martedì 10 aprile 2012

Sacco di Prato: allora i soldi ci sono!


Leggo che faranno un’opera lirica sul Sacco di Prato al Castello dell’Imperatore. Molto bene. Anche se recitano cantanti non professionisti, organizzare un’opera lirica però  può costare molto.
Perché, allora mi hanno detto, già a gennaio, che la mia opera teatrale, sullo stesso tema, Prato nel Sacco, non si poteva fare nella Pratestate per mancanza di soldi? In passato abbiamo visto che in estate i soldi sono stati spesi a piene mani per Malkovich, Battiato, Panariello, De André figlio e altri artisti molto, ma molto più costosi di noi e non necessariamente più bravi.

E’ vero, abbiamo presentato il Laris Pulenas per ben due volte durante l’estate, ma a un prezzo estremamente contenuto, per un ottimo risultato sia di gradimento che di numero di spettatori (visto che ci tengono così tanto ai numeri!).

Certo, l’opera lirica con tanti cantanti fa molto effetto e porta molto più pubblico, oltre a più consenso, e molto più della prosa, che può causare fastidi politici. Questo lo si capisce bene. Però, ancora una volta, si patisce l’orfananza di padrini, ingrediente necessario alla visibilità.

Pare che il mio dramma Prato nel Sacco sarà presentato al Magnolfi alla fine dell’anno, se e quando il progetto Sipario Aperto sarà approvato.

Credo invece che sarebbe stato opportuno far convivere sia il dramma che l’opera lirica nella Pratestate senza causare deficit alle casse comunali, dato che si tratta di una ricorrenza cittadina importante, i 500 anni dal Sacco, che non arriva tutti gli anni.

Ciò dimostra che l’Assessorato alla Cultura del Comune non è in grado o non vuole far coesistere armonicamente più espressioni artistiche, le diverse proposte che partono dagli stessi pratesi, che tanto dicono di voler valorizzare.

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