venerdì 29 giugno 2018

Parlamento random: uno che vale nessuno

Come tutti i teatranti, Grillo ha passione per le trovate.

Roland Barthes lanciò una pietra quasi tombale sulle trovate teatrali, ma evidentemente ancora qualcosa ne se spaccia in giro.

Secondo Barthes la trovata è un mito. "Certi registi gallonati ne fanno la loro fama...Evidentemente è qualcosa di inaspettato, e tutti danno in esclamazioni per l'invenzione che purtroppo è completamente inutile, visibilmente dettata da una immaginazione agli sgoccioli". (1)

In questi anni le trovate del comico e politico genovese hanno comunque funzionato. Quest'ultima però  l'ha presa a prestito.

Scrive un articolo nel suo blog, Il più grande inganno della Politica: farci credere che servano i politici, dove propone 'shockamente' di far sorteggiare i parlamentari. Un Parlamento di cittadini scelti a caso. 

La trovata è in realtà di Brett Henning, che ha scritto il libro "The end of politicians", dove dimostra che la democrazia non solo è un vecchio dinosauro malfunzionante che non ci rappresenta, ma anche - da buon statunitense - i suoi costi, non tanto di grafici e frecce e numeri. E come si potrebbe risparmiare!

Una trovata per avere la vera democrazia, finalmente a buon mercato! Una trovata per far parlare di sé e far soldi, con tanta superficialità condita da un po' di citazioni e di dati.

A fondamento della proposta Grillo cita la Retorica di Aristotele, senza dire però che lo Stagirita tratta una società classista, dove pochi sono coloro che possono essere eletti!

E' evidente il perché non si citi Platone, Repubblica, Politico,  Leggi, per il quale a governare devono essere chiamati i migliori, cioè i filosofi e non i sofisti, che insegnano appunto l'arte della comunicazione e della manipolazione.

Nella proposta, che sancisce la sconfitta del Movimento Cinque Stelle e dei suoi rappresentanti al Governo e al Parlamento - è in sostanza una smentita del loro operato politico! -, nella proposta non si tiene conto della preparazione culturale dei rappresentanti, la loro inclinazione, la loro passione, il loro carattere, le loro idee (ma non ne devono avere di proprie); i cittadini stessi, a prescindere, in un sistema random!,  vanno in Parlamento e ripuliscono il gioco, sporco, della democrazia.

Ma è un gioco di facciata, un inganno. Infatti esso mostra di tener conto del singolo, del cittadino, contro i partiti e il sistema dei mestieranti della politica, ma lo neutralizza e svilisce, insieme al Parlamento,  attraverso il sistema della causalità e della sostituibilità. Tutti vanno bene, e quindi alla fine i cittadini sorteggiati non contano!

L'uno finisce per valere nessuno!

Anche Simone Weil ha scritto un "Manifesto per la soppressione del partiti politici", ma è ben altra proposta, la sua! La filosofa propone una rifondazione della democrazia e dei suoi meccanismi, attraverso una seria rivalutazione dell'individuo, del suo pensiero e ricerca teorico-pratica, nella piena consapevolezza della propria azione e sapienza politica, contro l'oppressione e strumentalizzazione operata dai partiti! Con la Weil si va verso la liberazione; con Henning-Grillo verso l'oppressione.

La trovata, disumana e antiumanistica, di Henning-Grillo si situa nell'alveo, ormai quasi del tutto compiuto, della fine della cultura del pensiero, delle idee, della discussione, dell'individuo!, verso il completo tramonto della civiltà antica e del suo insegnamento tramite il terrorismo consumistico e tecnocratico assoluto (Parlamento a sorte, via computer!), dove il caos, l'ignoranza, la superficialità, l'uniformità prende la falsa forma della democrazia in nome dell'onestà, contro la corruzione, per il risparmio, l'ecosistema (sic!), la differenza, in nome di una finta evoluzione sociale, politica, economica, ambientale che non mette in discussione nulla, non pone alcuna alternativa vera a quel sistema che è alla base dello sfruttamento, della povertà, delle ingiustizie, della nostra assoluta infelicità che unge e ingrassa il sistema ipercapitalistico mondiale.

Il cittadino in realtà è chiamato solo a essere servo,  il migrante, per esempio e tutti quelli del Quarto Mondo,  o suddito consumatore.


