lunedì 19 settembre 2016

Teppismo a Prato

Oggi, sui giornali locali, è apparsa la notizia di un gruppo di teppistelli (spacciatori?) di origine magrebina, con al seguito cani di grossa taglia ancora cuccioli, che avrebbero assalito una persona nei giardini di Sant'Orsola a Prato, perché li redarguiva sui cani tenuti senza guinzaglio.
Questi giovanotti si sarebbero 'impossessati' dei giardini e, così come sono stati descritti, sono come una piccola banda poco raccomandabile e temibile che vi staziona tutti i pomeriggi.

Ora voglio ricordare che anch'io sono stata aggredita, non personalmente è vero, ma il teatro sì e più volte nel passato, da giovani teppistelli italiani che, sostando un po' ai circoli un po' al campetto della chiesa, poco gradivano la presenza di un teatro e di ciò che questo significa e rappresenta.

Una volta, qualche anno fa, i teppistelli, quasi tutti di buona famiglia italiana, senza contare i calci dati al portone dell'uscita di sicurezza mentre si facevano le prove o le bombette fatte scoppiare durante gli spettacoli, divelsero un cartello che portarono in corteo dileggiante per le vie del paese. 
Chiamai la polizia e ci fu parecchio trambusto, seguito dall'arrivo smarrito dei genitori che non si capacitavano come i  loro pargoli fossero diventati tanto 'birichini'.

Il gruppetto, piccato dalla mia reazione, ha cercato poi di intimidirmi, mettendo in atto il cosiddetto 'mobbing' con relativa derisione pubblica, incoraggiati dal silenzio di tutti coloro che hanno assistito al linciaggio, in particolare al circolo.

Al momento le aggressioni sono cessate, anche perché ho reagito con durezza, rivolgendomi, ancora una volta, alle forze dell'ordine che, devo dire, mi hanno consigliata al meglio.

Ho anche subito altre intimidazioni, nel passato, ma di altro genere. Provocazioni molto pesanti. Ma è argomento che riguarda più il diciamo malcostume politico.

Questo scrivo a testimonianza del fatto che il teppismo non ha una sola origine geografica e sociale (come anche nel passato episodi di cronaca nera ci hanno dimostrato), che questo agire delinquenziale è molto diffuso e troppo taciuto, e contro il quale si agisce poco a livello collettivo.
Esso prende in particolare di mira quei luoghi che rappresentano buona socialità, cultura e condivisione pacifica e libera del vivere civile.

Ora tutti protestano per questa aggressione ai giardini di Sant'Orsola. E giustamente.
Salvo poi, alcuni, a scandalizzarsi se vedono in giro locandine come queste; era il 2010:

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