giovedì 18 gennaio 2018

La rivista "Cultura Commestibile" su Gonfienti

L'ultimo numero di Cultura Commestibile, nr. 245, dedica una pagina a Gonfienti.
Questo è il primo di una serie di articoli che saranno prossimamente pubblicati sulla rivista in merito all'annosa questione archeologica pratese, che sembra interessare a pochi, e certamente non alla politica politicante. 
Questo primo articolo è di Gianni Biagi, che ricorda anche il recente convegno a La Baracca, il 17 dicembre scorso.
Se non leggete bene (non sono per ora riuscita con una risoluzione migliore), potete ovviare con l'articolo dattiloscritto che copio, oppure cliccare sull'indirizzo sotto e scorrere tutta la rivista, che ne vale la pena.




A Gonfienti, un piccolo agglomerato urbano al confine fra i Comuni di Campi Bisenzio e Prato, nel 1996  durante le opere di sistemazione di una parte del costruendo Interporto avviene il ritrovamento di resti di un insediamento etrusco. Gli scavi portano a scoprire la più grande "domus arcaica etrusca" mai rinvenuta in Italia. Dopo i primi momenti di eccitazione, e di polemiche per alcune autorizzazioni della Soprintendenza archeologica per consentire di  proseguire i lavori dell'Interporto, la città di Gonfienti ritorna nell'oblio nella quale le vicende idrogeologiche e le conseguenti modificazioni morfologiche della valle del Marina e del Bisenzio l'avevano relegato per oltre 2500 anni. Ad oggi tutto tace dalla sponda dell'archeologia "ufficiale" che, quasi controvoglia, ha dovuto prendere atto di una scoperta che riportava sulla scena della storia una parte del territorio della piana fiorentino-pratese che lo sviluppo urbanistico aveva destinato ad altri scopi. Ma che nell'area fra Campi Bisenzio, Calenzano e Prato fosse probabile, anzi possibile, una presenza  etrusca di importanza strategica per la comprensione di questo popolo di quasi certe origini medio-orientali (ma che per anni l'archeologia ufficiale ha definito autoctono) era facilmente desumibile dalla storia dei ritrovamenti di oggetti etruschi nell'area. Il British Musem di Londra mette in mostra la statuetta detta "L'Offerente" ritrovata nel 1735 a Pizzidimonte a pochi chilometri da Gonfienti e eruditi locali già nel XVIII secolo descrissero bronzetti a figura umana e vari manufatti ritrovati casualmente nei dintorni di Prato in particolare lunga la via Fiorentina. La questione della città etrusca di Gonfienti meritava quindi di essere riportata alla ribalta della discussione pubblica e delle cose da fare. Con questo intento l'Associazione "Ilva-Isola d'Elba- La via Etrusca del Ferro" e il Teatro La Baracca hanno organizzato a metà del mese di dicembre 2017 un pomeriggio di studio e di discussione sul tema con la presenza dell'archeologo Michelangelo Zecchini, dell'architetto Mario Preti, introdotti dal presidente dell'Associazione Ilva prof. Carlo Alberto Garzonio e coordinati dal prof. Giuseppe Alberto Centauro entrambi dell'Università di Firenze. Ha fatto gli onori di casa Maila Ermini del Teatro La Baracca.
Cultura Commestibile ha offerto le proprie pagine, a partire dai prossimi numeri della rivista, agli studiosi e esperti che illustreranno quanto è stato scoperto e quanto ancora, a loro giudizio, resta da fare, sia nel campo della ricerca sia nel campo della tutela, per restituire alla fruizione pubblica un patrimonio archeologico unico nel panorama nazionale costituito non solo dai ritrovamenti di Gonfienti ma anche dallo straordinario sistema di insediamenti contermini che vanno dalla città etrusca di Fiesole ad Artimino passando per le tombe della Montagnola e della Mula solo per citare monumenti certamente noti a tutti.

Gianni Biagi
Firenze li 11 gennaio 2017


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