martedì 4 ottobre 2011

Città brutta

Per qualche breve giorno- non mi ricordo quanto tempo fa - la città dove vivo, Prato, m'era apparsa un po' cambiata.
Deve essere accaduto subito dopo le ultime elezioni, nel 2009.
China Town appariva 'ripulita', i foglietti di annunci che i cinesi attaccavano sui muri, raschiati via.
I mega cetrioli abusivi non si vendevano più. Il lavoro nero e l'abusivismo sarebbe stato di un altro colore.
Il Centro appariva in qualche modo pieno di speranza,  fiducioso di risollevarsi dalla crisi e dallo squallore.
Era stato eletto un nuovo sindaco, e qualcuno si illudeva che queste piccole apparenze fossero foriere di sostanziose realtà. Cambiamenti.

A macchia di leopardo questa speranza si riverberava altrove.

A più di due anni, l'immagine di questa città che sarebbe andata verso un futuro diverso, s'è del tutto dissolta, sfuocata. 
Percorrendo il Centro tutto ora sembra smarrito. Spazi vuoti, sporchi, quando va bene insignificanti.
Senza cura.

Gli affitti sono alti; i guadagni bassi.

In periferia ci si può illudere che vada meglio, ma solo in alcune zone. In altre son tornati i ratti, le nutrie a frotte di notte;  discariche abusive svelate dal fetore che l'arsura espande.
I cassonetti giacciono lezzi e spanciati sulle strade grigie come avamposti di inciviltà e del-me-ne-frego, dimentichi di raccolta differenziata.

Si aspetta la pioggia affinché l'asfalto luccichi.

Nelle città vicine, Pistoia, Firenze,  situazione speculare.
Pistoia ha esteso il suo fetore di piscia-birra-blues con benedizione dall'alto a tempo indefinito. La 'città dei pensionati'  è irriconoscibile, s'è fatta volgare.
Firenze si mostra come il suo sindaco: impraticabile, insopportabile, falsa.

A teatro gli abbonamenti possibili sono solo a stagioni di posa.

E' sempre più difficile dover stare.

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