(1) R.Barthes, Miti d'oggi, Einaudi, Torino, 1974, p.106.

giovedì 28 giugno 2018

Netflix è roba da prigionieri

Netflix, azienda americana che distribuisce film via Internet, e che tanto piace milioni di persone, è la morte della creatività.

I contenuti sono stabiliti a tavolino solo sulla base di algoritmi e con dati forniti dagli stessi spettatori.

Registi e attori sono totalmente strumento. Infatti di Netflix si ricorda la serie, il film, la storia, ma ben poco degli attori e del regista.

Nessun nome di artista deve spiccare; gli attori, che sono equiparati a lavoratori aziendali, devono essere bravi, ma non diventare famosi, o non troppo.

Lo spettatore infatti non conosce o ricorda bene i nomi degli attori e nemmeno li deve voler conoscere!
Mentre fino a qualche anno fa un film faceva leva sull'attore famoso, con il sistema Netflix l'attore e il regista scompaiono!

Il mito non è più il singolo artista, ma l'azienda e la serie! Con Netflix il cinema diventa quel prodotto che da tantissimi anni vogliono che diventi: cacca commerciale.

Fare cinema è quindi ormai diventato brutalmente (e anche nei contenuti violenti) produrre prodotti in serie, che devono piacere, e vendere. 

Tutto il resto non conta. L'arte come espressione umana; l'arte come espressione critica; l'arte come elevazione morale; l'arte come riflessione sul mondo; l'arte come sapienza... tutto tutto scompare. Rimane l'elemento estetico, ma di maniera, calcolata, stilizzata, di serie appunto, e quindi volgare e brutta!

Con Netflix l'arte diventa, anziché strumento di liberazione, di oppressione. E quindi non è arte!

Netflix è roba da prigionieri.

mercoledì 27 giugno 2018

La filosofia del teatro, un seminario a La Baracca

In anteprima rispetto alla presentazione delle prossimi spettacoli e incontri della stagione 2018-2019, annuncio una ripresa insolita delle attività al Teatro La Baracca.

Sabato 22 settembre 2018, dalle ore 16,30 alle ore 20 terrò il seminario dal titolo:

LA FILOSOFIA DEL TEATRO e della recitazione

che vuole rispondere alle seguenti domande:

a)     Cos’è il teatro,  quando si può dire che un evento è teatro?
b)     Che senso ha oggi, il teatro, che posto e ruolo nella società tecnologica?
c)     Che significa recitare e perché? Recitare è consustanziale all’uomo o è una ‘costruzione
d)     E quindi la società è diventata teatrale o lo è sempre stata? 
e)     Perché ogni arte è imparentata con la commedia?
f)      Cosa vuol dire che Tutto il mondo è teatro (Shakespeare) e cos’è il Gran teatro del mondo( Calderon de la Barca)? In che senso sono attuali?
g)     Il teatro è politica, perché? La politica usa e come il teatro (e la recitazione)?
h)     La politica come teatro, ossia la sua spettacolarizzazione  come si manifesta? I politici sono  recitanti, e se sì, in che modo?

Più avanti darò
altri dettagli.



martedì 26 giugno 2018

Come sta l'Africa?

Mentre di primo mattino i faccisti si presentano al mondo tramite i social con i loro modo sicuri e le loro frasi taglienti, mentre parlano e parlano sempre, ogni ora, e comunicano come dèi ai loro seguaci e adoratori, i migranti, di cui tanto si parla in questi giorni, loro tacciono, stiano su navi di negrieri o di cosiddette 'Ong' non sappiamo dei traffici (come potremmo?), nessuno intervista questi esseri umani, di loro a noi non giunge nulla, non sappiamo da dove vengano, chi siano.

Avete mai visto o ascoltato una intervista a questi esseri umani stipati sulle navi? Avete mai ascoltato una loro parola? Una testimonianza?

A noi non deve arrivare nulla della loro sofferenza, paure, violenze, delle loro aspirazioni, desideri, saperi, e nulla a loro delle nostre!

Non sappiamo come sta l'Africa, se non vagamente. Nonostante tutto il mondo iper-comunicante, da là, da quel profondo e vasto continente non ci giunge che carne silente,  il lontano riflesso della brutalità dei trafficanti di uomini, lo sfruttamento umano e ambientale, le stragi, l'orrore, fame e sete, e qui la mastodontica strumentalizzazione politica ed economica che vi si fa, sia  che i dominanti europei, brutalmente, vogliano chiudere i porti o che, malignamente, intendano accoglierli  'a braccia aperte'.

