mercoledì 28 febbraio 2018

La cattiva maestra

Sulla maestra di Torino che inveisce contro i poliziotti.
Che ipocrisia, e che macelleria mediatica: si usano tranquillamente i social per offendere tutto e tutti, e senza alcuna remora, senza portare rispetto a nessuno, a niente,  insomma la violenza verbale  e l'offesa è diventata moneta corrente fra gli esseri umani (e anche in questa campagna elettorale), e ci si scandalizza e si invoca il licenziamento della maestra perché ha urlato (e nient'altro) ai poliziotti in assetto antisommossa e durante una manifestazione, "dovete morire tutti", e la si processa pubblicamente. 
Certamente sarà licenziata. I bambini devono quanto meno essere allontanati dalla 'cattiva maestra'. E' pericolosa, vero? 
Una mamma si è sbrigata a dire che 'urla anche con i bambini'.
C'erano insomma già segnali della 'pericolosità' del soggetto.
Siete contenti?
Pericolosi però siamo anche tutti noi, e in certi momenti molto di più. E come leggiamo e vediamo nei resoconti delle cronache, soprattutto quando si possiede una pistola, magari per lavoro.
Che pena. Che clima da caccia alle streghe. Un clima teso e pericoloso.
Ah, se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.

Votate all'incontrario

Dite la verità, non sapete chi cosa perché votare a queste prossime elezioni del 4 marzo. Non c'è un partito che vi piaccia. Non c'è nessuno che vi convinca. E quindi state pensando di non andare a votare.
Purtroppo non danno la possibilità, al Partito dell'Astensione di essere rappresentato in Parlamento. Non danno la possibilità di mostrare, rivelare il vostro dissenso.
Come sarebbe bello, pensate, se in Parlamento ci fossero scranni vuoti a rappresentanza dei politici che non ci sono, a dimostrazione che molte persone non hanno alcun politico che li rappresenti.
Vedere scranni vuoti, accanto ai paffuti parlamentari eletti, sarebbe davvero una bella lezione per tutti!...
Allora il Partito  dell'Astensione sarebbe ben visibile e tutti andrebbero a votare o no con convinzione perché ci sarebbe almeno una parvenza di vera democrazia.
Ma non è così.  Il Partito dell'Astensione non si concretizza in scranni vuoti in Parlamento, che vanno tutti riempiti!...Perché? Ve lo spiego un'altra volta.
Intanto io vi do un'idea, un'idea che può sembrare assurda ma chissà... Votate all'incontrario.
Ossia, votate il partito che meno vi piace. Così il vostro voto può avere un senso vero, e non fittizio come credete che abbia adesso.
Infatti, volete far fuori un partito, un leader? Votatelo. Dategli la possibilità di governare! 

Ce l'avete con il M5S, con Giggino che va a Londra, nella City a sentir gridare 'onestà onestà'? Votatelo.

Ce l'avete con Berlusconi perché dura troppo come la plastica? Votatelo. (Ma come, l'avevano votato, ed è tornato...?  Eh, ma quando serve, serve...E poi lui per ora può governare solo per interposta persona...)

Ce l'avete con mago Renzi perché ha distrutto e sminuzzato la Sinistra con le arti del Giglio? Votatelo. (Ma difficilmente vincerà, troppo fresco è il ricordo del suo governo, non torna a Palazzo Chigi, casomai tocca a Gentiloni.).

Ce l'avete con la Lega salvina perché diventata un partito di Destra e non più federalista? Votatela.

Eccetera. Insomma, avete capito come fare. Come nelle aziende: quando si vuole far fuori uno, lo si promuove.

martedì 27 febbraio 2018

lunedì 26 febbraio 2018

Sotterrate Sestilia

Buongiorno, sono Sestilia.
Scusate il disturbo, o voi intrappolati nella vita, ma io mi trovo ancora all'obitorio.
Sono morta quattro mesi fa a Prato, in Toscana, e stando qui dentro, al freddo della cella frigorifera, la mia carne si sta decomponendo con molta difficoltà.
Questo pone tutta una serie di problemi alla mia anima e al mio passaggio nell'aldilà.
Essendo ancora carne piena dopo quattro mesi, sono diciamo come un manzo frollato, pronto a essere macellato.
Ma voi, sono sicura, non mi mangerete; la mia carne non è destinata alle vostre mense, ma com'è giusto che sia, alla terra, al terriccio, ai bachi, ai microorganismi e a tutti quegli esseri considerati inutili, ma utilissimi per continuare l'esistenza del mondo.

Dunque, vi prego, sotterrate Sestilia. 
Ero povera, misera e sola, e non darò altri dettagli per non intristirvi; ma essere poveri e soli è dunque una colpa? 
La mia vita fu questa. E ora non posso tornare fra voi e rimediare, non posso pagarmi il passaggio! Ah, che disdetta. Si potesse da qui fare un bonifico, spedire una somma a un conto corrente!
Quanto costerebbe? 
Non voglio un funerale seguito dalla gente, e chi verrebbe poi?, non voglio praticamente niente, se non tornare all'inizio.
Io ho compiuto il tragitto.
E' crudele che si tenga prigioniero un corpo da morto (mai fu prigioniero da vivo!), solo perché non ebbe la somma per ricevere un tranquillo posto per decomporsi, stare,  passare al nulla divino ed eterno, che è un bellissimo posto. E che ora mi spetta. 

