venerdì 31 ottobre 2014

Il teatro per ragazzi de La Baracca

Domani, sabato 1 novembre ore 16, inizia la stagione del teatro-ragazzi a La Baracca.
Tentiamo l'esperimento del sabato pomeriggio, ed è la prima volta; solitamente i nostri spettacoli per ragazzi hanno luogo la domenica, a parte il periodo natalizio.
Il nostro teatro-ragazzi è lontano dagli effetti speciali e dalla tecnologia, semplice nella sua messa in scena, ma sempre con una storia importante e significativa.
E' tributario della commedia dell'arte, da cui prende e trasforma alcune figure fisse e schemi di intreccio.
Ai bambini piace molto proprio per questa semplicità, ma soprattutto per le storie e per la fantasia che è usata come condimento.
Un tempo pensavo che la semplicità strutturale costituisse una debolezza, i bambini sono così abituati ai sapori 'raffinati' delle pellicole o dei teatri stessi, e non avrei mai pensato che potesse incontrare così tanto il loro gradimento. O anche quello dei grandi!
Avevo vent'anni quando ho cominciato con il teatro ragazzi, e da allora non ho più smesso. Non mi sono mai sentita di fare un teatro 'minore', ma tutto il contrario. Sono orgogliosa dei miei personaggi, alcuni dei quali vere e proprie maschere fisse: Pagliaccia Secca, la Befana stessa che ho reinterpretato, il Baco Gigi, l'Uccello Cacatone, Dina La Vespina, Pratopezza (una specie di Pinocchio pratese fatto di cenci), Raccontessa...
E' un teatro fisicamente molto faticoso, dove si balla, si canta, si suona dal vivo.
Quest'anno la stagione è forse meno ricca di spettacoli, ma presentiamo due novità, Petuzzo (tratto dalla filastrocca toscana, ma poi alla fine è diventato altro ed è tutto in rima!) e La Beffana.
Domani si parte con La Lupina, una specie di ragazza-lupo strampalata in salsa toscana. Sa un po' di Charlot e un po' di clown, con un tocco simpaticamente 'noir'.
I miei personaggi sono perdenti, teneri, naiv, oppressi, ma solo all'inizio; poi, e in modo ben diverso che nelle favole 'pellicolose', si liberano sempre, e in qualche modo vincono; trovano sempre la strada per la fuga.



giovedì 30 ottobre 2014

Gonfienti: una vergogna senza fine

Ecco un convegno - solo su invito, non aperto al pubblico -organizzato per il 7 novembre da Interporto della Toscana Centrale dal titolo: "L'area archeologica di Gonfienti: una opportunità per tutta la Toscana".
Dopo che Interporto ha maledetto e stramaledetto il ritrovamento etrusco e non solo, dopo che ha pianto per il terreno perso, ecco, magicamente esso diventa 'l'opportunità'.
D'altronde sappiamo in quali sabbie mobili navighi. Un interporto che finora non ha assolto alla sua funzione, quella di togliere un po' di Tir dalle strade, e nemmeno quella di creare lavoro. Ma, si sa, progettato negli anni '80, quando è stato costruito il mondo era già cambiato. Ora ci ritroviamo questo ente, che richiede soldi e nuova vita.
Tutto avrebbe potuto essere diverso, ma gli interessi di pochi lasciano a tutti noi in eredità questo grosso debito sulle spalle. Dopo che è stata distrutta l'opportunità vera, quella che avrebbe potuto essere diversi anni fa, quando, durante la costruzione dell'interporto, venne fuori una scoperta archeologica straordinaria. Che però fu soffocata, subito.

Ma torno al convegno. Perché questo cambiamento?  E' vero, tutto questo interesse da parte di Interporto?
Scorgendo il programma, si rimane stupiti da come sia ben condito e benedetto da tante autorità. Ci sarà anche Rossi, a far capire quanto è importante la questione archeologica, l'opportunità.
Cosa gliene importa dell'area archeologica a Interporto, a Rossi e compagnia cantando? Lo sappiamo: nulla. Un semplice paravento, che ora torna proprio utile come immagine.  Al solito si deve mostrare una cosa e fare l'esatto opposto. L'abbiamo imparato. 
Importa solo l'ampliamento e la valorizzazione di Interporto. Non avrebbero fatto certo un convegno simile se non fossero stati sicuri di andare in quella direzione. Di fronte allo stallo di questi anni, hanno trovato il modo per ricantare la canzone con la ricapitolazione (aumento di capitale di 5.000.000,00 di cui la Regione, se non erro, mette 1.100.000,00: i nostri soldi, per cosa?), e ora con tranquillità usano altri accordi, quelli del Parco Archelogico, simil Parco della Piana. Che non esiste e non esisterà. 
Oh, quante riunioni abbiamo fatto per quel parco, quante! Una anche da me, nonostante fosse da subito chiaro di cosa si trattasse.

In realtà i giochi sono fatti e conclusi da tempo. Ora, questo convegno, lo sancisce.

Ci possiamo consolare soltanto pensando che abbiamo strappato un fazzolettino all'oblio totale, ma è una magrissima consolazione.

Chiaro che Interporto, nonostante sia fallimentare, si espanderà verso Campi Bisenzio, unendosi praticamente all'Aeroporto di Firenze, in una cementificazione assoluta della Piana, con il beneplacito anche dell'autorità di tutela. E anche dei cittadini pratesi, che crederanno alle solite favole, per costruire le quali sono stati chiamati persone specializzate, quelli della serie: "A volte ritorno".

 Prato non avrà il suo museo etrusco, lo avrà Campi. Ormai è noto. 

Avrà però il suo interporto 'più bello e più forte che pria' insieme al nuovo aeroporto, tutti immersi nel Parco Archeologico e a sua volta nel mega Parco della Piana, Second Life.

Non irrelevante l'assenso (scontato) anche dell'amministrazione pratese (che è la stessa di prima anche se diversa):  le dichiarazioni pre-elettorali, si capisce, erano chiacchiere, e continuano a esserlo.

Le visitine con le scolaresche al 'sito' sono il condimento giusto al quadro attuale.

Il convegno si svolgerà nella zona simil militarizzata dell'Interporto. E fra di loro, stampa presente, se la canteranno e se la suoneranno, bunkerizzati.
Lontani da domande indiscrete.

L'operazione facciata, con il bel convegno, sarà conclusa.

Taccio sull'immagine del convegno stesso, viene quasi da piangere. Tutti sembrano andare su quel binario, saliti su un treno che però ha già schiacciato e sepolto l'antefissa.

