giovedì 31 gennaio 2013

Seconda serata SIMONE WEIL

ATTENZIONE il prossimo incontro su Simone Weil si terrà sabato 16 febbraio ore 21,30 e non domenica 17 come precedentemente stabilito, sempre al Teatro La Baracca.

Che senso hanno oggi i partiti politici?

 Lettura di brani tratti dal Manifesto per la soppressione dei partiti politici di Simone Weil

a cura di Maila Ermini e Gianfelice D’Accolti


SABATO 16 FEBBRAIO 2013 ore 21,30

al Teatro La Baracca

Con la partecipazione di Fulvio Silvestrini

 

Simone Weil, una riformista rivoluzionaria, poco prima di morire prematuramente per malattia, nel 1942 ha lasciato questa ‘modesta’ proposta: sopprimere i partiti politici che, in quanto organizzazioni verticistiche e inquadrate, sono autoritari e repressivi per definizione. E alcuni, quelli italiani per esempio, mostrano un totale disinteresse per la res publica, ma un grande talento nel sottrarre denaro pubblico alla comunità.

Il nostro intento è quello di diffondere la conoscenza di questo scritto, che la filosofa francese non riuscì a vedere pubblicato; in Francia fu stampato solo nel 1950, a sei anni dalla sua morte. Molto più tardi in Italia, dove è pressoché ancora sconosciuto.

 

Segue dibattito  - Ingresso Libero

Info: Teatro la Baracca, via V. Frosini 8, Casale- Prato Tel. 0574 812363 - www.teatrolabaracca.com

Ilaria Santi sul Sindaco Cenni

Si sono tutti mossi a sostegno del Sindaco quando la candidata del PD Ilaria Santi - conosco il fratello Tommaso perché qualche anno fa venne a recitare al Teatro La Baracca, ma poi non si è più visto, naturalmente -ha detto che la politica di Cenni a Prato è fallimentare come la sua azienda, eccetera.
Vendola lo qualificò bancarottiere, e fu querelato.

Insomma, non dovrebbero prendersela più di tanto i cenniani, perché certi modi di non fare politica, di sparlare su facebook, si qualificano da sé e naturalmente sono poi controproducenti.
D'altronde anche il Centro Destra usa questi mezzucci,  nello stesso identico modo.

Siamo proprio stanchi di questa gente, di questi politicuzzi e politicuzze, a tutti i livelli.
Di questo livor nullius.

Il padre di Ilaria Santi, che ora corre per il Senato, negli anni '70 fu già senatore della Democrazia Cristiana (non lo sapevi? ora lo sai!), che almeno tutti ricordano come uomo di stile.


Le buone pratiche del teatro con i lottizzatori?

A Firenze ci sarà presto un convegno sul teatro denominato "Le nuove pratiche del teatro".
Per l’edizione 2013, il tema scelto dai due curatori, Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino, è “Del Buon Governo del Teatro”.
Non è la prima volta che detto convegno viene organizzato, in cui si analizzano i problemi e poi si tenta di dare una risposta e una soluzione: da anni nulla di quanto viene detto sembra essere ascoltato.
La lottizzazione del teatro è assoluta; ma come si può risolvere il problema se a partecipare all'evento ci sono i lottizzatori?
Molti di questi devono essere mandati a casa, ci vuole davvero aria nuova. Come si farà se la politica non cambia?

La risposta certo non può essere mettere i giovani che sono messi dai lottizzatori. Perché è questa è la furbata che cercano di fare.
Con il risultato che vediamo, di giovani incapaci di fare teatro, che dico, di pensarlo e scopiazzatori delle opere e idee altrui. (Io al riguardo per mia esperienza, potrei scriverci sopra un bel trattato). Addirittura alcuni di loro, raccomandati e pompati dai giornaletti italiani, li vediamo nei cartelloni dei 'grandi' teatri!
Per cui i giovani, invece di studiare e di imparare il mestiere del teatro - ars longa vita brevis! - , si danno un gran daffare per entrare in questi circuiti viziati, e diventano più cortigiani dei cortigiani.

Gli organizzatori dovrebbero, per onestà, dire questo: fuori tutti i lottizzatori, tutti questi unti dai partiti e dalle varie congreghe, e poi ne parliamo.
Solo così a teatro si potrebbe cominciare a respirare aria nuova.

Grazie per gli sforzi, ma gli organizzatori, pur non vivendo del 'fare teatro', non possono non essere a conoscenza di tutta questa 'merde merde merde!', Anzi,  che  i loro convegni dall'aria un po' ruffiana, sembrano sostenere e aumentare.

L'amore cinese e gli altri spettacoli

A causa di impegni fuori sede, in particolare per Cafiero Lucchesi, abbiamo rimandato gli spettacoli previsti per il mese di febbraio
La radio a teatro (L'amore cinese, Eva e Dio, Il pozzo) e la Chisciotta e Sancio Panza operaio.
La programmazione riprenderà regolarmente domenica 17 febbraio con lo spettacolo per ragazzi Pagliaccia Secca prof e sabato 2 marzo con la splendida Matilda.

mercoledì 30 gennaio 2013

Morbida lana

Il testo di una mia nuova canzone...

Morbida lana

C’era una volta una puttana
Aveva una fica morbida lana
Nessun difetto nessun errore

Aveva un culo c’era un amore
Le puppe piccole e delicate
Mele piuttosto caramellate

Qualcuno dice venisse dall’Est
Parlasse russo o chissacché
Che fosse bionda ma altri dice
Con la parrucca ingannatrice

Tutti la cercano anche chi mai
Pagò per farci il dolce viavai

Dove sei andata, morbida lana
Ora a chi dài la bella fica
Per noi passione per te fatica?

Siamo smarriti senza di te
quale magnaccia ti portò via
o ti rubò un innamorato
incurante del tuo mercato?

C’era una volta morbida lana
Era una giovane bella puttana

Ora è scomparsa e non si sa
Dove è andata che ne sarà.

martedì 29 gennaio 2013

L'assessora piaciona piace alla cultura piaciona

L'assessora piaciona alla cultura piaciona fa tante cose per restare a galla.
Soprattutto vuol piacere. E per piacere piace a destra e a sinistra.
Fa l'amicona con gli amiconi ruffiani, resterò a galla? strizza l'occhio e alla cultura dà gas, resterò a galla?, soprattutto i pochi dindi rimasti, lei li dà a chi vuole e a chi piace la cultura piaciona che fa la piaciona, sicché piace la piaciona anche ai piacioni dell'altro partito e si rallegrano del fare piacione piaciuto. Resterò a galla?

E' malata di megapiacioneria, però tutti nel suo suo settore piacione non ne possono più di questa piacioneria piacionissima sua e non vedono l'ora che se ne vada.

Resterò a galla?


Ricetta lavoro

Rete Imprese Italia ha lanciato ieri il suo allarme sulla crisi del lavoro ai candidati al Parlamento, che si sono tutti presentati perbenino al suo cospetto.
Ora, molti di questi candidati si sono lanciati in politica proprio per arginare le loro crisi personali di lavoro, alcuni dei quali addirittura hanno  lasciato le loro aziende nel fallimento - oltre che le amministrazioni, lasciandole in totale empasse per andare a prendere più  soldi e onori - , e quindi può risultare risibile un appello a queste persone, però è un fatto, almeno sulla carta, che gli eletti andranno a votare leggi, se non a proporle.
Ribadisco che gran parte di questi candidati non sono assolutamente all'altezza del compito che potrebbero essere chiamati a svolgere, e questo non è una critica che rivolgo solo a quelli partoriti dal cappello indifferenziato di Grillo, ma anche ai partiti 'classici'; insomma, le primarie non sono state uno strumento valido e a mio avviso hanno fallito. Sono servite solo a dare una verniciata di fresco alla loro immagine. Ma di questo ho già scritto.

