giovedì 15 dicembre 2016

Sulla moschea a Prato e i tolleranti 'à la carte'

L'argomento chiese e moschee non è il mio preferito. Sono agnostica e piuttosto, dalle chiese  e  da certi loro frequentatori ho ricevuto fastidi e provocazioni proprio in quanto 'libera pensatrice' e proprietaria di un piccolo teatro. Senza esagerare o drammatizzare, ho vissuto piccole persecuzioni come, immagino, altrove vivano che ne so, i cristiani o di altre fedi o idee.

Come ai tempi del debutto del racconto teatrale dei 'celestini': "Cosa ti vuoi aspettare da una che è divorziata?" (Testuali parole di un parroco). "Maledetta, te la farà pagare!" (Un fanatico della Madonna).  Santini ovunque per mesi, attorno a teatro, nella cassetta della posta del teatro, di casa, e tante altre provocazioni quotidiane anche successive al debutto,  eccetera.

Come ai tempi del debutto del dramma sui "Concubini di Prato": articoli calunniosi di testate cattoliche che recensivano lo spettacolo senza averlo visto...Subdole richieste da parte di certi personaggi della Curia locale per avere il testo (presto lo pubblicherò, tranquilli). Dichiarazioni non richieste: - Se pensa che nella faccenda di Mauro Bellandi e Loriana Nunziati ci fossero implicati i servizi o la massoneria o altro, dico subito di no. Quindi non ne parlerò". Di questa persecuzione Gianfelice ne è ben testimone, e l'ha subita pure lui.

Come ai tempi di quando mi sono candidata alle elezioni (e lì hanno giocato proprio duro; evviva mio padre che mi ha consigliato su come comportarmi in un momento di grande difficoltà per me; ed evviva anche l'avvocato che mi ha difesa...).

Non ho mai ricevuto solidarietà da nessuno a livello politico. A parte Riccomini, l'unico massone dichiarato con cui avevo un vero rapporto di amicizia, pur controverso, e che mi sosteneva.

Tuttavia, siccome la Lega di Prato organizza una manifestazione contro la moschea che vi si vuole fare; siccome il governo comunale dice che è 'intollerabile manifestare contro i diritti degli altri' (sacrosanto!), io dico, visto la mia esperienza e quella di tanti altri a livello locale: diffido dei dispensatori di diritti 'à la carte' e per partito o argomento preso con dichiarazione edificante ai giornali, quando poi, in sostanza e nel concreto, si fa ben poco per concedere vere opportunità e diritti a tutti i cittadini,  indipendentemente dalla loro fede colore provenienza eccetera, e si vedono concessioni di diritti più agli amici che non ad altri.

E si perseguita in vario modo chi la pensa diversamente. 

Troppe ingiustizie, abusi, disparità e anche, in alcuni casi, 'stalking' vari, incluso politico, che in sostanza si traduce in persecuzione con dileggio e sarcasmo, o tramite il suo opposto, emarginazione sociale ed economica.
Come se tu non esistessi. Come se tu non fossi nemmeno cittadino. E questa cos'è? Come la chiamiamo, sadica tolleranza? Tolleranza assassina?

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