La prostituzione, lo sfruttamento più vecchio del mondo

Torno brevemente sulla questione della prostituzione: ricordo che in Svezia il cliente è punito, comprare prestazioni sessuali è vietato. Vendere il proprio corpo è reato, perché lede i diritti fondamentali della persona. Secondo la legislazione svedese, chi si prostituisce, non lo fa di sua libera scelta. Mai. 
Al momento, secondo i dati europei che facilmente si possono reperire in rete, la Svezia è l'unica ad essersi tolta di dosso una consistente parte di criminalità legata alla prostituzione. In Svezia il motto è: dove c'è prostituzione, c'è sempre il crimine organizzato. Anche nelle case chiuse legalizzate. 
Infatti il problema che ora si trova ad affrontare la tanto decantata Olanda è la tratta delle ragazze proprio in molte case chiuse autorizzate e legalizzate, gli eros center con le prostitute in vetrina. Si pensa di fare marcia indietro, anche se non è chiaro come. Insomma, le case chiuse olandesi non avrebbero affatto ridotto come previsto lo sfruttamento né la criminalità organizzata.
E in verità la visita a De Wallen, il quartiere a luci rosse di Amsterdam, è alquanto agghiacciante e abbrutente, forse non meno che vedere, di notte, le puttane tristi passeggiare sui nostri viali.

P.S. Lettura consigliata: La professione della signora Warren di Bernard Shaw.



mercoledì 29 ottobre 2014

Miriam, ovvero quando lo spettatore è spiazzato

Anche se lo spettacolo ha ricevuto lusinghieri, a volte incredibili apprezzamenti, Miriam, ha spiazzato alcuni spettatori, di tutte le età, suscitando critiche, perplessità, stupori (proprio in linea con lo 'skandalon'). Così:

La prima critica è venuta da un ragazzo che, pur apprezzando il testo e la recitazione, e le 'emozioni bellissime che mi avete dato', ha bollato come 'vecchia' la divisione fra fede e ateismo, insomma, roba del passato. Come se la questione religiosa non abitasse fra noi!

Un'altra critica è venuta da una signora che è rimasta perplessa dalla visione di Miriam e ha deciso che il testo è troppo 'aperto', che non è 'risolto' (e infatti non lo è, o non nel senso classico). Però ha trovato originale l'idea e bravi anche gli attori. Di me ha capito che recitavo solo alla fine, è rimasta stupita della mia immedesimazione; le sembravo un'altra persona, non si sa se prima o dopo. 

Qualcuno ha chiesto perché Gesù non c'era, lui l'avrebbe fatto apparire, e questa assenza lo ha confuso sul senso.

Uno sconosciuto ha scritto (e su una pagina sbagliata del Libro del Gradimento): 'Non è vero che Gesù non è amato, credi di darmela a bere? Però il testo è poesia'.

Un signore ha detto che Miriam gli ricordava un libro dello scrittore scozzese John Niven, A volte ritorno. La moglie inutilmente contestava, come anche io, che con Miriam si trattava di tutta un'altra storia (!),  ma lui non era d'accordo e si sono messi a dibattere fra loro.

E ancora hanno chiesto due volte (dopo che l'avevo spiegato): "Ma perché balli il tango?"

Durante un dibattito un ragazzo ha chiesto se poi Miriam muoia o meno. Lo stesso che vedendo Cafiero Lucchesi gridò qualcosa di simile proprio durante la recita. Sempre lui.

Infine, mi hanno suggerito di scrivere il sequel di Miriam, Miriam 2,  uno sviluppo. Non lo farò.  Miriam è questo, una domanda senza risposta una inquietudine un disturbo una provocazione vera, anche se poi non offende nessuno. Qualcosa che non doveva nascere, ma è nata, e va.
....
Alla Baracca le emozioni sono senza fine. Chi potrà dimenticare lo spettatore, durante l'ultima replica de L'infanzia negata dei celestini,  un ex-celestino appunto, che dopo il primo quarto d'ora si alzò gridando che io ero una bugiarda, che nulla di quello che dicevo era vero, e poi abbandonò la sala lasciando il pubblico -c'era il tutto esaurito o quasi - esterrefatto? Lo spettacolo si fermò per cinque minuti almeno. E meno male che venne in mio soccorso la testimonianza di Marcello Meucci, alla fine!

Questo teatro non è per nulla facile da gestire (e non solo per mancanza di soldi): ci vogliono nervi saldi, bisogna non sbagliare mai, essere sicurissimi di quello che si fa, riconoscere e combattere l'invidia e la perfidia, contrastare l'apatia, l'infelicità o i vizi dello spettatore (o lo spettatore viziato  dalle poltroncine), essere sempre in ordine con tutto eccetera. Tuttavia non so pensare a un altro teatro.


Ciclabili al brecciolino

Così mi rispondono dall'ufficio competente riguardo al brecciolino che hanno messo sulla ciclabile a Prato e di cui ho parlato in questi giorni:


Buongiorno...
in questi giorni stiamo eseguendo varie opere di manutenzione straordinaria lungo la ciclabile oggetto della richiesta della cittadina. Nello specifico non solo il tratto a Galciana, ma anche a Casale ed Jolo, è stata effettuata un’operazione analoga di scotico del sottostante strato di terra, rullatura e poi rifiorito con ghiaietto e poi nuovamente rullato per renderlo percorribile dai ciclisti. Inoltre nella zona di Jolo sono in corso i lavori di ripristino delle staccionate in legno, lato torrente e lato abitazioni.
Resta ben inteso che se la lavorazione da parte della ditta esecutrice – che proprio in questi giorni sta  lavorando nella zona di Galciana – non avesse adoperato tutti i necessari accorgimenti nell’esecuzione del nuovo tappetino di ghiaietto, sarà nostra cura recarsi in cantiere per una oculata e specifica verifica.
Buon lavoro...


Io dico però che dovrebbero fare all'incontrario di quello che dicono nell'ultimo paragrafo: recarsi a fare una ispezione per vedere se la ditta esecutrice ha fatto i lavori necessari e poi provvedere. Comunque il brecciolino è stato un po' abbassato con la schiaccia-sassi (si chiama così?), anche se è ancora penoso andarci. Faticoso e pericoloso, perché si rischia di cadere.

martedì 28 ottobre 2014

Cervelli seduti (nelle case chiuse mettiamoci i maschi)

Quattro giovani buontemponi, fra cui rappresentanti della Sinistra pratese, si son inventati la trovata pubblicitaria (meglio detta falsa provocazione) di fare il solito ormai noioso flash mob, che cercheranno di rendere più saporito e affollato utilizzando riviste porno: staranno seduti a leggerle, faranno insomma le sentinelle sedute...

Perché?  Ma per riaprire le case chiuse, insomma, come in Francia, e come lì far pagare le tasse alle prostitute!