Torno al lavoro.
Dato che sui mezzi di informazione si dà spazio soprattutto a due sindacati, in particolare CISL e CGIL, almeno alla radio che seguo, e molti candidati non danno mostra di averla letta, voglio pubblicare la 'ricetta lavoro' della UIL che, a mio avviso, pur tra mille lacune, è molto ragionevole e meno ipocrita di quella della signora Camusso; sarà forse per questo che c'è nei confronti di quel sindacato una certa qual censura?
In particolare, il documento della UIL titolato "Cinque proposte per far ripartire l'Italia" evidenzia la necessità di diminuire il costo del lavoro, che è l'ingrediente fondamentale della ricetta, almeno di quel lavoro, il solo che questi sanno immaginare:

lunedì 28 gennaio 2013

Il Movimento 5 Stelle e i leader

Grillo e compagnia sostengono, in una intervista vippara e radical-chic con Dario Fo, che loro sono  contro il leaderismo, che l'hanno superato.
Che non si chiameranno 'onorevoli', una volta arrivati in Parlamento, ma 'cittadini'.
Viene da ridere.
Il M5S è una delle ultime quintessenze del 'leaderismo': senza Grillo quel movimento non solo non sarebbe mai nato, ma non continuerebbe a esistere un minuto in più.

Credo poi che non ci sia niente di male ad aver un buon capo. Un rappresentante o che cosa. Anzi, che sia auspicabile.
Come avere un buon maestro, ha nell'allievo un benefico effetto. Purtroppo mancano i buoni rappresentanti, o i buoni maestri.
Guardate il disastro dei 'prof' italiani, inseriti nel 'lavoro' scolastico a forza di quizzoni.
In parte, oltre ai nefasti risultati della politica scolastica degli ultimi governi -Gelmini ministro ultimo ridicolo esempio - al fallimento dell'istruzione italiana contribuisce e ha contribuito aver incoronato insegnanti persone, soprattutto donne, che non ne avevano proprio la grazia e la decenza, oltre che la preparazione. 

Grillo e il suo alter ego Casaleggio 'mentono sapendo di mentina'.

Riguardo a Fo, già Pasolini qua e là nei suoi scritti, disse già tutto. (1)



(1). "L'Italia è un paese che diventa sempre più stupido e ignorante. Vi si coltivano retoriche sempre più insopportabili. Non c'è del resto conformismo peggiore di quello di sinistra: soprattutto naturalmente quando viene fatto proprio anche dalla destra. Il teatro italiano, in questo contesto (in cui l'ufficialità è la protesta), si trova certo culturalmente al limite più basso. Il vecchio teatro tradizione è sempre più ributtante. Il teatro nuovo - che in altro non consiste che nel lungo marcire del modello del Living Theatre (escludendo Carmelo Bene, autonomo e originale) - è riuscito a divenire altrettanto ributtante che il teatro tradizionale. E' la feccia della neoavanguardia e del '68. Sì, siamo ancora lì: con in più il rigurgito della restaurazione strisciante. Il conformismo di sinistra. Quanto all'ex repubblichino Dario Fo, non si può immaginare niente di più brutto dei suoi testi scritti. Della sua audiovisività e dei suoi mille spettatori (sia pure in carne e ossa) non può evidentemente importarmene nulla. Tutto il resto, Streher, Ronconi, Visconti, è pura gestualità, materia da rotocalco". (PPP, Bestia da Stile, introduzione. Altri commenti negativi di PPP su Dario Fo anche altrove).

domenica 27 gennaio 2013

Il "Piano del lavoro" della CGIL: sì al grande, no al piccolo

Leggendo le 27 pagine del "Piano del lavoro" della CGIL ho trovato  parole molto belle, e assolutamente condivisibili.
Tuttavia, anche due punti critici, a mio avviso, che rivelano l'appoggio del mio ex-sindacato agli industriali e all'industrialismo, che è l'ubi consistam del sindacato stesso. 
Secondo la CGIL è mancato un piano industriale serio:

"La parola politica industriale è stata bandita e le stesse grandi imprese rimaste in mano pubblica non hanno nella generalità svolto funzione di traino di investimenti ed innovazione, anzi, nel caso di Finmeccanica è a serio rischio il suo stesso futuro se non si fermano le politiche di vendita/dismissione.
Quali ragioni hanno determinato tale lontananza dal governo dell’assetto produttivo del Paese? L’ideologia del mercato che si regola da sé, l’ideologia del piccolo è bello e quella del privato sempre meglio". (p.2)

Il 'piccolo' la Cgil non lo vuole, vuole la grande industria. Non c'è una sola parola di appoggio all'artigianato. Incredibile, ma vero. Anzi, la parola 'artigianato' non appare proprio. 
Sarà stato forse per questo auspicare il 'grande' invece che il 'piccolo' che, per esempio a Prato, non si sono opposti alla costruzione dell'Interporto della Toscana Centrale invece di sostenere la ri-nascita della città antica etrusca eccetera, nonostante il Piano critichi la non valorizzazione del patrimonio artistico? (p.3) 

E ancora, a p. 12, si propone un metodo per rianimare il lavoro, il grande assente, e fra i punti che lo aiuterebbero si cita addirittura lo sviluppo dei centri commerciali: un favore alla Coop e alle varie multisale e simili, dove tra l'altro  i contratti di lavoro non eccellono per qualità, dove per di più il lavoro stesso è estremamente alienante ?

Sembra che Squinzi, presidente della Confindustria, abbia lodato il discorso della Camusso. Poi la notizia, detta una volta, è stata messa a tacere.

http://www.cgil.it/Archivio/EVENTI/Conferenza_Programma_2013/Piano_Del_Lavoro_CGIL_gen13.pdf

venerdì 25 gennaio 2013

Favola Gonfienti, senza vergogna

Continuano le favole su Gonfienti e sull'Interporto.
Vogliono continuare a costruire verso Campi, non basta tutto il vuoto che hanno e il fallimento in sé della concezione interportuale. Hanno metri e metri cubi di stanzoni vuoti!
Insomma, fanno vedere che qualcosa si muove, anche sul settore città antica, ma intanto, a 'compenso' vogliono espandersi, espandersi, espandersi...Costruire costruire costruire.

L'articolo è tratto da Notizie di Prato, e porta la data di oggi


Salvi i magazzini generali, costituita una nuova società: sede operativa all’Interporto

“Prato rischiava di perdere un servizio importante – spiega Sandro Pitigliani, socio della nuova società – Con questo piano invece si dà prestigio al territorio al quale per di più si evitare di creare un danno. Si tratta di un servizio indispensabile per questa regione e rappresenterà un valore aggiunto pure per l’Interporto della Toscana Centrale”.Nuova vita per i magazzini generali. La società in liquidazione da tempo è stata rilevata da la “Magazzini Generali Doganali di Prato” una nuova società composta per il 51% dalla Interporto Services e per il 49% da privati, fra i quali spicca il nome dell’Albini e Pitigliani. La nuova sede operativa sarà proprio all’interno dell’Interporto della Toscana Centrale, con uno spazio di 3500 metri quadri di capannone e altrettanti di piazzale esterno. La nuova società continuerà l’attività di ricezione e stoccaggio di merce proveniente dall’Italia e dall’estero. In più ci sarà anche lo sdoganamento.
Salvi anche i quattro posti di lavoro che in precedenza sembravano a rischio, in più c’è stata anche l’assunzione di un socio-lavoratore. Gli spedizionieri presenti all’interno dell’Interporto potranno inoltre sdoganare le merci in periodi diversi di tempo, limitando quindi l’esborso economico. “I Magazzini Generali – dice Angelo Pezzati, presidente dell’Interporto – avranno una funzione di supporto per gli spedizionieri. In più questo accordo permette anche di avere certificazioni a livello internazionale, garantendo una maggiore attrattività per tutta la struttura”.
Pezzati spiega anche la necessità da parte della società Interporto “di avere maggiori spazi” da qui il progetto di espandersi verso Campi Bisenzio. Bisogno che però va a scontrarsi con le difficoltà di reperire liquidità. Ecco perchè vanno avanti le trattative per la cessione della parte archeologica della struttura, in particolare quella dell’ex Mulino che potrebbe avere un valore intorno ai 5 milioni di euro. La cessione dovrebbe riguardare enti pubblici, da qui le trattative con Comune, Provincia e Regione, anche per cercare di fare partire definitivamente il progetto Gonfienti. "De Biase.


