lunedì 30 dicembre 2019

Centro Pecci, the Missing Exhibitions


La mostra al Museo Pecci di Prato, The missing Planet, è stimolante: mostra l'universo dell'Unione Sovietica che non esiste più,  la disgregazione  che ne è seguita e le sue conseguenze, un mondo che si basava sulla tecnica,  e infatti la mostra inizia con i viaggi spaziali russi e riporta immagini dal film di Tarkovskij, Solaris.

Si osservano le ceneri di un sistema politico repressivo, burocratico, potente che ha distrutto culture e ambiente, e dove le rovine del tempo presente, la fatiscenza di città e paesaggi costituisce il fondale unico e costante.

L'Unione Sovietica è tramontata quando gli Stati Uniti hanno superato quello sgraziato ma tenace apparato tecnolocizzato. O no? Potente non è quello stato che ne possiede uno ad alto livello , vedi ora la Cina, e che a tal fine distrugge natura e uomini?

Mostra stimolante, certo, ma troppi video. Un centro di arte contemporanea non si può ridurre a una parata filmica.
E così è per le altre due mostre che si possono vedere di seguito, Romanistan e quella di Mario Rizzi sul mondo femminile arabo, dove scorrono davanti agli occhi solo video documentari, in sostanza formalmente identici.

Osservo che il perfettismo della video-tecnica ormai stanca, omologa e svuota anche la parola, il messaggio che vorrebbe essere alternativo.


giovedì 26 dicembre 2019

Mamma Natale

Mother Christmas
“Where art thou, Mother Christmas?
I only wish I knew
Why Father should get all the praise
And no one mentions you.
I’ll bet you buy the presents
And wrap them large and small
While all the time that rotten swine
Pretends he’s done it all.
So Hail To Mother Christmas
Who shoulders all the work!
And down with Father Christmas,
That unmitigated jerk!”
[c. RDNL]
.Roald Dahl
Mamma Natale
Dove sei, Mamma Natale?
Vorrei solo sapere
Perché Babbo deve prendersi tutto il merito
E nessuno ti nomina mai.
Ci scommetto che compri tu i regali
E li incarti grandi o piccoli
ma sempre quel sudicio porcello
Finge di aver fatto tutto lui.
E allora viva Mamma Natale
Che si carica di tutto il lavoro!
E abbasso Babbo Natale,
Quel coglione totale!
(Traduzione mia).

martedì 24 dicembre 2019

Dramma intorno ai concubini di Prato: primo appuntamento con il cine-teatroforum


Il primo appuntamento della rassegna di cine-teatro forum è venerdì 27 dicembre ore 21 al Teatro La Baracca con il Dramma intorno ai concubini di Prato , che debuttò nel 2007.
Uno spettacolo che ci ha causato non poche problematiche, fu aspramente attaccato da ambienti vicino alla curia già prima di essere visto.
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VENERDì 27 DICEMBRE 2019 ore 21
TEATRO LA BARACCA Via Virginia Frosini 8 Prato (località Casale)
Ingresso al cineteatroforum, 5 euro. Durata: 1h 20'.

DRAMMA INTORNO AI CONCUBINI DI PRATO

Scritto e interpretato da 
Maila Ermini
e con Gianfelice D’Accolti


Era il 1956.  Mauro Bellandi e Loriana Nunziati furono definiti ‘pubblici concubini e peccatori’ dal vescovo di Prato Pietro Fiordelli per essersi sposati col solo rito civile. Gli sposi lo denunciarono per diffamazione. Il vescovo fu condannato  in primo grado e poi assolto in appello. Il processo vide l’Italia spaccata in due: chi difendeva il vescovo, sostenendo che egli aveva compiuto il suo dovere religioso,  chi invece lo voleva punito, perché nella censura del prelato vedeva una crociata della Chiesa contro i matrimoni civili, tutelati dalla Costituzione. Per questa denuncia Mauro Bellandi si trovò isolato da tutti e non ricevette più prestiti dalle banche; commerciante, fu costretto a chiudere la sua attività; per la tensione a cui lo sottopose lo scandalo – il fatto ebbe risonanza non solo nazionale – si ammalò gravemente. Come la moglie Loriana, visse tristi vicende e in qualche modo fu costretto all’esilio. Una storia che crediamo attuale.


