giovedì 31 ottobre 2019

La dinosaura, presentazione video


Appuntamenti di novembre 2019 a La Baracca

Sabato 9 novembre, ore 21, torna, rivisitata, PORCHETTA MISSION, di e con Gianfelice D'Accolti.

Sabato 30 novembre, ore 21, debutta APPUNTAMENTO CON CLARA CALAMAI, un incontro impossibile, di e con Maila Ermini.

Presto vi diremo anche di altri appuntamenti, fra cui il ritorno de La dinosaura...




La livella di Totò


Un manifesto di umanità.


mercoledì 30 ottobre 2019

Interporto, una finta svolta "verde"

Alcuni amici mi hanno telefonato per dirmi di questa notizia relativa a Interporto, che ora attuerebbe una svolta "verde", funzionando finalmente come interporto (e sarebbe la prima volta dopo vent'anni), addirittura portando i "cenci in Cina", con la impresona della Pivetti. 
Ricordo a questo tempo smemorato che la signora era già stata Prato più di un anno fa, con lo stesso obbiettivo, e dovevano far partire il primo convoglio ai primi di agosto del 2018 (vedi il link sotto).

L'articolo de a Nazione cerca di coprire il commercio con la Cina, e punta a evidenziare l'aspetto "verde", che invece nell'articolo de Il Tirreno è meno in mostra.
Ma nulla cambia.

In realtà a Interporto serve una scusa buona, una scusa “verde” appunto per giustificare la sua espansione verso Campi Bisenzio, e continuare a cementificare speculando sui capannoni, non tanto a funzionare come interporto. Nonostante quando il presidente Querci dichiari, almeno alla stampa.
Vedete bene in quale contesto dovrebbe nascere il Parco Archeologico e il Museo Etrusco di Prato, che vedono come la peste.
L'area archeologica di Gonfienti è totalmente stritolata dal cemento. Altro che "green"!

La Nazione, Prato, oggi

Il Tirreno, Prato, oggi



martedì 29 ottobre 2019

Comunicazioni varie

La nostra battaglia (siamo stati in parecchi a protestare!) contro la forzata automazione della biglietteria è servita. Nulla cambia per noi, e quindi a La Baracca continueremo a staccare i nostri biglietti regolarmente come facciamo da diversi anni.

Comunico inoltre che alla Baracca si può firmare anche contro l'uso della tecnologia 5G.

Naturalmente non dimenticate la nostra raccolta firme per il Museo Etrusco a Prato, anzi presso l'area archeologica! http://chng.it/KY8n6xnbgJ


Sugli obblighi telematici per le attività di spettacolo:
"Gli obblighi inerenti i cd “Corrispettivi Telematici” NON coinvolgono i titoli d’ingresso degli eventi di Spettacolo.

Nulla quindi cambierà dal 01.01.2020 per quanto concerne i biglietti di ingresso delle attività di Spettacolo ed i relativi abbonamenti.

Nello specifico occorre infatti ricordare che la disciplina dei “Corrispettivi Telematici” si basa sulle attività di cui all’articolo 22 del DPR 633/72.
Se è vero che tra le suddette attività vi sono anche “.. le prestazioni di servizi rese nell’esercizio di imprese in locali aperti al pubblico ..” è pur vero che il comma 2, art. 74-quater, Dpr 633/72, stabilisce che “Per le operazioni di cui al comma 1 (Spettacoli ed altre attività) le imprese assolvono gli obblighi di certificazione dei corrispettivi con il rilascio di un titolo di accesso emesso mediante apparecchi misuratori fiscali ovvero mediante biglietterie automatizzate ..”.
La certificazione dei corrispettivi dello Spettacolo è quindi estrapolata dall’articolo 22 e regolata dall’articolo 74-quater che non è, al momento, oggetto di attenzione della disciplina dei “Corrispettivi Telematici”.
Per le attività di Spettacolo si continua quindi a far riferimento al Dpr 544/1999."

Un parco archeologico che sembra impossibile

Tornando da Firenze, andando verso Prato, sono passata dal comune di Campi Bisenzio.
Era già notte. In auto sulla Perfetti-Ricasoli. 
Luci, traffico, tralicci, occupazioni di caotiche e imperanti centrali elettriche, il centro commerciale I Gigli.

