martedì 3 dicembre 2013

Prato: i cinesi e la città complice

Fa vent'anni di cinesità, a Prato e zone limitrofe.

Per la verità tutto iniziò nella limitrofa San Donnino di Campi Bisenzio, e poi l'immigrazione cinese si è focalizzata su Prato.

Quando e come è nata questa immigrazione? Come non so, ma tutto è avvenuto subito dopo la caduta del Muro e il crollo del mondo sovietico. Questo potrebbe far fantasticare che questa tolleranza i cinesi se la siano anche un po' comprata, finanziando un certo sistema al posto dei sovietici, ormai decaduti...Che insomma i cinesi abbiano, come dire, sostenuto certa politica, prendendo il posto dei sovietici.
Fantasie, certo, fantasie!...
Senz'altro, in questi anni, pochissime voci, da parte Sinistra, si sono levate contro l'illegalità del lavoro cinese, o la concorrenza sleale, che hanno accentuato. Nessun sindacato, o solo sporadicamente. 
D'altronde, i cinesi si sono inseriti in un sistema già profondamente 'a nero', un sistema che girava molto senza fatturare. Già molto sleale.

Qualcuno può sostenere il contrario?

Insomma, i pratesi si sono arricchiti alla cinese prima di loro, anche se non si sono verificate mai certe situazioni lavorative così brutali..., ma in alcuni casi, con gli schiavetti dal Sud o dal Nord-Est italiano, con 'marrocchini' e polentoni, ci siamo andati molto molto vicini, nel Dopo Guerra e anni '60 e '70.

Il capitalismo e lo sfruttamento dell'essere umano si è nel frattempo affinato, e i cinesi sono passati dal Comunismo al Capitalismo sfacciato senza soluzione di continuità, senza Rinascimento né Asburgo. Una rapida, e piuttosto cattiva, lettura di Marx e compagnia, e nessun rispetto per i diritti umani. Vedi Tibet?

Ora Rossi, President of Tuscany, urla e strepita che la situazione non può più andare avanti. Si è svegliato, come tutti gli hanno ricordato, un po' tardino. Ha detto che ora basta. Ora basta?
Intanto, alla Coop di Prato (Parco Prato e Multisala, do you know, President Rossi?) ci sono tantissimi soci e clienti cinesi...Come facciamo? Che, gli diciamo di mettersi in regola, al console cinese, altrimenti...ci arrabbiamo?

Nel frattempo la Destra pratese si dice casta e pura e asserisce di aver fatto tutto il possibile in questi quattro anni per contrastare l'illegalità; però non si capisce bene cosa intenda quando dice  'tutto il possibile', perché...molti di coloro che i cinesi non li possono vedere e che sostengono l'assessore alla sicurezza Aldo Milone nella lotta contro lo sfruttamento dell'essere umano e che per questo motivo hanno votato Cenni, incredibilmente vendono e affittano ai cinesi i loro capannoni o ci fanno affarucci con il 'pronto, moda?', ché gli odiati orientali hanno il pregio di pagare pagano sonanti e contanti.

Me li ricordo bene, io, quando una mattina si presentarono nel mio minuscolo teatro perché lo volevano affittare. Non certo per mostrare ai pratesi il teatro huàjù.  Il ragazzo mi mostrò un rotolo di soldi che io nella mia vita non rivedrò mai più.

Ora il nero è diventato nero fumo e l'ipocrisia non può più tollerare certa brutalità. D'altronde le elezioni sono dietro l'angolo e l''Europa' ci sorveglia e bastona come una vecchia beghina dipinta in un quadro del mondo olandese che fu, ma che è delle banche.

Pecunia non olet.



1 commento:

Simone ha detto...

Vogliamo parlare di tutti i padroni di case e/o capannoni italiani che hanno affittato e stanno tutt'oggi affittando a cinesi senza curarsi di cosa accada nelle loro proprietà? Della serie "tanto l'affitto a fine mese mi arriva", e chi se ne frega se dormono in 20, o anche 30 in locali che ne possono ospitare la metà, chi se ne frega se usano bombole del gas non sfruttabili in quelle strutture, ecc. ecc. Pecunia non olet, come dice Maila. Ma non sono, questi signori, colpevoli loro stessi dello schifo e degli episodi vergognosi e inqualificabili che accadono nelle loro proprietà?

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