Basta con i bigotti,  (ma davvero?), basta con le 'ragazze' in mezzo alla  strada.
Tutte rigorosamente dentro, non si devono proprio vedere, fuori. Ah, basta con i bigottismi!

Aboliamo la legge Merlin? Merlin...chi era costei? Una parente di Merlino? Ah, una socialista!

Che trovata fantastica. Soprattutto 'nuova'! Almeno le prostitute le tasse, si spera, le pagheranno. Loro saranno regolari, tutelate, finalmente ci sarà qualcosa di regolare a Prato! Trombatina con tanto di ricevuta fiscale dopo la prestazione. E pensioncina dopo tot anni di decorosa attività.

Siete contenti, maschi? Oh, voi pensate sempre a noi donne, sempre...Come ai tempi della 194, che vorrebbero tanto abolire, o del divorzio! Pensate a tutto voi! Per voi, quando una donna ci mette il becco, come il caso della Merlin-a, ah, fa disastri. Solo voi sapete come fare a regolare la vita di queste allegre ragazze!

Lo sapete? L'idea era anche dell'ex-assessore Aldo Milone (1), di appena tre anni fa,  che proponeva gli 'eros center'. Lo sanno, i 'pubblicitari' che vogliono far giungere il messaggio alle 'alte sfere'? (aiuto, anche questo modo di parlare, no, vi prego, no!, tratto dal Dizionario del Giovane Banalista!)

Gente di memoria corta!

Insomma, la 'questione sessuale' si affronta e si giustifica in questo modo, in modo economico! Semplice, no? E naturalmente sono i maschi, come al solito, ad affrontarla; nel frattempo le mamme e le fidanzate, a casa, preparano il sugo e sprimacciano i cuscini...

D'altronde questa politica non riesce proprio a pensare ad altri mo(n)di se non mercificando se stessa per sentenziare che gli altri non si devono mercificare o meglio, mercificare in certo modo.

Propongo: nelle case chiuse mettiamoci i maschi. Magari a pagare finalmente le tasse o, perché no, a imparare un po' di nozioncine sulla sessualità femminile (questa sconosciuta). 

--------------------------------
(1) http://primaveradiprato.blogspot.it/2011/07/il-futuro-piccolo-luci-rosse-prato.html

 Ma anche cfr.http://primaveradiprato.blogspot.it/2012/03/puttane.html, da cui traggo:

DA LA CHANSON DE MILON
E' questo il loro destino
esser puttane e madonne
ogni tanto fare un bambino!

E se qualcuna scappa
figlia di paparino
comunque sempre nostra
al gabbio si riporta

Che cosa ci vuoi fare
oltre a ben frignare
questo è lor mestiere!
Alla fine della storia
sotto sotto ogni donna 
nasconde una tro...

"Miriam" dedicata a Cesarina Foresti

Cara Maila,
non riesco a dimenticare Miriam!
L'ho visto due volte, e dice tante cose: non solo sulla fede, l'ateismo, ma anche sulla pazzia (dov' è il confine?), sul carcere (bello il coro!), sul mondo dei reietti; la seconda volta è stato più bello della prima, perché ho potuto apprezzare le singole battute, i vari personaggi, tutto.
La signora che veniva da Padova, che credo fosse tua amica, ha anche detto che tu eri totalmente credibile nella cadenza veneta.
E' uno spettacolo innovativo, originale, avanti, e interpretato magistralmente da te e da Gianfelice,  e perché no, anche dalle ragazze!
Te lo volevo scrivere.
Grazie.

F.

Caro amico,
proprio sabato sera ho deciso di dedicare Miriam a Cesarina Foresti: era sindaco di Arzergrande in provincia di Padova quando morì. Io la conobbi grazie agli spettacoli che mi dette la possibilità di presentare in quella cittadina (praticamente tutto il mio repertorio, con l'esclusione di quello per ragazzi e il Dramma intorno ai concubini di Prato, che avrebbe senz'altro messo in scena se non fosse morta); insomma era una mia tenace ammiratrice - una cattolica! -  ma soprattutto era diventata una amica. Lei, durante le soste al bar con davanti i cappuccini d'orzo che sempre mi offriva prima dello spettacolo (non si rassegnava che io non bevessi nulla), e anche dopo lo spettacolo - se non a cena di nuovo una bevuta!-, mi dava sapienti ripetizioni in lingua veneta. E lei mi chiedeva che la correggessi col mio toscano! Parlavamo di politica, sempre.
Però Miriam non c'entra né col Veneto né con la Toscana. Ho spiegato a chi è venuto a vedere lo spettacolo perché la scelta di quella lieve cadenza, le motivazioni storico-sociali.
Cesarina avrebbe amato Miriam, sono certa. E non perché la protagonista parla con una lieve cadenza del 'basso piovese'. Ma per la provocazione, e per i temi che affronta. E perché avrebbe compreso questa insolita mistura fra riso e pianto, fra gioia e disperazione.
Infine ti dico: Miriam, come ha svelato sabato sera Francesca prima dello spettacolo,  è entrata dentro a tutti noi.
Ti ringrazio per le belle parole. 

M

lunedì 27 ottobre 2014

GLI ASSESSORI, PROMOTORI DEL SISTEMA

Qualche giorno fa, a Prato, Luca Ronconi è stato nominato cittadino onorario della città.
Naturalmente grazie a Eliana Monarca, assessore alla cultura che negli anni '70 lo chiamò.

Oggi non sarebbe più possibile: gli assessori alla cultura, e certo non solo alla cultura, sono diventati soltanto dei tristi promoter del sistema, senza idee in testa: primo perché non ce l'hanno (il mestiere dell'assessore non si improvvisa, nel senso che la politica non tutti la possono fare, e spesso si ritrovano a fare l'assessore di qualcosa in grazia di partito, non perché abbiano, che ne so, un lavoro, un'attività da cui provengono), e poi perché le idee non le possono avere. Il partito eccetera glielo proibisce, e quindi hanno paura a delineare alcunché di nuovo.

Per questo, per svolgere il loro 'mestiere', vanno così bene i media sociali, dove ormai tutti i politici si ammirano per la loro attività pubblicitaria degli eventi; possono poi contare tanti 'mi piace'.

domenica 26 ottobre 2014

MIRIAM 5: COM'E' ANDATA

Nicola, ieri sera, mi ha fatto un bel regalo, dopo lo spettacolo: la recensione più bella: ha detto che Miriam è uno spettacolo del futuro, che insomma, uno spettacolo per coloro che verranno.

E in effetti mi piace pensare di lavorare per il futuro. Come le mie vespe, che hanno lavorato tutta l'estate in un cantuccio della Baracca, hanno lavorato per fare il loro nido, hanno chiuso le cellette, e ora sono tranquille, possono morire in pace.