Ma mi giungono voci che qualcuno di voi mi aiuterà, e avrà cura di me, e potrò diventare la carne disfatta, la carne purulenta,  e poi ancora volgermi in carta pecora, essenza che infine si innalza a spirito ed energia. Che gioia.

Sotterrate Sestilia.

Turista il barbaro: recensioni e commenti





Metto qui una recensione e i commenti del pubblico di Turista il barbaro.

“Turista il barbaro” di Azzurra Gallo, ops di Maila Ermini


Azzurra Gallo, la protagonista vittima e carnefice sale alla ribalta  per farci capire la dimensione sociale e culturale di un turismo, onnipotente e malato. Un fenomeno quello del turismo mordi e fuggi, divenuto nel tempo “anomalo” eppure oggi così reale che lo stiamo vivendo sulla pelle anche da semplici cittadini nel quotidiano urbano, senza andar troppo lontano nella città del giglio. Tutta la vicenda è adrenalinica, Azzurra è stordita, ansimante con il padre muto non visibile ma onnipresente sul palcoscenico che la riprende , la corregge, la tiene in pugno. Come noir è il copione (che essendo un giallo è bene non svelare!): una storia fantastica, grazie alla magistrale ideazione ed  interpretazione dell’autrice. Questo storytelling, come si dice oggi, ci ha tenuto incollati, noi inconsapevoli spettatori alle panche di sala, perché fino alla fine non sapevamo cosa sarebbe successo e mai alla fine avremmo voluto andar via. In nostro soccorso è arrivato, come sempre si fa a La Baracca, un magnifico e sentitissimo dibattito  post teatrale. Una vera terapia di gruppo, guidata dal guru (invariabile di genere) del palcoscenico, come non vivevo dagli anni ’70 dell’università!
Il noir poi ci ha tenuti sospesi, personificandosi ognuno di noi in quella balbettante, insicura e fragile trentenne alla ricerca prima di una vacanza intelligente per uscire dall’ovvietà, alla ricerca di se stessa (e di un compagno affettuoso e ragionevole), apparentemente perduta tra  i meandri inestricabili della nuova burocrazia digitale, e poi finita nel vortice di un pericoloso  sballo, forse indotto proprio dal “coattismo “ di un turismo acefalo e cialtrone che pervade giovani e meno giovani. L’amnesia di Azzurra è un puro colpo di genio dell’autrice che supera persino l’eccezionalità di un’interpretazione sontuosa, ricca di personalità nell’alternanza mai sopita di emozioni...

(Prof. Giuseppe Centauro)


"...bellissimo spettacolo, originale e geniale come sempre. Anche se nel dibattito sono emerse varie prese di posizione contro il turismo, credo che la bellezza del tuo testo consista anche nel non prendere una posizione netta e nell'offrire diversi punti di vista per suscitare riflessioni e domande. I personaggi vivono, si esprimono e si relazionano, non c'è niente di didascalico: le loro esistenze sono piene di contraddizioni, come quelle delle persone "reali", ma al tempo stesso sono simboliche e ci fanno riflettere su temi generali (quello del turismo non è certo l'unico, anche il confronto generazionale, i rapporti familiari e di coppia e molto altro emerge dalla performance). 
Grazie per quel che riuscite a realizzare alla Baracca!  (Eloisa Pierucci).

"Grazie, bellissimo spettacolo 'pieno', nonostante il piccolo teatro, sei grande!" (Maura Salvi).

"Complimenti, ci fai riflettere e questo è importante e poi sei bravissima". (Graziano Calamai)

"Recitazione esistenziale, straordinaria e commovente, grazie". (Fulvio Silvestrini).

"...Testo e messa in scena: 'barbarico' e divertente, ma che frizza come una ferita." (?)


domenica 25 febbraio 2018

Debutto di "Turista il Barbaro"

Questa volta, invece dei commenti-recensioni, che forse chissà inserirò qui più avanti, per condividere la mia felicità, pubblico una foto del colorato debutto di Turista il barbaro.  Lo spettacolo è durato esattamente 1h e 10'.   Più i 40' minuti successivi, durante il quale il pubblico ha commentato lo spettacolo e ha discusso variamente, e anche di teatro.

sabato 24 febbraio 2018

Gonfienti, meraviglia d'Etruria


Mi danno licenza di pubblicare l'articolo dell'artista e studioso Alberto Cottignoli, articolo che verrà presto pubblicato anche su Cultura Commestibile, e ben volentieri lo presento in anteprima!
Cottignoli scrive bellissime parole sulla nostra seppellita città, e sul suo tesoro assoluto, la kylix.

A proposito. Ricordo che a Prato non ci sarà alcun museo per i reperti trovati a Gonfienti, il museo sarà allestito nella vicina e confinante Campi Bisenzio, a Rocca Strozzi.

Nella foto che vedete il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, sembra compiacersi nella visione della kylix, ma non ci risulta che avuto problemi a farsela sottrarre.