A un certo punto, passando il fiume Bisenzio, sulla destra, in corrispondenza dell'uscita Il Rosi, si vede una striscia nera, non illuminata. In mezzo a tutto queste luci e asfalto, una striscia di terra scura colpisce. Questa si trova in corrispondenza degli scavi di Gonfienti e il sognato Parco Archeologico,  davanti ai quali hanno trovato materiale antico, reperti, e che qualcuno immagina avidamente già edificata e riempita di altri centri commerciali o capannoni. 

Altro cemento, tralicci, oblio di tutto. Quanto altro tempo ancora il buio della notte resisterà alla luce elettrica?


E' di notte, più che di giorno, che si ha l'impressione che il Parco Archeologico di Prato e il suo Museo, la sua memoria!, non esisterà mai, e che tutto questo disastro sia irreversibile.

domenica 27 ottobre 2019

La dinosaura, ultima replica e reportage fotografico


Metto qui i commenti della replica di ieri sera e alcune fotografie di Angelo Sabanito Polizzi,  che ha realizzato un vero e proprio reportage, molto bello, dello spettacolo. Visto il gradimento del pubblico, e anche mio, La dinosaura tornerà alla Baracca; tra un po' però.


"Spettacolo originale, complesso, che pone molti interrogativi… (Tiziano Pierucci)


"Interpretazione straordinaria di un argomento che "disorienta", di certo induce alla riflessione di quanto le coscienze siano offuscate dal mondo che ci circonda e ci condiziona. Bellissimo". (Angelo Sabanito).


"Una grande performance che tiene alta l'attenzione attraverso la fisicità dell'attrice ed un sapiente e sorprendente gioco linguistico. La dinosaura affascina, respinge, conquista, spaventa e fa riflettere". (Eloisa Pierucci).

























venerdì 25 ottobre 2019

Lunga vita a La dinosaura!



Stasera abbiamo fatto le riprese, e domani, domani 26 ottobre ore 21, ultima replica de LA DINOSAURA a La Baracca.

L'ultima è dunque la sesta, dopo il debutto il 28 settembre: un record di tenuta per un teatro così periferico, maltrattato e spogliato di tutto!

Poi, dopo tutte queste repliche, nessuno potrà dire che non ha visto la Dinosaura perché non c'era, in quella data!

Lunga vita a La dinosaura!

giovedì 24 ottobre 2019

Breviario per laici

Più di una poesia è If (Se) di Rudyard Kipling, come ben aveva capito Antonio Gramsci, che la tradusse e pubblicò proprio con titolo "Breviario per laici" sull'Avanti nel 1916.


If you can keep your head when all about you
Are losing theirs and blaming it on you;
If you can trust yourself when all men doubt you,
But make allowance for their doubting too:
If you can wait and not be tired by waiting,
Or being lied about, don't deal in lies,
Or being hated, don't give way to hating,
And yet don't look too good, nor talk too wise;

If you can dream—and not make dreams your master;
If you can think—and not make thoughts your aim,
If you can meet with Triumph and Disaster
And treat those two impostors just the same:
If you can bear to hear the truth you've spoken
Twisted by knaves to make a trap for fools,
Or watch the things you gave your life to, broken,
And stoop and build 'em up with worn-out tools;

If you can make one heap of all your winnings
And risk it on one turn of pitch-and-toss,
And lose, and start again at your beginnings
And never breathe a word about your loss:
If you can force your heart and nerve and sinew
To serve your turn long after they are gone,
And so hold on when there is nothing in you
Except the Will which says to them: "Hold on!"

If you can talk with crowds and keep your virtue,
Or walk with Kings—nor lose the common touch,
If neither foes nor loving friends can hurt you,
If all men count with you, but none too much:
If you can fill the unforgiving minute
With sixty seconds' worth of distance run,
Yours is the Earth and everything that's in it,
And—which is more—you'll be a Man, my son!



Se saprai mantenere la calma quando tutti intorno a te
la perdono, e te ne fanno colpa.
Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
tenendo però considerazione anche del loro dubbio.
Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
O essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
O essendo odiato, non dare spazio all'odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo saggio;

Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,
Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina
E trattare allo stesso modo questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto
Distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi,
O a guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.

Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
senza mai far parola della tua perdita.
Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c'è più nulla
Se non la Volontà che dice loro: "Tenete duro!"

Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù,
O passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,
Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti,
Se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo.
Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!


Mànfani

Arcistufa dei mànfani. 

Dei furbacchioni, astuti e lecchini. 
Dei fànfani.
Politiconi lesti volpini. 
Scaltri sagaci trappoloni. 
Imbroglioni intriganti e gabbasanti. 
Mestatori,  briganti.
I finti.
I bachechi chietini infingitori,
gli spigolistri.
Insinceri, coccodrilli e reclamisti.

