lunedì 31 ottobre 2016

"Lucca Comics and Games", ovvero la città occupata

Me ne parlava il giornalista Riccomini, lui ci andava sempre. Ma quando al Lucca Comics and Games si trattava ancora di disegnatori e fumetti, e non di 'Cosplay' (da costume e play, usanza di origine giapponese che ci è arrivata tramite gli Stati Uniti).

Io ci sono capitata non ricordando affatto che ci fosse la manifestazione; come anche altri, ho visto. Turisti stranieri basiti.
All'ingresso dell'autostrada la città di Lucca non appariva diversa da sempre. Ma avvicinandoci alle mura, è stato subito chiaro di cosa si trattasse: di una occupazione, una invasione.

E a quel punto ho voluto sapere cosa attirasse tutta quella folla.

La città, impraticabile tutta come nei migliori scenari di festa 'amerikani', anche nella estrema periferia, e anche nei paesi vicini come Capannori, era invasa da cosplayer, (ma la parola 'figurante' dà più l'idea), ossia gente vestita come i propri eroi dei fumetti, cinema o anche telefilm non so, di cui indossavano il costume, e in alcuni casi alcuni, - in piazza del Duomo - ne recitavano la parte interpretando mimicamente e in modo ridicolo non voluto, con la base musicale e le battute originali, determinati passaggi di film.

Altri, i figuranti-passeggiatori, davano una interpretazione personale in chiave parodica, demenziale o, spesso, anche 'serissima'. Come si dice: i più erano 'nella parte'. Le donne, la maggioranza in versione  dark e finto-bellissima, si posizionavano davanti alle macchine fotografiche per trasferirsi poi direttamente nel magico mondo dei social.

E non solo giovani; anche gente attempata -probabili impiegati di qualche ufficio o ditta del nord vestiti adeguatamente direi da formiche nel formicaio-  si esibiva nella foggia del proprio personaggio, e tantissime erano le famigliole in cui il papà appariva il cosplayer più accanito e determinato, molto di più degli stanchissimi figlioletti ormai stinti e sfatti nei loro costumi, costretti a passeggiare per ore per le vie di Lucca.
Tutti tutti tutti ignari o quanto meno apparentemente indifferenti all'architettura della città, alle mura invase di capannine bianche dove il cosplayer può trovare quanto più gli è gradito; ignari delle Ilarie del Carretto, del Volto Santo e delle chiese e del romanico e di Elisa Bonaparte Baciocchi granduchessa di Toscana. Nonostante che fra i partner istituzionali dell'evento vi fossero: Polo Museale della Toscana, Villa Giunigi, Consiglio Nazionale delle Ricerche...
Il Museo della Emigrazione Italiana (Fondazione Paolo Cresci), peraltro da vedere in una visita a Lucca, era aperto, ma visitato da nessuno.
Tutte le chiese che ho visto erano chiuse, anzi sigillate. Non oso pensare cosa sia potuto accadere nell'anfiteatro romano, dove non sono riuscita ad arrivare per la folla - il Fillungo impraticabile - dove immagino si siano svolte improbabili battaglie fra soldati romani con indosso scarpe da ginnastica colorate e munite di lucine intermittenti e celti rigoramente vestiti in abiti medioevali.

Ho visto -e individuato perché conosco la città-, il fiorire di negozi improvvisati di rivendita di panini o con per me oggetti sconosciuti da ingerire eccetera.
Come un signore ben informato ha chiosato, per un affitto di un 'buco' nel centro storico e per quattro giorni, ma immagino anche in periferia vista l'invasione, si spendono dieci mila euro rigorosamente a nero.

Da una bancarella di libri (ma quelle ci sono sempre) un titolare felice ha commentato che tutta quella gente erano 'occupanti pacifici': manco a dirlo, i commercianti gongolavano.

