venerdì 6 luglio 2012

Gonfienti e la "via del commercio"

Sull'annuncio di questo ennesimo evento insostanziale sull'etrusca Gonfienti dato dalla ispettrice Poggesi in occasione della presentazione della Carta Archeologica Provinciale di Prato (costata, sembra, 80-100 mila Euro!) di una mostra 'spalmata' sull'intero Centro Italia, che nel 2013 dovrebbe illustrare l'esistenza della 'via del commercio' dalla Toscana verso Nord, ossia di una strada attraverso la città etrusca di Gonfienti e la Val Bisenzio fino a Marzabotto, due amici mi hanno chiesto come mai non avessi scritto nulla sul blog.
Non ho scritto certo per paura d'essere censurata, perché la censura ce l'ho dal 2008, la fatwa sul Laris Pulenas che ha dato inizio alla mia battaglia per Gonfienti, ossia l'allontanamento dai circuiti regionali e non solo, un marchio negativo che non si toglierà tanto facilmente. In realtà mi sembra di aver già scritto molto, per questo l'intervento, che copio di seguito in carattere nero, l'ho tenuto qualche ora nel cassetto.
Voglio solo aggiungere una precisazione, una volta per tutte: la rappresentazione del Laris Pulenas a Poggio Castiglioni nel 2008 ha dato la stura a una serie di scopiazzature maldestre sul cosiddetto "teatro archeologico" da parte di gente che non possedeva né possiede motivazione etico-politica, oltre alla mancanza di preparazione specifica o qualità drammaturgiche o attorali. Insomma, si sono presentati spettacoli (come accade anche per l'anniversario del 500 anni del Sacco di Prato) d'occasione, calati dall'alto, ordinati come il pesce alla Coop. Non è un caso che la rassegna "Archeologia Narrante" della Fondazione Toscana Spettacolo sia nata solo nel 2008 (proprio in coincidenza del nostro debutto annunciato da tempo) con la collaborazione della Soprintendenza Fiorentina. Naturalmente il mio,  e nostro,  Laris Pulenas è stato estromesso da tutto per la nota questione, ma anche perché alcuni di loro si sarebbero sentiti, come sono, piccini picciò.  In sostanza rivendico primogenitura, qualità e originalità.

Che cosa dire su questo nuovo parto nominale della "via del commercio"? La strada in questione (un pezzo della quale, che era stata trovata,  è stata  risommersa per sempre da metricubi di cemento!) ha avuto veramente queste specifiche caratteristiche (e senz'altro sì, dato che le strade si utilizzavano certo per trasportare merci!, oddio, ma siamo all'archeologia dell'ovvio!) o è solo un titolo ad effetto con cui si continua a giustificare la costruzione dell'Interporto e dello scempio sulla Piana di Firenze Prato Pistoia?
Già a suo tempo, a un convegno del 1 febbraio 2010 alle Scuderie Medicee di Poggio a Caiano, la signora Poggesi con le sue parole ammantate d'aura specialistica in qualche modo giustificò il mis-fatto che sui ritrovamenti etruschi e non solo si fosse costruito un inutile e oneroso Interporto della Toscana Centrale: 
"Come diciamo sempre, prima dell'Interporto della Toscana Centrale c'è stato l'Interporto degli Etruschi...proprio a metà del VI secolo si riconverge di nuovo verso i collegamenti interni e riprende di nuovo forza questa viabilità, e si costruiscono, da un lato Gonfienti, dall'altra parte Marzabotto, che vengono fondate in contemporanea a controllare questa arteria molto importante che univa il sud dell'Italia meriodionale con il Nord conosciuto allora. Questi questa era l'ubicazione di Gonfienti, d'essere un luogo strategico. Questo luogo ancora oggi è strategico....aTtraverso l'aeroporto, l'Interporto, autostrade, si sta adesso parlando di una terza corsia...quindi rientra a tutti gli effetti in un coNtesto estremamente moderno pur essendo un contesto storico, un contesto antico...(L'intervento completo in Gonfienti, storia di una battaglia, pp. 109-116).
E' a dir poco stupefacente che una Soprintendenza, tramite una sua dipendente, si esprima con queste parole dando manforte alla distruzione ambientale, storica, culturale in atto in nome di uno scellerato sviluppo che ci sta portando allo sprofondo.

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