(Miriam Monteleone, Il Tirreno) “Novanta minuti di puro teatro per raccontare la vicenda de “I Concubini di Prato” attraverso una tragedia, ma senza scadere nel patetico o nel fazioso. Il Teatro La Baracca ancora una volta tiene testa alla storia e porta sul palcoscenico un frammento scomodo del passato, traducendolo in un dramma profondo, dove trovano largo spazio la psicologia dei personaggi, il credo della fede cristiana e l’ideologia dell’allora partito comunista. La messinscena è affidata interamente all’interpretazione di Maila Ermini, anche autrice del testo, e di Gianfelice D’Accolti. Una grande prova di abilità quelle dei due attori, che oltre agli sposi Mauro Bellandi e Loriana Nunziati, interpretano altri nove personaggi e le voci del coro. A fare da traccia alla lettura-spettacolo – in scena ci sono solo due leggii – sono i fatti storici cronologicamente riportati, attraverso l’intervento di una voce narrante. … Il tessuto storico si nutre di artifici drammaturgici, di dialoghi immaginari tra i personaggi e di un intenso vis à vis tra Stato e Chiesa che filtra dalle confessioni dei personaggi. L’ultima parte del dramma, frutto dell’immaginazione poetica dell’autrice, affida a Mauro Bellandi, ormai vecchio, da anni esule in Slovacchia, l’epilogo della vicenda. Le vecchie ideologie sono tramontate, ma la storia sembra destinata a ripetersi. Al termini delle quattro repliche gli spunti di riflessione sollevati dallo spettacolo hanno dato vita a un dibattito con il pubblico…”

https://blog.uaar.it/2007/11/15/dramma-intorno-concubini-prato/
https://primaveradiprato.blogspot.com/2011/11/margine-del-dramma-intorno-ai-concubini.html

lunedì 23 dicembre 2019

1350 firme non muovono la giunta dell'incuranza

Incurante di 1350 firme per il Museo Etrusco a Prato, la giunta con a capo il sindaco mostra assoluta indifferenza, non si cura della volontà dei cittadini.
Hanno sempre fatto così, il comportamento sprezzante di certa - o tutta ormai? - politica ora si ammanta di piazza piene, di altre mistificazioni e giochi delle tre carte, ma ahimè si riconoscono bene; o almeno li riconosce chi li ha frequentati.
Essi disprezzano l'impegno, il sacrificio, la politica vera di chi dedica davvero la sua vita a una esistenza migliore per tutti, più giusta, meno ipocrita e sfruttatrice, meno violenta,  più sapiente.

"Le ultime “parole al miele” di certe autorità per la valorizzazione della città di Prato corrispondono a poco più di un atteggiamento opportunistico di bassissimo profilo condito da un modo di fare a dir poco beffardo nei confronti di ciò che pensa la gente, della volontà della cittadinanza. La dice lunga su cosa ci si può aspettare per il futuro, come ben dimostra l’irriverente disattenzione per le 1350 firme per Gonfienti. Così sprofonda insieme alla cultura il sistema dei parchi e la nostra storia, e non è solo questione imputabile alla perdita della memoria".  (con qualche piccola modifica)". (GAC, e anche sua la foto).


Sulla retrospettiva video del Teatro La Baracca (approfondimento)

A partire da venerdì 27 dicembre il Teatro La Baracca organizza una retrospettiva video di alcuni dei propri lavori teatrali.
Una sorta di  insolito cine-teatroforum in cui gli spettatori potranno vedere alcuni "classici" del nostro teatro.
Gran parte della rassegna è dedicata alla  città di Prato e rappresenta un oggettivo contributo alla sua storia.
Essa fornisce lo spunto per affrontare questioni su temi sociali, politici e civili che superano però il livello della cronaca locale, sono di interesse nazionale, come è il caso dei concubini che fu scandalo internazionale, di Gaetano Bresci - quest'anno non si celebrano i 150 anni dalla sua nascita-, di Cafiero Lucchesi, operaio pratese che come molti altri fu vittima di due dittature, Mussolini e Stalin.  In maniera opposta invece la storia del ragazzo di Tien An Men, che si riverbera localmente per la massiccia presenza della comunità cinese.
Altre opere, come il caso di Centurione, Stupida, Miriam, moglie di Gesù, vanno oltre il dato geografico (le prime due hanno come sfondo Roma;  Miriam Padova), si assolutizzano, senza riferirsi a fatti specifici, in problematiche religiose, economiche e umane.


Venerdì 27 dicembre ore 21
DRAMMA INTORNO AI CONCUBINI DI PRATO

Domenica 12 gennaio, ore 16,30

LE TRE VITE DEL RAGAZZO DI TIEN AN MEN 

Domenica  19 gennaio, ore 16,30
GAETANINA BRESCI (Mio padre Gaetano il regicida)

Domenica  2 febbraio ore 16,30
MIRIAM, moglie di Gesù

Domenica  16  febbraio ore 16,30
CAFIERO LUCCHESI (Vita e morte fra Mussolini e Stalin)

Domenica  1 marzo  ore 16,30
STUPIDA, una vita in trappola

Domenica  15 marzo ore 16,30
CENTURIONE 

Ingresso 5 euro.

