domenica 15 aprile 2012

Ma i calciatori sono drogati?

Sono lontanissima dal mondo del calcio.
Tuttavia proprio pochi giorni fa ho finito di leggere "Nel fango del dio pallone" di Carlo Petrini, un famoso calciatore di serie A degli anni '70.
Il libro è scioccante. Racconta i retroscena di questo mondo dorato, dove i calciatori sono letteralmente drogati, manovrati, corrotti.
La morte di Piermario Morosini, calciatore del Livorno, durante la partita, fa nascere il dubbio che quello che racconta Petrini funzioni ancora e forse più di prima.

Leggo oggi (16 aprile) che Petrini è morto, minato dal cancro di cui, diceva, sarebbero responsabili le droghe che gli facevano prendere da calciatore negli anni '60 e '70. 
E' incredibile, troppi calciatori, se non muoiono in campo durante la partita, non arrivano alla vecchiaia.
Mi auguro che il libro di Petrini,  "Nel fango del dio pallone", sia letto nelle scuole medie e superiori. E' scritto bene, oltre tutto, Carlo era bravo anche come scrittore.
Questa è una intervista che ha rilasciato qualche mese fa e che merita di essere letta:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/28/soldi-truffe-e-doping-il-calcio-di-sempre/180264/

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sí, Maila; hai avuto fiuto, direi come al solito. Petrini é appena morto.
Il vergognoso coccodrillo del Corriere della Sera che neanche accenna ai suoi libri pubblicati la dice tutta sulla censura e sulla colpevole cappa di silenzio che il Sistema Mediatico ha fatto calare per proteggere gli interessi enormi del "calciotrucco". Non cosí Repubblica che qualche riga la spende intorno alla vicenda umana di Petrini. Che serva, almeno, a fare la tara su come ci cucinano l'informazione.
Gianfelice D'Accolti

Anonimo ha detto...

Ipocrisia di Stato.
Morosini muore, Petrini muore, nessuno si interroga veramente sulla qualità di queste morti. Ma, immediata, scatta la trovata genialmente diversiva: occupare l'attenzione dell'opinione pubblica non con droga-doping-puttane-scommesse-trucchi e altre zingarate (senza offesa per i gitani) ma promuovere la campagna per il defribillatore, che dovrebbe anche e persino pagare l'utente, lo sportivo, il pubblico commosso dai testimonial famosi che chiedono soldi per munirsi dell'attrezzo miracoloso in campo. Questa è vera tattica diversiva, veramente brillante. Così il doping è solo una parolina fastidiosa relegata in fondo alla pagina e si può continuare a giocare un cacio sporco ma miliardario. Un'altra fandonia di Stato. Grazie, Sistema! Mentre i Partiti certo non rinunciano ai pesanti rimborsi elettorali, il defibrillatore sia un oggettino pagato piuttosto dagli sponsors o dal superenalotto e lotterie truccati che dalla povera gente fatta fessa da quattro testimonials inceronati.
Gianfelice D'Accolti

Anonimo ha detto...

Sono perfettamente d'accordo. Questa informazione italiana è una porcata.

Lucia Caprio

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