venerdì 4 marzo 2016

L'ombra degli Etruschi - la 'vera' mostra, ovvero quello che non vi mostreranno mai (2-3)

Seconda puntata
"Dopo l’autorizzazione rilasciata nel novembre 2006, si avviano il lavori per l’ampliamento dello scalo merci dell’interporto che è stato documentato nella prima puntata, hanno già procurato l’interramento del decumano, adesso si prosegue, tra il gennaio e il febbraio del 2007, con il progressivo ammassarsi ed abbandono delle cassette dei reperti laterizi di coppi, embrici e altri manufatti di copertura dei tetti dell’antico insediamento etrusco, o peggio  si procede direttamente alla discarica diretta degli stessi, appena fuori dal recinto di scavo dell’interporto..."

Terza puntata
"La tristissima vicenda patita nella primavera-estate del 2007 dall’area archeologica di Gonfienti prosegue purtroppo con risvolti a dir poco paradossali.
Nei nove mesi intercorsi tra la data del rilascio del nulla osta ministeriale e la consegna definitiva del cantiere (settembre 2007) per dar corso alle opere progettate per lo scalo merci interportuale, succede l’irreparabile.
Le foto aeree lo testimoniano con grande precisione (vedi immagine datata 7 settembre 2007, tratta da Google Earth) l’affannosa attività di scavo all’interno del sito. Un vasta necropoli dell’età del Bronzo, dal medio al finale, come dire dal 1650 ca al 1150 a. C., si palesa nella parte più orientale del lotto, agli archeologhi preposti a bonificare il terreno prima che vi si costruisca sopra l’abnorme magazzino di 200.000 mc. e la piattaforma in cemento armato  su plinti estesa su di una superficie di oltre 120.000 mq.
Un ritrovamento eccezionale, quello dell’età del Bronzo,  che pure si accompagna al sacrificio non meno penoso della parte più settentrionale dell’insediamento etrusco che sfortunatamente era posto al di qua del piazzale di interscambio, a ridosso del tracciato dei binari del treno. Non staremo più a ricordare le sorti della grande arteria glareata ascrivibile alla prima età del ferro, già illustrata nella seconda puntata. Pur tuttavia la straordinarietà dei reperti del bronzo qui ritrovati in decine e decine di tombe e classificati tra i più belli del periodo, poi pubblicati sin tempi non sospetti dalla stessa Soprintendenza, nonché l’importanza scientifica di avere constatato come, pure a distanza di secoli, la città etrusca di nuovo insediamento sia stata fondata in prossimità di questa “magnifica” necropoli di possibile ascendenza micenea, rende talmente dolorosa l’obliterazione archeologica da far impallidire qualsiasi uomo di cultura. La disinformazione e la superficialità degli atteggiamenti tenuti in quella circostanza rendono fin troppo palese l’enormità dello scempio e l’ombra gettata sugli scavi. Il tutto, o fattaccio che dir si voglia, si consuma in pochi mesi, caratterizzati da un inutile, quanto improba gara contro il tempo certamente sostenuta dagli archeologi nel condurre in così poco tempo  scavi troppo estesi e così ricchi di reperti che avrebbero richiesto almeno due/tre anni di una suppletiva campagna di studio.
C’è da dire che dopo tanto sforzo, non ci saranno in assoluto altre indagini archeologiche nel sito, non ci saranno altri saggi di scavo, non ci saranno altre occasioni e forse denari. Le ragioni non le sapremo mai ma, forse, si sarà preferito, c’è da immaginarselo, allontanarsi il più possibile da tale incresciosa situazione."



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