Poi abbiamo avuto un dopo teatro notevole, una bella compagnia che dopo aver mangiato insieme e con vari colpi di scena, è ritornata alla Baracca a condividere l'emozione e la riflessione.

Insomma, questa in particolare; ma anche le altre, sono state serate che non dimenticheremo. E non solo noi.

sabato 25 ottobre 2014

MIRIAM: SIETE ANCORA IN TEMPO

1. Notizie di Prato non ha mai dato notizia di Miriam, moglie di Gesù (e nemmeno Paese Sera di Prato);
2. Nessun critico ufficiale si è presentato, finora, tanto meno nessun giornalista;
3. Almeno di non avere smentite stasera, nessun assessore né presidente della cultura ci ha mai degnato non dico della presenza, ma di un cenno di risposta ai nostri inviti;
4. Nessuna Chiesa, né cattolica, o protestante, o 'atea' si è fatta viva;
5. Nessun collega attore, regista, operatore teatrale, direttore di teatro o di circuito teatrale, presidente, amico del teatro, eccetera;
6.  Nessun rappresentante dell'intelligentjia universitaria del ProGeas pratese.

Stasera hanno modo di rimediare, ma difficilmente lo faranno.

Tuttavia abbiamo sempre avuto pubblico, un pubblico intelligente e vivace che, come anche stasera, ci ha permesso di andare in scena. Grazie.

SERATA ETRUSCA

Ricevo dal Prof. Centauro e pubblico, credo che a qualcuno possa interessare.

"Ciao Maila,
ti faccio un po’ di cronaca della mia conferenza.

“Dalla Calvana a Gonfienti: il patrimonio archeologico del territorio pratese”
Una serata molto familiare e piacevole ieri sera nella saletta, colma di vecchi amici, della Libreria  “I libri dimenticati” in via Santa Trinita 117, quasi un marchio di fabbrica quel nome che è suonato come una metafora riferita agli etruschi, anch’essi rottamati e dimenticati come vecchi reperti dismessi, se non addirittura mai “letti”, come spesso capita ai libri da scaffale, acquistati e mai aperti . L’acquisto di per sé non è sinonimo di un reale interesse, talvolta è  spinto dalla mera esibizione. Che dire ancora?! Ieri sera è stato anche il tempo degli anniversari, tre, in particolare, sono stati ricordati: 16 anni compiuti dai primi “timidissimi” scavi; 10 anni dall’uscita nel settembre 2004 di” Ipotesi su Camars”; 8 anni dal convegno al Pecci sulle tre grandi eccellenze archeologiche della Toscana, dove figurava la città degli Etruschi di Gonfienti. Dopo sappiamo bene com’è andata a finire, col disastro dell’occultamento totale, la fine delle ricerche sul campo, la fuga delle istituzioni e, quel che è più lacerante,  la perdita definitiva di una porzione determinante di oltre 12 ettari dell’area archeologica bisentina contenente, oltre le evidenze di matrice etrusca, le preziose e rare testimonianze stratigrafiche dell’Età del Bronzo. Non è stata però solo una serata all’insegna della memoria e della amarezza mai sopita per quanto accaduto, si è guardato avanti sulla spinta delle recenti iniziative, a partire da quella dell’anno passato condivisa col CAI, con la presentazione del video di David Fastelli “Antiche antropizzazioni a Poggio Castiglioni – La Bucaccia”  sui Monti della Calvana, svoltasi nell’ambito della Settimana UNESCO dedicata alla bellezza dei paesaggi, per finire con le nuove ricerche, attualmente oggetto di tesi di laurea, ed altre iniziative legate soprattutto al convegno annunciato per la prossima primavera, organizzato dall’’Associazione “Ilva – Isola d’Elba, la via etrusca del ferro” che riguarderanno anche il patrimonio archeologico pratese che nei prossimi mesi sarà monitorato dagli “Amici di Ilva – sezione di Prato” (le iscrizioni a questo nuovo gruppo di appassionati si apriranno nei prossimi giorni per tutti coloro che si sentono nonostante tutto ancora partecipi di  possibile progetto di rilancio di queste nostre dimenticate risorse culturali, per info:matrixilva@gmail.com) .
Si comincia domenica mattina con una camminata in altura, ritrovo alla chiesa dei Cappuccini, alle ore 8,40 ca.
A proposito di patrimonio dimenticato ieri non si è avuta traccia di politici, amministratori locali o istituzionali, ma di queste eccezioni  il Teatro “L a Baracca” conosce molto meglio del sottoscritto tutti i particolari risvolti e le impietose motivazioni.
A maiora semper."
G.A.C.

venerdì 24 ottobre 2014

Mostra al Pretorio: chi la gestisce, perché?

Incidentalmente ho scoperto che la mostra Capolavori che si incontrano al Museo Pretorio di Prato è gestita da Coopculturehttp://www.coopculture.it/events.cfm?id=246, una azienda molto significativa che si occupa di gestione di varie e importanti manifestazioni culturali.

Coopculture è veneta, come Zonin e la sua banca, che possiede ormai i quadri pratesi.
Casualità?
Perché proprio quell'azienda e non una toscana, per esempio? Non è questione di campanilismo, certo!, solo si vorrebbe capire quali sono gli interessi in campo.
E magari quanto costa al Comune di Prato, a noi, noi siamo il Comune no?

Di tutto questo non c'è traccia sul sito della mostra:
http://www.palazzopretorio.prato.it/it/mostre-ed-eventi/mostre-future/capolavori-che-si-incontrano/

MIRIAM 5

Nonostante la censura e l'ostilità di cui siamo oggetto - censura e ostilità che si concretizza con silenzi e assenze, niente di nuovo o diverso,  insomma- andiamo dignitosamente verso la quinta e ultima replica di Miriam, moglie di Gesù. Al Teatro La Baracca, domani, sabato 25 ottobre ore 21.

Ricordo che ci sono ancora due posti disponibili gratuiti per coloro che hanno già visto lo spettacolo e lo vogliono rivedere. Basta avvisare.

Presto sarà pronto anche il video.

Grazie a tutti coloro che sostengono il nostro eco-teatro.

E ringrazio anche chi viene da altre regioni d'Italia per vedere questo spettacolo.


giovedì 23 ottobre 2014

Sogno Monnino

Dedicata a Carlo Monni, che oggi avrebbe compiuto 71 anni.

Maremma impestata
e anche indiavolata:
Monnino, tu mi sei apparso in sogno
ti volevo dar da bere il mommo
e tu mi dicevi:
-O icchè, vien via, giù
codesta gl'è acquarella-.