Il furto del Teatro Metastasio

La querelle tutta partitica (Destr-Sinistr) sull'ammanco economico al Metastasio non appassiona la città: nasconde la lotta del potere, dove l'istituzione teatro è solo usata come campo di combattimento.
Non appassiona anche perché la città l'ha vista tante volte, ed è sempre la stessa. Quasi con le stesse frasi, sebbene i protagonisti siano diversi. E' quasi una epifania.
Se andate a guardare i giornali nei giorni in cui fu buttato fuori Castri, la cui cerimonia funebre si è svolta proprio al Met, probabilmente leggerete le stesse frasi.
Perché, quando andò via Tiezzi, non si ripeté lo stesso? 
Ora, c'è una noticina in più, a portare la melodia, un basso che si è aggiunto a quello continuo e che ha visto la sua introduzione proprio alla cerimonia funebre, con tanto di assessore Scaletti che rivela al Sindaco Cenni, e proprio al funerale,  il tentativo di 'furto del teatro' da parte della eterna rivale Firenze: la Pergola sarebbe potuta diventare il teatro stabile della Toscana.

Oh Firenze Firenze, cosa fai, vuoi rubare la 'stabilità' a Prato?
Apriti cielo, spalancati mare!

In realtà il furto che si compie è ai nostri danni, nei confronti di lavoratori dello spettacolo, e  io sono tra questi, che da anni vengono ignorati da cotali signori che, per aver fatto qualche regia qua e là, per aver santi in paradiso, o per altri motivi ma sempre legati alla politica partitica, eccoteli assunti in cielo come guardiani dello status quo, e in tal funzione a dirigere e a presiedere, a scegliere spettacoli e gente (non sempre all'altezza), a stabilire chi vive e chi muore, a vivere ribalta e vantaggi e, insomma gestire danaro pubblico e conseguentemente fare scelte, lasciando diversi artisti al palo, esiliati, anzi volutamente o ignorati o umiliati, tenuti lontani come la peste,  se non ogni tanto avvicinati con la carità di qualche spettacolino, la carità che il signore fa dalla carrozza.

Questo è il vero furto del teatro, la sottrazione del teatro alla città, agli spettatori e ai lavoratori, costretti tra l'altre cose a essere succubi e conformisti se voglion un pochino lavorare, e a guardarsi in cagnesco l'un l'altro. Costretti ad assistere a queste cerimonie funebri, ahinoi strumentalizzate per propri fini, che si trasformano in cerimonie funebri del teatro e della sua funzione nei confronti della città.
Sì, alla fine il furto , inutile che lo ripeta ancora, è al senso stesso del teatro.
Questa è la sua vera crisi.

giovedì 24 gennaio 2013

Nemmeno il partito di Ingroia

Ho parlato con Fulvio, lui ha seguito un po' il partito di Ingroia, e mi ha riferito.
Ha detto pubblicamente che non rinnoverà la tessera di Rifondazione Comunista. Che quello di Ingroia è un assemblaggio di partiti, fra cui Verdi, Rifondazione Comunista e IdV.
Che è estranea a quel movimento la società civile e che tutto è in funzione delle liste per il Parlamento.
Che lo appoggiano i soliti radical-chic di Sinistra.
Nessun dubbio al riguardo. Se non appartieni alla greppia, non passi.
Puoi anche aver lavorato sodo per loro, poi, al momento opportuno, ti scaricano.

I meccanismi sono gli stessi, tanto per l'uno che per l'altro partito, ed è questo meccanismo che va cambiato.

E' l'accesso al Parlamento che così non va; come non va nemmeno a livelli più bassi, anche a livello comunale, tutto tramite questi asfissianti partiti, eccetera eccetera.

Fulvio e io siamo ormai dell'antipartito della Weil, a cui presto dedicheremo un secondo incontro al Teatro La Baracca e questa volta, siamo d'accordo, più 'centrato' sulla filosofa.

Ricordo di Gianni Agnelli

Ricordo di Gianni Agnelli, padrone della Fiat.
Quello che a Biagi, che gli chiese in una intervista cosa fosse per lui l'amore, rispose: "L'amore è 'un affare da camerieri".

Il prossimo Parlamento peggiore di questo

Incalzati dalla crisi economica e da richieste impossibili da soddisfare ma in qualche modo da confezionare per la finzione elettorale, come un certo qual rigore etico-morale dopo la caduta dell'immagine della politica partitica a causa della corruzione endemica e strutturale (corruzione morale ed economica), e così sparpagliati e smarriti come carte dopo il gioco a poker, i prossimi candidati, alla ricerca di un riparo in qualche lista di qualche partito pur d'appoggio- ché altrimenti non vai da nessuna parte -, rischiano di formare il peggior Parlamento post-fascista.

Non solo perché ingovernabile, ma perché privi di ogni qualsivoglia prospettiva, tutti immancabilmente compromessi e collusi nei giochi dei partitoni partitetti e quindi, di fatto, impossibilitati a cambiare, a redistribuire la ricchezza, le opportunità, la giustizia; insomma, anche solo a pensarlo di lontano, un mondo migliore, è per loro vietato.

mercoledì 23 gennaio 2013

Scaletti e Villoresi

Anche loro a caccia di un posto.
Come se di posti non ne avessero avuti, o non ne avessero.

Pamela Villoresi è stata consigliere del Centro Sinistra a Prato, poi dimissionaria (voleva di più?) nel consiglio di amministrazione del Teatro Metastasio, poi dimissionaria (voleva di più?), sempre alla ricerca di un posto.

E che dire dell'assessore dello smantellato IdV...assessore alla cultura alla Regione Toscana (noblesse oblige!) la Dottoressa Scaletti, anche Lei corre nel CD, Centro Democratico di Tabacci!

Come corrono queste donne, come corrono. Che cambiamento, che forza, queste donne nella politica!




CIBO, una commedia alimentare (video di 3 min circa)


Vendola e Casini

Casini è molto abile nel stare sempre a galla al Parlamento.
Se non si fosse agganciato da tempo al signor Monti, non ci sarebbe mai riuscito, il suo partito, l'UDC è morente.
E' capolista in 5 Regioni, e quindi verrà sicuramente eletto. Subito dopo nelle liste, ci sono tanti uddiccini, e ne porterà in Senato almeno 4...insomma, a casa qualcosa porta sempre.
In Toscana, dove il capolista è Ichino, capolista anche in Lombardia, siederà sullo scranno anche il 'vostro' Edoardo Nesi, che è secondo...
Insomma Casini è un abile giocatore, e inganna molto con la sua faccina da presunto santino.

Vendola invece in Parlamento ci vuole proprio entrare. Ed è disposto a sostenere Bersani, che com'è noto, se tutto va secondo le loro previsioni, si alleerà con Casini.


martedì 22 gennaio 2013

Lo schieramento

Ecco il testo di una mia canzone:

Lo schieramento

Come fai se non sei schierata
chi ti appoggia chi ti aiuta,
devi trovare un protettore
che ti lasci almen salire,
devi trovare qualcuno
per evitare il digiuno;
l’esser fuori da tutto e da tutti
non fa stare né al caldo né asciutti.
Come fai se non sei schierata
chi ti appoggia chi ti aiuta
devi trovare un protettore
che ti lasci almen salire
devi trovare qualcuno
per evitare il digiuno.

Gaber celebrato da Fazio

Gaber non avrebbe visto Gaber celebrato da Fazio. Non avrebbe ascoltato cantare "Qualcuno era comunista" da Veltroni e da Bertinotti. Recitato da Neri Marcorè.
Inguardabili, inascoltabili.
Purtroppo, come scrisse Sartre ne "L'etre e le néant": "Essere morto è essere in preda ai vivi".

lunedì 21 gennaio 2013

Gradimento di Dina la Vespina e di Cibo

Mi dispiace per i miei detrattori, per i direttori che non rispondono alle mie mail, agli assessori ai presidenti che fanno finta che il Teatro La Baracca non esista e che non sia mai esistito, e per tutti coloro che vanno a teatro solo se hanno il vellutino sotto il sedere, nonostante mostrino la tutina da 'obrero'... ma "Dina La Vespina" ieri ha ancora tenuto banco, e "Cibo" è stato tanto apprezzato. Dal pubblico vero.
Ringrazio poi Gianfelice che suggerì l'idea del 'Libro del Gradimento", attraverso il quale ho ripercorso stamani i commenti del pubblico (dal 2010), che non sempre rileggo.
Non tutti amano scrivere, ma molti sì.
Di Dina La Vespina hanno scritto, di commenti ne abbiamo tanti, eccone due ...: "Vespina Dina, ci hai fatto schiantare dal ridere...Soprattutto nella pancia con la mosca"...."Esilarante e simpaticissima"...
Oppure, di CIBO "Leggerezza, poesia, dolcezza, non ti annoi grazie alle tante "cadenze" e dialetti in gioco, quindi lo ascolti tutto. Grazie."..."Veramente molto molto interessante"....