Commedianti e carotai
ciarlatani e viperai.

martedì 22 ottobre 2019

Per una interpretazione de "La dinosaura"

Per una interpretazione de La dinosaura copio qui alcuni miei appunti, che probabilmente saranno suscettibili di modifiche, correzioni o aggiunte successive. E' una specie di programma di sala sui generis.
L'ultima replica è fissata per sabato prossimo, 26 ottobre ore 21, a La Baracca.

Livello sociale
Dinosaura  (qui senza articolo perché oltre a indicare la sua animalità, è il nome con cui è chiamata), che vive in un cortile interno di un palazzo, è una diversa, una disadattata, è un mostro, o un vero dinosauro prodotto dalla scienza? A questa domanda non si risponde.
E’ sfruttata dal marito/scienziato, che è anche il suo padrone. Si mostra evidente la dialettica del padrone/servo, dell'uomo/donna.
Lo scienziato l’ha fatta nascere e i maestri le inculcano la riconoscenza.  La cultura è indottrinamento?
Come femmina è sfruttata dal marito sia sessualmente che per i lavori umili. Nel suo rapporto con lui non c’è amore, solo dominio e sesso. Il rapporto matrimoniale è uno dei luoghi privilegiati del dominio.
Dinosaura è detestata dal condominio per la sua diversità, anche se lei fa di tutto per conformarsi, almeno inizialmente, per essere amata e accettata.

Livello politico
E’ strumentalizzata anche dalla politica. Ci sono due partiti che si confrontano: uno che la difende, che la vuole ridurre ad animale controllato nello zoo; un altro partito che la vuole liberare nella foresta.

Livello filosofico
Dinosaura rappresenta la Natura che è indifferente alla morale, e quindi uccide, ma non prova senso di colpa.
La Natura attrae Dinosaura più di ogni altra cosa, più della poesia, che è ciò che lei preferisce, perché è linguaggio liberato (pur ristretto in regole).
Alla fine la Natura si riappropria di sé stessa, e Dinosaura disconosce il suo padrone-padre-marito. 
La ricerca del proprio uovo non è tanto desiderio di maternità (che le viene negata, lo scienziato se ne appropria o la regola), ma di libertà e di originalità.

Livello scientifico
La scienza è dominio, potere, ma anche commercio. L’uomo usa la scienza anche malignamente per fare affari, oppure il suo uso strumentale è il solo modo con cui lo scienziato può continuare a praticarla (lo scienziato che mostra la moglie-mostro ai cittadini per finanziare le sue ricerche).
Nella sua smania di tutto comprendere, alla scienza sfugge ciò che non può essere calcolato, l'incalcolabile. La dinosaura è anche questo incalcolabile che è nato dal calcolo.

Livello ambientale
Dinosaura è stata fatta rinascere perché la Natura non c’è più, si è esaurita. Lo scienziato dopo che ha distrutto, ricrea. Con questo gioco crea la sua economia. La Terra deve essere ripopolata di animali terribili per fermare il terribile uomo che la distrugge.

Livello linguistico
La parola si è inaridita,  è diventata “versaccio”, ed il  linguaggio è sterile, spezzettato, indifferente, a tratti muto.
Dinosaura usa ‘naturalmente’ il suo linguaggio primitivo, perturbante, poetico. Ma la sua parola poetica non consola; piuttosto ferisce, sgomenta, è un’arma. La poesia è linguaggio liberato, già detto.


Il testo è un monologo dialogante; questi sono i personaggi con cui colloquia Dinosaura in absentia:

-Gaisone, il marito scienziato; è una figura che si può avvicinare al Pigmalione, ma con tratti più terrifici e ambigui.
Gaisone somma in sé il desiderio di potere dell'uomo scienziato e del politico. E' poi un uomo vizioso, dedito a un sesso-consumo, divorante, animale. La cultura non riesce a coprirgli il vizio dell'abuso.

-Erico, il portiere, sfrutta Dinosaura per i lavori domestici, e come Gaisone  la mostra per farci i suoi guadagni, ma di nascosto a lui. Sfruttatore in seconda, la provoca e la umilia davanti a tutti.

- I condòmini, che la rifiutano, sono rappresentati dalla implacabile signora Mandorla, la più agguerrita nemica di Dinosaura.
Gli spettatori sono il condominio?

