martedì 4 marzo 2014

Come salvarsi da guerre e giochi di calcio mondiali?

Un'altra guerra, e terribile, si potrebbe annunciare presto alle porte dell'Europa, in Ucraina.
Potrebbe essere un'altra guerra mondiale, un altro orrore dietro il nostro angolo europeo, così protetto sebbene in crisi economica.

Nel frattempo si vedono già lampeggiare da lontano le nuvole funeste del prossimo mondiale di calcio, la prossima barbarie data in pasto a milioni e milioni di persone, che occuperà un mese esatto delle nostre esistenze.

Come potremo salvarci?
Anche se non guardiamo la televisione, anche se non ci colleghiamo a Internet, sperimenteremo il vuoto nelle strade perché TUTTI staranno guardando la televisione.

Certo magari ne potremo approfittare per girare con la bici per la città, ci butteremo su una vecchia strada statale e magari raggiungeremo Firenze in bicicletta, senza paura di essere investiti.
Potremmo insomma anche inventarci due ore di 'gioco al piccolo desiderio'. Ma con sé si porterà comunque la sensazione di essere alienati dal mondo globalizzato e sbavante davanti alla tele, un misto di gioia per il gioco intrapreso, ma anche dolore di essere 'diversi', trovando l'esistente vuoto e non umano.
Ecco, avremo la manifestazione della moderna, perfetta dittatura, in cui l'uomo da sé diventa schiavo e strumento. E gode nell'esserlo. Quello che desidera, ecco ce l'ha già.
Ma sì, forse è una illusione pensare che tutti gli uomini vogliano essere liberi. In realtà solo una sparuta minoranza lo vuole veramente.
Come nella guerra mondiale, anche il calcio mondiale ci tiene chiusi e ancor più miseri, afasici o solo mugolanti, preda delle emozioni più bestiali, e soddisfatti di poterle realizzare così a buon mercato, nascosti avidi consumatori nelle nostre case.

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