lunedì 10 febbraio 2014

Gratuito per protesta il debutto de "L'amore è un brodo di capperi"


Sabato 15 febbraio 2014, ore 21
al Teatro La Baracca di Prato

L'AMORE E' UN BRODO DI CAPPERI

E' l'ultimo appuntamento, per 'grandi' della stagione teatrale 2013-2014.

Data la situazione culturale ed economica disastrosa in cui ci troviamo, reputo opportuno rendere questa occasione, oltre a un momento di divertimento - trattasi infatti di una commedia - anche una serata di protesta e riflessione collettiva per le condizioni in cui noi artisti professionisti ci troviamo a lavorare, a causa dei motivi che qui elenco:

1. siamo senza nessun contributo pubblico, quando altri teatri e compagnie riescono a prendere cifre stratosferiche, senza che questi abbiano prodotto nemmeno la metà del numero (non voglio parlare di qualità!) degli spettacoli che abbiamo prodotto;
2. lavoriamo senza la possibilità quindi di assumere, coinvolgere attori o di farci aiutare da collaboratori eccetera; senza la possibilità di comunicare adeguatamente. Siamo quindi costretti a recitare da soli, oppure cercando, attraverso la ricerca, soluzioni che a volte sono felici, ma sempre comunque difficili e faticose;
3. subiamo l'ostilità della Fondazione Toscana Spettacolo, ente regionale di distribuzione e gestione. La Fondazione ha sempre escluso il Teatro La Baracca dai suoi circuiti, nonostante la qualità del nostro lavoro, e i temi proposti. 
Un tempo questo non costituiva un problema, ma oggi, dato che monopolizza tutti gli spazi teatrali significativi della regione, esso costituisce non solo una esclusione, ma anche una persecuzione. La stessa persecuzione che certi politici locali mettono in pratica di conseguenza nei nostri confronti, amplificando il danno.
4. subiamo l'atteggiamento ostile anche della Regione, che ha negato le cosiddette Residenze al teatro la Baracca, mettendolo praticamente in ginocchio, dopo aver distrutto un circuito teatrale alternativo e libero, Sipario Aperto, che nei suoi intenti costituivi era un elemento di cultura dal basso, nel senso di non necessariamente istituzionale.

Tutto questo è dovuto alla mia attività politica, alla partecipazione attiva, attraverso il blog o di persona alle problematiche cittadine, regionali eccetera; alla mia battaglia per la Città Etrusca ma non solo, e anche ad alcuni spettacoli teatrali definiti 'imbarazzanti', per cui io, e chi con me collabora, è definito persona non gradita.

Dunque l'attacco è stato duplice: nessun contributo al teatrino, e  soprattutto nessun ingaggio per la compagnia.

Il Teatro Metastasio poi, teatro stabile cittadino, non ha svolto la sua funzione di sostegno di altre realtà del territorio, come fra le altre cose avrebbe dovuto fare, se non marginalmente con piccole rassegne, e costretto. Più che altro nel passato ha cercato di utilizzarci per pubblicizzare i suoi spettacoli.

Sono consapevole che non siamo gli unici a subire questo, ma quasi, perché in realtà molto humus teatrale e culturale in genere in questi anni è stato distrutto. Non ci sono più spazi teatrali liberi, autonomi come il Teatro La Baracca, teatrino periferico unico nel suo genere che esiste da ventidue anni. Come ho ricordato spesso, in questi anni ha ricevuto briciole, ma tutte sono state utilizzate per le spese. In questi ventidue anni, dei miseri soldi pubblici, per me non ho intascato una sola lira, un solo centesimo. Li ho dati agli attori, ai vari tecnici e collaboratori e alle compagnie che fino a due anni fa potevo ospitare. E questo è tutto documentato dal conto corrente.  Per me ho solo preso i soldi dagli spettacoli esterni, come professionista, e così continuo a fare. Nulla è stato poi preso, dai soldi pubblici, per fare le migliorie e gli adeguamenti che nel corso degli anni ho apportato al teatrino, rendendolo anche architettonicamente parlando,  sui generis. L'ultima opera è stata di consolidamento della base e nuova recinzione del 'pereto' appena un mese fa.

Abbiamo presentato un numero impressionante di spettacoli, anche per ragazzi, offrendo anche recite gratuite. Per questo, l'ENAP, che se n'è accorto, ha premiato la produzione. Checché stupidi e sterili invidiosi possano aver commentato ironicamente, al solito per sminuire il significato della nostra presenza.

Questa non è una vicenda 'personale', ma antonomasica, emblematica della dittatura mascherata che stiamo vivendo, complici media e partitica di ogni colore che tendono a strumentalizzare l'arte o trasformarla in vetrina o puro consumo, se non peggio, e a rendere il cittadino sempre più cliente e utente e a stordirlo con feste, grandi magazzini, compere ed eventi collettivi, numeri, successi, come a Prato abbiamo visto negli ultimi anni, e basta.

Gli artisti che non si adeguano - e purtroppo sono pochi, perché la crisi è forte e gli artisti sono spesso troppo preoccupati di sé e basta, quasi mai solidali - quelli non allineati, insomma, sono schiacciati.

Il territorio è culturalmente e di conseguenza anche economicamente, distrutto, molto oltre di quello che Pasolini aveva previsto, incapace e anche impossibilitato ormai di apportare alcunché di originale, libero e vero dal basso, se non in forma di maniera, come una specie di 'scimmiottamento'; e anche chi fruisce cultura, va alle mostre, teatri, cinema eccetera, non è più capace o non vuole distinguere quello che viene offerto, e si lascia calare dall'alto offerte preconfezionate e alla moda.

Fahrenhei 451 è già qui, con piccole sfumature di diversità, s'intende, dettagli: per esempio, gli uffici cultura sono ormai preposti alla distruzione definitiva della cultura, asserendo naturalmente il contrario. 

L'ingresso allo spettacolo sarà polemicamente gratuito; chi vorrà potrà fare una offerta volontaria per il teatro.
Vi aspettiamo, il testo, una volta tanto, è divertente.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

E' un paese non degno di persone oneste, intelligenti, brave.
Io ci sarò.

SL

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