mercoledì 5 settembre 2018

La cornice dei rapporti socio-economici resta immutata

Premetto: non ho mai visto questo programma tanto chiacchierato, Le iene, e non so chi sia il signor Giarrusso. 
Certo, fa specie vedere un personaggio televisivo nominato garante della correttezza dei concorsi universitari, questo spandersi della vita irreale, della finzione nella realtà.

L'equazione per molti è: si diventa famosi in televisione e si può avere un posto importante.

Può sembrare un cambiamento, ma non lo è.

In realtà il sistema si perpetua, solo mostrandosi diversamente, si trasforma in veste mediatica, ma la sostanza è che chi comanda mette i propri emissari a gestire la Cosa.  Così si gestisce l'apparato pubblico.

Si tratta di una dittatura mascherata e di un'oppressione economica assoluta che vige dalla nascita dello Stato Italiano, e che ultimamente però, con la crisi economica e di sistema, si è fatta più pesante.

La Televisione o Internet (e in particolare i Social) stabiliscono poi altre oppressioni.  Credenze, illusioni. Mitologie che servono per distrarre e opprimere ancor di più. Creare altre dipendenze e consumi, anche mentali.

Il Ministro dell'Istruzione ha comunicato la nomina di Giarrusso via social, con la immancabile foto del privilegiato, 'can mastino' in veste sorniona e affascinante, in primo piano. Ma cos'è? Appare come una stortura che guasta la democrazia e non fa ben sperare!

I Ministri e i Parlamentari che parlano attraverso i Social trattano un mondo fatto di trasparenze, apparizioni, ma non di approfondimenti. Di risoluzioni.

Ancora una volta problemi non si risolvono.

Anche questo è una caratteristica della dittatura. La sua epifania 'buona' è apparenza e superficie. Nel profondo tutto resta immoto. Resta il sistema familistico, clientelare, mafioso.

Perché, per esempio, non si parla invece dell'Università e di cosa sia diventata? Ma cosa vogliamo che sia, poi, l'Università?
Perché, per esempio, non si dice l'abbrutimento degli studenti che frequentano l'università come se fosse una passerella, un Walk of Fame? (vedi come si svolgono le discussioni delle tesi), molti dei quali indifferenti alla conoscenza?
Perché, per esempio, non si dice dell'abbrutimento di alcune facoltà e del servilismo a cui sono costretti molti professori?
I professori poi fanno i professori? Cosa hanno da dire in proposito? Perché la maggioranza tace?
Perché, per esempio, non si approfondisce l'occupazione di partito degli enti culturali? Qui in Toscana è tutto così, e l'oppressione è violenta. Si vive in una persecuzione condita di falsa indifferenza, irrisione e disprezzo.
Perché non si parla della dittatura vera e concreta che viviamo, l'impossibilità di ogni cambiamento e ossigenazione, che vede la concreta opposizione di tutti i partiti e movimenti nessuno escluso, alla redistribuzione della ricchezza e del potere?

La cornice dei rapporti socio-economici resta immutata.

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