Maila Ermini in CIBO


Prato, carente di cultura

Uno degli aspetti più impressionanti e purtroppo caratteristici della 'mia' città è la persistente politica anticulturale della partitica cittadina.

Una città allevata a forza di 'lavoro', in cui solo una piccola parte della cittadinanza è stata destinata allo studio superiore e comunque  sempre indirizzato al lavoro, sfornando i necessari avvocati, ingegneri, medici eccetera.
La stessa università non è entrata per niente nel tessuto cittadino, e continua a essere contraddistinta per i suoi risvolti culturali 'pratici' (vedi lo stesso famoso corso del Progeas, Laurea in Progettazione e Gestione Eventi per Imprese dello Spettacolo)

Disastrosi sono stati gli effetti di questa politica, questa dose massiccia di droga mentale che è stata instillata, e tutto in nome di questa occupazione che si doveva cercare, grazie alla collaborazione di una scuola finalizzata al lavoro, che tra l'altro ha contribuito a distruggere le varie espressioni culturali del popolo.

Io stessa ho dovuto combattere contro questa mentalità per continuare a studiare in modo diverso, ho dovuto 'mentire' ai miei genitori.
Perché sì, si doveva frequentare la scuola, ma solo fino a un certo punto e per cercare lavoro. Si sono quindi ampliate le scuole professionali, quelle 'pratiche' appunto e spesso produttrici, e ancora oggi, di allontanamento scolastico da parte dei giovanissimi.
I divi pratesi come Benigni o come Villoresi, hanno fatto il loro percorso scolastico in queste scuole professionali. E tutto il popolo ci doveva andare. Ci dovevo andare anch'io, ma io dissi di no.

Ricordo benissimo che un parente mi disse di non fare il liceo, perché non sarebbe servito trovare lavoro; perché avrei dovuto continuare a studiare all'università, e non avrei lavorato. E noi non eravamo una famiglia da università. Per scappare a questo destino pratese, frequentai il liceo a Firenze.
Tanto mi sono ribellata , che ancora oggi continuo a studiare.

Però intorno a me vedo una situazione culturale che sta ancor più peggiorando,  quando in tempi di crisi, ancora  di più  il lavoro torna a essere protagonista delle cosiddette campagne elettorali. 

E' importantissimo riaprire un museo, come si sta per fare del Pretorio di Prato, ma non basta. E' poco, perché ci vuole una progettualità lontana, di cui nessuno è capace.

Il Sole24Ore ha lanciato il suo manifesto "Il governo della cultura, la cultura al governo": "Chi si propone di governare nei prossimi cinque anni ha qualche idea di cosa dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi per farci uscire, come Paese, dal nostro quasi analfabestismo?"
Qui, in questa provincia a due passi da Firenze, abbiamo candidati che non hanno espresso un fiato per questa cultura, piuttosto come Edoardo Nesi, sono espressione dell'imprenditoria confindustriale nonostante scrivano libri, e quindi si inseriscono nel solco della tradizione laniera...L'ho detto tante volte: la distruzione di Gonfienti è opera di questa classe dirigente che ha puntato tutto sul 'lavoro', sull'industrialismo facendo gli interessi dei potenti e di certi partiti che venivano finanziati da quelli, togliendoci una nuova possibilità di futuro.

La cultura come è stata intesa, e come è intesa oggi, è ancora quella dei soldi e dei numeri al Metastasio, al Pecci, agli enti e per cui, come abbiamo recentemente visto, ancora litigano da vere prime donne di una tragicommedia. Espressione di potere politico, punto.
Che non incide che minimamente; è  vetrina cittadina, passatempo del fine settimana della piccole e media borghesia, e basta.

Perché questo è il dilemma: se non si foraggia la cultura, il paese si impoverisce anche economicamente (come è anche la tesi del giornale della Confindustria); ma se si foraggia, questo danaro foraggia i partiti, foraggia chi fa le nomine agli enti culturali in certo modo in funzione dei partiti stessi, per cui gestisce una cultura che è poi per il 'popolo' al massimo un più o meno piacevole passatempo.

venerdì 18 gennaio 2013

Eliminare i sindacati

Durante il suo comizio a Brindisi Beppe Grillo propone di eliminare i sindacati, 'vecchi come i partiti'
Una vecchia storia anche questa.

Erano voci temute anche nel tempo in cui io ero iscritta alla CGIL.

I sindacati sono espressione di partito, e hanno tutto l'interesse che esistano i 'padroni', si diceva; se le fabbriche fossero cogestite anche dagli operai, il sindacato, pur non scomparendo del tutto, avrebbe molto meno potere.

Anche per questo i sindacati e certa politica non ha mai sostenuto, a nessun livello, le partite IVA, la cosiddetta libertà di impresa, e si fa di tutto per tassarle e impigliarle nella burocrazia. Qualcuno dice.

Eppure la gestione operaia delle fabbriche è un punto importante di tutti i vecchi programmi marxisti, e non solo: i sindacati tedeschi l'hanno imposta alla Volkswagen, e funziona dando profitti agli operai.

In Italia scordiamocela. I sindacati italiani sono sempre stati morbidi con i 'padroni', non mi sembra che mai abbiano proposto cogestioni (mi piacerebbe sbagliarmi);  anzi i pochi industriali che hanno messo in campo rapporti diversi dai soliti con gli operai sono stati visti con molto sospetto (Adriano Olivetti docet).
Questi nostri 'padroni' hanno potuto trattare i sindacati quasi sempre a pesci in faccia a danno dei lavoratori; e Marchionne continua a farlo senza problemi.


Cibo: sonetto della triste fine dell'uomo-pollo

L'uomo è come il pollo: vien sbuzzato
messe da parte tutte le interiora
marinate per più d'un quarto d'ora
le metton in un tegame e poi salato.

Un p o' d'odori per non fargli male
insaporirlo s'è d'allevamento
se invece di becchime è medicato
sicché risulta pollo e un po' maiale.

Lo stessa fine s'ha raspato tanto
e in mezzo ai campi s'è poi divagato
tuffando il becco nel più verde prato.

L'uomo è come il  pollo, vien pappato
perché  piangi il suo triste destino?
D'altronde, l'uomo -vivo- è birichino.

giovedì 17 gennaio 2013

Gonfienti e la TAV

 La Procura sta indagando sul passaggio della Tav a Firenze.

L'inchiesta ha sigillato la cosidetta 'talpa' per la  perforazione, e il cantiere . Viene contestato anche che lo smaltimento abusivo di rifiuti, l'utilizzo di materiali scadenti e pericolosi, e per qualcuno c'è l'accusa di associazione a delinquere.

Ci piacerebbe che la magistratura si muovesse anche per lo scempio che è stato fatto con la costruzione dell'Interporto della Toscana Centrale, che ha distrutto una scoperta unica nel mondo, la città etrusca di Gonfienti, oltre che violentato il paesaggio. 
C'è una denuncia datata 2009 che è rimasta sepolta anch'essa chissà dove al Tribunale di Prato, insieme ai tanti reperti che le ruspe hanno triturato e seppellito per sempre.


