lunedì 18 febbraio 2013

Il conformismo di Fabio Fazio e del suo Sanremo

Fabio Fazio ha detto che, è sicuro, le canzoni del suo festival rimarranno.
Niente di più ingannevole. E' insito nel festival che nulla debba rimanere, così come ci siamo dimenticati dell'edizione di Gianni Morandi dell'anno passato.
Di quel poco che ho visto non mi è piaciuto niente, soprattutto non mi è piaciuta la finta ironia, la volgarità della Littizzetto scambiata per originalità e vera irriverenza, il conformismo esasperante di Fazio; è stato urtante poi sentir citare Luigi Tenco, che si è ucciso proprio in protesta di tutto questo conformismo e stupidità, e ancor più vedere gli eredi di quest'ultimo che ne erano contenti.
In alcuni casi gli eredi sarebbero da diseredare.

Nessuno ha poi più citato il caso politico del comico Crozza, che è stato interrotto per più di cinque minuti, a testimoniare il diktat comunicativo che vige alla RAI.

Riguardo poi all'esaltato da tutti gruppo di  Elio e Le Storie Tese, che dire? Molto teatrali, possono risultare anche comici,  ma la canzone non mi ha emozionato nemmeno un po', né l'ho trovata 'geniale', piuttosto genere furbale, adatta a smuovere la noia dello spettacolo 'fazioso'.
Se si ascolta senza vedere il videoclip o senza vederli in televisione, beh...molti gruppi in giro che non sono santificati da Sanremo sanno fare meglio in ironia. Voto: 6.

Anche la canzone vincitrice non meritava tanto.

Fazio è già pronto a ritornare a Che tempo che fa? e a ridarci le sue buonistiche conformitati al sistema. L'aura mediocritas che non disturba nessuno.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Perfettamente d'accordo; l'untuoso Fazio, nel senso di Unto dal Signore di turno, e la raccapricciante Littizzetto, regina di comicitá alla cartaigienica.
Davvero una televisione di culalitá.

Gianfelice

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