O Carlo, ma che la smetti,
porca miseria,
ci sei anche te!
Ma che affollamento
che gente che traffico
nell'aldilà-tormento.

Bene, per ora,  Carmelo,
gl'ha smesso di venire
ma ha detto che ritorna,
perché ce n'ha una corpata
da dirne, che sforna.

Ma che lo vedi, il Bene?
Glielo chiedi?

-O che hai finito l'operazione?-,
tu mi ripeti e mi ripeti...;
Carlo, t'ho levato
lo spunzone e rilevato,
di vetro, anche nel sogno,
come sul palco,
ti ricordi?
e or non sei contento:
lavati i piedi,
porca miseria,
e ci vede carne a stento.

Tu m'ha detto:
-Portami le scarpe
quelle di tela
quelle di Leonardo,
ci stavo tanto bene,
portami quelle,
e' mi conviene-.

Ma che la smetti di camminar peduli
alle infernal Cascine e poi alle prove
sbaùli?
T'entrano dentro i pezzi di bottiglia
nella tua carne dura e tiglia,
e mi tocca far l'infermiera
anche nell'ultrasfera!

A Torre Galli
per forza, ti buttan fuori
e vien da me
per i malori!

Maremma impestata
e anche indiavolata;
Monnino tu mi sei apparso in sogno,
ma non ti dò più mommo.

Le scarpe di tela sì che te le porto,
come se vivo fossi, non morto.

mercoledì 22 ottobre 2014

OSHO RAJNEESH

Spesso i libri di Osho vengono sbrigativamente classificati come 'new age'. La sua figura ricordo veniva ridicolizzata molto, era quello che possedeva non so quante Rolls-Royce, 93 credo, che però in realtà possedevano i suoi discepoli, non lui.
Osho era un filosofo indiano. O meglio: un mistico e un maestro spirituale. Lo lessi la prima volta durante un'occupazione dell'Istituto d'Arte di Porta Romana a Firenze, ma ero una bambina in pratica, e allora non amavo la filosofia orientale. Almeno quella che si presentava a me anche attraverso interpretazioni strumentali. Dovevo ancora leggere bene Schopenhauer.
A parte le ripetizioni, forse eccessive, nei testi e discorsi di Osho, a me piace molto il concetto della de-ipnosi dal condizionamento politico-sociale; in pratica i suoi discorsi, i suoi insegnamenti avrebbero questa finalità.
E' l'aspetto politico di Osho che più mi interessa, quello che si evidenzia soprattutto in seguito alle persecuzioni nei suoi confronti negli Stati Uniti (altro che Rolls-Royce), quando terribilmente sperimenta l'assolutismo dei governi democratici. Osho ripudia in toto il mondo politico e religioso. E' stato ucciso, come accadeva a quasi tutti i veri oppositori fino a qualche anno fa (ora il potere sceglie anche la strada dell'isolamento eccetera, dato che si esiste solo nei media); Osho fu avvelenato con tallio, che dopo alcuni anni lo portò al cancro e alla morte precoce. 
Quando, espulso dagli Stati Uniti, dove aveva fondato una comunità che infastidiva, e nessun governo lo faceva entrare nel proprio territorio, Marco Pannella fu tra i pochi che impedirono all'Italia di unirsi alla vergogna.

martedì 21 ottobre 2014

TEATRO METASTASIO: QUANTO COSTA?

Sotto copio il tariffario per l'affitto del Teatro Metastasio: sono cifre considerevoli, anche se i costi effettivamente ci sono. Nessuno può negarli. Il tariffario è anche in linea con i costi di altri teatri.
Ma la mia domanda è: quale associazione, quale scuola se non una tantum e con estrema difficoltà, può sostenere queste spese di affitto?
Soprattutto 3.500 euro per una serata! E' chiaro che bisogna essere certi dell'incasso per rientrare nelle spese.  Dunque tanto pagavano Cenni e compagnia per Pratoincontra? Ve lo ricordate? Oppure erano altre le tariffe, perché si trattava del Comune che organizzava? Chi lo saprà mai?
Credo che il teatro pubblico dovrebbe essere un tantino più accessibile.
(E questo non vuol dire affatto abbassare il livello della qualità degli spettacoli, ma tutto il contrario,  se per rientrare nelle spese le associazioni devono per forza proporre spettacoli di cassetta!....)
Altrimenti, la partecipazione economica del Comune, della Provincia, della Regione, cioè i nostri soldi servono solo a creare consenso per la politica? Il teatro come 'vetrina' (inaccessibile, aggiungo io), di cui parlava l'ex-sindaco Romagnoli?
Oggi è più che mai necessario sapere come si spendono (e anche come si incassano) i soldi pubblici, e di questa trasparenza davvero non c'è traccia sui 'siti'.


Dal Sito del Metastasio:

Concessione degli spazi

Gli spazi del Teatro Metastasio, del Ridotto e del Teatro Fabbricone hanno il compito e lo scopo prioritario di ospitare la programmazione e le attività ad essa collegate che vengono annualmente promosse dalla Fondazione Teatro Metastasio. Questi spazi, finita la stagione teatrale, possono essere concessi in uso a Scuole, Associazioni ed altri enti che ne facciano richiesta per l'effettuazione di attività teatrali e culturali in genere.
img1

Modalità della richiesta

La richiesta per l'uso dei suddetti spazi per la stagione entrante dovrà pervenire alla Fondazione entro il 30 giugnodi ogni anno. Le richieste pervenute saranno esaminate dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione in merito alla concessione dello spazio.
Il Consiglio di Amministrazione ha la facoltà di modificare le date di concessione dello spazio nel caso in cui ciò si rendesse necessario per lo svolgimento dei programmi del Teatro.
La Fondazione Teatro Metastasio si riserva di comunicare la risposta dell’accettazione o meno della richiesta e della disponibilità di date entro il 30 settembre dell’anno in corso.
Eventuali richieste non pervenute entro tale data potranno essere valutate dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Teatro Metastasio. In questo caso la richiesta dovrà comunque essere trasmessa almeno 60 giorniprima della data dell'iniziativa. Per esigenze di necessità e per sopravvenuti impegni, la Fondazione si riserva comunque il diritto di modificare le date assegnate senza che ne derivino conseguenze di sorta per la Fondazione.
L'Ente, Associazione, Società, Organismo pubblico e privato che intende richiedere la concessione d'uso del Teatro, deve avanzare formale istanza al Teatro su modulo appositamente predisposto.
Si prega di stamparlo e di riempirlo in ogni sua parte a mano e di farlo pervenire al Teatro con le seguenti
  • consegna diretta alla segreteria del Teatro
  • invio tramite posta raccomandata a: Teatro Metastasio, via Cairoli 59 - 59100 Prato
  • invio tramite fax al numero 0574/608524
  • invio tramite email all’indirizzo info@metastasio.it
Le richieste presentate in modo incompleto non verranno prese in esame.