In entrambi i casi l'umanità è annientata.



lunedì 25 giugno 2018

La Toscana come non l'avete mai vista

PD al capolinea in Toscana dopo il ballottaggio delle elezioni amministrative di ieri. E quindi fine della storia del PD, in sostanza, che perde il comando a Siena (!), Pisa, Massa...

Scelte tutte sbagliate e, in particolare, l'atteggiamento di molti rappresentanti di quel partito sul territorio, che da tempo non ascoltano proprio quel territorio da cui ora qualcuno dice, come in un disco rotto, di voler ripartire: politica confezionata calata dall'alto, protervia, arroganza, sicurezza di vincere ancora e ancora dopo quarant'anni di dominio incontrastato.

Finita la canzone dell'ideologia e delle illusioni politiche (nonostante si facciano risuonare le corde dell'antifascismo) le roccaforti dei circoli, il sistema delle partecipate e simili non basta più per un partito che si è costruito un fortino di potere e di benefici per i suoi rappresentanti e amici, in una corte chiusa e sorda. Sprezzante.

In mano al PD sono rimaste solo tre città capoluogo, in un finale di partita ormai scontato, Firenze, Lucca e Prato. La prima e l'ultima incertissime: Nardella e Biffoni, uomini di Matteo Renzi, rischiano di non essere riconfermati alle scadenze elettorali del 2019.

A parte qualche caso isolato, la Sinistra in Italia vince dove il PD non c'è.

Riecheggiano le parole di Rosy Bindi: "Il PD deve essere sciolto", ma in realtà quello che rimane del sistema di partito tenterà ancora di rimandare la fine in qualche modo (magari con qualche travestimento di lista, accorpandosi con altri, o finte rifondazioni eccetera), spianando ancor più la strada verso la sua dissoluzione definitiva, e magari trascinando con sé nel cupio dissolvi quel che resta della Sinistra.

venerdì 22 giugno 2018

Seconda volta di Datini a Palazzo Datini


Anche ieri sera pieno per Datini a Palazzo Datini con la commedia Nel nome di Dio e del Quattrino. Credo che avremmo potuto replicare ancora due volte con lo stesso risultato. Ma bene così.

Ringrazio Walter Bernardi, Presidente della Casa Pia dei Ceppi, per la disponibilità e soprattutto ringrazio il pubblico che ci ha seguito e applaudito calorosamente ripagandoci della tanta fatica.

Il testo è mio, così come la canzone (Il sogno). Lo scrivo perché molti me lo chiedono anche scrivendo all'indirizzo del teatro.

Questi i commenti che alcuni spettatori ha lasciato sul Quaderno del Gradimento:


"Grande, grandissima superba interpretazione di entrambi." (Claudio Nunziati)

"Sempre bravi e molto suggestiva la scena" (Cece).

"Ogni volta che partecipo al vostro spettacolo mi prenoto con me stessa la prossima volta". (Giuliana Mencacci).

"Complimenti per l'opera. E' stata piacevole e sorprendente". (Veronica Ceccolini).

"Un emozionante ritratto del "Mercante di Prato" fuori dalle convenzioni 'mitiche' che spesso macchiano la sua figura. Grazie e complimenti." (Leonardo Favilli)

"Grazie, Maila, per un ritratto che non è una santificazione, ma una rappresentazione vivace, divertente e seria insieme. E grazie anche a  Gianfelice che è entrato nel personaggio, regalandoci emozioni, peccati e virtù...Uno spettacolo vario...come la vita." (Rossana Cavaliere, Loredana Rizzi).

"Bravissimi come sempre! La commedia è intelligente e commovente. La ninna nanna arriva a cuore! (Barbara Fiaschi).





giovedì 21 giugno 2018

Per la prima volta Datini a Palazzo Datini


Ieri sera debutto di  "Nel nome di Dio e del quattrino" a Palazzo Datini, pieno di gente, che ha molto apprezzato lo spettacolo.
Stasera si replica.

Questi i commenti che qualche spettatore ha lasciato sul libro del gradimento.

"Bravissimi. Molto bravo e interessante" (Simona Previa)

"Graditissimo spettacolo, complimenti agli attori".