-Valerio, figlio di Gaisone, spregiativamente chiamato Vallerio da Dinosaura, che ostacola il rapporto di lei col padre, e vuole rinchiuderla in uno zoo.

-Bertilla, madre di Gaisone, è l’unica che si avvicina fisicamente a Dinosaura, che scende al suo livello (scende nel cortile dove vive Dinosaura), ma il suo atteggiamento benevolente risulta ambiguo: la vuole salvare o portare allo zoo e quindi allontanarla dal figlio-scienziato?, Essa paga le conseguenze del suo coraggio o dei suoi intrighi.
E’ una eroina o una suocera intrigante?

I maestri di Dinosaura, incaricati di trasformarla in essere civile e acculturato, sono solo citati e, in particolare il Maestro del Pensiero, il Maestro della Parola-Poesia e il Maestro della Tecnica, sono anche amati da Dinosaura, perché la trattano con rispetto pur temendola.


lunedì 21 ottobre 2019

Nella Terra di Qualcuno il Parco Archeologico di Prato non s'ha da fare!

Questo è un articolo de Il Tirreno di sabato scorso, cronaca di Prato. La Terra di Nessuno di cui si parla nell'articolo è proprio dove si trova la zona archeologica, e infatti il giornalista fa riferimento chiaramente a Camars, la città etrusca.

Ecco spiegata ancora una volta, ma ce n'era bisogno?, la stizza dei nostri politici riguardo alla richiesta di un museo etrusco nella zona degli scavi (questi continueranno sì, ma in zona ormai tutelata), non così troppo lontana da quella in cui addirittura si parla di farci lo stadio della Fiorentina!
Uno stadio, che non è una cosina da poco vero, che si sommerebbe a interporto, aeroporto, Gigli, Coop, e nuovi e vecchi capannoni, macrolotti eccetera.
(Domandina: ma hanno creato la Città Metropolitana di Firenze per murare più speditamente?).


LA TERRA DI NESSUNO
ORA LA VOGLIONO TUTTI, di Paolo Nencioni
Da terra di nessuno a ombelico del mondo. Questa è la piana tra Prato e Firenze. Un tempo terra di campi, fossi, anatre e ranocchi. Ora terra di conquista dei due giganti che si fronteggiano ognuno dal suo lato, Prato e Firenze appunto, e ogni tanto si guardano in cagnesco.Ci hanno fatto e vogliono farci di tutto, nella Piana, tranne l'opera che servirebbe davvero, cioè un efficiente e moderno collegamento su ferro che eviterebbe perdite di tempo, moccoli e acidità di stomaco alle migliaia di persone che ogni giorno hanno la sventura di muoversi tra Prato e Firenze e viceversa.Ora vorrebbero farci il nuovo stadio della Fiorentina, a Campi Bisenzio. Questa almeno l'idea della famiglia Casini che ha proposto a Rocco Commisso l'acquisto di 38 ettari di terreni in alternativa all'ipotesi Mercafir di Novoli. Sarebbe la ciliegina su una torta che conta già numerose fette. In principio fu l'Interporto di Gonfienti, che in soli 34 anni è riuscito a far partire il primo treno per La Spezia, poi toccò al centro commerciale dei Gigli, polo di attrazione dei pratesi prima dell'avvento di Parco Prato, seguito dall'Ikea a Sesto Fiorentino e in tempi più recenti dal wellness center di Asmana a Campi, proprio accanto ai terreni della famiglia Casini. Nel frattempo sul fronte pratese c'è stata l'espansione del Macrolotto 2 che va a lambire la provincia di Firenze. E da Firenze immaginano di sviluppare l'aeroporto di Peretola in direzione Prato. Sarà l'effetto dell'horror vacui. «La natura rifugge il vuoto» dice Aristotele, e per questo tende sempre a riempirlo. Sta succedendo proprio questo in quella che era terra di campi e di rospi. Di sicuro lo spazio c'è, il vuoto da riempire ancora non manca. E il nuovo stadio della Fiorentina, se davvero lo facessero a Campi Bisenzio, accanto all'Asmana, ne riempirebbe un bel po': 38 ettari, nuove strade, parcheggi e il prevedibile indotto che si porta dietro un impianto della Serie A. Per i pratesi non cambierebbe molto, perché si dice che tifosi viola da queste parti, per ragioni di campanile, non ce ne siano poi tanti. O comunque si fanno sentire meno degli juventini che occupano il Mercatale a ogni scudetto vinto. Ma per Prato potrebbe cambiare molto. La terra di nessuno diventerebbe terra di qualcuno e di fatto avvicinerebbe i due colossi che si fronteggiano senza mai incontrarsi. Un vuoto che si riempirebbe non di case ma di capannoni, infrastrutture, logistica, attività commerciali.E forse avevano già capito tutto 2.500 anni fa gli Etruschi, che quando si trattò di trovare un posto per fondare Camars, una delle loro più grandi città, non scelsero né Prato né Firenze, ma un terreno accanto all'attuale Interporto di Gonfienti, verso la Piana. -- BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Sudamerica in fiamme

