martedì 22 gennaio 2019

Intervieni sulla cultura

Caro L.
Solleciti un mio intervento, e lusinghi con le tue parole.
Come ho già detto, come sempre sarò cittadina (c)attiva, ma non mi candiderò in alcun partito o lista, tantomeno darò alcun contributo a chi ha cercato di togliermi culturalmente di mezzo, e in maniera brutale; a chi ha sperato che ai miei spettacoli che finanziava - costretto - non vi fosse nessuno (e non sono chiacchiere, ma prove provate!); non darò il mio contributo a chi mi ha tolto ogni sostegno e ha cercato di isolarmi.
E poi, chi siete?
Certo vi conosco, un tempo ho anche agito in certa politica, ma ripeto, chi siete?
Non vi ho mai visto nel mio teatro, dove non si organizzano solo spettacoli, ma anche incontri politici, dibattiti alla vecchia maniera. Io sono qui da tanti anni, venticinque, ma non vi ho mai visto. Come fate a sapere della mia competenza, che tu dimostri di apprezzare così tanto, nella cultura e in politica? Non conoscete, al massimo superficialmente e in veste prevenuta, il mio lavoro,  che alcuni della tua parte (anche se non dello stesso gruppo!) hanno disprezzato calunniandomi sui cosiddetti social o altrove, come vecchie comari inacidite. Conosco la  trombona alterigia.

Ma poi non è nemmeno quello che avete fatto o non fatto a me, costringendomi a nuotare controcorrente. 

Il fatto grave è che da voi non si parla della mafia, dell'uso partitico, strumentale e distorto che si fa della cultura, l'impossibilità, per chi non è della 'greppia", di poter accedere minimamente ai giri, ai circuiti, di poter esprimersi culturalmente. Di poter esistere.
Questo sistema di entità culturali, inaccessibili e distruttrici e che assorbono tutta la ricchezza, ha cancellato un mondo di associazioni, gruppi, persone che un tempo facevano il mio stesso lavoro, alcune delle quali con fatica cercavano di mantenere la tradizione della cultura dal basso e in qualche modo alternativa, e hanno dovuto smettere.
La colpa è anche un po' nostra, che non abbiamo saputo, ma in fondo potuto, fare un cartello contro quel potere.
Noi, che appena il potere o la banca ci chiama, corriamo!

Altro che osannare e sostenere il gioco mediatico delle città della cultura, con cui la cultura al contrario viene distrutta, che non entra nel tessuto sociale e lo rigenera. Tanto i soldi vanno a certi enti, punto.

Io non so come ho potuto vivere e come vivo, perché ormai l'occupazione dei partiti è assoluta, asfissiante e, al tempo stesso, il tessuto istituzionale del tutto frantumato e impoverito.

Parlavo ieri con una funzionaria ormai prossima alla pensione, che conosco come persona competente. L'ho chiamata per fare due chiacchiere, per capire. E lei non aspettava altro; non vede l'ora di scapparsene in pensione, tanto la situazione è insostenibile.

Mi ha confermato come funzionano i circuiti teatrali (e lo so bene, anzi alla perfezione!), o come funzionano i vari festival che sono organizzati su varie materie importanti, format culturali che vengono calati in modo più o meno identico in varie città del centro Nord (il Sud no, il Sud è disastrato...), e che sono finanziati da cartelli editoriali e da banche che utilizzano e foraggiano agenzie di parte partito: si tratta di una vera e propria occupazione, di una forma di dominio assoluto...Tre giorni di questi festival, dove i pesciolini che vogliono acculturarsi chic abboccando all'amo dei pescicani choc, costano circa un milione di euro. La gente non sa del giro distorto che si nasconde dietro a questa apparente messe culturale.
A questi festival vengono chiamati gli intellettuali del giro, di cui è necessario promuovere libri, immagine, eccetera. Gli altri sono fuori, hai  voglia a scrivere o fare...Vengono chiamati coloro che servono ai cartelli e alle banche. Lo stesso succede in certi programmi televisivi di prima serata, dove l'intellettuale è presente per promuovere il suo libriccino filosofico sulla retona di moda, oltre che per sostenere la politica del sistemone. Ci sei se sei servo e servi.

Intanto, aprendo la porta, noi pesciolini troviamo il baratro e il deserto. Richiudiamo.

Tanto poi alla fine so come vi comporterete, chi appoggerete, che sono poi quelli che mi vogliono far fuori.
Un po' come oggi i governi non sanno che farsene dei poveri che, non servendo più come massa utile per il voto come invece accadeva qualche anno fa (vi ricordate gli operai com'erano vezzeggiati?, oggi quei quattro gatti rimasti non sono più buoni a nulla e sono lasciati soli, e quindi è chiaro che votano a destra!),  e non partecipando ad alcun banchetto azionistico,  costituiscono solo fastidio di cui doversi sbarazzare al più presto.

Buona fortuna.

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