"Bravissimi, momenti emozionanti e pieni di riflessioni. Grazie" (Famiglia Silveri).

"Bella la parte della Morte. Mi ha ricordato Pavese" (Firma illeggibile).

"Bravissimi entrambi" (Andrea Bencini?).

"Competenza in ambiente da favole, gli attori ci hanno fatto dimenticare i nostri misfatti contemporanei. Grazie" (Letizia).

"Wow, bellissimissimo. Bravi".

"Bravi. Interpretazione originale, bravi gli attori. Molto attuale"  (Evelina Limberti).

"Spettacolo toccante ed indimenticabile in un contesto fantastico" (Roberto Bacci).

"Grazie. Ho conosciuto meglio la storia del Datini e di Margherita! Buon proseguimento" (Patrizia Martines).

"Bravissimi attori e testo originale" (Sandra Nesti).

mercoledì 20 giugno 2018

Datini sulla stampa

Stamani i giornali hanno voluto stupirci  con effetti speciali sul vero debutto a Prato dello spettacolo sul Datini, "Nel nome di Dio e del Quattrino", nel suo palazzo.


"La Nazione", Prato



"Il Tirreno", Prato

martedì 19 giugno 2018

Ma il Datini a Prato vale così poco?

Con altri enti e attori ci sarebbero stati giornalisti e interviste ad annunciare lo spettacolo di domani e dopodomani (20 e 21 giugno), Nel nome di Dio e del quattrino, su Francesco di Marco Datini, che questa volta sarà rappresentato proprio nel 'suo' Palazzo di Prato nell'ambito della Pratoestate.

Noi ci dobbiamo accontentare dei comunicati, dovuti, del Comune di Prato, dato che è l'organizzatore, e poco più di un misero trafiletto ed un articolo rituale.

Di rappresentare l'opera del Datini a casa sua ho chiesto io di fare, ché mi sembrava la cosa più naturale, subendone le conseguenze del caso, perché significa lavorare due volte, senza alcuna assistenza tecnica data dall'organizzazione del Comune per la Pratoestate, in quanto Palazzo Datini non è luogo stabilito per gli eventi.


Ma il Datini vale così poco? Non è una eccellenza?
Eppure c'è una sua statua in Piazza del Comune!
Ma che importa!

Scrivo questo per dimostrare, ancora una volta, come funziona il sistema politico e la sua industrietta culturale, anche a livelli di grasso e profondo provincialismo, che deve star lì a suo servizio, per portare avanti e mostrare in titoloni soltanto chi deve, secondo un piano ben preciso.

Insomma, il sistema stabilisce chi è una eccellenza e chi no, a prescindere dal suo valore e dal suo significato.

Infatti, chi non porta il suo marchio, che con i suoi contenuti di propaganda traveste la menzogna in verità,  risulta inattendibile e trascurabile. 

E tuttavia, il teatro che non porta quel sigillo è da vedere, cari amici, che ponendosi come menzogna assoluta trasparente, può ancora mostrare qualche lacerto di verità.

A domani.

lunedì 18 giugno 2018

Achtung. censiti!

Cari amici,
in questi giorni sono un po' assente perché ho paura di essere censita.
Mi hanno detto che presto partiranno i censimenti, o monitoraggi, e io temo di essere beccata fra il pereto, il primo orto e il palco contadino.

Certo, non siamo zingari, ma il sospetto che ci circonda da anni, con conseguente disprezzo in alcuni casi, ci equipara alle etnie che saranno soggette al controllo aristotelico di forma e sostanza.

Insomma, verranno a vedere quanti siamo, come e di che viviamo, e come sia possibile un tertium datur.

Beninteso, sono già stata censita varie volte, ma finora i censimenti erano stati tutti silenziosi e segreti.
Periodicamente venivano fatti, con l'invio di vari sorridenti emissari travestiti da spettatori amici, ma nessuno aveva il coraggio di dire che si facevano, cosicché qualcuno ne ha messo varie volte in discussione la veridicità, o l'efficacia.

Ora invece, e la cosa spaventa, nel nuovo corso i censimenti sono dichiarati, pubblicati e chissà come va a finire la faccenda.