Servizi forniti

L'ente richiedente dovrà specificare al momento della formulazione della domanda le caratteristiche della manifestazione e concordare con la direzione la tipologia dei servizi, tenuto conto delle regolamentazioni interne e delle norme che stabiliscono l'agibilità dei diversi spazi.
Per le manifestazioni che richiedono l'installazione di attrezzature o impianti di cui i locali non sono dotati, i concessionari dovranno provvedere a propria cura e spesa all'acquisizione, sistemazione e smontaggio.
Qualora siano previste riprese radiotelevisive di una iniziativa, queste dovranno essere esplicitamente autorizzate.

Tariffe

TEATRO METASTASIO€ 900,00 + IVA
per ogni giornata di prova
€ 3.500,00 + IVA
per ogni giornata di rappresentazione
RIDOTTO TEATRO METASTASIO€ 300,00 + IVA
+ spese da quantificare per ogni giornata
TEATRO FABBRICONE€ 700,00 + IVA
per ogni giornata di prova
€ 2.000,00 + IVA
per ogni giornata di rappresentazione
Le tariffe sopra indicate sono comprensive dei seguenti servizi:
  • uso dello spazio
  • illuminazione, riscaldamento, pulizie
  • assistenza di un macchinista e un elettricista
  • attrezzature di proprietà della Fondazione
  • servizio maschere e antincendio
  • servizio biglietteria
Ogni altra richiesta di personale o di impiego del personale a disposizione oltre l'orario previsto, nonché di servizi o attrezzature tecniche aggiuntive dovrà essere concordata e rimborsata alla Fondazione Teatro Metastasio secondo gli accordi integrativi al contratto di concessione dello spazio.


http://www.metastasio.it/it/informazioni/concessione-spazi.asp

Infine, per conoscere meglio il Teatro Metastasio copio incollo quello che sta scritto sul sito della Regione Toscana:


Fondazione Teatro Metastasio di Prato

Ente di diritto privato di cui all'art. 22, comma 1 lett. c) D.Lgs 33/2013 - La Regione partecipa al fondo di dotazione come fondatore.

Ragione sociale: Fondazione Teatro Metastasio di Prato

Funzioni attribuite e attività svolte: diffondere la cultura teatrale attraverso la produzione, la  distribuzione e la rappresentazione di spettacoli con precipuo riferimento all'ambito cittadino e regionale
Codice Fiscale: 92029820484
Data di costituzione: 03/08/1994
Legge Regionale di riferimento: L.R. 2 luglio 1996, n.51 "Partecipazione della Regione Toscana alla "Fondazione Teatro Metastasio di Prato"
Indirizzo: Via Cairoli,59 – 59100 Prato
Tel: 0574/608553
Fax: 0574/608524
E-mail: info@metastasio.it
Link: www.metastasio.net
Composizione del fondo di dotazione:
SocioQualità di socio (Fondatore / Sostenitore)Valore (€)Quota %
Regione ToscanaFondatore25.822,8517,24%
Comune PratoFondatore103.291,3769,12%
Provincia di PratoFondatore20.658,2813,79%
Totale149.772,50100,00%


http://www.regione.toscana.it/-/fondazione-teatro-metastasio-di-prato

LE VELINETTE

All'Opera di Parigi una facoltosa signora velata è stata allontanata durante la recita.
Loro almeno hanno il coraggio di farle, certe azioni. D'altronde, aver vissuto una Rivoluzione, qualcosa ha lasciato.
Come amo la Francia, in questi momenti.
Noi invece dobbiamo assistere alle nostre velinette del potere, che per omaggiare certo altro potere - soprattutto economico - , si mostrano davanti alle telecamera con il velinetto in testa.

lunedì 20 ottobre 2014

Lettera a Marcello

Marcello,
non offendermi con le tue insinuazioni.
L'orticello che tu dici ho coltivato, il mio teatro, è malandato, perché in Regione ne hanno decretato la sua morte.
E' vero, quest'anno sembra esserci maggiore presenza di pubblico, ma credi, nessuno mai mi comprerà con un biglietto. 
Non ci sono 'biglietti avvelenati', e tutti possono e sono potuti venire, come anche hai fatto tu, incluso senza alcun biglietto da pagare.
Con le tue insinuazioni mi vuoi abbassare alla tua prospettiva, dove tutti brigano per interesse: io no, tant'è che ho perduto parecchio se non tutto, e non solo per Gonfienti, ma da molto prima; guarda, per l'esattezza nel 1988, quando vincitrice di un premio teatrale prestigioso, rifiutai di pagare la tangente che mi avrebbe permesso di entrare nel giro dei grandi teatri.
Perché vedi, Marcello, per me il teatro è mezzo per la politica, e infatti non è un caso che la politica sia nata a teatro.
E proprio per questo, prima ancora del teatro, per me c'è la libertà.

domenica 19 ottobre 2014

PRATO, LA CICLABILE DEL BRECCIOLINO: ASINI!


Ecco, ho fatto la foto alla 'ciclabile del brecciolino' di Prato, in cui le ruote affondano. Che capolavoro! Soldi pubblici buttati!
Dovranno arrivare molte piogge prima che il terreno lo abbia assorbito, anche perché hanno buttato brecciolino grosso.
ASINI!

MIRIAM 4 - COM'E' ANDATA

Miriam 4: innanzi tutto noi eravamo stanchissimi, perché siamo impegnati anche in altri spettacoli eccetera. In più ieri pomeriggio abbiamo fatto le riprese, che sono sempre molto snervanti. 

Osservo che arrivano persone da fuori (Firenze, Pistoia) e fuori dalla cerchia delle nostre conoscenze, e questo è un risultato.

Il dibattito sembrava non dovesse nascere, e invece poi... 

Il pubblico mi chiede ancora come è nata l'idea dello spettacolo, perché la chiesa locale è assente (io aggiungo anche - a parte una consigliera del M5S - anche la cosiddetta politica era del tutto assente!)...
Una signora ha commentato che Miriam parla anche della difficoltà oggi di accettare il bene; Gianfelice, che fra le molte cose che vi si può vedere nel testo -testo polimorfico e polisemantico -, il fatto che Dio viene 'salvato' da una donna...
Il dibattito ha preso anche una piega politica, grazie anche a Fulvio Silvestrini, che è tornato per la seconda volta. A lui questo spettacolo piace particolarmente, perché sente la necessità oggi della provocazione.

Le ragazze - Federica e Francesca - sono state molto brave, anche a sopportare tutta la pesantezza del pomeriggio e della serata.