GONFIENTI MERAVIGLIA D’ETRURIA
di Alberto Cottignoli

Gonfienti … quali meraviglie si nascondono sotto la coltre di cemento e terra che gli esponenti di questa democrazia malata non vogliono indagare? Risuonano dalle necropoli dell’Etruria meridionale le voci del popolo che diede origine a Roma e alla potenza sua, ma nessuna risuona più forte di quella che dilata dai pochi ruderi finora scavati di questa nuova metropoli e, precisamente, da un’abitazione di oltre 1.400 metri quadri risalente, nella sua forma compiuta, all’inizio del V sec. a.C.
 All’interno di questa, già di per sé di dimensioni ineguagliate in tutta l’Etruria, è poi emersa una meravigliosa kylix (coppa biansata per bere vino) opera del Douris, uno dei più grandi ceramografi greci a figure rosse e, per chi non lo sapesse, la ceramica greca è, senza tema di errore, la più importante del mondo.
Ma quale meraviglia di kylix! Essa presenta il medaglione centrale ed entrambi i lati esterni figurati in modo fantastico: una qualità che il Douris eguaglia in ben poche altre opere e che ci parla a livelli culturali finora sconosciuti in questo genere di manufatti.
Il medaglione rappresenta Eros che prende il volo davanti ad un insegnante (probabilmente un filosofo), mentre sui due lati esterni abbiamo rispettivamente, in uno due personaggi imponenti (divinità o guerrieri?) che inseguono un Eros intento a fuggire su una biga trainata da due cigni e, nell’altro, due personaggi non identificabili che cercano di sottrarre a Hypnos e Thanatos il cadavere di un uomo, sicuramente per impedir loro di portarlo agli Inferi.
Un’unità ideologica profonda unisce queste tre raffigurazioni: l’eterna lotta della razionalità e della vita contro l’irrazionalità dell’Eros e contro l’ineluttabilità della Morte.
Si raccolgono in sintesi mirabile ed altissima in questa kylix, gli eterni dilemmi che assillano tutta la filosofia greca e quella contemporanea e che sempre inquieteranno la nostra specie, nei tempi dei tempi a venire, fino a che essa continuerà a sopravvivere a sé stessa ed ai suoi errori.
Ci troviamo di fronte ad un capolavoro della ceramica greca che manifesta un livello di grandezza e di organicità culturale che non trova paragoni in tutta la pittura vascolare attica. Mai un vaso attico di tal livello fu scoperto in Etruria né in tutta la Grecia!
Chi mai abitò Gonfienti in quei tempi? Quale immenso segreto nasconde questa città di cui si cerca di sminuire l’importanza per ragioni squallidamente commerciali?

Chi in quella casa visse fu persona di grande cultura, cultura di cui non troviamo testimonianza eguale in tutti gli oggetti scavati in due secoli negli anfratti della terra ove oramai il popolo etrusco solamente si nasconde. Permetteremo noi che una città, che un segno immane come questo ha dato, venga dimenticata e le sue vestigia scompaiano nel nulla?


P.S. del 25-2-17 
"Cara Maila, ti perdoneranno senza remore i redattori della rivista “Cultura Commestibile” di questa anticipazione fatta in chiave non solo pratese perché, in ogni caso, si potranno fregiare, grazie alle meraviglie di  Gonfienti, di uno dei più significativi e eloquenti commenti mai fatti sull’arte vascolare greca (da incorniciare), condotta con vis artistica da un grande ed esperto recensore qual è, Alberto Cottignoli. Si tratta dunque – come ben dimostrano la straordinaria forza espressiva e la bellezza formale della kylix di Douris, non meno del coevo e celebratissimo “Offerente di Pizzidimonte” (British Museum, Londra ) - di un’arte cosmopolita, di valore universale per il mondo antico di allora,  qui esaltata dalla potenza economica, culturale ed espressiva del mondo etrusco tardoarcaico. La tinaia di Rocca Strozzi e non già il Museo del Pretorio ospiteranno questo capolavoro che a Prato è passato sotto gli occhi di pochi come una meteora, ospite di un evento dal titolo profetico, “l’ombra degli etruschi”. "
Giuseppe Centauro

venerdì 23 febbraio 2018

Silenzio stampa su 'Turista il barbaro'

I giornali non danno notizia, almeno fino a oggi e nonostante i ripetuti comunicati stampa, del debutto di Turista il barbaro e non si sa se:
- per mancanza di spazio;
- perché non hanno visto il comunicato (pochi giornalisti e mal pagati, le redazioni in affanno, eccetera);
-perché non gliene frega nulla se non dei teatri 'legalizzati' o amici,  di cui invece leggono e pubblicano tutte le informazioni e i fotoni;
- perché l'argomento non è considerato appropriato (non voglio vero pensare a una quasi-censura sull'adorato turismo, o sì?)
- c'è timore, in un teatro indipendente, di aria da campagna elettorale? (Ah ah ah! Ma la Baracca è sempre in campagna...è il teatrino di campagna, no?)...

Insomma nonostante non risulti informazione sui giornali locali (c'è solo una comunicazione su una bacheca on line), lo spettacolo Turista il barbaro debutta domani, sabato 24 febbraio, al Teatro La Baracca.

Per il resto, dato gli impegni, tutti immancabilmente fuori regione, la stagione al teatrino è cambiata, e vi darò notizia di volta in volta.


Adieu.

giovedì 22 febbraio 2018

Come state?

Lettori del mio diario!
Come state, bene? 

Io però credo che un pochino male vi sentiate.
Su, dite la verità, siete un po' asfissiati dalla situazione politica attuale (qui in Italia prossime le elezioni!), dove si vedono fluttuare in una lurida ribalta varie specie di lestofanti e 'delinquenti naturali', vero?

Non preoccupatevi.
Varie volte Mario Draghi ha detto che non importa chi votiamo alle elezioni.