Quindi non preoccupatevi se non sapete notizie di me, da qualche parte dovrò pure nascondermi, o travestirmi, ché sappiate che non ho alcune intenzione di rivelare quantità e qualità dei vari eoni  che girano fra il  palco e la platea.




venerdì 15 giugno 2018

Scambisti teatrali

Finalmente qualcosa trapela anche sulla stampa riguardo ai circuiti teatrali pilotati, all'inserimento di amici e amanti o parenti e, in particolare, agli scambi fra teatri!
Oggi Il Fatto Quotidiano, senza però scendere nel dettaglio, solo alludendo alla cattiva usanza soprattutto nel titolo, Cartellone 2018/19, tutto scambi e dejà vu, (che per il resto l'articolo è una rassegna di spettacoli tratta dai vari cartelloni), con questo 'timido' articolo fa capire del voluto ricercato assassinio della creatività, l'impaludamento 'drammatico' che si realizza nei cartelloni di prosa (ma vale per tutte le arti!) con gli scambi e i favori con cui i teatri si sostengono a vicenda, senza immettere nei loro circuiti NULLA che esca da certe logiche di interesse. Anche i cosiddetti 'giovani', che in molti casi hanno già i loro quarant'anni, le cosiddette avanguardie e novità che vi si mostrano, e quindi non solo i vecchi 'big', rispondono a questa logica. 
Non si fa niente, non si mostra niente, non si accoglie niente di veramente diverso e nuovo, e questo è quanto da anni sto raccontando inascoltata e anche per questo detestata in questo blog dalla sua nascita nel 2008, ma anche da prima, esattamente dal 1999 col Manifesto contro il monopolio culturale.
Nell'articolo manca del tutto, e peccato! un accenno alle logiche di potere e influenza e sottomissione con cui si assegnano le nomine dei vari direttori agli enti, completamente avulse dalla tanto decantata meritocrazia.





giovedì 14 giugno 2018

Capperi 2018

Stasera replico L'amore è un brodo di capperi, che io apparento alla famiglia di Matilda, Commedia d'amore e d'utopia, Dogshit...

E' il perturbante che entra, comico!, nella nostra vita (contrariamente che in Freud o certi romanzieri tipo Hoffman) , che scardina la nostra ipocrisia e anche l'aggressività con cui cerchiamo di nasconderci agli altri.

Una commedia che recito da sola: teatralmente parlando non è una novità, ché molti attori si sono cimentati in questi assolo. E' però faticoso, è una delle cosiddette prove d'artista, i duelli in cui l'attore sfida sé stesso. Al pubblico piace, e non solo per la commedia in sé, gradita perché fa ridere, ma proprio per il duello a cui assiste, sadicamente.

La locandina, magistrale, è di Raffaello D'Accolti.

mercoledì 13 giugno 2018

Versi sottili contro il dominio

Travolti dalle aggressioni mediatiche, letteralmente devastati dalla cronaca di questi giorni, le strumentalizzazioni,  la propaganda, la miseria morale e politica e il dominio assoluto su corpo e pensiero che ci costringe e trasporta a suo piacimento, per cui l'individuo in quanto tale non conta più nulla se non come numero, e quindi massa, strumento di consenso e sfruttamento a vari livelli, prendo una boccata di ossigeno con una poesia di Pasolini, una delle ultime che scrisse, dal titolo emblematico di Versi sottili, pubblicata sulla rivista Sul porto nel 1974. 

Sottile è un aggettivo 'ricco', che comprende molte sfumature, anche metaforiche, ma quasi tutte positive, anche quando si riferisce all'astuzia. Non esiste un unico contrario che lo calzi in pieno nella sua molteplicità semantica. Però è sorprendente osservare che tutti i possibili contrari di sottile definiscono appieno i tempi in cui viviamo: spesso, grosso, pesante, grande, (e, in senso figurato) stupido, ottuso, superficiale, sbrigativo, spiccio.

Dunque sottile non è certo l'aggettivo del nostro vivere presente, in cui forse soltanto la poesia e poco altro un po' tale rimane.


VERSI SOTTILI COME RIGHE DI PIOGGIA

Bisogna condannare

severamente chi

creda nei buoni sentimenti

e nell’innocenza.


Bisogna condannare

altrettanto severamente chi

ami il sottoproletariato

privo di coscienza di classe.


Bisogna condannare

con la massima severità

chi ascolti in sé ed esprima

i sentimenti oscuri e scandalosi.


Queste parole di condanna

hanno cominciato a risuonare

nel cuore degli Anni Cinquanta

e hanno continuato sino ad oggi.


