sabato 8 ottobre 2016

Distributori che chiudono


-La macchinetta che distribuisce le lattine di bibite si è inceppata. Aiuto, come farò a prendere la mia coca-cola quotidiana? Il vetro si è anche appannato e non riesco a distinguere una lattina dall’altra, sembrano tutte uguali, nonostante che dalla fabbrica siano arrivate con colori, dimensioni, sapori, intenzioni e prezzi tutti diversi. Ho sete e ho già introdotto i miei ultimi spiccioli ma la macchina sembra bloccata. Non esce niente, né la lattina né i soldi. Le do uno spintone, la scuoto, cerco di parlarle e di convincerla, un po’ con le buone un po’ con le maniere forti. Nessun risultato. C’è un numero telefonico sulla targhetta in basso a destra, è il distributore responsabile di questa macchinetta. Faccio il numero, mi aspetto che risponda nessuno o una voce registrata che mi dice che a quest’ora, sono spiacenti, ma non possono rispondere: riprovare più tardi. Invece, no. Una voce calda da basso scuro risponde da chissà dove e sembra contento di parlarmi. Io sono arrabbiato, gli chiedo con energia ragione di questa macchinetta che non funziona e che mi mangia i soldi, è una vera ingiustizia, un sopruso. Ma lui è calmo e accogliente, mi sorride, quando qualcuno ti sorride al telefono tu lo senti, un uomo gentile e disponibile. 

"Qualche tempo fa – mi racconta benevolo – mi occupavo di altro, sa? E’ da poco che sono negli affari della distribuzione automatica di lattine di bibita. E’ un mestiere difficile, perché devi sapere dove poter piazzare le macchinette senza che qualche concorrente venga a portarti via tutto e a sabotarti. I posti per le macchine di distribuzione sono limitati: gli ospedali gli uffici le scuole le industrie le stazioni gli aeroporti i bar , che rappresentano il novantotto per cento del mercato, sono  in mano alle grandi organizzazioni che non lasciano spazio a piccoli distributori come me. Spesso uno deve inventarsi dove mettere le macchinette, come piazzarle, e farlo in modo talmente inaspettato che il cliente è così stupito dalla posizione, dal luogo che hai trovato, che per forza ti infila i soldi nella macchina e ti compra la sua bibita preferita. Così  i migliori piazzamenti li ho fatti dove meno te lo saresti aspettato: un binario morto, una stalla ecologica, un vespasiano pubblico. Ma ora, con la crisi, le grandi organizzazioni danno filo da torcere anche in questi luoghi di nicchia: li scoprono e danneggiano la macchina o te la portano via. Ho deciso per questo di cambiare mestiere, sa? Sono stanco di questa lotta quotidiana dalla quale uscirò sempre sconfitto.". 

"Capisco, - faccio io, convinto dalla bonomia del tipo e dalla sua completa buona fede, perché lo senti quando qualcuno ti dice la verità col cuore in mano – va bene, non si preoccupi neanche dei miei pochi spiccioli, capisco che la sua situazione è difficile e che ci sono forze oscure che sono invincibili e non è il caso di mettercisi contro; storia chiusa. E cosa pensa di fare? Quali sono i suoi programmi?". 

"Mi occuperò ancora di distribuzione, le confesso che è diventata la mia passione, ma cambio genere. Farò il distributore di spettacoli teatrali, l’organizzatore. E’ un mondo serio: gli assessori alla cultura e allo spettacolo spendono gran parte del loro tempo a riceverci, ad ascoltare i nostri cartelloni senza sbadigliare e, se invitati alle prime, non si addormentano mai russando in poltrona. Ci rispondono gentilmente con un sì o con un no, unicamente basandosi sulla qualità dei nostri spettacoli. I cartelloni teatrali non sono decisi a tavolino da fameliche bande di affaristi che fanno circuitare sempre e solo le stesse compagnie - che hanno debitamente passato sotto banco la loro congrua mazzetta restituendo ai partiti gran parte dei finanziamenti ricevuti; ma il talento, la poesia e l’armonia creativa così come la varietà di temi e di modi sono gli unici criteri, e a tutti coloro che dimostrano queste qualità selettive è concesso il giusto e meritato spazio non solo per sopravvivere ma anche per prolungare felicemente e ingrandire la propria attività nel tempo, assicurando gioia e benessere agli artisti, che sono ritenuti le voci interiori della comunità, da ascoltare e meditare nel profondo, e agli spettatori che si fondono con loro in un rinnovato sodalizio. La televisione e il mercato non sono la guida dominante, non dirigono il gusto artistico mortificandolo nella omogeneizzazione e nella ripetitività. Il successo al botteghino non è un criterio e persino il cinema non è più un’industria. Credo insomma di aver fatto una buona scelta, caro signore. Da distributore di bibite e merendine diventerò distributore di idee e di bellezza e, mi creda, andrò a letto tranquillo la sera perché il mondo che gestisce il teatro, dico i suoi consorzi, le sue fondazioni, i suoi enti pubblici, i suoi stabili, i suoi crit crat cip ciop e tric e trac non sono affatto popolati da mascalzoni e incompetenti, ma da gente buona di cuore e sana di mente. E’ un mondo nuovo, sa? Sono davvero felice di entrare a farne parte e sono sicuro che vivrò un grande, rassicurante, proficuo successo. Lei che dice? Ne sa qualcosa del mondo dell’arte? E comunque, mi lasci il suo indirizzo, ché le spedisco indietro gli spiccioli bloccati nella macchinetta. La ringrazio per la sua chiamata, caro signore, e venga a vedere uno dei miei spettacoli quando sarà il tempo perché ho intenzione di essere ben visibile e raggiungibile da tutti con le mie proposte: sono sicuro che i giornali la radio la televisione stessa mi daranno grande risalto e non faranno fatica a mettere, se non in prima pagina, almeno nella pagina culturale, belli grandi, i miei titoli. A presto, caro signore, la aspetto! E’ un mondo nuovo, davvero, mi creda, un mondo nuovo!". - (Gianfelice D'Accolti).

1 commento:

Unknown ha detto...

Gian come al solito sai essere pungente e preciso nel dipingere una realtà davvero complessa e grottescamente tragica. Non voglio essere nichilista ma credo sia ancora lunga la strada e tortuosa prima di arrivare a un giusto e severo riconoscimento di una realtà basata sulla meritocrazia.Ma siamo combattenti, attenti e, nonostante tutto e tutti, ancora fiduciosi. Auguro a te, fratello di idee e passioni,di continuare a essere sempre quella persona stupenda che sei. Alla faccia di cip e ciop.
Tuo sempre affezionato
Michele Lattanzio

Orto-Pereto del Teatro La Baracca in fiore

"Amo il teatro perché si arriva alla verità smascherando il falso; mentre nella realtà si arriva alla falsità smascherando la verità&qu...