Non importa quale governo scegliamo. Quali candidati.
La politica finanziaria va avanti, è quello il programma vero per tutti e tutto.

Un programma destinato a sottrarci la ricchezza, a trasferirlo alle banche; un programma destinato a trasformare le elezioni in puro esercizio consolatorio, in un trastullo, un passatempo; in alcuni casi violento certo,  filmico, ma è necessario perché sia una vera distrazione di massa!

Il vero programma, prossimo futuro anzi già presente, è il ricatto con la miseria, materiale e psichica.  La miseria è la base per l'accumulazione finanziaria, non dimentichiamolo. 
Tutto condito con la devastazione ecologica del mondo.

A presto!

mercoledì 21 febbraio 2018

Qui nessun immaginario

Il Comune di Prato si rammarica che il supermercato PAM  abbia cancellato Piazza dell'Immaginario (in realtà Piazza 5 marzo - ma non si sa di che anno, forse il 43?, si vogliono ricordare gli scioperi?) e che, al posto della pavimentazione artistica, abbia ridisegnato i posti per il parcheggio.

Tutti dispiaciuti della cancellazione dell' 'immaginario', ché la piazza, in China Town a Prato, veniva intesa come un tentativo di dialogo fra la comunità cinese e noi.

Ora qui l'immaginario effettivamente è solo a parole.

Il capitalismo più sfrenato è il solo motore dei rapporti fra la comunità cinese e quella italiana, almeno per ora, e quindi anche di PAM, e non si capisce di cosa certi assessori si rammarichino.

Si tratta del solito rammarico della politica ipocrita.

La comunità cinese continua imperterrita nell'adorazione del suo dio capitale, aiutata con grande impegno da noi che ristrutturiamo capannoni per farli occupare dai cinesi, che dentro vi mettono loro connazionali con prole a lavorare anche la notte - ah, quelle luci accese continuamente! 

Nessun immaginario. Solo sfruttamento dell'essere umano, mercificazione pura.
D'altronde i cinesi non hanno fatto altro che riprendere, magari estremizzandola,  una modalità socio-economica locale, tipicamente 'pratese', che ha disseminato il territorio, nel secondo Dopoguerra del Novecento in particolare, di piccole e grandi fabbriche, facendo tabula rasa di tutto il passato produttivo, economico e sociale, rovinando l'ecosistema e trasformando anche antropologicamente la città, che ha subito varie 'invasioni', di cui la cinese è solo l'ultima, e incisivamente devastante.

Ah, la pratesità sfruttatrice e affaristica ha pensato bene di continuare a fare affari senza fatica, e ora si trova, nella propria mela, un baco che la sta definitivamente divorando!
Un baco che sta diventando più grosso della mela.

E per capire la mancanza di immaginario, basta  osservare i ragazzi cinesi: quelli che tornano a casa a piedi con le cartelline, ordinati e tristi, per finire nelle case dei loro genitori, sgangherate e tenute spesso senza amore: non li vedrete ridere che molto di rado. 
Perché?
Nessun immaginario è loro concesso.  Nessun desiderio. Anche l'amore va a finire nel tritacarne del commercio più sfrenato, con i matrimoni celebrati in quegli orribili enormi ristoranti allestiti in maniera kitsch, dove i poveri sposi giungono in macchinone tipo boss America Anni '30...Il desiderio, in forme ancor più aberranti che per noi, a loro è imposto in forme confezionate e preparate dal sistema capitalistico. 
Insomma, niente che provenga dal sé, niente che non sia controllato e incanalato nel puro guadagno e interesse.  Il desiderio e l'immaginario viene convogliato in questi eventi simil cinematografici stile Hollywood, punto. Paccottiglia.
I ragazzi devono studiare e frequentare scuole professionali - non licei, preferibilmente, che rimandano a una tradizione italiana ed europea che non interessa - e non per inseguire i loro sogni, ma per occuparsi delle aziende dei loro genitori. Non possono scappare da questo destino.

Di quale immaginario si parla, si tratta, si vede quando si piange per un disegno cancellato su una piazza?

Una piazza che rappresentava una politica fallimentare e falsa, beffardamente nominalistica!

La politica capitalistica opera alacremente per distruggere l'immaginario (e infatti le celebrazioni dei 50 dal '68 sono fatte fallire, e magari proprio dagli ex-sessantottini  che ora si sbracciano per campagne elettorali fasulle!), e non si capisce perché PAM non dovrebbe perseguire il suo interesse (creare un parcheggio per i propri clienti), che è poi quello stesso interesse del capitale che mette i politici a fare finta di governare.

Adieu.

martedì 20 febbraio 2018

Turista il barbaro

Alcune parole sul mio prossimo debutto, Turista il barbaro, sabato 24 febbraio ore 21, alla Baracca.
E' un noir: sorta di dramma sperimentale dai risvolti comici e surreali, dove una 'normale' vacanza si trasforma in qualcosa di inaspettato e inquietante. Barbarico.
Quando dico 'sperimentale' intendo nel suo senso proprio, ossia il cui esito è sconosciuto.

Un'opera che non sarà molto gradita in quest'epoca di osanna levati al salvifico turismo. 

Tempi di dominio bigotto esercitato da occhiutissimi dèi.
Anche solo col mettere scherzosamente in dubbio le tavole della comunicazione-programmazione del mondo proveniente dall'alto dei cieli, si rischia la scomunica e la bannazione in eterno.




lunedì 19 febbraio 2018

"Le do un consiglio: non si occupi di Gonfienti" (Cultura Commestibile n.250)


Continua il racconto su Gonfienti pubblicato su Cultura Commestibile n.250.   Questa volta è il mio.