Frattanto l’innocenza,

che effettivamente c’era

ha cominciato a perdersi

tra corruzioni, abiure e nevrosi.


Frattanto il proletariato,

che effettivamente esisteva,

ha finito col diventare

una riserva della piccola borghesia.


Frattanto i sentimenti

ch’erano per loro natura oscuri

sono stati investiti

nel rimpianto delle occasioni perdute.


Naturalmente, chi condannava

non si è accorto di tutto ciò:

egli continua a ridere dell’innocenza,

a disinteressarsi del sottoproletariato

e a dichiarare i sentimenti reazionari.


Continua ad andare da casa

all’ufficio, dall’ufficio a casa

oppure a insegnare letteratura:


è felice del progressismo

che gli fa sembrare sacrosanto

il dover insegnare ai domestici

l’alfabeto delle scuole borghesi.


È felice del laicismo

per cui è più che naturale

che i poveri abbiano casa

macchina e tutto il resto.


È felice della razionalità

che gli fa predicare un antifascismo

gratificante ed eletto,

e soprattutto molto popolare.


Che tutto questo sia banale

non gli passa neanche per la testa:

infatti, che sia così o che non sia così,

a lui non viene in tasca niente.


Parla, qui, un misero e impotente Socrate

che sa pensare e non filosofare,

il quale ha tuttavia l’orgoglio

non solo d’essere intenditore

(il più esposto e negletto)

dei cambiamenti storici, ma anche

di essere direttamente

e drammaticamente interessato.



Pier Paolo Pasolini, Chia 1974


martedì 12 giugno 2018

L'Italia faccista è contenta

Mentre i nostri nuovi capi, posticci o meno, mostrano i ritrovati muscoletti al cuginastro Macron colonizzatore non razzista ma bombardatore, e al buono e bello Sanchez, protettore dei migranti sulle navi basta che non ci siano indipendentisti catalani, altrimenti li incarcerano o li manganellano come gli africani a Ceuta...mentre i nostri capi faccistoni fanno sognare l'Italia faccistissima con la tempra ritrovata e il 'me ne frego!', ecco che noi come sempre da sempre per sempre ogni giorno viaggiamo nelle normale cacca quotidiana, e nulla cambia nulla, ma proprio nulla.

Da tempo vediamo governi arrivare agitare passare, e gli stessi o peggiori disastri, inquinamenti, naufragi, ingiustizie, crudeltà, diseguaglianze, saccheggi, violenze, e nessuna prospettiva nuova! Altro che Era dell'Acquario in cui a breve ci troveremo, tollerante e solidale, senza confini e pregiudizi! L'era dello spirito! 

Ma l'Italia faccista è contenta è contenta è contenta! 



lunedì 11 giugno 2018

E la Chiesa Cattolica, che fa?

Domandina che mi pongo in merito alla vicenda della nave Acquarius carica di migranti che poi finirà in Spagna.

Cosa fa la Chiesa Cattolica, che sempre interviene nella politica italiana, per i migranti? Con tutte le proprietà e la ricchezza che possiede,  perché non se ne occupa direttamente intendo, senza il contributo statale?

Nuovo governo, osservazione 2: Il Ministro Bonisoli faccia una riflessione sull'espropriazione culturale

Si è insediato il nuovo ministro alla cultura Bonisoli ed è andato a Pompei.  S'è messo in vetrina e ha fatto il suo discorsetto, affermando le solite banalità sull'Italia ricca di giacimenti culturali, con la prospettiva però tutta nuova di assumere gente alla cultura.

"La cultura non è profitto, ma lavoro".

Aspettiamo le assunzioni.

In realtà sono anni che mi aspetterei qualcosa di diverso, nel senso del rispetto della diversità di pensiero e creazione, e quindi di 'assunzioni' veramente a tempo indeterminato.

Che si faccia piuttosto una riflessione sulla espropriazione culturale che il nostro presente sta subendo ormai definitivamente in tutti i settori della cosiddetta cultura, una espropriazione antropologica, in un clima terroristico senza precedenti per cui chi non è affiliato al partito di maggioranza e non produce numeri da stadio è un perdente e non è considerato. Proprio non se ne parla.

Chi dice di difendere il diverso lo straniero eccetera poi mette in opera un'azione di denigrazione e svalutazione assoluta nei confronti di chi non è emanazione del dominio o non ne fa parte.

