martedì 18 ottobre 2016

Per capire meglio la "Marcia per Gonfienti"

Qualcuno ha ironizzato sul numero esiguo dei partecipanti alla Camminata per Gonfienti, Marcia Giusta 2.
Sembra incredibile, ma sì certi personaggi sprecano le loro giornate per sostenere il potere e i loro interessi. 
E' chiaro il gioco facile, di svilimento e derisione, verso sì una piccola, piccolissima azione civile, che tuttavia ha avuto la sua riuscita, quanto meno perché ha riscosso una eco mediatica. E perché contraddistinta da sincera partecipazione.

Sapevamo benissimo che non ci sarebbe stata la folla, domenica scorsa. Non c'era nemmeno lo scorso anno.  Ma quest'anno...tutti all'inaugurazione del 'nuovo' Pecci.
Una piccola nota: per via, durante le soste, abbiamo anche parlato con la gente, che chiedeva incuriosita: a Gonfienti, per esempio, commentando della divisione in due della città che causa la presenza di Interporto, che di fatto ha separato il borgo di Gonfienti dalla Querce, ci siamo messi ad ascoltare la testimonianza di una signora che confermava quanto si diceva. E così è avvenuto in altre soste; le persone chiedevano il motivo della marcia, e ancora una volta ci siamo resi conto che la gente sa che esiste una 'città etrusca', ma non sa dov'è. 

Ma per capire meglio il motivo della nostra marcia, leggete il passo virgolettato che segue, dove si parla dell'area archeologica che a Prato non ci deve essere. Solo capannoni e interporto. Interporto che fa rima con ampliamento di Aeroporto di Firenze.
Presto anche la Soprintendenza avrà il suo capannone a Prato, dove metterà in deposito i reperti che ha trovato nel Comune di Prato; mentre, a farli vedere, li porterà a Campi:


"La Regione Toscana acquista per  3, 5 milioni di euro i terreni vincolati ed il mulino che è esattamente quanto l’Interporto ha speso a favore degli accertamenti archeologici, direttamente e indirettamente concedendo per una decina di anni il comodato del Mulino. Considerando che il vero acquirente è il Ministero dei Beni Culturali e del Paesaggio  destinatario ultimo dei beni che il 24 ottobre deciderà di acquistare la Regione Toscana, si tratta di una perfetta “partita di giro”, incrementata dal benefit che avrà la Soprintendenza  nel veder valorizzati quei  terreni e l’immobile, grazie alla disponibilità di un nuovo capannone da destinarsi al proprio  uso esclusivo, come stabilito nel recente Piano di Utilizzo, approvato dal Comune di Prato. Si comprende quindi benissimo la ragione vera e strategica di spostare a Campi Bisenzio i reperti, realizzando fuori dai confini comunali, il Museo Archeologico di Gonfienti . Ed inoltre, come amarissima conseguenza, resterà il fatto che la doppia titolarità (istituzionale e di proprietà) dei beni da parte della Soprintendenza/MiBac  allontanerà di anni luce per l’Amministrazione comunale di Prato l’ipotesi di allestire e gestire in loco un Parco Archeologico “civico”. C’è da scommettere che quando mai dovessero riprendere gli scavi si comincerà dai terreni vincolati posti a sud di via del Ciliegio, ovvero nel Comune di Campi Bisenzio per uscire dall’imbarazzo di trovare nuovi reperti in quel di Prato".




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