Il programma potrebbe subire modifiche. 
La rassegna è organizzata autonomamente, senza alcun contributo pubblico. 


domenica 22 dicembre 2019

Cine-teatroforum

Il programma è lievemente cambiato, la retrospettiva del Teatro La Baracca inizia con "Dramma intorno ai concubini di Prato" venerdì 27 dicembre ore 21


L'infanzia negata dei celestini, 16 anno: grazie, pubblico

Foto di Angelo Sabanito Polizzi


Ringrazio il pubblico, molto attento e anche giovane.
A 16 anni dal debutto non me l'aspettavo.

Ecco alcuni commenti:

"Commovente, emozionante!" (Manuela).

"Intenso, commovente, una parte anche della mia infanzia. Grazie". (Marcella).

"Grazie per questa informazione dettagliata. " (Firma illeggibile).

"Notevole ricostruzione: emozionante e splendida interpretazione". (Andrea).

"Tante grazie ancora per la tua costanza nel perseguire questa storia e farla conoscere! (Patrizia Pici?).

"Bellissimo spettacolo, intenso ed emozionante" (Marcella Tesi).

"Siamo venuti a vedere lo spettacolo , io e il mio compagno , per la prima volta dopo averne sentito parlare per così tanto tempo .
È stato molto emozionante , molto toccante .
Il mio compagno non è di Prato e molto riferimenti erano a lui sconosciut
i ma lei è riuscita a toccare le sue corde più profonde e a fine serata era molto provato. Molto dei nomi che h citato fanno parte della mia infanzia .
Ho visto morire l'ex Sindaco Giovannini , ero lì sul terrazzo di fronte quando si è buttato dal quarto piano...grande Uomo di politica. E ho conosciuto Monsignor Fiordelli di cui non ho mai avuto stima e mi chiedo quale siano state le sue conoscenze e i suoi interventi in tutta questa deplorevole faccenda .
Tutto questo accadeva molto vicino a lui ..
Abito vicino a quella vecchia villa che domina Filettole e tutto il Bisenzio , guardo con ancora maggiore sospetto chi si dice essere il protettore di una comunità religiosa .
La vorrei ringraziare ancora perché gli applausi non sono mai troppi per tutto l'impegno che ha dedicato a questa ricerca della verità . (Virginia Anthea)".

venerdì 20 dicembre 2019

Un altro celestino

In questi giorni ero un po' distratta. Ma loro no.
E quando arriva la data della replica de L'infanzia negata dei celestini, ritornano - o un "nuovo" celestino o chi è stato devoto di Padre Leonardo - , "si fanno vivi".

E così, puntuale,  ieri sera, a teatro mi chiama un celestino.
Di Prato, lui dice, pratese pratese.
Mi chiede, arrabbiatissimo, chi mi abbia dato la foto di quei bambini alla prima comunione che il giornale ha pubblicato oggi.
- E' di più di 70 anni fa, spiego, e me l'ha data un celestino, uno che appare lì.
- Lo so bene di quand'è. Io sono uno di questi. Perché gliel'ha data?
- Perché io l'avessi e la mostrassi.
 - Io ho l'originale, e ne ho tante altre...E poi Lei, Maila, ha detto bugie su Padre Leonardo. Bugie su   
   tutto.
-Ha letto il libro?
-No.
-Ha visto lo spettacolo?
-No. E non lo vedrò!

Il suo tono era vagamente minaccioso, non riuscivo a calmarlo.

-Perché non si è fatto vivo prima?
-Perché sono fatti miei.

Poi mi ha detto che dopo Befana mi vuole incontrare, mi farà vedere tutte le foto che ha. Ha 81 anni, è stato ai celestini dal 1942 al 1959.
Vive solo, e lavora ancora.
Ho capito che lo conoscevo, di vista, so chi è. Lo incontrerò.
Me ne sono tornata a casa accompagnata dalla stessa inquietudine che provo ogni anno in coincidenza con questo spettacolo, e ogni volta mi dico che basta, che questa volta è l'ultima, che basta con questa tortura.
A questo punto, dopo sedici anni, dovrei essere sgombra anche dal mio passato. Chissà.

Foto di Angelo Sabanito Polizzi 

giovedì 19 dicembre 2019

Cultura a Pistoia, un altro disastro

Disegno di Luca Lucherini, Officina Burrasca (Pistoia)
E' stata presto dimenticata l'ubriacatura per la Capitale della Cultura 2017 a Pistoia.
Dopo aver dimenticato Michelucci, ecco che i Pistoiesi si vedranno sfilare di dosso anche il Museo Marino Marini, che sarà trasferito a Firenze.
Non c'è fine all'abisso di questi tempi. Il sindaco Tomasi, che fa? Dorme il Sindaco, che sarebbe anche Assessore alla Cultura?
Intanto i pistoiesi continuano i loro immobili sogni nei vivai e nessuna protesta è in vista.
Ma l'indifferenza dei cittadini è anche figlia della politica culturale FALLIMENTARE della Regione Toscana.