Il potere gestito dall'alto e dal profitto, dopo aver distrutto definitivamente la cultura delle classi subalterne in funzione manipolatoria per immetterle nel circuito del consuma e vota quello che devi, oggi distrugge il resto che rimane e si oppone, e lo stritola con la maschera della democrazia e della tolleranza. 

Di questo il ministro del 'governo del cambiamento' si dovrebbe anche occupare.

venerdì 8 giugno 2018

Cibo, il nuovo dio

Eat Prato, fiera culinaria, festosa e zampillante si svolgerà questo fine settimana nella città non più laniera: festa che celebra i prodotti del territorio, fra cui il Gran Prato, farina pratese che nasce nei pochi campi sfuggiti alla devastazione del cemento degli interporti, macrolotti e megacapannoni.


Si celebra, nell'Era Narcotica del Mangia-Bevi-Fuggi, oltre Dio Turismo, Dio Cibo. Tutto sovrasta Dio Denaro. 

La kermesse, (parola di origine tedesca), anticipa quello che dovrà essere il tenore di vita del fine settimana estivo: la movida (parola di origine e costumanza spagnola).

Mangia e bevi (e spendi), poi fare diete e restare al chiodo del lavoro alienato.

E' questa ormai la nostra vita. Ringraziamo le autorità che fanno di tutto per proporci il menu fisso e statico, nonostante per esempio con movida si intenda altro, e nella sua etimologia soprattutto politicamente.

Il video sotto è tratto da una mia una lettura recitata, Cibo, che però aveva altri toni, subito censurati e rimossi.

Le riprese, di Emiliano Corrado.

giovedì 7 giugno 2018

Più piccole più deboli meno intelligenti

Un campione del Parlamento Europeo, il polacco Korwin Mikke, secondo cui "le donne sono più stupide, è giusto che guadagnino meno",  è stato assolto per queste dichiarazioni dalla Corte di Strasburgo, con buona pace di chi ancora crede che queste cose le pensi solo lui.

In realtà il signor Mikke, ma forse non lo sa, non ha fatto altro che seguire il solco del Marchese De Sade, anticipatore di molti concetti e pratiche fasciste, come ben intuirono Adorno e Pasolini. 

Il Marchese scrive in Juliette:

"Non dobbiamo esitare a credere che fra uomo e donne c'è una differenza non meno grande e notevole che fra l'uomo e la scimmia delle foreste. Avremmo altrettante buone ragioni di negare alle donne di far parte della nostra specie, che a quella scimmia il titolo di fratello. Si esamini attentamente una donna nuda accanto a un uomo della sua età, nudo come lei, e ci si persuaderà facilmente della sua notevole differenza che (a prescindere dal sesso) sussiste fra la struttura dei due esseri; si vedrà chiaramente che la donna rappresenta solo un grado inferiore dell'uomo…".

E non facciamoci ingannare dal governo femminista di questi giorni guidato dal socialista Sànchez, che ha posto a capo dei ministeri una maggioranza di donne. La Spagna si deve confrontare con gravi problemi interni e il cambio di governo e di rotta ha il compito di spostare l'attenzione da quei problemi, primo fra tutte la questione  dell'indipendenza catalana. Si tratta di una mossa di propaganda e diversione. 

Continua la storia che snatura la donna, e a cui la donna soggiace mitemente, subendo o introiettando il dominio.

mercoledì 6 giugno 2018

Presidente Conte, ma Lei è vero?

Conte, premier appena nato, è già un mitissimo.
Mite amato mito - Hai visto con che gas ha risposto al presuntuoso Renzi? Non sei un professore, io sì! - elegante, posato, intelligente, bravo, bello, mammaquantoèbello farà sognare tutte le donne, anche le Angele! -, preparatissimo, populista popolare ma non popolano...

Uomo del Sud, ci voleva via ci voleva un po' di Mediterraneo, con quella voce un po' arrochita, velata...ma con l'italiano sciacquato in Arno, s'intende, è professore di Diritto a Firenze, non di Rovescio!