Non solo il Cile in fiamme, tutto il Sudamerica.
Copio questi due articoli de La Repubblica di oggi (meno di parte quando tratta di paesi esteri), per farsi un'idea di quello che succede, visto che i nostri mezzi di informazione non ci informano. 

La Repubblica, data di oggi


(In particolare sul Cile)
MONDO
Domande & risposte.  
Risorse nelle mani di pochi ricchi.
di Eugenio Occorsio
«Se il rame fosse dei cileni la scuola sarebbe gratuita», ripetono da anni studenti e lavoratori di Santiago. La loro rabbia esplode periodicamente sulla base di una minima scintilla, com’è stato il rincaro della metro di 30 pesos (0,04 euro). Un malcontento profondo che mina alle radici il Paese più avanzato del Sudamerica
A chi vanno i proventi del rame cileno, la maggior risorsa del Paese?
Oggi per due terzi a multinazionali estere. Il Cile è il primo produttore di rame del mondo. Le miniere erano storicamente statunitensi ma furono espropriate e nazionalizzate nel 1971 da Allende, mossa per lui fatale: Nixon e Kissinger non gliel’hanno mai perdonata e questo è uno dei motivi del golpe del 1973. Negli anni successivi, la dittatura Pinochet ha riprivatizzato buona parte delle miniere. Oggi la più grande del mondo, Escondida nel deserto di Atacama, appartiene al gruppo anglo-australiano Bhp Billiton che vi estrae 1,1 milioni di tonnellate di rame l’anno pari al 9% dell’offerta mondiale.
Ma cosa si è inceppato nel cammino del Cile dopo l’ingresso nell’Ocse del 2010?
Probabilmente, come risulta dai documenti della stessa Ocse che documentano il perdurante gap di democrazia economica, il popolo cileno si è sentito tradito dalle stesse promesse della globalizzazione. Malgrado il tasso di sviluppo sia superiore a quelli europei, si sono approfondite le diseguaglianze e le ingiustizie sociali. Il sistema pensionistico e quelli scolastici, su base privatistiche ed elitaria, sono rimasti gli stessi dei tempi di Pinochet.
Oltre ai trasporti, ci sono stati recentemente altri rincari che hanno alimentato la rabbia?
Sì, molti, a partire dal 9,2% dell’elettricità. Il costo della vita è diventato troppo alto per la maggior parte dei 19 milioni di cileni, il cui reddito medio non raggiunge i 500 dollari. Ma soprattutto le diseguaglianze sociali sono intollerabili: l’indice Gini della World Bank ha raggiunto quota 46,6, più degli Stati Uniti (41,5) e lontano da Germania (31,7), Francia (32,7), Italia (35,4).
Quali sono le condizioni macroeconomiche e le relazioni con l’Italia?
Nel nuovo outlook del Fondo Monetario la crescita 2019 è ridimensionata dal 3,5 al 2,5.
Ma l’esperienza insegna che incidenti come quelli in corso possono portare a un crollo ulteriore delle aspettative. Il Cile resta per l’Italia un mercato lontano: l’export è di 1,1 miliardi, per metà meccanica strumentale e apparecchi elettrici.
(La Repubblica di oggi)

domenica 20 ottobre 2019

25 anni di Teatro La Baracca


Questa volta non voglio parlare dello spettacolo, "La dinosaura", ma della festa (parola che poi non dà il senso di quello che è stato, ma per capirci), di quello che è seguito, il parlare che è venuto spontaneo, mio e degli altri; il commentare il senso anche dello spettacolo, certo, ma lo stato del teatro e delle arti in generale. E quello stare in cerchio, come attorno a un focolare ideale, credo che sia stata una profonda esperienza per tutti gli amici.
Ringrazio per l'affetto, per i doni e la presenza, e le parole scritte e dette. E' un forte aiuto, uno stimolo a non mollare, nonostante le difficoltà di cui anche ho parlato ieri sera, e l'ostilità del mondo politico e culturale.
Ringrazio Asia Pasquali, che ci segue con costanza, e il mio compagno di vita e teatro, Gianfelice D'Accolti, senza il quale la serata non sarebbe stata possibile.



