mercoledì 6 giugno 2012

Il film sul Sacco di Prato: perché scomodare un noioso poeta inglese vittoriano?

Il Comune in tandem col Metastasio strombazza il docu-film La ballata del Sacco di Prato, che si basa sull'omonima opera del noioso poeta vittoriano Hamilton, la cui traduzione dall'inglese sarà presentata alla Biblioteca Lazzerini di Prato.
L'opera non è né una rarità né una novità, si può addirittura acquistare in Internet.
Nessuno l'aveva ancora tradotta in italiano perché l'opera è brutta e kitsch.
E non porta niente di veramente nuovo né interessante rispetto a quanto hanno scritto gli italiani. Poeticamente poi, è quasi illeggibile per noi contemporanei. Speriamo nella traduzione.

Così come il libro è presentato sembra che sia l'unica opera sul Sacco, che nessuno ne abbia scritto.

Tutto il contrario. Invece di informare, quanto meno la Biblioteca ne avrebbe il compito, fanno opera di mistificazione e propaganda.

In realtà non c'era bisogno di andare a Londra per sapere del Sacco; più o meno poeti contemporanei, e molti pratesi e testimoni diretti, oppure contemporanei dell'Hamilton (che ha scritto anche A BALLAD OF THE PLAGUE OF FLORENCE) hanno scritto e documentato, incluso in versi, sull'argomento.

Di questo i pratesi non sanno NULLA.

Cito solo qualche opera poetica:

Lamento e Rotta di Prato
Il miserando Sacco di Prato di Stefano Guizzalotti
Il detestando Sacco della Terra di Prato di Ser Antonio Benricevuti, poeta pratese contemporaneo al fatto storico.
Stanze, di autore anonimo
e molti altri documenti, in prosa, fra cui cito
Il Miserando Sacco dato alla Terra di Prato dagli spagnoli l'anno 1512, di Jacopo Modesti, nato a Prato nel 1463 e quindi documento importantissimo.

E ce ne sono ancora altri che hanno scritto, che non cito per non annoiare.

Insomma, siamo alle solite. Sembra che solo loro hanno scoperto l'America, ma...a Hispaniola è arrivato già prima Colombo!

Oltre a strombazzare gli autori stranieri, date spazio a quelli pratesi, che non sono conosciuti e, se non più bravi,  sono molto più significativi perché furono testimoni diretti.
E poi, c'è poco da fare: lo studio della filologia non si improvvisa, essendo materia scientifica, molto più dell'economia, che presenta anche aspetti irrazionali, tanto per fare un esempio.
La filologia è fondamentale per l'opera cinematografica e se non se ne conoscono le basi o se non ci si affida a esperti, sono guai. Si rischia di fare, invece del docu-film, il kitsch-film.
Non parliamo poi della traduzione, per cui sono necessari anni di serio allenamento e studio!

Ma questi signori al Comune e al Metastasio conoscono Cesare Guasti?

E poi quanta poca fantasia!

(Per favore citatemi, state leggendo e traendo idee da questo blog gratuitamente, mentre voi percepite stipendi e mensilità e rimborsi, alcune senza averne il merito, e io invece faccio tutto questo gratuitamente!)


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per il tempo che dedichi ad informare chi non ha voglia di informarsi. Siamo ebeti. E, purtroppo, siamo anche contenti!
Con stima

Anonimo ha detto...

Sì, mi associo anch'io.
Grazie, Maila.
Con stima.

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