Presidente Conte, ma Lei è vero, o è frutto di qualche esperimento da laboratorio?
Non mi dica che ha un contratto con la Casaleggio Associati? E' un Presidente Contractor?
Ma anche se fosse...L'Italia non ha mai avuto un presidente così...perfetto!
Solo il neo-presidente spagnolo Sànchez insidia, ma solo un po', il suo fascino...Ma è un socialista, un attributo che appartiene al passato, alla vecchia marcia politica, nonostante lui sia più giovane di Lei...E nonostante abbia messo un sacco di donne come ministre!Tuttavia...
Nessuno ha il suo stile, signor Presidente e giustamente ora tutti tifano per Lei.
Mio Presidente, o mio Presidente....


martedì 5 giugno 2018

Tutti sul carroccio dei vincitori

E' incredibile come in questi giorni si vedano politici saltare in gruppo sul carroccio della Lega, i vincitori!
Ovunque, ma si apprezza qui particolarmente nella rossa Toscana, ciliegina pronta ad essere ingurgitata dalle fauci salviniane.

Salvini, l'ex comunista padano!

Gente che proveniva da sinistra o centro sinistra, tutti inquadrati nelle file renziane (attraverso cui sono entrati nei comuni, per esempio), ecco che te le vedi in posa selfie sul carroccio!

Ma dico, come è possibile, saltare in poco tempo dalla cosiddetta politica dell'accoglienza etrusca al blocco degli sbarchi e alla costruzione dei muri, calderolesca? Da una politica filoeuropeista a una politica sovranista?

Ma sì, tutto cambia!

E d'altronde lo stesso carroccio, che prima era di colore verde, ora che colore ha? Non è forse ritinto? Non vi si combatteva contro la Roma ladrona?  Ora i leghisti più intransigenti sono del Sud. Ne è passato del tempo da quando la Lega organizzò il referendum per l'indipendenza della Padania nel 1997!
Ma chi se lo ricorda più, siamo pronti a essere ingurgitati dai prossimi eventi e dalle prossime rapide, stupefacenti mosse del nuovo capo!

Prima Renzi, ora Salvini.
Parafrasando ironicamente Don Milani si potrebbe dire: la coerenza non è più una virtù!

Nessun male nel cambiare opinione; solo che è sempre meglio porsi qualche domandina dubbiosa su un eventuale opportunismo dei vostra idola politici - per cui sul social web vi strappate il cuoio capelluto e mostrate tutta la vostra lingula fanatica e intransigente - quando, dico, questi nuovi campioni e campionesse del baluardo italico muovono i loro rapidi passi verso le strade più sicure, fortunate e ricche, ossia verso la maggioranza vincitrice, il conformismo e i futuri scranni.




domenica 3 giugno 2018

Il Governaccio e la Patria ritrovata

Il 2 giugno, per la pace di Mattarella che rischiava di vedere la Festa della Repubblica come dia de la revolucion se non si metteva in piedi il Governaccio, in quattro e quattro otto si è trasformato nel giorno della Patria.

Tutti gli italiani contenti per la  Patria ritrovata; miglior servizio non lo potevano fare allo status quo o establishment questi che da una parte e dall'altra minacciavano appunto la rivoluzione.
Addirittura mettendo come capo Giuseppe Conte, bello ed elegante come un dio del sud che, per non dispiacere proprio a nessuno, ha sciacquato i panni nel Piddino fiorentino...

venerdì 1 giugno 2018

Nuovo governo.Osservazione punto uno: accumulazione del potere.

Osservazione punto uno: accumulazione del potere.

Mentre aspettiamo che il governo del cambiamento si avveri, sperando non sia un cambiamento in peggio, ecco che osservo che non è cambiato il sistema dell'accumulazione del potere nel capo, per cui abbiamo Luigi di Maio e Mattini Salvini entrambi investiti della carica di: capo di partito (o movimento, uguale), vice Presidente del Consiglio e Ministro (e di quali ministeri, poi!).

Le cariche sono aumentate o comunque non c'è, almeno per il momento, alcun cambiamento rispetto al passato. 

Il rischio è che si usino i ministeri per la propaganda personale e di parte, e veicolo di paragone fra i due, con probabile vittoria finale di Salvini Ministro degli Interni su Di Maio Ministro del Lavoro.
E' più facile buttare fuori gente (o metterla dentro) che dare lavoro. Vedremo.

Tante belle cose

Lievemente modificato rispetto al previsto, ma solo nelle date. Ospitiamo Massimo Smuraglia, si replica Carla Lonzi sono io! e finiamo april...