“LE DO UN CONSIGLIO: NON SI OCCUPI DI GONFIENTI”
di Maila Ermini

Mi occupo di Gonfienti da più di dieci anni.  E non solo con denunce, camminate, sit-in e agit-prop, ma anche col mio lavoro artistico, il teatro, a partire dal debutto di Laris Pulenas nel 2008. Grazie alla collaborazione di alcune associazioni e a Gianfelice D’Accolti che accettò di recitare con me senza compenso, fu possibile rappresentare il dramma etrusco a Poggio Castiglioni sulla Calvana, nel tardo pomeriggio di luglio, col sole declinante.  Questa è stata la prima significativa azione civile affinché il sito archeologico non venisse travolto dalla costruzione dell’Interporto della Toscana Centrale.  
Data d’inizio della mia battaglia.
Qui però voglio ricordare un colloquio di lavoro, che dà la misura di quello che è accaduto in questi anni, e che accade ancora, per cui, proprio a causa dell’azione politica che ho portato avanti per la Città Etrusca sul Bisenzio, sono stata concretamente danneggiata nel mio lavoro.

Il dialogo che riporto ebbe luogo nel settembre del 2011 fra me (che indico come B) e una direttrice di un circuito teatrale (indicata come A);  non ne possiedo una registrazione sonora , tuttavia l’ho potuto ricostruire in modo aderente a come si svolse grazie ad alcuni appunti.
Mi recai nell’ufficio della direttrice per presentare il mio lavoro.   Mentre ero seduta in attesa, la funzionaria spuntò da un'altra stanza, accigliata e infastidita.  Subito mi comunicò il disappunto della presidente per certe mie lettere; era  chiaro che si riferiva al mio blog, Primavera di Prato, e alla attività politica. Mi trovai del tutto impreparata a questo attacco.

A      Buongiorno. Mi spiega cos’è  Gonfienti?
B     E’ un borgo di Prato vicino al quale è stata trovata una…città etrusca. Ma che c’entra Gonfienti? Io sono qui per presentare il mio lavoro.
A     Ha messo in scena uno spettacolo a favore di questa città etrusca, mi è stato detto... Scusi, io non ne so nulla, non sono di qua; mi vuole spiegare?
B      Sì,  le spiego certamente ma, ripeto, io sono qui solo come professionista, e vorrei che si considerasse il mio lavoro da un punto di vista teatrale e basta.
A       Però lei utilizza questo spettacolo politicamente.
B      Sì, certo, l’ho fatto. Laris Pulenas debuttò nel luglio del 2008 per sensibilizzare sullo stato di abbandono dell’area archeologica, scoperta durante la costruzione dell’Interporto a Prato; ma non solo; ho scritto un libro, Gonfienti, storia di una battaglia; ho girato un documentario che ha partecipato al Festival del  Cinema Archeologico di Rovereto, Gonfienti addio, e c’è anche molto altro, ma ripeto,  ora sono qui solo per presentare il mio lavoro.  So anche che organizzerete una rassegna di teatro che vuole valorizzare alcuni siti archeologici in collaborazione con la Soprintendenza, e Laris Pulenas sarebbe adatto per l’occasione. Lo replicheremo a breve; vuol venire a vederlo?
A     Non so se potrò. Questa attività politica nuoce alla sua arte. Le do un consiglio: non si occupi di Gonfienti, pensi al teatro e basta. Tra l’altro è già difficile per noi immettere nel circuito artisti che non sono famosi; dobbiamo portare avanti un teatro generalista, altrimenti rischiamo di essere spazzati via; se Lei, a queste difficoltà oggettive, aggiunge anche l’attività politica…
B     Le ho scritto, e anche detto, che il mio teatro è anche civile. E teatro civile significa portare in scena tematiche di attualità politica e sociale.
A      Be’, oggi il teatro cosiddetto politico non interessa più a nessuno. A parte qualche caso sporadico. A teatro la gente vuole ridere. Il mio è solo un consiglio, poi faccia Lei: non si perda in questioni lontane dal teatro, e forse potrà avere la possibilità di essere inserita nelle programmazioni ufficiali.  Altrimenti, faccia pure politica, ma non chieda di entrare nei  circuiti.
B      Ma io pago le tasse, tasse che finanziano anche i circuiti teatrali, e vivo inserita nel contesto sociale ed economico in modo totalmente legale, e quindi non vedo perché con le mie opere  non dovrei o non potrei chiedere di far parte di una programmazione teatrale. D’altronde Laris Pulenas è un dramma storico, non parla direttamente di Gonfienti, il suo tema principale è la corruzione politica…

Nessuno dei miei spettacoli è mai stato inserito in quel circuito teatrale. Anche pochi mesi fa, dopo che erano stati presi precisi accordi verbali per rappresentare Laris Pulenas a una “Festa Etrusca”, la data è stata annullata, probabilmente per evitare fastidi da parte di una politica che non mostra alcun concreto interesse per le aree archeologiche, ma sì invece per i capannoni da costruire e affittare.


La battaglia continua.



venerdì 16 febbraio 2018

Parma aveva bisogno di diventare capitale della cultura?

