venerdì 28 febbraio 2014

La parolina "noi": espulsioni e libertà di pensiero

Molti si scandalizzano delle espulsioni nel M5S. Gli espulsi dicono che manca libertà di opinione; chi espelle che gli espulsi tradiscono lo spirito del movimento.

Nei partiti l'espulsione è stata ed è un mezzo frequente; ricordo quella di Pasolini da parte del PCI a causa della sua accusa per omosessualità.
Oggi avvengono più raramente, in genere si espelle un iscritto per corruzione manifesta, per esempio, a tutela più che altro del buon nome del partito.

Chi esprime, nel partito, una opinione diversa, se è minoranza e non dà eccessivo fastidio, in genere viene 'tollerato', ma nello stesso tempo annullato. Parcheggiato, si potrebbe dire, usando un termine pittoresco.

Simone Weil, contro tutti i partiti o simili, scrive in merito, piaccia o meno, una riflessione che può essere utile:

"...Nessun gruppo può legittimamente aspirare alla libertà di espressione, perché non c'è nessun gruppo che ne abbia la benché minima necessità. Anzi, la protezione della libertà di pensiero esige che sia vietato per legge l'espressione d'una opinione all'interno di un gruppo. Perché un gruppo, quando vuole avere delle opinioni, tende inevitabilmente ad imporle ai suoi membri. Presto o tardi gli individui si trovano ad essere, più o meno gravemente, impediti nella espressione di idee opposte a quelle del gruppo su vari problemi, più o meno importanti, a meno che non ne escano. Ma la rottura con un gruppo comporta sempre delle sofferenze, o almeno una sofferenza sentimentale. E, come il rischio e la possibilità di sofferenza sono elementi sani e necessari dell'azione, altrettanto sono cose malsane nell'esercizio dell'intelligenza. Una paura, persino leggera, fa sempre sì che ci si pieghi o ci si irrigidisca, secondo il grado di coraggio; e tanto basta a falsare quello strumento di precisione estremamente delicato e fragile che è l'intelligenza. Persino l'amicizia, sotto questo punto di vista, è un gran pericolo. L'intelligenza è vinta quando l'espressione dei pensieri è preceduta, implicitamente o esplicitamente dalla parolina "noi"...(Da "L'enraciment" -Il radicamento- la traduzione è mia).

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