domenica 16 dicembre 2018

Santiago, Italia


Con l'ultimo film di Nanni Moretti, Santiago, Italia, si torna a parlare di Storia e di politica in un tempo in cui il cinema è orrendamente confezionato e commerciale. E' un documentario che costituisce una assoluta novità nella cinematografia italiana degli ultimi anni, e svetta gagliardo nel periodo dei cine-panettoni e dei cartoni.
Si parla di Salvador Allende, della dittatura che seguì alla sua morte in Cile nel 1973, e del ruolo significativo che ebbe l'Ambasciata italiana di Santiago - grazie al coraggioso ambasciatore Roberto Toscano, non dimentichiamolo! - nel salvare la vita di molti -diventati improvvisamente - dissidenti.  Rifugiati!
L'Italia fu l'unico paese in Europa che si rifiutò di legittimare la dittatura di Pinochet. 
E' una chiara risposta politica al tempo presente, in cui i profughi sono usati, e dall'una e dall'altra parte, per riempire il nulla che altrimenti sarebbero i programmi politici delle 'fazioni' avverse (ma unite nella corsa al potere),  e molla uno schiaffo sonoro sia alla politica sovranista  che alla vacuità della attuale Sinistra italiana.
Il documentario alterna filmati dell'epoca a interviste di testimoni cileni e non. I rifugiati furono portati in Italia, e qui si integrarono completamente, trovando la solidarietà e l'appoggio concreto anche della gente comune. 
L'ultimo messaggio di Allende, prima di essere ucciso o di suicidarsi secondo alcuni, non si può dimenticare, e mostra quali uomini politici abbiamo perduto.  Il raffronto con i politicanti del presente è amaro e insostenibile.
Assolutamente da vedere, per riprendere fiato.


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