La decisione del Cda preludio al trasferimento a Firenze
di Alberto Vivarelli (Report)
PISTOIA – Un colpo di mano gravissimo. Lunedì scorso il consiglio d’amministrazione della Fondazione Marino Marini, ha deciso di sospendere a tempo indeterminato tutte le attività della Fondazione, e di dare corso ad una riorganizzazione del personale. Incuranti delle proteste e della contrarietà dell’Amministrazione comunale, i consiglieri del Cda – e tra questi anche i membri che dovrebbero rappresentare gli interessi di Pistoia – vanno avanti nel loro progetto di smantellamento del museo pistoiese.
Adesso il rischio che l’intero patrimonio finisca a San Pancrazio è più che reale e la città deve far fronte comune per bloccare questa decisione.
Le generiche rassicurazioni del Sindaco non aiutano a dissipare i timori. Dopo aver taciuto per mesi e mesi sulla situazione che stava determinandosi in seno alla Fondazione, costretto dalle polemiche ha annunciato di aver votato contro.
Da lunedì ad oggi, nessun comunicato da parte dell’Amministrazione comunale sulla decisione della sospensione dell’attività a Palazzo del Tau.
A questo punto il sindaco Alessandro Tomasi deve dire chiaramente cosa intende fare per scongiurare che vengano applicate le decisioni del Cda, le prese di posizione generiche non sono più sufficienti. Sabato mattina sono previsti i consueti auguri alla città, ci aspettiamo una chiamata a raccolta dell'intera comunità pistoiese. Niente di meno. E la Fondazione Musei, da poco inaugurata, non ha niente da dire su questa spoliazione?
La questione riguarda l’intera città che è stata sfidata apertamente da sei persone che hanno ignorato la contrarietà anche della Regione Toscana e della Soprintendenza.
Non solo. La sospensione dell’attività pone grossi interrogativi anche sul futuro del personale: i sindacati non hanno niente da dire?
Trasferire il patrimonio di Marino Marini a Firenze, significa decretare la morte di un’attività culturale cittadina diventata evanescente, più proiettata a promuovere gli eventi che a valorizzare gli istituti culturali pistoiesi attorno ai quali costruire un progetto.
Con Marino Marini che va a Firenze e Giovanni Michelucci sempre più dimenticato, all’orizzonte ci sono solo le luci di temporali.

Cultura a Prato


Cultura a Prato: un Comune rapido a mettere targhe e cerimoniare per uno sceneggiato che è stato girato a Prato, ma molto più lento a mettere cartelli per indicare il sito archeologico che ha a Gonfienti e sulla Calvana.

Dal comunicato stampa del Comune di Prato:

"Per ringraziare i commercianti e gli abitanti che hanno accolto e supportato le riprese della serie TV "Pezzi unici" di Cinzia Th Torrini, verrà apposta una targa in via Luigi Muzzi, altezza civico 29/31.

Il Sindaco invita a partecipare alla cerimonia che si terrà alle ore 15 di mercoledì 18 dicembre 2019 alla presenza della regista Cinzia Th Torrini.

mercoledì 18 dicembre 2019

Ho tutto, ma non gli amici

La solitudine dichiarata del dirigente inglese, Mark Gaisford pubblica un video sui social dove dichiara di non aver amici,  fa notizia.

Ma in un mondo dove il valore è il consumismo, il denaro, l'aggressività, la concorrenza e la rivalità,  dove il successo e la ricchezza sono le mete da raggiungere, o dove sono costretto a pensare alla mia sopravvivenza, perché non esiste un sistema di assistenza sociale decoroso e sufficiente, non ci sono amici disponibili.

L'amicizia è condivisione. E' dedizione, comprensione, amore. E si può sviluppare in un contesto sociale determinato.

E' il sistema economico neoliberista che induce alla solitudine. E' proprio ciò che ha reso il dirigente inglese quello che è nella sua azienda a creargli la solitudine attorno.
Non deve avere amici in azienda. Non ci deve essere un sistema di amicizie, è pericoloso e non serve all'azienda, che sfrutta il singolo e lo vuole tale.

Non c'è nemmeno più la possibilità di essere amici sul lavoro a livello basso, come accadeva agli operai fino a trenta anni fa. Gli operai devono difendere la propria singola esistenza, il loro magro guadagno, e sono tenuti separati, ricattati, umiliati. I sindacati non possono più nulla.

