martedì 15 ottobre 2013

Spostarsi in bici nella città di Prato, ovvero come affrontare il degrado e l'inciviltà

Come quasi sempre mi capita di fare, mi sono spostata in bici da ovest a est. 
Solo che ieri ho scelto l'orario 'sbagliato'. Erano le 16 e si avvicinava l'orario della uscita dalle scuole.
Da Casale a Tobbiana o Vergaio, diciamo abbastanza bene; si può utilizzare la ciclabile; da Tobbiana o Vergaio a San Giusto, molto più problematico, in particolare a San Giusto, dove il traffico era in fila alla rotonda di Parco Prato.
San Giusto è già il primo 'degrado'. Incredibilmente, dove c'è un'alta concentrazione di scuole, praticamente non c'è ciclabile. Infatti, fra la ciclabile che arriva a Parco Prato e quella che poi si prende quasi al Pino, NON c'è collegamento e io di solito per essere più sicura, quando non vi trovo macchine parcheggiate, prendo i marciapiedi.

Dal Pino prendere via Galcianese verso Prato e quindi via Zarini è veramente un rischio; ma se devi andare verso est, quello è il tratto più rapido. Di nuovo con difficoltà e qualche sacrosanto fastidio dei pedoni, mi infilo nello stretto marciapiede.
Alla 'Madonna del Berti' che incrocia via Roma si respira tanto smog. Non c'è nessuna protezione per i ciclisti che non, ancora una volta, infilarsi nei marciapiedi. Non tutti però hanno lo scivolo alla fine e quindi, per superare il marciapiede e rimettermi in strada, mi ci vuole una bici tipo 'mountain-bike'.

Così si fa via Zarini tutta fino ad arrivare in via della Repubblica, che paradossalmente NON ha un percorso ciclabile, e di nuovo sui marciapiedi.

Il traffico è sommamente caotico, disordinato, lasciato a sé. Su tutto e tutti domina l'automobile e niente e nulla sembra contrastare questo predominio assoluto, violento.

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