venerdì 1 febbraio 2013

Cultura lontano dalla gente, ostaggio di partito

Prato: Metastasio e Pecci battono cassa.
Al Met mancano 200 mila euro; il museo Pecci, per finire i lavori di ampliamento ne ha bisogno di 800 mila.
Ma c'è qualcosa di più grave che certa informazione non dice: che questi enti sono lontani dalla gente.
Complice la crisi, certo, ma non solo.

Ma anche quello che viene proposto, come viene proposto.
Il problema Pecci è sempre esistito, perché i cittadini di Prato lo hanno sempre sentito come qualcosa di lontano da sé. E' la nostra cattedrale nel deserto culturale.  D'altronde, allevati a forza di lavoro, a pensare soltanto al lavoro, alla fabbrica, al circoletto Arci Acli, ecco il risultato. Una politica che non ha puntato che sul lavoro e sul creare la rete del consenso. Come è evidentissimo anche in questa campagna elettorale, dove si fa a fare propaganda nelle fabbriche.

Va un po' meglio col Metastasio, ma solo un po'. Anche il famoso teatro si sta allontanando come una barca alla deriva... Un "teatro come una vetrina", la famosa triste frase dell'ex-sindaco Romagnoli, ora il Met non è nemmeno più questo. Problemi di convivenza interna il Metastasio ce li ha sempre avuti, ma questa volta, con due direttori artistici e un presidente forte e impositore - sembra farlo lui il direttore artistico! - con i soldi mancanti, la crisi che mangia, il teatro è bloccato e i cittadini lo guardano da lontano.

Tutte le risorse che ci sono nelle casse comunali saranno date a questi due enti e agli altri come Museo del Tessuto, Camerata, Politeama: ma perché, finora cosa è successo?
Intanto la città s'impoverisce culturalmente a vista d'occhio: e tanto per fare un esempio la periferia dove abito è abbandonata a sé come non mai,  non c'è più niente, anche perché le Circoscrizioni sono morte giù prima della loro definitiva morte istituzionale. Chi ha mai visto la Presidente da queste parti?
Non oso pensare alla periferia est, dove i cittadini sono ancora più schiacciati, tanto per fare un esempio, dall'inutile mostro dell'Interporto; e invece avrebbero potuto essere vivi con i 'quattro sassi' morti della città etrusca!

Il sindaco Cenni, un liberal, insieme alla sua assessora Beltrame hanno tradito fin da subito la loro provenienza politica facendo lo stesso gioco delle giunte di centrosinistra, gestendo il tutto con i finanziamenti e nomine politiche di area. Non mettendo in discussione niente, non entrando nemmeno a guardare come, tanto per fare un esempio, sono gestiti questi enti.

Oltre che in profonda crisi, la città è ostaggio dei partiti e dei centri di potere incapaci di fare qualcosa di positivo, di essere veramente propositivi,  e l'aria è pesante. E nemmeno l'apertura del Museo Civico interessa a nessuno; anzi, i cittadini, se li interroghi, sono veramente arrabbiati, perché anche questa giunta non ha prodotto nulla. Nulla che facesse pensare a un minimo cambiamento di rotta, non si sarebbe chiesto molto di più.
E non basta organizzare eventi e ancora eventi, affidandosi a organizzazioni, associazioni di giovani furbi e ambiziosi pronti a saltare sulla prossima carrozza, stare a palazzo e ordinare come con la bacchetta magica.
La favola del principe e delle principesse sta per finire.



Nessun commento:

Quarta replica de "Ti mando ai celestini"

  La Nazione, oggi. Una delle poche volte in cui pubblica la locandina dello spettacolo. Anzi, nel mio caso, è la prima volta in assoluto. P...