domenica 21 dicembre 2014

"Celestini" 2014: sorprese e colpi di scena

Abbiamo avuto una serie di sorprese e colpi di scena per la replica del decimo anno consecutivo de "L'infanzia negata dei celestini". 
Un ex-celestino, presente fra il pubblico, ha lasciato la sala fra il primo e secondo atto accompagnato da due donne un po' sgomente (l'anno passato un celestino abbandonò la sala in piena recita, interrompendola; disse che raccontavo fandonie, ma poi fu contestato lui da altri celestini); il signore lascia il teatro dopo essersi infilato nel camerino senza invito e avermi fronteggiato, asserendo che la colpa di tutto non era di Padre Leonardo, ma del Vescovo Fiordelli, concludendo che è necessario che lui mi corregga su certe cose...(Che non avrei raccontato della strana morte di suor Concettina, quando invece l'ho raccontata eccome, solo che lui se n'è andato...).
Era presente anche un altro celestino, venuto da Siena con la famiglia, che invece confermava tutto quello che ho narrato, e che semmai avrei dovuto raccontare ancor di più delle violenze...(io però mi attengo ai documenti, lo dico sempre!).
Il pubblico sembrava entusiasta, c'è stata una teoria di consensi sull'operato che da anni sta facendo il Teatro La Baracca.
Come avevo promesso, durante il dibattito, ho illustrato brevemente sulla situazione teatrale locale, anche del Metastasio che non concorrerà per diventare teatro nazionale eccetera, e dei meccanismi di scambio, ruffiani, clientelari e compagnia cantando che 'regolano' il sistema teatrale (che invece non si preoccupa minimamente dei propri lavoratori, tanto per fare un esempio); ho parlato delle 'residenze teatrali',  di come siamo stati esclusi da un sistema che invece ha punito proprio il mio impegno politico attraverso il teatro. Sono stata sollecitata a dire perché la residenza teatrale è stata negata; ho risposto perché non apparteniamo a nessuna greppia...Mi sono lamentata dell'assenza degli assessori e consiglieri comunali, e/o presidenti di commissione cultura....ed ecco il colpo di scena: l'assessore allo sviluppo del Comune di Prato, Daniela Toccafondi,  ha rivelato di essere in sala.  Ha fatto seguito una breve tenzone sul teatro di partito, che in realtà è l'unico teatro che fanno esistere oggi.
La rivelazione dell'assessore ha scatenato la reazione risentita ma corretta dell'ex-consigliere comunale Moreno Zazzeri che stigmatizzava l'assenza dell'assessore alla cultura e, anche, il fatto che questa cronaca della città di Prato non fosse stata adottata a livello di teatro cittadino (Metastasio, Fabbricone), dove avrebbe da sempre meritato di essere ospitata.
L'assessore Toccafondi con me ha difeso il teatro istituzionale, in sostanza negando che esista il sistema dello scambio e dell'interesse nelle scelte teatrali eccetera, ma che tutte le compagnie che vi recitano sono le migliori (e quindi sottintendendo che noi non lo siamo): insomma, ha parlato ancora una volta delle 'eccellenze' della Toscana, dove sembra esistere il migliore dei mondi possibili di Pangloss, e di cui abbiamo veramente piene le scatoline.

Nonostante la fatica psicologica che ogni volta devo subire con questo spettacolo - le pressioni e le violenze prima durante e dopo -  credo che chi era presente abbia avuto un esempio di teatro vero, quello fatto proprio anche dal pubblico:  il  teatro della 'polis', e non quello dell'applauso e del consenso, che ancora e sempre viene fatto passare come 'eccellenza'.

P.S. Facendo i calcoli per il borderò, noto come, rispetto all'anno passato, c'è un aumento del 30% di biglietti venduti. Sono distrutta, dato che bisogna lavorare il doppio per sopravvivere (dico sopravvivere), ma almeno...

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