domenica 23 giugno 2013

Nel pallone

Mentre a Prato si discute  - e provincialmente e in funzionale elettorale - dello Stadio e delle sorti della squadra del Prato con annessa  Palla Grossa, mentre la città va a picco nel suo totale immobilismo e indifferenza, e non si curano i fondamentali e solo ogni tanto la vita politica viene scossa da querelle con tema immigrati e si vede la città divisa in pro e contro, come se fosse una partita appunto!, in Brasile si dà una svolta epocale al calcio, e nella patria del calcio.
Molti brasiliani scendono in piazza per dire basta al dispendio di danaro per l'organizzazione dei mondiali di calcio, allo sport superpagato e supercorrotto, sostenendo giustamente che c'è bisogno di spendere per far star meglio la popolazione con scuole, ospedali, cultura... Questa protesta marca il primo arresto di uno sport che nel Novecento ha guadagnato tanto consenso e diffusione, anche fra le donne, per cui le abbiamo viste trasformate in, ah il femminismo!, 'tifose'.

Crolla la venerazione nei confronti del Dio Pallone.

E questa rivolta avviene in contemporanea a quella nei confronti del sultano Erdogan in quel di Turchia (lui, il sultano, parla di complotto dei media stranieri e dell'opposizione!) e di altre piccole proteste di cui i media non parlano...

Nemmeno a dirlo tutte le proteste, pur quelle non violente, hanno visto i cosiddetti stati democratici nella loro più brutale opera di repressione con polizia manganellante.

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