Insomma, grandi affari con la stupidità del mondo. In un mondo del tutto disimpegnato, indifferente, vanitoso, dove l'unico valore è il gioco del mostrarsi. Il più stupidamente possibile.
Lucca Comics and Play non è nemmeno carnevale. Il carnevale qui è superato, come lo è da tempo da un ben più commerciale e quindi significativo Halloween, perché non c'è nemmeno l'ombra del ribaltamento del potere fra padrone e servo; non c'è lo sberleffo, l'irriverenza. Né si scorge una minima ricerca di comunicazione fra il mondo dei vivi con quello dei morti in un generale rimescolamento cosmico come nell'antico celtico Samuin. Nulla di sacro. Il rimescolamento è solo dei danari, e se c'è qualche morto vero è solo il figurante vivo. L'adesione al modello è totale assoluta e nessuno vuole ribaltare alcun mondo o alcun potere. Anzi; vuole entrarci e farne parte assolutamente, ed è lì per essere 'eroe' proprio secondo il modello. Il motto - nel capannone enorme di non so quale casa cinematografica americana che sponsorizzava 'Batman' sempre in piazza Duomo - 'se non puoi essere Batman, sii almeno te stesso' - era una furbata, una presa in giro, perché lì nessuno voleva essere sé stesso, posto che ormai a qualcuno importi esserlo o si sappia cosa significhi.

In questi quattro giorni nessuno può vivere la città in modo diverso. Né i suoi abitanti né chi vi capita per sbaglio per una visita o una passeggiata in bici sulle mura, dove non si può andare.

In bici peraltro è impossibile viaggiare. Né si può passeggiare.

L'occupazione è come una scossa di terremoto - anche a questo ultimo che abbiamo avuto nel centro Italia la città e i suoi invasori  erano indifferenti - un terremoto che molti vogliono e giudicano benefico perché porta tanti dindi e consenso.

I lucchesi, i cittadini, a parte i commercianti, non si vedevano. Forse erano emigrati di nuovo, temporaneamente, altrove. L'unico di loro che ha parlato liberamente, un addetto al controllo di entrata e uscita dalle mura del flusso ininterrotto della folla (80 mila persone ieri e tutti i biglietti 'sold out') criticava aspramente la manifestazione. Ma, allo stesso tempo, c'era come un senso di accettazione di qualcosa a cui non ci si può opporre. Che bisogna subire. E allora, meglio partecipare, in qualche modo, tentare di gestirla, l'invasione, visto che non tutti i lucchesi possono scappare dalla città...

Ma davanti a questi numeri, anche la critica appare ridicola, impossibile. Davanti ai soldi che incassano Comune e alcuni privati, davanti alla 'risonanza' nazionale e internazionale dell'evento, nessuno osa levar la voce e dire che non è assolutamente accettabile che una città sia occupata, invasa, e resa impraticabile a chiunque la voglia vivere 'normalmente', a partire dai suoi abitanti. 

'Torni dopo Halloween".

Ma ciò che è più preoccupante è che ormai tutte le città sognano di accogliere eventi di questa 'levatura', con la folla e tanti incassi. Con tanto  e siffatto 'turismo'! 
Alla faccia dell'arte - con cui ci laviamo, italiani, ipocritamente e in modo ignorante, la bocca - alla faccia della storia e della civiltà, ecco trovato facilmente il nuovo dominio a cui tutti ci sottomettiamo con piacere nelle nostre vuote giornate di 'festa',  non sapendo cosa fare, buttando via, letteralmente, i nostri faticosi, e ormai rabbiosi, risparmi. 

Quanta gente in fila ai 'bankomat'.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Finalmente!
Almeno ho trovato UNA UNA PERSONA che parla fuori dal coro.
Tutti a esaltare Lucca Comics!

LUCCA COMICS PARECCHI LUCCHESI NON LO VOGLIONO!
BASTA PACCOTTIGLIA, BASTA CAOS, RIDATECI LA NOSTRA CITTA!

Anonimo ha detto...

Ci sono anch'io: molte delle riflessioni scritte da Maila le abbiamo avute insieme durante la passeggiata a Lucca.
Gianfelice

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