Ormai, a parte rare eccezioni, e anche fuori dal contesto lavorativo, frequentiamo solo le persone che ci possono servire. Lo sfruttamento dell'altro è uno dei pochi metri di valutazione nelle relazioni.

Ti sono amico se mi servi. Se ho un vantaggio a stare con te. Di questo ho bisogno, di vantaggi, di favori, di situazioni che mi possono beneficiare.

L'amicizia è un sentimento raro, e anche l'amore ci metterei. Sono sentimenti, e vanno coltivati, e non c'è tempo, e non c'è voglia. L'amicizia non è utile, non serve. Non mi porta vantaggi, soldi, non è economica.

Questo non è il tempo dell'amore, ma dell'odio e dell'invidia, o nel migliore dei casi, dell'indifferenza.

I nostri politici ne sono un esempio: se non la pensi come loro, semplicemente ti odiano. Non sono capaci nemmeno di sostenere un qualche tipo di dialettica, costruiscono muri attorno, visto che devono anche loro pensare alla propria sopravvivenza politica ed economica.

Addirittura è ormai uso calunniare, offendere la gente senza conoscerla, senza sapere chi è veramente. E i social fungono proprio al sistema economico isolante e di sfruttamento.  Sono funzionali al neoliberismo, dove conta solo il danaro, e solo quello volatile; quello che si fa non con il lavoro, ma con la borsa e i computer. Non più  lavoro e investimenti. Non più persone.

Il dirigente inglese, diventato famoso per un giorno, riceverà un po' di pacche sulle spalle, l'azienda magari organizzerà un "viaggio tutti insieme" per socializzare, ma il rischio è che tutto torni come prima. O peggio di prima, ché egli ha osato dire ciò di cui non si può parlare, ché bisogna mostrarsi belli, efficienti, felici.
Gli auguro di credere ai miracoli.

Smartphone, social, e solitudine.
Non c'è altra prospettiva, per il momento.


martedì 17 dicembre 2019

Fari fari fari fari fari fari fari fari fari fari fari...

Un lunedì pomeriggio.

Camminavo per il centro.
Era praticamente vuoto.
Dov'era la gente?
Quei pochi
sfilavano via,
avrebbero preferito
non essere visti,
colpevoli.
Poi all'improvviso
m'ha colpito una luce
tutto intorno
anelli luminosi
di macchine,
un assedio ininterrotto
di lamiere accese.
Ho sentito
600 km di coda a Parigi
500 km di coda a Berlino
Buenos Aires bloccata.

E anche qui, piccola città,
fasci brillanti di vetture
fumanti nella sera
cancellavano
i fuochi del tramonto
gli ammicchi delle luci
di Natale.

Fari fari fari fari fari fari fari fari fari fari fari fari fari fari fari...
verso centri commerciali.

In attesa d'attraversare
un vecchio come me
lo accecava la fila;
e s'è girato e m'ha sorriso:
-Bisogna sbrigarsi a morire. -
Ed è andato.

lunedì 16 dicembre 2019

Fate una classifica sulla vita di m....a che facciamo

Viene ogni anno strombazzata la classifica della qualità della vita, in questi giorni è il turno del Sole24, che ovviamente è la qualità della vita del Sole24h, commissionata su certi standard alle agenzie di ricerca. E ci viene propinata, come tutte le altre, come oro colato.

Prima di tutto qualità della vita è un concetto che quando nacque stava da un'altra parte. Non lo gestiva il SOLE24h sempre sveglio. Tanto per fare un esempio.
E' un concetto filosofico, Aristotele già ne parla nella sua Etica Nicomachea (eudaimonia, felicità).
Le agenzie di ricerca sono venute molto dopo, e ragionano su standard di calcolo, economicisti! 
Ma la qualità della vita, quello che è l'uomo e come vive e come sente e pensa, non è qualcosa che viene fuori così nettamente dalle classifiche e dai numeri!

Ecco che la presunta scienza si piega al mito e agli interessi di alcuni; astutamente si alleva e forma l'opinione generale con una classifica composita, che viene imbastita in modo che non possa essere contestata, proprio perché si basa sul calcolo, che è ormai l'unica cosa che conta!

E poi di quale qualità delle vita si sta parlando? Di quella per cui l'uomo è sempre più un mezzo piuttosto che un fine? Di quella che lavori senza tutele (quando il lavoro c'è), quella che non considera le morti sul lavoro, lo sfruttamento - in casa e fuori casa - , il basso livello di istruzione, la scuola zoppicante, i giovani che se non si impiccano si ubriacano e muoiono il sabato sera sulle strade perché il futuro non c'è?; quella che contempla zero prospettive di mobilità alternativa (mondo automobilizzato!), di meno inquinamento,  meno rifiuti, con un popolo sempre più inebetito dai social e dagli eh-venti, tutti liberi di offendere, ma non di impostare criticamente un'altra visione di vita, economia e cultura, posto che ancora qualcuno riesca a farlo?