Alcuni commenti sul libro del gradimento, di cui uno molto lusinghiero:
"Idea geniale. Bello spettacolo, recitazioni magistrali".

Per l'ultima replica del prossimo sabato cercheremo di organizzare una serata speciale.

sabato 18 ottobre 2014

MIRIAM 4

Stasera quarta replica di Miriam, moglie di Gesù.
Grazie a tutti coloro che verranno al Teatro La Baracca di Prato.
Ma in particolare a quelli che,  sfidando i pregiudizi, le mode culturali e la doxa, saranno presenti e finalmente vorranno guardare solo con i loro occhi e pensare con la loro testa.

venerdì 17 ottobre 2014

Prato, una città intrappolata

La mia nuova bicicletta. 
E' l'unica cosa americana che ho.
Mi sono fatta cambiare il manubrio, l'ho sostituito con uno che può fare due funzioni, da corsa e simil olandese.
Purtroppo la gioia di possederla e di muovermici è attutita dal contesto, dalla città dove vivo, intrappolata, volgare, litigiosa, stupida, INVIDIOSA!
Dove la politica si riduce ai balletti degli amministratori, le lunghe finte discussioni che organizzano per i cittadini (?), in cui si dovrebbe decidere cosa fare su una zona, quando ormai è già tutto deciso. Dove non si è ancora fatto un piano per la mobilità, urgente e sostanziale, che ci permetta di vivere e pensare diversamente la città.

Siamo indietro? No, siamo di lato, messi di traverso, ottusi. Presuntuosi ma senza poterlo essere. Comanda e decide chi non ne ha i numeri, perché in realtà a decidere sono altri che mettono in politica troppo spesso chi è mediocre e non preparato per meglio manovrarlo, o chi si presta al gioco.

Un po' come si vede in giro: nei grandi teatri, pochissimi grandi attori. 
Eppure il pubblico pecora li osanna. O le volpi.

Intanto, la politica che prometteva le ciclabili (che si muove in macchina però, tutti santi mobilitantesi a parole!) ha messo il brecciolino sulla ciclabile, e io vorrei sapere chi sono questi  'professori' della mobilità.

P.S: Chi è che si occupa delle ciclabili a Prato? L'Ufficio Ambiente? L'Ufficio Strade? ASM? Provate a telefonare, e vi renderete conto di cosa significhi essere cittadino! Nessuno sa niente, tutti si rimbalzano la pallina. Fantastico!


giovedì 16 ottobre 2014

BRECCIOLINO SULLA CICLABILE: FERMATELI!

Ma io non so chi sono questi INCOMPETENTI DEL COMUNE DI PRATO che stanno facendo mettere il BRECCIOLINO SULLA CICLABILE lungo il fosso fra Galciana e Iolo!

Prima che si possa ritornare bene in bici, ci vorranno mesi e mesi!  Così noi ciclisti, coloro che si muovono a Prato con la bici, sono costretti ad andare sulla strada e non utilizzare nemmeno quello che di ciclabile c'è.

Si capisce che questa gente non va in bici, che non si sposta in bici! Che usa LA SANTA AUTOMOBILE E BASTA!

Per favore, mettete me a occuparmi della ciclabile, METTETE ME, ve lo faccio GRATIS!

SIETE INCOMPETENTI E SPENDETE INUTILMENTE I NOSTRI SOLDI.

Invece di pulire gli argini e di sistemare diversamente la terra battuta, hanno versato venti centimetri di brecciolino. Si fa fatica anche a camminare!

GLI EXTRATERRESTRI DI CUI ASIMOV NON SI RESE CONTO

Quando arrivano i potenti nelle città
bloccano le strade
le chiudono

disegnano zone rosse

non si può più camminare
non si può più telefonare
non si può più incontrare le persone

agli incontri d'amore si arriva in ritardo
la metropolitana diventa nemica

Premono il bottone:
interruzione della libertà!

Si sentono sirene sirene sirene
lampeggianti delle macchine accese

e vetri scuri sulle lunghe automobili
cadono come ghigliottine!

e io mi sento di odiarli
ecco semplicemente così

li odio
con il loro carico di soldi
con il loro carico di terrore
con le loro facce brutte
e deformate
dalla brama brama brama!

Ma chi sono questi?
Cosa vogliono cosa fanno?

Non si riesce a fermarli,
gli invasori devastatori oppressori?
No, sono i pOtenti.

Ecco, eccoli i veri extra-terrestri.

Asimov, non te n'eri reso conto.

mercoledì 15 ottobre 2014

TEATRO LA BARACCA, IL PRIMO 'ECO-TEATRO' (L' UNICO E PRIMO TEATRO VERAMENTE ECOLOGICO)




Se ingrandite la prima foto, sulla sinistra vedrete com'era La Baracca alla fine degli anni '80 o primissimi anni '90. E com'era intorno, anche nella proprietà della chiesa confinante a noi. Era invaso dalle canne e da certo abbandono. Anche la Baracca cadeva a pezzi. 

Noi abbiamo rispettato e valorizzato quello che c'era, ci siamo inseriti perfettamente nel contesto, non abbiamo invaso nulla. Quando si parla di 'teatro di campagna' o peggio ancora, di 'teatro bomboniera', si vuole sminuire, e senza averne cognizione di causa, la rivoluzione culturale e perché no urbanistica che abbiamo compiuto sul territorio (pur rispettandolo!),  realizzando un piccolo teatro con materiali riciclati e naturali. E quando non se ne parlava affatto, quando non era di moda; anzi, quando il solo pensare al riciclo dei materiali era considerato risibile!  Senza chiedere una lira o euro a nessuno. Abbiamo fatto tutto con le nostre mani, io stessa ci ho lavorato come manovale di mio padre, e ci continuo a lavorare quotidianamente per le ristrutturazioni, le riparazioni eccetera, a parte gli elementi imprescindibili per la sicurezza dello stabile che noi da soli non potevamo effettuare, come l'impianto elettrico a norma, il bagno anche per disabili, eccetera.

Siamo il primo e al momento unico teatro veramente ecologico in Italia, con un giardino, il pereto, sul lato sinistro; sappiate che anche questo hanno denigrato, quando abbiamo cominciato a farci attività nel 2000!

Il nostro teatro è davvero unico nel suo genere, e non sono in Italia. E ne sono orgogliosa.

La piccolezza non sta nelle nostre dimensioni, ma nel giudizio - malignamente e invidioso della nostra originalità - di chi ci denigra.


Alcuni dati:

anno di inizio costruzione del teatro 1992/1993.

Anno di inizio di attività teatrali: 1993.

Anno di inizio di stagione teatrale: 1997

Anno di inizio di attività nel pereto: 2000.