Parma sarà la Capitale della Cultura 2020.
Ma questa città aveva proprio bisogno di essere incoronata? Ci sono altre città che forse avrebbero dovuto ricevere questa coroncina! Parma è da sempre, storicamente, capitale codina e incoronata: della cultura, del cibo, della ricchezza, del benessere...

Sempre più sfacciatamente - e lo si è visto anche nel caso di Pistoia Capitale della Cultura 2017, anche se gli è andata male perché il Centro Sinistra ha perso! - le corone (ricche di brillantucci) sono soltanto funzionali al voto!

In questo caso l'incoronazione è finalizzata a contrastare il Movimento 5 Stelle! A capo della prossima capitalona, c'è Pizzarotti, che ora è un forte oppositore proprio di quel movimento da cui è nato.

IN  ITALIA LA CULTURA E' SOLO STRUMENTALE AI PARTITI DOMINANTI E AI LORO INTERESSI.

Il resto son chiacchiere e vane illusioni.

Google, hai sbagliato, i cani hanno paura dei bòtti!

Non è molto importante, e non vorrei apparire pignola, ma l'animazione ("Doodle") di Google di oggi che celebra i giochi invernali è sbagliata: i cani sono terrorizzati dai bòtti e dai fuochi d'artificio; altro che muovere la coda e abbaiare, come si vede fare al cagnolino.

Come ben sa chi vive o ha vissuto con loro.

giovedì 15 febbraio 2018

Sogno votante

Sogno. Quasi un canovaccio di commedia dell'arte.

Il giorno delle elezioni vado al seggio, dove, invece che la solita apparecchiatura votante, trovo che si deve recitare un dramma o commedia.
Mi dicono che il voto-esame avrà luogo dopo la recita, e che dovrò scegliere solo i partiti rappresentati da questi candidati-personaggi della repubblica:

Il Re di Destra
Il Re di Sinistra
Il Papa Triste
La Serpe Lasciva
La Tarantola Ondeggiante
La Sanguisuga
Il Mendicante Volontario
L'Equilibrista Zoppo
La Figlia del Deserto
Il Saggio Sdentato
L'Illusionista
Il Convalescente.

Scopro però che non c'è trama, e i personaggi, pirandellescamente, mi chiedono di scriverne una.
Scopro che chiedono a tutti gli elettori la stessa cosa e che ognuno di loro vuole la parte del protagonista.
Confusione.
I personaggi non sanno decidersi per la storia.
Gli elettori non sanno decidersi per i personaggi.
A un certo punto il presidente  del seggio scappa con la Figlia del Deserto. E anche gli altri personaggi lasciano il seggio per riacciuffare la fuggitiva, senza la quale non si può fare nulla.
Nel frattempo il Convalescente, segretamente innamorato della fuggitiva, muore per alta passione.
Funerale.
Litigio per chi debba tenere l'orazione funebre. Il Papa Triste dice che tocca a lui, consustanzialmente. I Re dicono che il potere sta da sempre nelle loro mani e che basta con la religione imperante. Re di Sinistra e Re di Destra si alleano e allontano il Papa Triste.  Lui piange e parla con Dio. Dio c'è ma non si vede. L'Illusionista  si azzuffa con il Mendicante Volontario per degli spiccioli spariti non si sa da quale tasca; l'Equilibrista Zoppo dà un saggio della sua bravura arrampicandosi sulla bara. Cade poi rovinosamente sul morto. Il Saggio Sdentato tenta invano di portare sulla retta via la Serpe Lasciva e la Tarantola Ondeggiante, che durante il mortorio si avvinghiano in un rapporto consenziente e oralmente osceno...

Saputo del dolore arrecato, la Figlia del Deserto torna al seggio e piange sulla salma del Convalescente.

Il Presidente del Seggio torna anche lui, tentando di salvare la forma elettorale. La moglie cornuta piange strisciandosi dietro due figli pupazzi connessi.

Il Presidente del Seggio ci chiede le schede e noi elettori siamo interrogati sulla trama, ma nessuno è promosso, ché quello che abbiamo scritto non corrisponde in nulla a quello che è rappresentato.

mercoledì 14 febbraio 2018

Teatralmente anche noi migranti

Colleghi,

ricevo da voi molte proposte di teatro, una quantità impressionante.
Per questo è necessario un chiarimento, a evitare fraintendimenti.

Il teatro La Baracca non ha riceve ormai da tempo più finanziamenti; non fa parte di circuiti; è uno spazio piccolo, in periferia, dove è non è facile portare pubblico.
A volte ci si riesce; a volte no. Dipende.
Non c'è più un ufficio stampa; un tempo, pur piccolo, esisteva.

Insomma, non posso accogliervi pagando un cachet. Si può venire solo a incasso.

Chi vi recita, lascia qualcosa per il teatro e punto; il resto, va appunto a chi lavora sulla scena.
Fino a qualche anno fa accoglievo compagnie professionali da tutta Italia. Con il poco del denaro pubblico che ricevevo, pagavo le compagnie, gli attori; il resto copriva le spese.

Da tempo la Regione Toscana ha decretato la morte degli spazi autonomi, e quindi anche del mio, dando forza solo ai circuiti gestiti partiticamente, da cui tra l'altro noi rimaniamo esclusi. Come molti di voi. Se La Baracca non chiude è solo perché è di mia proprietà e lo mantengo, oltre che con i biglietti degli incassi, andando a lavorare in tournée.