Recensione su Dina La Vespina

Ricevo a pubblico questa inaspettata recensione su "Dina La Vespina"


"Dina, la vespina liberatrice
di Giorgio Intina

 Uscendo dalla Baracca, piccolo teatro di legno situato nella periferia di Prato... dopo aver assistito a una delle ‘domeniche a colori’ con cui la compagnia di Maila Ermini  allieta i pomeriggi di famiglie e pargoletti, rimane addosso un gusto che non t’aspetti. Mi spiego. Domenica scorsa, invitato da amici con figlioletta, ho assistito alla rappresentazione di “Dina la vespina”. È apparsa sulla la scena la Ermini con un costume da vespa nero-giallo con tanto di pungiglione e antenne, zoccoli olandesi e ombrellino. Sulle prime si sarebbe potuto pensare a un pasticcio divino, a uno sbaglio del creato: l’effetto comico è invece indescrivibile, dirompente, trascinante. Perché la Ermini non appartiene certo allo squadrone di attricine languide e anoressiche, pesi piuma da palcoscenico, cotte a sedano e ravanelli, tutt’occhi, trucco, pelle bianca; no, certo. La Maila è alta e ....di ‘ina’ non ha proprio niente, se non fosse per il candore che anima questo fior di personaggio, la Dina, una vittima delle ingiustizie altrui che paga di persona, e a cui è affidato, guarda caso, un compito titanico e salvifico: convincere i distruttori uomini che anche le vespe servono e che nel creato, se si vuole sopravvivere, specialmente colle crisi che passano, ci si deve dare una mano un po’ tutti.
E interrotta ogni tanto dalle chiamate al vespafono, con cui è assicurato un collegamento telematico con insetti lontani, tra lenzuoli colorati che separano le varie zone della scena, la vespina si trova prima in una biblioteca,  poi nella bocca di Anselmo, un ragazzino mangia-tutto, a conversare con la mosca Pantalina sulle buone abitudini alimentari da cui derivano elementari norme d’igiene come lavarsi i denti, evitare troppi dolci e grassi di cui la gioventú nostrana sembra avere disperato bisogno. E la verve livornese della vespina si esalta quando l’attrice suona e canta dal vivo, balla e si tiene in equilibrio non mancando, in un delicatissimo gesto poetico, di intercettare nel proprio sogno di insetto il sogno di un essere umano, Ettore, con cui Dina dialoga e fissa le regole per la tregua e la buona convivenza tra le specie.
La bravissima Ermini suscita in mamme, babbi e piccoletti, risatine, urletti di approvazione, mugolii e ammiccamenti come non ne sentivo da tempo a teatro, che premiano una così valente e poliedrica autrice, anche brillante interprete di testo e canzoni.
Questo teatro insomma fa sentire di nuovo felici di vivere e di ridere, e fa sperare di tornare ad essere bambini anche noi; almeno durante le domeniche a colori."

Il brutto INNO di Gianna Nannini regalato al PD

Che brutta canzone, parole e musica (musica, e la chiamate musica? E che parole, parole!?), ha regalato Gianna Nannini al PD per questa campagna elettorale.

Anche lei, star internazionale, ha bisogno di questi partiti per autopromuoversi?

Sembra di sì. Siamo proprio alla frutta. I dischi, si sa, non si vendono più, e meglio uscire con una schifezza che non uscire per niente, altrimenti sei 'dimienticata'...

E il PD, che sceglie la canzone che ripete fino all'impossibile "Mi ricordo di te", la trasforma in proprio 'inno' di partito, condendola con immagini dove si celebra Bersani in versione folla, con bambini in braccio, abbracci alle donne, insomma stile retorica italiota del Ventennio aggiornato...

Video inguardabile, canzone inascoltabile. Fa perdere parecchi  voti.

mercoledì 16 gennaio 2013

Met, ovvero le ultime baruffe al teatro di Prato

Ecco l'ultima puntata dei litigi al Metastasio di Prato, Stabile, da sempre instabile, della Toscana. Il Presidente Umberto Cecchi contro le dichiarazioni di Magelli che avrebbe dichiarato che il Met è al fallimento (?!).
Piuttosto, lo spettacolo Isola, dice Cecchi , non si doveva fare.
Si legge qui con stupore che i soldi, che la Beltrame nega che ci siano alla cultura e che per questo non li concede alle associazioni e gruppi del territorio (o solo a chi pare a lei loro), improvvisamente spunteranno fuori dal cappello di Cenni, e tutti per il Met.

Eccoli là: si stanno già preparando al cambio della guardia in vista delle prossime elezioni, ovviamente e soprattutto amministrative, e Umberto Cecchi vuol tenere la posizione 'a destra', mentre forse Magelli, sentendo puzza di bruciato (Isola è stato un flop stando alla critica, nonostante i...Santi in paradiso), tenta altri lidi, altri approdi...

(Dal Sito del Comune di Prato). Il presidente della Fondazione Teatro Metastasio Stabile della regione Umberto Cecchi, in seguito ad alcune dichiarazioni del direttore artistico del Teatro Paolo Magelli, riportate dalla stampa, dichiara quanto segue:
"Leggo con stupore le dichiarazioni di Paolo Magelli fatte durante un dibattito sul futuro della città, che riguardano il Metastasio. Con un po' di ironia da toscano che non è andato a sciacquare i panni in Germania dalla signora Merkel, posso dire che Magelli avrebbe dovuto avvisarmi, come presidente del Met, di questa "sua" visione leggendaria e catastrofica.  Voglio sperare che sia stato frainteso o che la foga del discorso lo abbia tradito, altrimenti non so cosa pensare.
Il Met non chiude e non ha bisogno del milione di euro che Magelli sostiene di andar cercando. Ha i suoi soci fondatori. Sta facendo un’ottima stagione, grazie anche al suo direttore artistico, anche se come accade a tutti gli Stabili italiani, ha ristrettezze di fondi. Quello che manca al Metastasio per stare tranquilli e non dover tirare la cinghia, sono al massimo centomila-centocinquantamila euro, che il Comune, grazie all’intervento del sindaco Roberto Cenni, contribuirà a farci avere com’è già accaduto. A dire la verità, come presidente del Teatro Metastasio, non so neppure cosa dire di fronte a dichiarazioni così avventate. Posso solo dire che i tempi sono difficili, che la Provincia ha annunciato una riduzione della sua quota dovuta ai tagli ministeriali, ma che ministero, Regione e Comune, il quale ha garantito nel 2012 un contributo di quasi 1,4 milioni di euro, lo sanno e stanno cercando di ovviare a questo problema. E posso dire che farò in modo che nessuno dei dipendenti abbia a soffrire di queste difficoltà. Neppure Magelli.
Credo che il direttore, non più avvezzo alle avventure italiane, abituato a una Germania che manda a letto senza cena i poveri e i vecchi, ma elargisce milioni per uno spettacolo, si sia fatto trascinare da angosce intellettuali.
Detto questo va specificato che viviamo un tempo di vergogna che sta uccidendo la cultura, unico grande vero bene della nostra Nazione. Ma ciò non significa che gli uomini di cultura si debbano arrendere. Né, come dice di fare Magelli vadano ad accattare. Ci sono rimedi più semplici. Ad esempio, se il direttore non avesse messo in scena "l’Isola" come lo avevo invitato a fare in questo momento non avremmo avuto bisogno neppure dei centomila euro. I tagli provocano sempre dolore, ma i bilanci vogliono anche piccoli sacrifici".

Gramsci sì; Gonfienti no.

Ci sono alcuni temi che si possono trattare:

per esempio di Gramsci  si può parlare, si può raccontare (e così ci sentiamo tutti di Sinistra, ma guai a dire dei suoi rapporti con Togliatti, eh!); invece non si può parlare, che ne so, di altri temi, come ricordare quello che hanno testé testé fatto i governatori della governata Toscana della Città Etrusca di Gonfienti; no, non si può.
Disturba gli equilibri.

La Sinistra fa questi giochetti. Soprattutto in campagna elettorale.

La Destra di similissimi, e scopertissimi, magari con sfumatura beghina e relativa benedizione degli animali davanti ai giornalisti.

