lunedì 11 giugno 2012

Gonfienti etrusca, vendita senza 'incanto'

Ricomincia la fiera di Gonfienti, che ora si vede proposta alla vendita senza 'incanto'. La vicenda di Gonfienti etrusca che, secondo Pezzati è causa del fallimento di Interporto (non è la prima volta che il presidente racconta questa storia!) ora riparte per un nuovo giro, quello che precede e anticipa il prossimo tour elettorale, il prossimo giro nelle chiacchiere, nel nulla.
Ma che anticipa e prevede le prossime mosse di Interporto: rattoppare l'enorme debito ed espandersi e bruciare ancora territorio.


«Società pubblica per gestire Gonfienti»
E’ la proposta del sindaco Cenni che chiede la partecipazione di Regione, Provincia e Camere di Commercio
AREA ARCHEOLOGICA»UN FUTURO INCERTO
Angelo Pezzati: Interporto ha speso tra i 10 e i 15 milioni per il sito Un danno grosso allo sviluppo industriale e alla città

PRATO L’area archeolgica di Gonfienti è in vendita, assieme all’ex Mulino dove sono conservati migliaia di reperti etruschi e in vendita è anche l’ufficio tutto cristalli del centro direzionale di Interporto. A ribadirlo è il presidente Angelo Pezzati ma a chiarirne i contorni è il sindaco Roberto Cenni: «Gli edifici - spiega - non sono direttamente funzionali all’attività della piattaforma logistica e quindi possono anche passare di mano. L’area archeolgica invece, a mio giudizio, dovrebbe avere una vita autonoma rispetto a Interporto ma restare saldamente in mani istituzionali». La questione è seria: la gestione di Gonfienti «ha provocato - dice Pezzati - un danno, negli anni, a Interporto che si aggira tra i 10 e i 15 milioni di euro. Anche oggi continuiamo a pagare le bollette della luce e del gas dei laboratori nei quali la Soprintendenza opera». Si tratta di tanti soldi che in una fase difficile per i bilanci di Interporto - è il ragionamento - potrebbero essere utilizzati per sviluppare il “core business” della società: l’attività logistica. Per questo il sindaco Cenni rilancia un suo progetto: «Costituire una società di scopo che si prenda in carico l’area archeologica - dice - con l’unico obiettivo di valorizzarla. Un’operazione possibile - aggiunge - solo se però, oltre il Comune, avremo il contributo di Regione, Provincia e delle Camere di Commercio». Che però l’ interesse ancora non l’hanno manifestato. Nè, per altro, risulta che si sia fatto avanti qualcuno disposto ad acquistare i due edifici. Interporto ha bisogno di liquidità. Non è una questione nuova ma è stata riaffrontata nell’ultimo cda di qualche settimana fa. A fronte del mancato aumento di capitale sul quale i soci si sono confrontati già l’anno scorso scartando l’idea , a fronte di un indebitamento bancario importante - una trentina di milioni - ma sorretto da un patrimonio in immobili che si aggira tra gli 80 e 100 e con la disponibilità delle banche ad allungare i tempi e a rinegoziare i termini dei contratti, Interporto deve comunque riuscire a reperire, in fretta, un pacchetto di milioni: 4, 5.Di qui l’urgenza di redarre un piano di alienazioni. Che non è comunque piaciuto al Partito democratico. Secondo i consiglieri della Circoscrizione Est, a partire dal capogruppo Simone Tripodi «siamo alla prova evidente - scrivono in una nota - di una politica di governo della città che naviga a vista. Dove un sindaco che in campagna elettorale e successivamente, parlava di un bene prezioso, strategico e inalienabile, e poi, si ritrova bypassati dalla proposta del presidente dell'Interporto di vendere quel bene». Anche il gruppo pd in consiglio sta preparando un’interpellanza per capire qualcosa di più. Cristina Orsini


1 commento:

Simone ha detto...

Adesso se l'Interporto è un fallimento totale è colpa dei reperti etruschi...ma questa gente non si vergogna nemmeno un pò a dire certe cose?? Ma veramente sono degli impuniti, è una cosa che grida vendetta...avessero detto mezza ( MEZZA) parola di autocritica, sul fatto che l'Interporto è nato male e continuato peggio...macché...BASTA!Questi personaggi danneggiano TUTTI! Non solo la valorizzazione degli Etruschi...svegliamoci!

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