Che se uno la pensa diversamente, viene messo agli arresti domiciliari!

Potrei accettare una classifica della vita di merda che facciamo.

ALTRIMENTI, DI COSA STIAMO PARLANDO?

Teatro contro

Dopo la terza replica di Controdiva. Appuntamento con Clara Calamai ,  il Teatro La Baracca - periferico ultimo piccolo povero detestato contro - continua la sua programmazione con il consueto appuntamento, ormai da 16 anni!,  de L'infanzia negata dei celestini previsto per sabato 21 dicembre.
In tre mesi due opere nuove e due riprese!

Presto, di Controdiva ci sarà anche il video.
Questi gli ultimi commenti (uno dei quali era arrivato via mail e finito nella posta indesiderata).


"Grazie per averci riportato indietro in un mondo che non c'è più. Una grande figura anticonformista, brava Clara!". (Erica)

"Grazie di cuore per proporre sempre cose interessanti, che fanno riflettere". (Silvia)

"Opera raffinata e toccante. Eccellente recitazione". (Marcella).

P.S. I commenti, ah quelli li metterò sempre tutti, belli e brutti: noi non abbiamo i giornali che ci assistono con grassa e grossa propaganda, enti, partiti e logge che proteggono, finanziatori privati pubblici che nutrono;  mi piace,  oltre a far sapere cosa scrive il pubblico di quello che succede in un minuscolo teatro, provocare in alcuni certa irritazione.


venerdì 13 dicembre 2019

Controdiva e i fenomeni morbosi (Strategia della disattenzione).


Domani, 14 dicembre, alla Baracca, ultima replica di Controdiva. Appuntamento con Clara Calamai.
Uno degli spettacoli da cui mi aspettavo di meno che mi ha dato di più.
Un altro tassello di "storia piccola che guarda il grande", di riflessioni sull'arte del cinema e in particolare sul mito e il successo, così perseguito da tutti in modo ossessivo in questo tempo pieno di fenomeni morbosi (1), e che ci allontana da noi. 
Il mito permesso a tutti, democratico, diventa il diversivo concesso dal potere, la strategia della disattenzione. La vicenda dell'attrice Clara Calamai, che prima si lasciò trasformare in diva del Fascismo e poi fece di tutto per "cancellarsi" dal mito, fa riflettere sulla nostra vita ormai diventata ombra, nonostante (e anzi proprio per) i nostri affanni nel volerla rendere piena di luce”.

(1) <<La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno i verificano i fenomeni morbosi più svariati>> (Gramsci, Quaderni dal carcere, quaderno 3, 1930).

giovedì 12 dicembre 2019

Un banchiere al museo (pasquinata)

Riscevo da sora Pasquina, e pubbrico:


Ar museo c'hanno messo er banchiere
con un bello forziere,
ch'ariluccica com'è suo mestiere;
e allo stesso tavolazzo,
c'hanno infilzato 'na'ggiunta
per accoccar l'editore, e tutto er mazzo.
A guardarlo poi bene
c'hanno messo lo stesso carniere:
uccellacci impagliati
che ancora ringraziano
a mamma e papà,
come so' grati!,
per li nidi
do' stanno,
beccanno, 
attaccati.

A cinquant'anni dalla strage di Piazza Fontana


Mi piace pubblicare questo cortometraggio del 1970 intitolato Tre ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli, l'anarchico accusato ingiustamente della strage del 12 dicembre 1969.
La regia è di Elio Petri e del poeta Nelo Risi, con Gian Maria Volonté e, fra gli altri riconosco, con Renzo Montagnani e Luigi Diberti.
Altri tempi, altri attori e registi, intellettuali! Ora sanno solo fare massa e interpretare la parte di Mipiace sulle "paggine" delle santissime entità. Ora...se la farebbero sotto.

mercoledì 11 dicembre 2019

Il Totofon


Dalla sceneggiatura di Uccellacci e uccellini (1966) di Pier Paolo Pasolini, scena 58.
Dopo la lettura, i ragazzi in classe se ne sono rimasti diversi secondi in silenzio. 