Alla serata su Simone Weil, che presto replicheremo, certi 'interessanti' alla cultura e giovani politicanti 'arrembateurs' (neologismo mio) non si sono visti.

martedì 15 gennaio 2013

Le primarie della cultura del FAI

Come si fa a non essere d'accordo con le primarie per la cultura proposte dal FAI?
I temi proposti sono tutti importantissimi. (1)
Gli assessori alla cultura ci invitano a farlo, quelli stessi che la cultura proprio la disattendono o la gestiscono pro domo sua.
E' questo il punto. Perché non basta, purtroppo, sollecitare più soldi, più attenzione per la cultura, l'arte, meno consumo di paesaggio, eccetera eccetera, ma bisogna andare fino in fondo e dire che:

i soldi, se arrivano, sono diretti solo a certi enti che servono ai partiti, alle lobby, ai gruppi che li gestiscono (vedi l'esempio eclatante della Toscana, dove il monopolio della cultura è così evidente da apparire un vero e proprio Minculpop); gli altri, quelli che ancora riescono a sopravvivere, non prendono niente e non prenderebbero niente anche se ci fosse un'altra politica culturale;

da noi (e altrove anche tanto altro) esiste una città etrusca, denominata Città Etrusca sul Bisenzio o di Gonfienti, che grida vendetta, su cui è stato costruito per sempre un inutile Interporto della Toscana Centrale; quello che è rimasto è del tutto trascurato, non dico dai politicanti che abbiamo, ma dalla stessa Soprintendenza Fiorentina, la cui non-gestione al riguardo risulta scandalosa e non è giustificata da nessuna mancanza di soldi per la cultura.
Gli assessori, a tutti i livelli, che incentivano il voto FAI, gli stessi sindaci, i governatori, sono poi i primi a non fiatare, a non dire una parola su questo o altri scandali, e anzi incentivano la distruzione del territorio (guardate come è ridotta la Piana di Firenze Prato e Pistoia, andate sulla Calvana o su Monte Morello, o sulle colline pistoiese e guardatela dall'alto e stupite!... e vogliono ancora continuare a distruggerla e a coprirla con capannoni e piste e viadotti e uscite autostradali!). E tutto in nome di uno sviluppo finalizzato all'industrialismo, altro che città etrusche vogliono questi!

Per cui questo esercizio del voto 'primario' per la cultura, esattamente come le primarie politiche sbandierate come democrazia, è un bell'esercizio di stile, beau geste. Per certuni e certune, buono per farsi un po' di propaganda buonista.

C'è bisogno di gente preparata, ma soprattutto coraggiosa e disposta a mettersi in gioco (e gente così non se ne vede, perché non le permettono di vivere politicamente), altro che queste marionette che ci sommergono con le loro apparizioni, i loro comunicati stampa, i loro libracci eccetera, e poi dopo aver fatto qualche lacrimuccia sulla cultura perduta si candidano magari al Parlamento!


(1) I temi proposti dal FAI sono:  quota minima dell’1% dei soldi pubblici per la cultura, no al consumo del paesaggio, sicurezza del territorio, difesa dei centri storici, piani triennali per le risorse della cultura, lavoro e benessere a km. zero, una legge speciale per il terzo settore e incentivi per chi opera nei beni culturali, tutela delle storia dell’arte nelle scuole, salvaguardia delle biblioteche, agevolazioni per i giovani, politiche integrate per il turismo, tutela dell’artigianato di qualità e diritto allo studio. Per votare: http://www.primariedellacultura.it/

Laboratorio di teatro 2013

Dunque, domani sera, mercoledì 16 gennaio 2013 ore 21, parte il laboratorio di teatro 2013 al Teatro La Baracca.

E' dedicato ai non professionisti, o a coloro che intendono avere qualche nozione di recitazione e sono alle prime armi.

Particolarità di questo laboratorio, finalizzato alla messa in scena di un testo preciso (Commedia di amore e di utopia) è la sua quasi gratuità, per frequentarlo bastano 15 euro al mese.

Però ci saranno regole precise, e domani le darò. Intanto, per chi mi legge, consiglio di arrivare con abiti comodi e scarpe con tacco basso, e muniti di quaderno e penna (niente tablet).

Il gruppo si annuncia determinato, e dunque...in bocca al lupo a tutti noi!

lunedì 14 gennaio 2013

Susinarsi i politici mummie

Ogni tanto mia madre tira fuori un vocabolo antico, o dialettale. Che bellezza.
Disgustata dalla politica, ha detto indicando il televisore acceso: "Ora, fino alla fine di febbraio tocca susinarsi tutta questa gente...".
Si riferiva al circus horribilis delle mummie politicanti che sbracciano per il Parlamento (detto ormai ParlaVento), ogni giorno fioccano nomi di mummie redivive per il ParlaVento, giovani vecchietti, giovanotti vecchi, tutto già visto, il peggio del peggio della pseudo politica italiota gattoparda, tutti opportunamente riciclati, anche quelli 'nuovi'.

Attenzione! Le mummie stanno uscendo dai sepolcri dei partiti! 
E non è che l'inizio, perché dopo febbraio, altre mummie inizieranno la corsa per le amministrative.

'Susinarsi' è sinonimo popolare di 'subire', 'rimpinzarsi di'.
Propongo il verbo all'Accademia della Crusca; non so se l'etimologia da 'susina' sia o meno lectio facilior.

domenica 13 gennaio 2013

Il Teatro La Baracca: un teatro a misura di bambino (ma non solo!)

Celebriamoci un po'.

Miglior compleanno, sei anni oggi, Dina la Vespina, non avrebbe potuto festeggiare.
Il Teatro La Baracca si dimostra un teatro davvero a misura di bambino, visto che proprio i bambini lo preferiscono a molta agguerrita concorrenza, con tanto di cappelli comunali e provinciali e regionali.

I nostri spettacoli di teatro ragazzi vanno alla grande! Cosa attrae così tanto i ragazzi? Personaggi, storie, canzoni, recitazione?

Sta di fatto che, scorrendo il "Libro del Gradimento", dove il pubblico, compreso i ragazzi, scrivono i loro commenti in assoluta libertà,  si leggono piccole meravigliose recensioni.

Insomma dopo un tiepidissimo debutto di CIBO (dal punto di vista dei numeri -complice lo spostamento della data che ha danneggiato la comunicazione-,  ma sembra non il gradimento, ma avrò modo di replicare la prossima settimana e di rifarmi, oltre che nelle scuole), oggi c'era tanta gente.

sabato 12 gennaio 2013

Beppe Grillo e Casa Pound

Grillo dice che vuole andare oltre i partiti, e che apre il suo Movimento a altri movimenti che condividono il programma 5 Stelle.

Tuttavia, almeno qui in Toscana, la sfumatura 'destra' del Movimento 5 Stelle è molto evidente, è maggioritaria.

Dopo questa apertura a Casa Pound il rischio è che questa si accentui, portando di fatto a una partitizzazione interna nascosta, ma ben evidente.

Già nel 2009 questa tendenza si notò a livello locale; in primo luogo nei comitati che appoggiavano Grillo, alcuni dei quali affatto spontanei, che giocando su problematiche concrete cittadine,  contribuirono alla vittoria il Centro-Destra.

Nel Movimento di Grillo fu palese al momento del ballottaggio, quando di fatto il suo rappresentante  appoggiò Cenni sulla base di alcune generiche promesse riguardo alla politica sui rifiuti che non sono state mai realizzate dal Sindaco il quale, se non ha costruito l'inceneritore (non lo avrebbe fatto nemmeno l'altra parte), ci regala il biodigestore (e lo avrebbero fatto anche gli altri).

Per capire questa 'destra' evoluzione sarebbe bastato osservare i rappresentanti del Movimento e le loro relative dichiarazioni. A suo tempo, durante la mia rapida corsa come candidata a sindaco, lo dissi (come qualcuno mi ha ricordato), inascoltata. Si pensò che parlassi per giochi politici.

Dunque il risultato di questo invito di Grillo non è il superamento dei partiti, ma la loro inclusione all'interno del Movimento 5 Stelle. 
Peccato.

venerdì 11 gennaio 2013

Fine settimana al Teatro La Baracca

Questi gli appuntamenti del fine settimana al Teatro La Baracca:
  
Sabato 12 gennaio 2013, ore 21

 CIBO
una commedia alimentare
Storie dallo spazio-tempo della sazietà 
 scritte e interpretate da
 Maila Ermini

CIBO parla del nostro rapporto col cibo attraverso storie vissute -come la bulimia e l’anoressia raccontati dai giovani stessi che la vivono- , racconti divertenti e immaginari, confessioni di cuochi e personaggi comuni del sazio mondo occidentale, dove il cibo è sempre protagonista mondano.

