lunedì 17 settembre 2012

Min.Cul.Pop

Ieri Il Tirreno ha pubblicato un articolo che riportava pezzi del mio articolo di venerdì contro la decisione del Comune di Montemurlo di aderire alla Fondazione Toscana Spettacolo.
Il giornalista riportava anche la posizione del rappresentante del PdL locale, Cosimo Zecchi, anch'egli si esprimeva contro il monopolio della cultura operato dal Centro-Sinistra attraverso la sua rappresentante culturale Maffei, citando addirittura il Min.Cul.Pop fascista.

Vorrei però specificare che non solo il Centro-Sinistra ha il vizio dell'assolutismo nel settore; a Prato, comandato dal Centro-Destra, è in atto un uguale deciso tentativo di creare, anzi di rafforzare il 'sistema' costruito in tanti anni di dittatura culturale di presunta Sinistra, come più volte ho avuto modo di denunciare  nel blog.  In questo ambito il Centro-Destra ha dato mostra di continuità con il passato.
Un 'sistema' che deve essere controllato e diretto attraverso enti e strutture calate e dirette dall'alto, esattamente come intendono fare a Montemurlo, al fine di attuare il controllo e portare consenso e voti.

Esiste solo il 'sistema': e talmente esiste solo questo che chi non si adegua è visto male anche fra gli artisti, anche fra quelli meno compromessi con il potere. Ormai, vivendo in questi lager culturali, bombardati dalla propaganda mito-divistica centralizzata, molti di noi non hanno nemmeno più la capacità di pensare ad affrancarsi, e corrono come i topolini di laboratorio nella speranza che la ruota su cui pedalano sia quella della fortuna. D'altronde, economicamente è impossibile affrancarsi. I risultati di questa oppressione sono visibili nelle opere, a mio parere sempre più mediocri e prive di originalità e senso, forse e soprattutto nei giovani, ormai tutti votati alla vuota forma cosiddetta contemporanea.

Ora, non facendo parte del 'santo' sistema e denunciando il giochino sporco, al mio teatro quest'anno non daranno nemmeno una briciola di euro comunale, ed è tenuto lontano come la peste bubbonica.
Ecco il regalo che la giunta Cenni  fa per i nostri vent'anni di vita, insieme alle circoscrizioni di altro colore, naturalmente.

Questo comportamento punitivo nei confronti del pensiero umano che dissente è mostruoso, ma allo stesso tempo diventato 'normale' e specifico del tempo della democrazia diretta telematica.
Il Fascismo aveva una censura dichiarata e apertamente violenta. Era, nella sua oppressione, 'chiaro'. Gli squadristi picchiavano di santa ragione, purgavano, minacciavano sotto casa, per strada chi era d'altra opinione politica. Erano tempi terribili, quelli.  Il Fascismo era dunque il  nemico da abbattere.
Questi capetti moderni, allegri rappresentanti dei partiti e del 'sistema', non fanno uso della violenza diretta.   Guai, ci mancherebbe! Sono vestiti alla democratica e si dichiarano 'plurali'.  Ma attenzione; se si tolgono la giacca gli si vede indosso la camicia di fazione, lo stemma di provenienza a cui devono obbedienza pena l'esclusione. E così si mostrano come sono: falsi, ipocriti untuosi e beghini. Coniglieschi e vendicativi. Parlano male di chi è ai loro occhi anomalo. Calunniano. Attuano la censura del silenzio. Ti mettono da un canto e ti fanno crepare. Crepa, artista! Voi non sapete quanti ne hanno fatti morire così fra coloro che hanno avuto il coraggio delle proprie idee e opere.

Gli altri, quelli consenzienti, li allevano nelle vasche a pagamento; e al momento opportuno ne tirano fuori uno. Ecco un pesce, ecco un altro pesce per imbandire la mensa o a servire da valletto organizzatore. Ne hanno sempre di freschi e giovani. O meno giovani;  all'uopo.

Da tempo denuncio l'asfissiante monopolio culturale in Toscana (ma ne esistono esemplari simili in tutta Italia). Nel 1999 scrissi anche un manifesto che firmarono diverse persone, ma funzionari e politici, insieme a diversi colleghi sospettosi, fecero il possibile affinché rimanesse lettera morta: http://primaveradiprato.blogspot.it/2009/11/un-manifesto-ancora-valido.html

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