"CORVO   Ti piacerebbe andare a lavorare in una fabbrica come questa?
NINETTO  Tocca vede...
CORVO  (scherza o dice sul serio? ma parlando ridacchia con la sua ironia socratica). Lo sai cosa ci fabbricheranno?
NINETTO (rozzamente, quasi offensivamente).  E che ne so!
CORVO    Il Totofon...
NINETTO   (strizzando gli occhi e aprendo disgustato la bocca). Che che?
CORVO    Sì, è un apparecchio piccolo come una valvolina: lo si mette in bocca, e si parla tutti uguale. Non ci saranno più modi di parlare diversi: il Totofon farà parlare tutti allo stesso modo...
TOTO'   Sì, è chi lo compra?  Mi' madre m'ha imparato a parlà così, mi' nonna m'ha imparato a parlà così, e vojo morì parlando così...
CORVO   Ah ah ah! Ma il fatto è che il Totofon sarà obbligatorio, come il triangolo delle macchine...non so se rendo l'idea...
TOTO'   E perché tutto questo?
CORVO   Ah ah ah! Hanno fatto delle statistiche e hanno scoperto la legge che "chi parla uguale consuma uguale"....Così parlando tutti uguale, vestiranno tutti uguale, si motorizzeranno tutti uguale, ecc.ecc. E tutto si potrà fare in serie, finalmente.
TOTO'    Embèh, sia fatta la volontà dei Signori!
CORVO   E a te, Ninetto, ti piacerà parlare uguale, vestirti uguale, mangiare uguale, motorizzarti uguale?
NINETTO  (con un guizzo di ridente suprema convinzione) A me sì. Che so' il più stupido, io?..."

lunedì 9 dicembre 2019

Programma di dicembre 2019 alla Baracca

C'è una novità: a fine dicembre inizia la rassegna di cine-teatro forum, una retrospettiva in video di alcuni spettacoli del Teatro La Baracca. Ogni appuntamento comunque sarà confermato di volta in volta.
Poi la terza replica di Controdiva, e il ritorno, come ogni anno, de L'infanzia negata dei  celestini.

Questo il programma in dettaglio:

Sabato 14 dicembre, ore 21 CONTRODIVA, Appuntamento con Clara Calamai (terza e ultima replica).

Sabato 21 dicembre, ore 21 L'INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI.

Venerdì 27 dicembre ore 21  Per la rassegna di cine-teatro sarà proiettato LE TRE VITE DEL RAGAZZO DI TIEN AN MEN.



Ancora Controdiva, e commenti


Pubblico un commento e parte di una letterina ricevuta dopo la replica di sabato di Controdiva. Appuntamento con Clara Calamai, che replicherò ancora sabato 14 dicembre.


"Lavoro introspettivo della diva, le ha dato "tanta luce" a lei che ne rifuggiva. Grazie, con immensa riconoscenza" (Miriam).

"...Credo che il suo sia uno spettacolo meraviglioso, assomigliava davvero a lei, e ha saputo darci emozioni grandi, e pensieri profondi. Non solo sul cinema o il teatro, ma cosa sia il successo, che oggi tutti inseguiamo.
La sua recitazione è stata molto intensa. Credo che Clara Calamai sia felicissima, finalmente qualcuno le ha reso un po' di giustizia, e di senso. Grazie. ". Antonio

domenica 8 dicembre 2019

L'assenza delle istituzioni

Una noticina a margine della presentazione delle firme per il Museo Etrusco di ieri:

assenza totale delle istituzioni, ancor più grave visto il numero delle firme, stamani 1335 (conteggio anche quelle che ieri sera abbiamo raccolto e continueremo a fare, alla Baracca, sul cartaceo).

E anche ieri sera, alla mia replica sullo spettacolo della Calamai, assenti. Chissà che fine farà "la nota drammaturga" di cui parlano nel telegiornale?


Gonfienti, una grandissima opportunità per Prato

"Cara Maila,

la presentazione pubblica delle 1313 firme (ma già stamani salite a 1325) raccolte con la petizione popolare ci dice che la comunità pratese e non solo quella vuole fruire del Parco Archeologico di Gonfienti, quando si potrà aprire, insieme ai i suoi reperti come un unico binomio, inscindibile.

Per la tutela dei beni culturali non esiste conservazione senza valorizzazioneE Gonfienti è un’eccellenza dell’archeologia!