Le tournée si svolgono generalmente  fuori dalla mia Regione, ché, se si esclude qualche caso sporadico, appunto noi non siamo compagnia gradita né appetibile. Una specie di bando ci ha colpiti e siamo stranieri a casa nostra. Il motivo principale è la mia azione politica, passata e presente, e l'esistenza di questo diario. 

Teatralmente, a periodi, siamo migranti. Come voi.
Le tournée - la prossima evviva a marzo! - sono essenziali per la nostra sopravvivenza. Insomma, per mangiare.

I rappresentanti del PD, che gestiscono Regione e il Comune di Prato,  si tengono alla larga dallo spazio che si trova in periferia. E così anche gli altri, le opposizioni. Non cambia nulla.

Perché, come prima cosa, non gliene frega nulla del teatro fatto al nostro livello. Può al massimo interessare per curiosità e prurito il teatro mitologico televisivo.

D'altronde si può dire lo stesso per altre attività artistiche. 

Molta gente di quelli che vedete gironzolare ora per le elezioni fa politica solo per sé, per la propria carriera, e quindi per questi va bene solo la concezione  del teatro-poltrona, teatro-vetrina, teatro-occasione (vedi il caso del Metastasio, per esempio) o teatro-amico, come è il caso di spazi alternativi 'amici', che a Prato o in zone limitrofe 'esisticchiano', dove i politici possono svolgere propaganda o tentare di accaparrare voti (magari ci mettono anche una biblioteca, un collegamento, un appoggio per la gestione del consenso, eccetera).

Il mio teatro non si presta a questo gioco e quindi è disertato politicamente. Ed è per questo che non è finanziato né corteggiato in altro modo.

Probabilmente La Baracca finirà per tornare a essere quello che era quando è nata, solo un mio laboratorio politico teatrale. Chissà.

Questa è la premessa necessaria per capire che cos'è questo spazio e a chi inviate le proposte. Poi le potete presentare, e, se mi interessano, ci possiamo incontrare.

E magari venite a vedere anche quello che facciamo noi. Perché no.

martedì 13 febbraio 2018

Le astuzie da teppisti della 'politicanza'

Siamo nel bel mezzo di una campagna elettorale buona per un neo-Medioevo, tutta incentrata sulla 'sicurezza', che usa donne (sempre loro!) fatte a pezzi, cannibali, sparatorie nelle città, disonestà varie di astuti politicanti. Una campagna elettorale che assume l'aspetto di una caccia alle streghe, con risvolti sadici, aggressivi, patologici.

In realtà la caccia alle streghe nasconde, e nascondeva un tempo, gli appetiti voraci dei politicanti che,  nella ricerca del buon posto al Parlamento,  sviluppano astuzie da teppisti.

Per questo la cultura, l'educazione, la formazione, la condivisione dei saperi, il rispetto per l'ambiente, che sono argomenti 'costruttivi' (che non finiscono in prima pagina e non danno scandalo o non 'dividono'),  nella migliore delle ipotesi, si trovano solo 'nominati' nei programmi, ma in sostanza vengono trascurati da tutti i candidati alla 'politicanza' del Parlamento Italiano.

5o racconto su Gonfienti: L'associazionismo

Continua il racconto su Gonfienti da parte di Cultura Commestibile (n. 249): Gonfienti e l'associazionismo, di Franco Focosi.



lunedì 12 febbraio 2018

Tutti i monologhi sono uguali, ma qualcuno è più uguale dell'altro (dedicato a Porchetta Mission)

Non ho visto né ascoltato in diretta tele-visiona il monologo dell'attore Dalvino a San Paolo. Quello che racconta di migranti, stranieri che sono senza lavoro, soli, disperati. Ne ho visto solo la registrazione, un pezzetto.

Meraviglia. Sembrava davvero il mio amico Abdul, che da anni staziona davanti al supermercato Pum-Pum e che tenta invano di vendere una sveglia degli anni Ottanta e dei calzini di fabbrica turca.  Anche lui viene sempre spostato da una parte all'altra, e non sa più dove stare. Tenta di parlare con qualcuno, ma siccome è arabo, siccome è scuro di pelle, non gli si avvicina nessuno,  se non il figlio ogni tanto, ma solo per litigare. E anche se non si capisce quello che si dicono è chiaro che il figlio è incazzato col padre perché è un uomo mite buono, e non è ricco. 
Sembra che il figlio dica al padre: -Siamo venuti qui nel Bel Paese e facciamo una vita di merda. Cazzo, ormai sei quasi vecchio, fai qualcosa! - 

Alla fine, per compassione, il proprietario del supermercato Pum Pum, che naviga in cattive acque a causa della Grande Rete Supermercante costruita lì vicino, dove ormai vanno festanti gli stessi extracomunitari in attesa di poter votare (dicono che lì li trattano umanamente, che non sono razzisti), il proprietario del Pum Pum offre qualche spicciolo al povero Abdul in cambio di un po' di aiuto nel rimettere a posto le casse della frutta.

Mentre Dalvino recitava, e bene come il suo solito, e piangendo da vero attore, noi non lo potevamo guardare, perché eravamo in un piccolo teatro ad ascoltare un altro bello e drammatico monologo.
Dal vivo.
L'attore non aveva nulla da invidiare a Dalvino, se non che lui si trovava  su un palco sconosciuto, non nel Teatro Aoristo in diretta tele-visiona.

