venerdì 5 aprile 2019

Delirio elettorale

Ci fu l'ultima campagna elettorale.
Il programma economico si mostrà all'ultimo minuto, forse il giorno prima, alle banche, che pignorarono città intere. 
Per recuperare i soldi qualche stravagante propose di entrare in città con l'antico gettone telefonico.
Il programma culturale si basava sulla valorizzazione del Medioevo. Quello che c'era prima e dopo nell'arte era considerato ridondante, e si poteva distruggere.
Il turismo fu sottoscritto da tutti i cittadini. Accordi per scambi turistici: io vengo a fare il turista da te, tu viene a fare il turista da me. E tutto si sarebbe svolto nel campo di calcio.
Conseguentemente per fare il conducente di pullman fu richiesta la vocazione. E lì cascò l'asino.
Il programma sociale fu scritto, ma poi non passò per un vizio di non so quale per-lato.
Il programma per il traffico fu basato sulla sicurezza. Caschi blu anche agli automobilisti anziani.
Il programma della sicurezza fu basato sulla sicurezza, e molto acclamato. Barriere anche per i pedoni e per i gatti (i cani l'avevano già).
Qualcuno disse che anche il programma anagrafico doveva basarsi sulla sicurezza. 
I matrimoni misti furono tassati. Cominciarono però subito a proliferare le storie di adulterio misto con colori illegittimi.

Passò poi il programma condominiale delle pistole in 3D.

Furono contati in media cento cinquanta candidati a sindaco con più e più liste aggregate per ogni città. Fu chiamato "intasamento elettorale".
La confusione regnò sovrana per molto tempo. Poi si decise che era meglio rinviare le votazioni, perché il traffico veicolare avrebbe ritardato lo svolgimento del voto e bloccato le città con conseguente collasso economico, come già era accaduto alle votazioni precedenti.

Le ruspe ai cantieri dovevano avere la precedenza su tutto.

Qualcuno propose di votare con il vecchio clic, altri proposero la clac, e addirittura di votare dalla macchina  direttamente con il clacson tramite un programma collegato al seggio. Ma non se ne fece niente per questioni di decibel.

Così, d
opo anni di rinvii le elezioni furono abolite. 

Oggi il rischio di non avere un dittatore si scongiura in questo modo: uno lo può anche fare, ma è costretto a morire ammazzato, per legge. Quindi nessuno vuol fare il dittatore.

Il problema è che a volte l'assassino dice: ho ammazzato questo o quest'altro perché so che voleva fare il dittatore, ma spesso si tratta di una scusa, e l'omicidio rimane impunito. 

Qualcuno pensa di reintrodurre il voto elettorale, ma al parlamento, dove lo scranno si eredita o si compra o si affitta, tutto molto salato, non sono d'accordo e la decisione è continuamente rinviata.

L'Oceano Indiano è stato eliminato che non serviva più, e gli accordi diminuiti non si possono suonare.

Il lunedì è stato unito al martedì, e così basta con i lamenti di inizio settimana; c'è un giorno nuovo: il lumarte, anche in onore al dio pianeta.

Il resto lo sapete già.

Nessun commento:

Quarta replica de "Ti mando ai celestini"

  La Nazione, oggi. Una delle poche volte in cui pubblica la locandina dello spettacolo. Anzi, nel mio caso, è la prima volta in assoluto. P...