Questo stretto rapporto tra i beni culturali e una loro più ampia condivisione sociale marca un processo ormai assodato, direi irreversibile per un paese che intenda progredire. Con tutto questo anche a Prato si dovrà ripartire il prossimo anno, specialmente dopo  l’annunciata ripersa degli scavi che il MiBACT ha in programma. Una ripresa che farà definitivamente uscire Gonfienti dall’emarginazione e dal rischio dell’obliterazione.
Si può affermare che il futuro dell’area archeologica cominci adesso, grazie anche agli esiti della petizione,  nella consapevolezza che i tesori pregressi e quelli che si andranno a scoprire si moltiplicheranno in modo esponenziale nei prossimi anni.
Sono convinto che, nel segno degli Etruschi,  il 2020 segnerà una svolta epocale per il territorio pratese e per la Piana tutta a cominciare dalla perimetrazione degli ambiti di salvaguardia del Parco Agricolo della Piana che comprende anche il Parco Archeologico di Gonfienti e il suo collegamento ciclopedonale con il Parco delle Cascine di Tavola. Confidando su un’adeguata sistemazione della Fattoria Laurenziana, quale porta del parco, e sulla costituzione dell’Antiquarium in prossimità dell’area degli scavi, si potrà realizzare un’asse di straordinario interesse ambientale e culturale. Campi Bisenzio ha già proposto la perimetrazione delle aree agricole e delle piste ciclabili ed avrà comunque, com’è giusto che sia,  il suo museo alla Rocca con i reperti dell’Età del Bronzo  scoperti nei sedimi della Mezzana- Perfetti Ricasoli.  Il Comune di Prato dovrà nei prossimi mesi redigere la Variante al Piano Strutturale per seguire lo stesso itinerario che la Regione Toscana ha pianificato. Quale migliore occasione per la città per strutturare uno scenario funzionale intorno all’area archeologica di Gonfienti sia in termini di servizi, accessibilità e spazi espositivi? Nel frattempo una parte consistente dei reperti di Gonfienti farà  a breve bella mostra e per alcuni mesi a Bologna nella grande esposizione che si sta realizzando sul mondo etrusco. A rendere ancor più evidente la centralità e l’importanza dell’insediamento etrusco pratese si può vedere  nella foto un’anteprima di una delle vetrine (in allestimento) che saranno dedicate all’area archeologica bisentina. Nel frattempo la città avrà tutto il tempo per preparare un congruo percorso di valorizzazione dei suoi tesori, un tempo utile per allestire quel museo fortemente richiesto dal cittadini, rafforzando il suo messaggio attraverso il coinvolgimento di altri spazi in città in primis il Museo del Pretorio, come pure, auspicabilmente a seguire, gli altri monumenti eccellenti dell’archeologia medievale e industriale (dal Castello dell’Imperatore alla Cementizia).
Questo non è un sogno ma una grandissima opportunità che adesso si offre per rilanciare la storia della città e i suoi incommensurabili valori"

Giuseppe Centauro
  

Servizio video e articolo di Toscana TV sulla presentazione delle firme

Questo è il link per vedere il servizio di Toscana TV sulla presentazione delle firme per il Museo Etrusco.


Questo l'articolo di Claudio Vannacci, sempre di Toscana TV:

Sono oltre 1.300 le firme raccolte in cinque mesi per chiedere al Comune di Prato e alla Soprintendenza la creazione di un antiquarium a Villa Niccolini, in prossimità dell’area archeologica di Gonfienti.
Il punto sulla petizione online lanciata lo scorso agosto è stato fatto stamani, 7 dicembre, al teatro La Baracca a Casale. Tra i promotori infatti, c’è la nota drammaturga Maila Ermini. “Non ci fermiamo qui. La raccolta firme va avanti. Il 75% delle adesioni viene da Prato ma abbiamo registrato il sostegno anche di tanti non toscani. – spiega la regista – L’ipotesi di sistemare i reperti alla Tinaia di Rocca Strozzi di Campi Bisenzio, edificio che al momento è in attesa di essere restaurato, è sbagliata. Crediamo necessario che i reperti rimangano nel comune di Prato, perché la città non può essere privata di ciò che è stato ritrovato nel suo territorio”.
La richiesta trova forza anche nella recente decisione della Soprintendenza di riprendere gli scavi per la primavera del 2020. Cosa che dovrebbe aiutare a strappare dall’oblio quest’area, alle prese ogni giorno con un vicino di casa piuttosto ingombrante, l’Interporto della Toscana centrale.
“La nascita di un antiquarium in prossimità dell’area archeologica, a suo tempo già individuato in villa Niccolini, permetterebbe, come di prassi, la sistemazione, il restauro e la fruizione dei reperti in prossimità degli scavi. – prosegue Ermini – La nascita di questo museo, oltre a portare benefici culturali e turistici per la città, darebbero forza a quel progetto di Parco Archeologico tanto annunciato, ma in realtà ancora inesistente”.
L’ipotesi dell’assessore alla cultura Simone Mangani di sistemare al Pretorio i reperti archeologici è vista di buon occhio dall’architetto e professore Giuseppe Centauro, profondo conoscitore della materia e dell’area, ma come rafforzativo dell’antiquarium a Villa Niccolini: “In un museo civico deve essere rappresentata tutta la storia della città e quindi è giusto che ci sia un incipit del parco. E’ una possibilità che non esclude il resto. Tra l’altro con l’annunciata ripresa degli scavi aumenterà il numero dei reperti e di conseguenza sarà più che necessario avere in loco l’antiquarium”


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