Anno di completa messa a norma del locale, con uscite di sicurezza, impianto elettrico, antincendio, bagno disabili eccetera: 2003.

Anno di ristrutturazione del tetto: 2007. (La caratteristica del tetto è che si autoventila tramite una griglia sulla sommità. Questo permette di regolare la temperatura interna a seconda del tempo e di ridurre il consumo energetico per il riscaldamento o il raffreddamento).

Costruzione della tribunetta interna per migliorare la visibilità: 2008. (La tribunetta è smontabile, a seconda della necessità di spazio per la messa in scena).

Altre ristrutturazioni esterne e interne: muretti di cinta, rete, pereto eccetera: 2013 e 2014.

Capienza del teatro: senza tribunetta 65 posti (comodi); con la tribunetta 60 (comodi).

Per il futuro: stiamo pensando -limitatamente alle nostre magre disponibilità finanziarie - a modi alternativi ed ecologici per illuminare la scena e limitare i costi della corrente elettrica.

Teatro La Baracca, il primo e unico Eco-teatro. 


Finitela con le allerte meteo, non ne beccate una!

Stanotte a Prato, e qui a Casale in particolare, è successo il finimondo. L'acqua arrivava orizzontalmente, e non era acqua, erano sassi.

E meno male che l'allerta era finita. E non cominciate con la storia delle 'bombe d'acqua', che arrivano all'improvviso eccetera eccetera!

Direi che basta con le vostre inutili allerte, che arrivano, stanno per arrivare, sono in ritardo, fra 12 ore, e poi il disastro arriva quando non lo dite mai, Protezione Civile!

Come è successo a Genova, come è successo in Maremma, eccetera.


Con le allerte meteo (o la storia delle 'bombe')i Comuni pensano di ripararsi dai disastri che avvengono sul loro territori, accentuate non solo dall'innalzamento anomalo della temperatura, ma anche dallo scempio edilizio che la politica ha autorizzato senza limite dal dopoguerra in poi. 

Tutto hanno fatto in nome del guadagno e del lavoro: fabbriche, obbrobri di case, costruito sugli argini eccetera... Un territorio occupato dal cemento che necessita di essere monitorato costantemente, con affanno! E riparato, riparato, riparato!

Prima l'acqua finiva sui campi, e le alluvioni - che qui nella Piana ci sono sempre state - erano mediamente meno disastrose e frequenti di oggi.


Dal sito del Comune di Prato
"Aggiornamento del 15/10/2014 ore 07.00
Malgrado lo stato di Criticità moderata relativo alla nostra zona di allerta sia stato dichiarato concluso ieri alle ore 12, questa notte forti piogge si registrano in tutta l'area pratese e pistoiese..."

martedì 14 ottobre 2014

MIRIAM moglie di Gesù: recensione

“MIRIAM – moglie di Gesù”: comincia con uno “scandalo” la nuova stagione del Teatro La Baracca

di Eloisa Pierucci

“MIRIAM – moglie di Gesù”, nuovo spettacolo del Teatro La Baracca di Prato – con il quale collaboro occasionalmente e che, pur in assenza di finanziamenti, ha inaugurato da poco una stagione teatrale molto ricca, all’insegna del concetto di “scandalo” -, è un’opera tanto godibile quanto difficile da classificare e commentare.
Il testo della regista e attrice Maila Ermini, con un linguaggio apparentemente semplice e leggero e un ritmo che alterna abilmente i tempi della commedia a quelli della tragedia, mette lo spettatore a confronto con un tema spinoso quale il rapporto tra religione e ateismo. Protagonista della pièce, ambientata ai giorni nostri, è un’atea che diventa inconsapevolmente – e paradossalmente – moglie di un redivivo Gesù: la scoperta della vera (o presunta?) identità del marito, il difficile ménage della coppia e le svariate complicazioni che ne seguono sono il motore della vicenda. Miriam si trova infatti in carcere per una rissa scoppiata tra lei e alcune donne che l’avevano schernita a causa del suo strano matrimonio.
Il tempo trascorso in attesa del processo è scandito da alcune visite: un avvocato, un alto prelato, un giornalista americano, una guardia. Ognuno di questi personaggi carpisce a Miriam una parte della sua storia, un pezzo della sua vita insieme a Gesù; emergono così idealità opposte, contraddizioni e conflitti. Non solo il già citato contrasto religione / ateismo, cuore della performance, ma anche la dicotomia tra la libertà e l’oppressione morale rappresentata dagli esponenti della Chiesa, o ancora la contrapposizione fra il disinteressato altruismo di un Gesù riportato alla sua dimensione evangelica e il più concreto egocentrismo incarnato dalla protagonista, figura quanto mai ricca di sfaccettature.
Miriam ci disorienta perché è al tempo stesso un simbolo (della libertà di coscienza, ma anche degli egoistici, elementari bisogni legati al nucleo familiare) e una donna in carne e ossa, umile e sfrontata, ignorante e consapevole, contraddittoria e autentica nella sua complessità. Le fa da contraltare il coro delle detenute – elemento mutuato dalla tragedia greca -, vox populi che funge da commento all’azione, ma anche efficace rappresentazione dello spirito che anima le sempre più frequenti “guerre tra poveri” (sempre più spesso chi si trova in una condizione precaria si scaglia contro chi, in definitiva, è nella stessa situazione: ad esempio “va di moda” dare agli immigrati la colpa della crisi economica).
Lo spettacolo si presta dunque a diverse interpretazioni, a una lettura a più livelli: di fatto ognuno, vedendolo, si troverà a doversi confrontare con le proprie certezze (o incertezze) interiori. Un materiale tanto ricco e stimolante viene presentato in una forma assolutamente fruibile, mai pesante: merito del perfetto equilibrio raggiunto dal testo, ma anche degli ottimi interpreti. Al cast abituale del Teatro La Baracca – composto da Maila Ermini, in grado di restituire tutta la verità e complessità di Miriam giocando anche su toni irresistibilmente comici, e Gianfelice D’Accolti, che dà vita ai quattro personaggi maschili con la versatilità del grande virtuoso – si aggiungono Federica Angeloni e Francesca Lenzi, due allieve-attrici che per la prima volta calcano il palcoscenico come professioniste, molto efficaci nella loro aspra, ironica, disturbante caratterizzazione del coro.
Restano solo due repliche di “MIRIAM”: sabato 18 e sabato 25 ottobre, ore 21. Per maggiori informazioni, rimando al sito del teatro:http://www.teatrolabaracca.com/ (prenotazione consigliata). 



Tante belle cose

Lievemente modificato rispetto al previsto, ma solo nelle date. Ospitiamo Massimo Smuraglia, si replica Carla Lonzi sono io! e finiamo april...