cosa sarà da grande, sommerso di debiti e di vuoto, e che, come tutta l'economia attuale, non riesce a vivere se non facendo altri debiti e costruendo altro vuoto in un gorgo senza fine, ovvero andando a travolgere un altro comune...
Sotto giace seppellita per sempre la gran parte della città antica sul Bisenzio. Eccetera eccetera.


Da Il Tirreno di oggi
"Interporto a corto di liquidi In vista la richiesta di aumento di capitale    
 PRATO. Interporto a corto di liquidità. Con 30 milioni di euro da restituire alle banche, ma con un patrimonio che oscilla tra gli 80 e i 100 milioni di euro e un reddito annuo di circa due milioni e 200mila euro. E’ per questo che il presidente Angelo Pezzati afferma di non essere preoccupato dell’esito dell’assemblea dei soci convocata per il prossimo 12 settembre. Ma è lì che qualche decisione importante dovrà essere presa: soldi in cassa pochi, investimenti onerosi ma necessari, da fare in fretta. Urgente, dunque, trovare una soluzione. «La situazione di Interporto - dice Pezzati - non mi allarma minimamente. Negli ultimi due anni siamo passati da un’attività meramente immobiliare all’operatività del settore del trasporto merci su ferro: 50 mila tonnellate - continua - nel 2010, centomila nel 2011. Ora dobbiamo decidere sul futuro di una società che ha ancora un larghissimo margine di sviluppo». Tra mille difficoltà, però. Con Guasticce, l’interporto livornese, che ancora non decolla e che crea qualche difficoltà anche alla piattoforma pratese, «con la Regione - è il giudizio di Pezzati - che non svolge quell’attività di pungolo sulla realizzazione dei collegamenti sulla costa» e con Ferrovie dello Stato più impegnata a finanziare lo sviluppo dell’alta velocità che non ad occuparsi dei treni merci. E poi c’è da fare i conti con gli affidamenti bancari. «Quello che proporrò ai soci (Comune di Prato 45% delle quote, Banca Popolare di Vicenza il 20%, Camere di Commercio di Prato e Firenze col 12,5%, Regione col 4,6% ndr) - spiega Pezzati - è che i debiti di gestione restino in capo alla società che provvederà da sola a risolvere la situazione. Ma chiederò parimenti uno sforzo sugli investimenti futuri». L’intenzione è di proporre un aumento di capitale per far fronte allo sviluppo di Interporto su Campi Bisenzio, un progetto da 80 milioni di euro per creare nuovi spazi attrezzati e sosprattutto capannoni da vendere o affittare. «Il sindaco di Campi ha già dato il suo assenso - prosegue Pezzati - si potrà partire se in cassa arriveranno almeno una ventina di milioni». Difficile che gli enti pubblici, acconsentano. Lo stesso Comune di Prato sembra piuttosto perplesso. Resta da vedere la disponibilità dei soci privati. E per far fronte alle richieste delle banche Pezzati pensa alla vendita di un capannone: «La richiesta l’abbiamo già, il patrimonio non si depaupererebbe». Una strada che però ha trovato qualche resistenza nel cda.
 C’è poi la questione del contratto del direttore Paolo Volta, esperto del settore e docente all’università di Bologna, che scadrà a ottobre. «Nulla da dire sulle competenze e sul lavoro svolto - conclude Pezzati - ma è probabile che una riflessione si debba fare».  
CRI.OR."

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma questa é tossicodipendenza da edilizia forzata!
Hanno costruito tanto, non serve a un cazzo, e la soluzione é costruire ancora!
Ma solo in Italia sono possibili tali amministratori delegati e questi consorzi di affaristi senza scrupolo alcuno.
E poi il prof. Volta, fa il direttore a Prato e il docente a Bologna, e dalle coi doppi, tripli, quadrupli incarichi...Ma non si finisce piú!
Addavení baffone!
Il problema é che sotto a tutto c'é baffino, anzi per una volta tanto sono d'accordo con quell'inconsistente di Cenni: superiamo le ideologie, a rubare sono sia destra che sinistra, indifferentemente!
Fiele da Clitognacci

Orto-Pereto del Teatro La Baracca in fiore

"Amo il teatro perché si arriva alla verità smascherando il falso; mentre nella realtà si arriva alla falsità smascherando la verità&qu...