Teatro ragazzi
Domenica 13 gennaio 2013 ore 16,30
DINA LA VESPINA
Dina è una vespa decisa a difendere tutte le vespe contro cui gli uomini lottano in continuazione. Gli uomini distruggono i loro alveari, mentre di notte loro dormono. E allora Dina è mandata dagli uomini a parlare. E’ una difficile missione , quella di Dina. Le cugine api sono amate, loro no, perché non producono il miele. Ma allora, a qualcosa serviranno le vespe, no?


Quest'anno Dina la Vespina compie 6 anni!
           
Teatro La Baracca, via Virginia Frosini, 13 - 59100 Prato
Telefono e fax 0574-812363; labaracca@tin.it; www.teatrolabaracca.com

giovedì 10 gennaio 2013

I toscani, allevati con la monocultura

Il bel teatrino del signor Belloni di cui dà notizia il Corriere di Milano (vedi sotto), in Toscana non sarebbe possibile.
In nessuna città della Toscana, forse solo Firenze potrebbe tollerarlo.

Il monopolio culturale impiantato dalla cosiddetta Sinistra lo rende impossibile. Tutta la cultura è calata dall'alto della politica, non viene quasi niente dal 'basso'.

Pensiamo a Prato, dove il Metastasio fa il mangiatutto, insieme al Politeama e praticamente sono la stessa cosa su due campi diversi ma attigui.

Il teatrino 'fatto in casa' del signor Belloni sarebbe osteggiato, anzi non gli avrebbero mai concesso il permesso, se non a gravose condizioni economiche...
Certo Prato non è Milano, ma non si tratta solo di diversi ordini di grandezza, ma di diverse mentalità, una mentalità che in Toscana si è radicata grazie a una politica precisa.

Alla cultura ci pensa il Comune, la Regione, che tra l'altro, incentiva da anni e anni questo sistema con l'ingresso gratuito con la bella scusa che alla cultura deve poter accedere anche il 'popolo'...

Il mio piccolissimo teatro, per esempio, non potendo ormai impedirne la nascita perché è nato da vent'anni, lo ostacolano ignorandolo, privandolo di fondi, eccetera.

Eppure anche la Baracca è stata fatta in casa, ma con materiali riciclati, in un tempo in cui nemmeno si parlava di riciclo, anzi ci si vergognava di non costruire non materiali nuovi...(oggi invece ci se ne vanta e si spaccia il tutto come novità).

Così in Toscana impediscono ogni altra vita, ogni altra iniziativa culturale che non sia organizzata dal monopolio di chi gestisce la cosa pubblica.

A Prato lo scorno è doppio perché, come ho detto più volte, l'avvento del 'destro' Cenni non ha reso giustizia alla concezione liberale della cultura della Destra, ma con l'assessore Beltrame si è avuto, se mai fosse stato possibile dopo anni di diktat finto sinistrorso, un acutizzarsi del verticismo decisionale con relativa comunicazione giornalistico-pubblicitaria dell'evento.



L'artista è crudele

Leggo che Klaus Kinsky, attore idolatrato, violentava sistematicamente le figlie.
La figlia maggiore, stanca di tutta questa idolatria, ha dichiarato che sua padre in realtà era un vero e proprio mostriciattolo pensante solo a sé. E ci ha scritto anche un libro.

Ora, senza cadere in troppi eccessi, gli artisti sono di frequente piccoli mostriciattoli solo a sé pensanti in modo particolare ed eccessivo.

Se questa caratteristica è accentuata, unita a una certa dose di crudeltà e spregiudicatezza, l'artista può essere addirittura scambiato per 'genio'.

A un artista essere perbene o, e capita raramente, buono altruista idealista eccetera, dà poco in termini di immagine.
Tutto questo in particolare da Baudelaire in poi, che, con i suoi Fleurs du mal, ha inaugurato per sempre la stagione dell'artista maledetto; lo era anche prima, ma lo teneva nascosto. Insomma, l'estetica del brutto sporco e cattivo.

E ancora oggi, è la  decadente sregolatezza, la cattiveria l' insolenza la 'bruttità'  che fa cassetta ed è per questo incentivata, più che la sostanza di quello che l'artista esprime e come lo esprime.

mercoledì 9 gennaio 2013

L'abilità di Berlusconi

Lo si pensava sorpassato, Berlusconi.
Invece ieri sera l'ho visto in televisione, su La7, e m'è sembrato risuscitato.
Altroché.
Metterà in difficoltà tutti gli altri concorrenti per Palazzo Chigi,  e se non vincerà, recupererà consensi, nonostante abbia fatto lo scivolone parlando delle giudici femministe e altre sue inascoltabili frasi-tipo...

Fra tutti quei bugiardi politicanti eccetera eccetera, il vecchio tycoon superlover italiano è ancora il più capace e il meno noioso a raccontare balle.

martedì 8 gennaio 2013

Le infermiere dei partiti

Nel caso non votassi alle prossime elezioni, cosa molto probabile, sarebbe dunque la prima volta.
D'altronde il triste spettacolo delle primarie, di tutte le primarie che sono state fatte, con candidati improbabili, mi allontano dal diritto dovere del voto.
Tutti in corsa per il Parlamento, dove si va per sistemarsi, diciamolo brutalmente, in questi tempi di crisi.

L'aspetto però più squallido trovo che sia l'atteggiamento conformistico di certe giovani e anche meno giovani donne, che sono diventate pilastro dei partiti rinnovati dalle stesse primarie, giovanotte che scrivono e compongono e cantano nel coro canzoni lecchine, proprio adatte a intonare gli osanna.
Oppure fanno da infermiere al capezzale del malato, e danno allegre medicine in quote rosa.

Prima si vedevano soltanto uomini correre il palio, ora anche le donne; via, a frustare il cavallo nella speranza di vincerlo.

Che finale da commedia di provincia del femminismo.

lunedì 7 gennaio 2013

Enrico Rossi 'il migliore'

Sulle classifiche degli amministratori del Sole24Ore ci sarebbe molto da discutere. Prendiamole comunque per buone.
Riguardo al Sindaco Cenni, che appare fra i peggiori, ho nulla da aggiungere rispetto a quello che ho scritto l'anno passato, http://primaveradiprato.blogspot.it/2012/01/il-sindaco-cenni-e-fra-gli-ultimi.html
Poi, che Enrico Rossi vinca lo scettro di miglior governatore di regione fa sospettare un livello estremamente basso e lontano dai problemi o aspettative della gente di tutti gli altri governatori.

Bilancio

Breve bilancio finora della stagione teatrale al Teatro La Baracca: direi positivo, nonostante tutto.

Gli spettacoli più seguiti dal pubblico sono stati Cafiero Lucchesi e L'infanzia negata dei celestini.

Degli spettacoli per ragazzi, il più gettonato è stato  Grosso colpo della strega, seguito da Lupissima.
Dopo dieci anni dal debutto, quest'anno La Befana Barbagianna ha visto la sua ultima replica al Teatro La Baracca. Continueremo comunque a presentarlo fuori città, perché risulta ancora molto richiesto e apprezzato.

Il Teatro La Baracca si è confermato, ancora volta, un piccolo spazio vivace e non conforme con la lettura del "Manifesto" di Simone Weil di pochi giorni fa.


sabato 5 gennaio 2013

Chiosa alla serata su Simone Weil

Sfidando la nebbia di ieri sera un gruppo di persone è venuto al Teatro La Baracca ad ascoltare il testo di Simone Weil, a commentarlo anche insieme a Fulvio Silvestrini.

Ci siamo dati un prossimo appuntamento domenica 17 febbraio alle ore 10,30 sempre nel mio teatro.

Io proporrò di ripartire dal testo stesso di Simone Weil, se necessario rileggendo alcuni punti, perché la mia impressione è che il testo stesso della pensatrice sia stato poco commentato e riflesso.

Ho fatto un timido tentativo paragonando il concetto delle 'passioni collettive' che i partiti suscitano per la propria sopravvivenza calcandolo sull'attualità nostra delle primarie, per dimostrare che effettivamente le primarie organizzate da alcuni partiti hanno suscitato la passione collettiva di cui scrive la Weil ed è stato possibile, per certi partiti morenti, tornare in vita.