Il monologo che seguivamo dal vivo, recitato benissimo,  parlava di un mondo futuro fatto di dominio e di colonizzazione. Dominio sull'uomo e colonizzazione dell'universo. Della scienza messa al servizio del potere; di scienziati ormai privati della loro creatività e messi sotto torchio in cambio di un po' di soldi e di una villa e qualche macchina potente. Insomma, scienziati, schiavi, ma ricchi. Si immaginava un viaggio verso l'uniformità, un destino futuro di schiavitù e spersonalizzazione.

Di quando tutti vivremo, e non soltanto guarderemo, uno stesso canale, un pluricanale monologante per tutti, politico economico sociale.

Di quando ci esalteremo per i monologhi teatrali senza andare mai a teatro. E senza alcun senso di colpa o avviso interiore di incoerenza.

Di quando accetteremo finalmente, felicemente applaudenti nel gran teatro del mondo, che tutti i monologhi sono uguali, ma qualcuno è più uguale dell'altro.

(Dedicato a Gianfelice D'Accolti e al suo Porchetta Mission)

Commento-recensione su Porchetta-Mission:

"Un viaggio a ritroso e avanti nel tempo, lungo 2818 anni per ricominciare a ripartire alla scoperta di una umanità che si perde nell'oblio di una natura mortale. Un viaggio fantastico illuminato da un testo ricchissimo di spunti, verità sottili, che l'interpretazione di Gianfelice rende così vere e tangibili da essere totalmente pervasi da un finalismo al quale tutti noi inevitabilmente arriveremo" (Un abitante del pianeta terra, destinato ad approdare sul Pianeta Porchetta, Prof. G. Centauro).

venerdì 9 febbraio 2018

Festa della Poesia 2018



Il 24 marzo al Teatro La Baracca celebriamo il sesto anno della Festa della Poesia e il secondo anno del concorso poetico a tema libero. Il premio è dedicato Federico Garcia Lorca e al suo teatro, "La Barraca".



Durante la Festa della Poesia i poeti possono leggere e condividere le loro poesie, durante un tempo però limitato che dipende anche dal numero dei partecipanti.

Questo è invece il regolamento del premio di poesia:

1. Il tema è libero.
2. E' possibile inviare soltanto una poesia;
3. La poesia non può superare due pagine in formato A4.
4. Le poesie possono essere inviate via e-mail, al teatrolabaracca@gmail.com, indicando nome e cognome, e un riferimento, oppure via posta a Teatro La Baracca, via Virginia Frosini 8, 59100, Prato. E' gradito un brevissimo curriculum. Si prega di inviare la poesia in un documento allegato al messaggio in caso di invio elettronico.
5. La partecipazione è libera e nulla è dovuto. 
6. Il termine per l'invio delle poesie è il 20 marzo.
7. Il vincitore sarà proclamato sabato 24 marzo, alle ore 21, nell'ambito della Festa della Poesia.

Si ricorda che l'ingresso alla Festa della Poesia è libero, ma è gradita la prenotazione.

Seguiranno aggiornamenti.


giovedì 8 febbraio 2018

Bambini come gladiatori

Scoppia lo scandalo dei ragazzini drogati nel ciclismo.

Ma per vederli vessati e umiliati basta molto meno. Andate ad ascoltare qualche 'mister' che allena i ragazzi, che ne so al calcio al rugby, spiate in qualche campetto di calcio, la sera, quando stanno tutti insieme ad allenarsi, e vi rendete conto come siano trattati questi ragazzi, bambini.
Altro che attività formativa!
Aizzati, frustati, umiliati a colpi di parole feroci, educati alla competizione più impietosa anche da alcuni famelici genitori, vi sembrerà di trovarvi in qualche moderna scuola per gladiatori.

mercoledì 7 febbraio 2018

Arte fatta a pezzi, ovvero come non si vola


Mentre si celebra la neo direttrice del Pecci, Perrella, leggo come è finita l'opera dello scultore toscano Mauro Staccioli (morto il 1 gennaio), che un tempo era collocata davanti al museo: fatta a pezzi.

Lo sapevo, ma l'articolo, che riporto sotto, dà altri dettagli.

Non solo l'arte antica, anche quella moderna, modernissima, tutto, senza pietà nella 'città del contemporaneo' viene fatto a pezzi e triturato.

E la politica-kodak, brava a spazzare via tutto, ha anche la faccia tosta di, oltre a selficchiarsi, collocare nella cupa, telaiesca Piazza Ciardi una decontestualizzata 'mongolfiera'! La piazza Ciardi (ma chi era Giovanni Ciardi? lo vogliamo dire chi era 'sto tizio dell'Ottocento, che è stato gonfaloniere della città?); ora, da cupa che era, senza alberi, con quella scultura in mezzo, dà l'idea di un pennuto spelacchito che non può volare!

Infatti è una mongolfiera inservibile da tutti i punti di vista, buona solo per questa politica, questo apparato, con cui, nonostante la tecnologia e la potenza, non si vola, non si vola!

Anche come simbolo, questa come quella, solo un inganno!


Mauro Staccioli, Prato e lo scandalo della scultura fatta a pezzi:

4o racconto su Gonfienti su "Cultura Commestibile": Gonfienti addio!

Continua il racconto su "Gonfienti archeologica": ancora un articolo del Prof. Centauro.


Tante belle cose

Lievemente modificato rispetto al previsto, ma solo nelle date. Ospitiamo Massimo Smuraglia, si replica Carla Lonzi sono io! e finiamo april...