martedì 29 dicembre 2015

Italia un paese senza cultura ambientale

Il problema dello smog di questi giorni nelle città a causa della nebbia, è solo la punta dell'iceberg in un paese che non ha, a nessun livello, né locale né nazionale, cultura ambientale, né la promuove.

Nelle città i sindaci balbettano, soprattutto in questo periodo che bisogna spendere i soldi e quindi le città devono essere accessibili per il commercio!, e il Presidente del Consiglio Renzi non se ne cura minimamente, preso com'è nel suo spettacolo dal titolo 'La ripresa dell'Itlaia', dove per la questione ambientale non c'è nessun ruolo.

Chi poi persegue, a livello personale e quotidiano, una vita 'diversa' e cerca di inquinare meno possibile, riciclare, muoversi in bici, non utilizzare o ridurre al massimo i detersivi, beh, è soggetto al pubblico ludibrio.

Ricordo che quotidianamente si possono mettere in pratica piccoli comportamenti e senza troppa fatica per inquinare meno: andare più possibile a piedi o in bicicletta o con i mezzi pubblici; utilizzare proprie buste per la spesa; mettere da parte cartone e quanto possibile che possa essere utile per varie situazioni; per verniciare, utilizzare vernici ad acqua; ridurre l'uso della plastica e dei contenitori; riscaldare in modo corretto gli ambienti, senza eccessi e magari coprirsi di più; per lavare i piatti usare i fondi del caffé o l'acqua della verdura; oppure, per chi ha il camino, può andar bene la cenere che, quando è passata bene, è ottima anche per la lavatrice.

Ricordare che il rifiuto è oggi trattato un affare e che noi con il rifiuto possiamo anche risparmiare soldi e tempo; che andando a piedi o in bici guadagniamo in salute; e che comprare una automobile è un investimento solo per le case automobilistiche.

Se fossi un sindaco, anche a rischio di passare per ridicolo - io spesso sono stata derisa e lo sono per questo - , darei consigli pratici in materia ambientale; più che soldi buttati nei mega manifesti di auto-promozione, spenderei i soldi pubblici in campagne di sensibilizzazione.
Ma chi non pratica questo tipo di vita o una politica minimamente alternativa, certo non può pensare né immaginare, o men che meno permettersi, alternative se non il traffico veicolare a targhe alterne o poco più.

Quando la nebbia se ne sarà andata dalle pianure padane, il problema ambientale poi ritornerà nel comodo vano del dimenticatoio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ci si puo' aspettare di meglio in una nazione governata da un politico (e dalla sua cerchia di fidi bancari) la cui massima espressione intellettuale e' l'elaborazione della categoria dei gufi? Siamo precipitati nell'inferno delle banalita'. Uno stenterello pieraccionesco, proto-markettaro da salotto sull'Arno, un parvenu' di Palazzo Chigi, peggiore di molti che l'hanno preceduto.

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