mercoledì 4 luglio 2012

Deflazione indotta, ovvero come ti creo lo schiavo

L'avevo già scritto: niente di più comodo che questa crisi per ridurre un popolo in schiavitù.
Si possono 'tagliare' diverse teste, punire e torturare animali fastidiosi eccetera senza versare una goccia di sangue.
Così, tanto per fare un microscopico esempio, mi hanno detto no allo spettacolo sul Sacco di Prato, con la scusa pretestuosa che non c'erano soldi. Naturalmente non è vero. I soldi, anche se meno, ci sono.
E' così che ti costringono ad accettare condizioni di lavoro spaventose.

Quando io lasciai l'impiego pubblico, tanti tanti anni fa, anzi gli impieghi pubblici perché per il teatro ne ho lasciati ben due!, tutti mi dettero della pazza. Avevano ragione, allora, perché gli impiegati pubblici appartenevano alla casta degli intoccabili. 
Che sia tutto cambiato lo si vede dalla faccia degli stessi impiegati, nei loro silenzi, nel loro asservimento all'ente che dà loro lavoro, e non parlano, non protestano, sono ligi come mai.
Guardateli, sono impauriti. Terrorizzati di perdere il posto di lavoro. Già erano schiavi; ora lo sono doppiamente, anzi al cubo.Non è bastato ridurre i benefit, controllare la loro efficienza, i loro giorni di malattia...Ora è necessario essere più incisivi,  ridurre drasticamente i costi, la crisi galoppa, i consumi stagnano, e quindi...via anche  loro. 

Naturalmente lo si fa apposta. E' una deflazione indotta a sommo studio, non solo per rimettere i debiti. Sulla nostra pelle stanno disegnando confini a noi ignoti, e vogliono il nostro silenzio per farlo.

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