domenica 1 novembre 2015

Appello per la Fattoria Medicea nel Parco delle Cascine di Tavola a Prato

Dopo la visita di ieri alle Cascine di Tavola, organizzata dal Prof. Giuseppe Centauro e dal Prof. David Fanfani,  lo sconforto è assoluto: vedere ormai ridotto a rudere, contornato dall'indifferenza delle cosiddette istituzioni, un patrimonio architettonico, storico culturale come la Fattoria di Lorenzo! 
Vergogna, Prato, Toscana, Italia.

Pubblico l'appello del Prof. Centauro, che contiene anche preziose informazioni sulla Fattoria stessa.


La Fattoria Medicea nel Parco delle Cascine di Tavola a Prato
La Fattoria Medicea si trova oggi in un deplorevole stato di conservazione a causa di una perdurante vicenda giudiziaria mossa nei confronti dei privati che stavano ristrutturando il complesso per usi ricettivi. Paradossalmente questo sequestro (solo da pochi mesi risolto), andato avanti per anni, è avvenuto in una delicata fase di riabilitazione funzionale che bruscamente interrotta ha procurato ampi crolli e un progressivo degrado delle strutture.  A distanza di un anno e mezzo dall’appello per salvare la Fattoria Medicea lanciato in occasione della mostra dei progetti elaborati dagli studenti del laboratorio di restauro  del Dipartimento di Architettura di Firenze (marzo 2014), il gruppo di docenti e del personale tecnico dell’Ateneo fiorentino in visita alle Cascine di Tavola, insieme a tanti comuni cittadini partecipi al sopralluogo, condivide l’appello di allora affinchè s’intervenga con un’immediata e risoluta azione di messa in sicurezza  sull’intero complesso, avendo una preoccupazione in più sulle sorti della fattoria per l’approssimarsi di un’altra inverno (l’ottavo consecutivo senza che si sia fatto nulla!) e con esso dell’avanzare inesorabile di un ulteriore inevitabile dissesto strutturale e di un’ancor più irreversibile disgregazione materica che andrà a colpire un’architettura già martoriata oltre ogni ragionevole misura.
Un j’accuse che coinvolge direttamente la società civile e le coscienze di tutti
S.O.S. FATTORIA LAURENZIANA
Per il restauro di una straordinaria emergenza architettonica, archetipo della ruralità toscana nel mondo.
Il complesso immobiliare, costituito dal nucleo storico della Fattoria voluta da Lorenzo il Magnifico nel 1477 e dagli annessi principalmente edificati tra il XVI e il XVII sec. (Magazzino dei Risi, Mulino, Pozzo Nuovo) con il grande stallone del XIX sec., riveste un’importanza storica e artistica rilevantissima.
La tenuta di Tavola, un esteso tratto di territorio posta sulla riva sinistra dell’Ombrone tra la frazione di Tavola a Nord-Ovest, il nucleo di Fontanelle a Nord–Est e di Poggio a Caiano a Sud, occupa la parte più bassa della piana pratese. Il complesso agricolo costituiva originariamente un insieme unitario con la vicina Villa Medicea di Poggio (dal 2013 quale “bene culturale” riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità - Unesco) e di questa rappresentava una parte integrante come pars rustica. La sua estensione andò gradualmente aumentando dalle prime acquisizioni, operate da Lorenzo de’ Medici, a partire dall’ultimo quarto del XV sec. fino al Novecento. Dopo l’Unità d’Italia, essa passò assieme alla Villa di Poggio a Caiano, alla famiglia Savoia, responsabile nel primo dopoguerra dello smembramento del complesso, con la separazione della Villa, rimasta poi allo Stato, dalla tenuta, ceduta prima ad un ente di assistenza ai reduci di guerra, e da questa, poi, a privati.
L’organizzazione spaziale del complesso di oltre 22.000 mq. risponde anche alle regole che Leon Battista Alberti aveva descritto pochi decenni anni prima dell’acquisizione da parte di Lorenzo, ne L’Architettura, per la realizzazione di un moderno complesso di villa rustica.  Al centro si trova la piscina, attorno a questa, sul retro e sui lati, vi sono le stalle; di fronte, a sinistra le stanze per la preparazione del formaggio e sulla destra le unità di abitazione. I vani sono identificati come “lattaia”, “caciaia”, “cucina”, “luogo dove si cuoce il cacio”, “sala”, “camera”, ecc.
Il complesso, pur presentando numerosi spazi per la residenza, aveva una vocazione principalmente produttiva; in esso le attività agricole e quelle di trasformazione del prodotto primario avevano certamente prevalenza su quelle abitative, che erano comunque necessarie per far funzionare l’insieme.
Insomma si realizzò un modello assoluto che non ebbe uguali sul suolo nazionale, orgoglio della famiglia de’ Medici; fu poi imitato dagli Sforza a Milano e da tutte le signorie dell’Italia Settentrionale e Centrale.
La peculiarità straordinaria è che tutte le fabbriche che compongono il quadrato centrale delle Cascine ha mantenuto nei secoli, una generale corrispondenza all’impianto originario.
La sfortunata vicenda di questi anni che ha portato al sequestro preventivo da parte del Tribunale di Prato su esposto dell’Associazione “Italia Nostra”, finalmente risolto dopo quattro anni di attesa, offre l’opportunità unica per la mano pubblica di riacquisire la titolarità del bene al fine di recuperare funzionalmente il complesso, di restaurarlo per riportarlo architettonicamente agli antichi splendori e magistralmente dotarlo di servizi adeguati al livello internazionale che compete a questa struttura.
Prato 31-10-2015

Prof. Giuseppe Alberto Centauro






2 commenti:

Anonimo ha detto...

Spero di non sentire per l'ennesima volta Biffoni dire che siccome non e'sua competenza non puo'fare nulla. Un sindaco con gli attributi puo' fare pressioni e sollevare il problema con le istituzioni competenti,magari anche facendo qualcosa di eclatante come farsi intervistare davanti al rudere,mettendo quindi una bella lente di ingrandimento sulla situazione. Ma a Prato NON abbiamo un sindaco con gli attributi,piuttosto un fantoccio .

Anonimo ha detto...

Grazie, Maila per fare da tramite di tutto questo. Primavera di Prato mi piace perché è un blog che i furfanti non possono strumentalizzare per tirare la pelle del baccalà condito di proteste come gli pare a loro.

Celestini: un'altra piccola scoperta

Ho scelto di fare un'altra locandina per questa quarta replica, che coinvolge il mio vissuto, come ben capiranno chi ha già visto la Mos...