venerdì 5 settembre 2014

Sono un teatro extra-comunitario

Cari amici,

   vi scrivo da Prato, in Toscana.
Sono un piccolo teatro indipendente, mi chiamo, umilmente, Teatro La Baracca.
   Mi chiamo così perché una volta al posto mio c’era una rimessa di contadini, La Baracca appunto, e in ricordo di Garcia Lorca, che tanto ho amato nella mia giovinezza. Molti per questo nome ci hanno denigrato, non sapendone la storia, oppure perché sono piccolo; oppure perché mi trovo in periferia.
   Dovete sapere che qui, culturalmente, ci stanno uccidendo.
Hanno distrutto tutti i luoghi indipendenti, gli spazi, i piccoli teatri, e tutto è stato mangiato dall’Ente Supremo, la Regione Toscana.
 Esiste un monopolio culturale assoluto e totalizzante, da cui non si scappa.
   Tutti o quasi, si sono piegati. Anche il pubblico, che prende quello che viene dato, indistintamente. Anzi, va proprio a ricercare quello che è meno autentico, pulito, vero, o bello, e ormai si sente a disagio se va in un posto come il mio, perché non c'è 'buio' o spazio sufficiente per nascondersi.
   Non so come ho fatto ancora a sopravvivere, ma tant’è; mi rimangono ancora alcune cartucce, la mia testarda volontà di vita,  anche perché ho fatto mio il consiglio di De André: ho messo un cannone nel cortile. Naturalmente hanno distrutto anche ogni possibile contestazione che venga da altri artisti e molti, che sperano di sopravvivere e illusi nella vanità e col cachet, si sono avvicinati all’Ente Supremo, che li ha distrutti o li distruggerà, a seconda delle necessità, e nei tempi dovuti.
    La Regione, per bocca e mano del suo emissario Ufficio Cultura, ha decretato per me la morte ufficiale, negandomi, dopo 23 quasi anni di vita, ogni ‘Residenza’. E quindi non esisto più per loro, sono ufficialmente fuori uso. Ma io vivo, anche se come un abusivo ormai, a tal punto che possono dire di essere diventato ufficialmente un Teatro Extra-Comunitario .
     E anche il ricorso al TAR che mi sono ostinato a intentare è stato inutile, perché il tribunale amministrativo ancora non ha deciso se abbia sbagliato l’ente regionale, oppure ho sbagliato io a chiedere giustizia. Sono quattro mesi e passa che aspetto risposta, in pratica da aprile. Prima hanno spostato l’udienza, e poi ora quel tribunale tace. Vivo insomma l'esperienza kafkiana del 'Il processo'.
    In questi anni ho prodotto molto, e forse bene, ed è stata questa la mia colpa; ma ancor di più, voler continuare a vivere, a dissentire se necessario per me o opportuno, e quindi, proprio perché io taccia, mi hanno dato l'extraterritorialità . Anche se io strutturalmente sono in regola, beninteso. Ma non lo sono nei contenuti.
    Non ci sono altri luoghi dove andare, inutile cercare.  Dove porto i miei spettacoli, in Regione? C’è un ente unico che fa la programmazione teatrale; un unico ente che la distribuisce. Esattamente accade come qualche anno fa: se volevi lavorare, dovevi essere dei Loro obbligatoriamente. Ora l'obbligo formale e dichiarato non c'è più, ma è lo stesso.
     Il lavoro, il circuito te lo dà l’amicizia, la conoscenza, la famiglia, il partito soprattutto, da cui noi ci siamo allontanati, pena la nostra vera vita artistica.
     Io non voglio morire: dico come il condannato a morte. E, come lui, voglio denunciare questo massacro culturale incruento ma feroce, che tende a fare della Toscana, fra le altre sì lo so ma qui in particolare, una terra amorfa e prona al sistema assoluto.
    Qui vive e domina Re Sole e la sua Corte. La Rivoluzione è lontana.
  Dunque io vi chiedo un consiglio: devo mettere un altro cannone, più grosso? In questi tempi di guerra lo troverò facilmente, voi che dite?
    Venite a vedere come ho posizionato intanto quello di cui mi son munito, e dite  al mondo che almeno ci ho provato, che io, insieme agli artisti che sono stati qui, non sono stato succube, né invidioso delle capacità altrui o dell’altrui fortuna, e che son bravo, capace e coraggioso. Sono un vero teatro indipendente e vado con la mia testa.
    Venite a trovarmi, prima che sia il solito troppo tardi. Tra qualche giorno presenteremo la prossima stagione teatrale (sarà l'ultima? molti lo sperano), e così, se venite, oltre a chiedervi consigli sui cannoni, vi racconterò le ultime novità, oltre a parlarvi dei miei spettacoli. Ci vediamo presto; il 20 settembre 2014 alle ore 11 presentiamo la stagione.

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