Altri non ne hanno avuto bisogno, perché hanno leader che suscitano 'passione' con il loro scendere in campo.

Non abbiamo poi parlato del fatto che la Costituzione italiana, tanto celebrata da tutti in maniera non sempre sufficientemente critica, all'articolo 49 pone i partiti come base della vita politica italiana.
Come la mettiamo?

Non è stato detto poi che alcuni partiti coalizzati in modo astuto (ieri sera si è parlato proprio di 'furbizia'), celano scientemente la parola 'partito', ma in realtà non la sostanza.
Parlano di liste civiche, ma sono notoriamente incivili.


venerdì 4 gennaio 2013

Stasera WEIL

Si preannuncia un appuntamento interessante, questo di stasera in cui leggerò insieme a Gianfelice alcuni brani tratti dal libretto di Simone Weil, "Manifesto sulla soppressione dei partiti". Ci sarà un breve intervento di Fulvio Silvestrini, e poi sarà aperto il dibattito.

E' la prima volta che questo testo viene letto in pubblico, a settant'anni dalla sua scrittura (e morte della stessa Weil), dunque una vera novità.

Spiegherò anche come casualmente (?) sono arrivata a questa lettura e a questa serata.

Non mancate.

giovedì 3 gennaio 2013

Carceri in cambio di Esselunga

Prato: fervono grandi progetti in Comune, come si legge nell'articolo che copio incollo sotto, riguardo alle piazze pratesi e ai bastioni e ai musei
Così sappiamo che la bella piazza delle Carceri sarà ripavimentata con i soldi del grattacielo di Esselunga, tanto per fare un cattivo esempio, ma non si dice nulla di Piazza Mercatale, il grande parcheggio di Prato, di cui ho tante volte parlato. Ah, bei tempi in cui i comitati piangevano per gli alberelli che non si dovevano tagliare! E ora nessuno piange per la piazza Mercatale massacrata dalle macchine e dalla volgarità dei fine settimana e del Settembre pratese.
Men che meno si parla di Gonfienti: ma forse perché non è una piazza o non è un bastione mediceo? - Quante promesse mancate, signor Sindaco!

"Carceri e Palazzo Pretorio tutti nuovi entro il 2013
La giunta ingrana la quinta per concludere gli interventi nell’ultimo anno della legislatura: al traguardo anche il Bastione delle Forche e il nuovo Pecci 
opere pubbliche» inizia la volata.

PRATO Opere pubbliche: la giunta Cenni ingrana la quinta per portare a termine entro l’anno appena iniziato, in pratica l’ ultimo della legislatura (si voterà nella primavera-estate del 2014), i progetti già finanziati e in in parte già messi a bando. E’ il centro storico quello che potrebbe subire la maggiore trasformazione e sul quale la giunta comunale si è particolarmente impegnata. A partire dal progetto di pedonalizzazione di piazza delle Carceri. «Un progetto - spiega l’assessore ai Lavori pubblici Roberto Caverni - per il quale il bando è già stato predisposto». Si tratta di un’opera da un milione 200mila euro per la nuova pavimentazione (300 euro ogni metro quadrato, per complessivi 4.080 mq) e per gli arredi nuovi. Nessuno trasloco per il monumento ai caduti - almeno per il momento - che tante polemiche ha suscitato. Resta solo da risolvere la questione dello spostamento del tragitto della Lam Blu: «Per noi - continua Caverni - dovrebbe transitare la piazza Mercatale per poi immettersi nel Canto alle Tre Gore. Qualche perplessità viene dalla Cap che vorrebbe farla passare più vicina al cuore del centro, cioè da via Dante e via Cambioni. Si deciderà in autunno». I lavori verranno fatti attraverso indebitamento: «Ma si tratta - spiega l’assessore - di una partita di giro perché 750mila euro provengono da un residuo di Bilancio, altri 500mila dalla vendita di uno dei terreni necessari alla realizzazione del nuovo centro Esselunga a Pratilia». Ultimo anno di attesa- è la promessa - anche per il recupero, per altro già iniziato con le opere di consolidamento - del Bastione delle Forche. Verranno creati una serie di ambienti riutilizzabili per uffici - è l’intenzione del Comune - e sarà costruita un’area aperta al pubblico con un bar e un ristorante su quella che ora è la terrazza. Per concludere il recupero del Bastione mediceo occorreranno un milione 800mila euro che il Comune ha già incassato da Esselunga. Certamente, però, le due opere di maggior prestigio e che verranno restituite alla città entro quest’anno sono la riapertura di Palazzo Pretorio, con il nuovo allestimento del Museo Civico e il museo d’arte contemporanea Pecci, firmato Maurice Nio, l’architetto olandese che ha disegnato la nuova struttura. «Per Palazzo Pretorio - spiega Caverni - abbiamo già concluso la gara per il nuovo allestimento che è in fase di assegnazione». Si tratta di un intervento di oltre due milioni di euro coperto anche grazie all’acquisizione a fondo perduto del 50 per cento di un finanziamento regionale (980mila euro, la metà, appunto, a fondo perduto). La riapertura di Palazzo Pretorio, dopo oltre dieci anni di attesa, l’evento probabilmente più importante di quest’anno, è prevista per il prossimo settembre con una grande mostra sui tesori del Lippi. Altrettanto attesa l’inaugurazione del nuovo Pecci, un’intervento da circa 9 milioni di euro, già finanziati in parte dalla Regione e in parte dal Comune. «I lavori - continua Caverni - procedono con lentezza per i noti problemi avuti dal Consorzio Etruria. Siamo in ritardo di quattro-cinque mesi sulla tabella di marcia ma contiamo di aprire il nuovo Pecci alla fine del 2013, probabilmente in dicembre». Nella lista d’attesa delle grandi opera di Prato c’è anche il raddoppio della Declassata al Soccorso attraverso la realizzazione di un sovrappasso. Un’ opera che attende che «il Cipe sblocchi i fondi assegnati» afferma Caverni, ma sui quali continua a gravare una pesate incertezza. Secondo l’ultima risposta del governo a una interrogazione del deputato Pd Andrea Lulli, di soldi per il viadotto di Prato non ne sarebbero stati previsti. Difficile ottenerli, almeno per ora, dalla gara per l’affidamento del servizio del gas. Sul ricorso Consiag nel quale si chiede l’annullamento della gara, il Tar si esprimerà nel merito in febbraio. Cristina Orsini  (Il Tirreno)

Il mondo in linea: iscrizioni obbligatorie

Le iscrizioni alle scuole elementari si devono fare obbligatoriamente tramite internet.

Vietato usare carta e penna.

Questo obbligo viene spacciato per risparmio e modernità, e invece è regresso, e  in una scuola, quella italiana, dove tutto deve essere rifondato.

Si dovrebbe ricominciare proprio da carta e penna.
Come mi insegnò una mia professoressa di filosofia, Margherita Isnardi Parente, docente di filosofia greca antica all'Università la Sapienza di Roma, l'uso del computer è molto interessante e utile, diceva lei, tuttavia la riflessione che si impone utilizzando carta e penna è imprescindibile per l'esercizio del pensiero.

In altri termini: il computer semplifica e proprio per questo tende a ostacolare l'alfabetizzazione; i genitori che non utilizzano il computer,  andranno a scuola a farsi aiutare.
Esattamente come anni fa qualcuno che non sapeva scrivere, si faceva scrivere le lettere da chi lo sapeva fare. 

E' dunque un falso concetto di progresso e modernità  la forzata e falsa imposizione di andare al trotto europeo che impone ai genitori di mettersi davanti al computer.

Ancora peggio spacciare tutto questo con la scusa del risparmio.

mercoledì 2 gennaio 2013

Ringraziamento (2)

Grazie a chi ha dato il suo contributo di solidarietà al teatro, contributo in denaro! Non ho la mail di alcuni, vi prego di perdonarmi se non vi posso ringraziare tutti singolarmente.

Maila

Tante belle cose

Lievemente modificato rispetto al previsto, ma solo nelle date. Ospitiamo Massimo Smuraglia, si replica Carla Lonzi sono io! e finiamo april...