Campi Bisenzio: altro che museo etrusco!

Ricevo e pubblico questi due volantini del Comitato contro l'ampliamento dell'aeroporto e per il Parco della Piana.  Si prospetta tutt'altro che un futuro verde e di recupero ambientale e di beni architettonici per Campi Bisenzio, come vogliono far credere!
Dicono di stracciarsi le vesti per il Museo Etrusco a Villa Strozzi di Campi, e poi intanto vogliono buttare cemento ovunque.
Si capisce perché il Parco Archeologico di Gonfienti, che fiancheggerebbe evidentemente il Parco della Piana, non lo vogliono. E non vogliono il museo a Villa Niccolini perché rompe i piani di cementificazione sulla zona, che è appunto a confine fra Prato e Campi Bisenzio.








venerdì 18 ottobre 2019

Pancrazia: ha ragione Grillo; i vecchi non votino più

Pancrazia commenta l'ultima proposta del capo del M5S, di non far votare più i vecchi.

E' una buona idea quella di Grillo. Lui l'avrà detta per alzare un po' di polverone, una mossa marchettara, ultimamente è sotto tono, però è davvero una buona idea.

Così da vecchia, visto che dovrò lavorare fino all'ultimo dei miei giorni, non dovrò più occuparmi di questa cacca di politica.
Politica? Ma questa non lo è per niente. E' corruzione, è malaffare, è puro interesse. E' cacca, appunto.

Non avrò voce in capitolo? Ma perché, votando ne abbiamo avuta mai alcuna?
Almeno da vecchia mi occuperò solo di me, d'altronde per come si profilano le cose, non avrò tempo di fare altro. 
Non perderò più tempo con questo numeroso branco di cani, che alla televisione abbaia.

Per campare dovrò darmi da fare dalla mattina alla sera, magari dovrò cercare di sgraffignare qualcosa al supermercato o chissà dove, perché la pensione non sarà sufficiente.

Penso che quella di Grillo sia un'ottima idea, un primo e concreto passo per mandarvi tutti affanculo.

giovedì 17 ottobre 2019

25 anni di Teatro La Baracca

Copio dalle comunicazioni del Comune di Prato. 
E' esatto: sabato dopo La Dinosaura festeggiamo i 25 anni del Teatro La Baracca. Avevamo già festeggiato i 24 anni, ma perché non sapevamo se saremmo stati ancora qua. Si veleggia a vista.

Lo sappiamo: saranno assenti alcune persone che hanno trascorso qui un tempo importante, e che ci hanno girato le spalle dopo essersi fatti ossa e cuore da noi. O che semplicemente non vengono più.

Ci sono poi quelli che mai son venuti, così, per indifferenza ripicca punto pregiudizio ostilità. Antipatia.

Così va la vita. Ma nel frattempo sono arrivati altri. 

Vale sempre la stessa regola: 
si può tornare anche a rivedere lo spettacolo, ma bisogna prenotare perché non sappiamo se ci saranno posti liberi.
Coloro che vogliono essere presenti anche solo alla festa, possono entrare verso le 10,30 circa, magari annunciando la presenza!

La prossima festa sarà tra 25 anni. Ma non piangete, ci sono tante altre feste dove, nel frattempo, potremo e potrete andare!

Nella foto sotto (e non mi ricordo chi me l'ha mandata e di chi sia), come eravamo 25 anni fa: la Baracca, e così veniva chiamata da tutti, si trovava esattamente come oggi all'angolo fra via Frosini e Via Montessori, e allora era proprio una baracca malconcia, assediata dalle canne e destinata a essere abbattuta...).





TV Prato sulla Camminata per Gonfienti


Questo il telegiornale di TV Prato di lunedì 14 ottobre scorso delle ore ore 20,30, dove potete vedere il servizio sulla Camminata per Gonfienti di domenica 13 ottobre.
Il servizio è al minuto 6.33.

lunedì 14 ottobre 2019

LA DINOSAURA - Teatro La Baracca: il rischio dell'omologazione contro le diversità (recensione di Gufetto Press)



Ringrazio la rivista Gufetto  e Serena Rosati per la sapiente recensione.
La replica ci sarà non solo sabato 26 ottobre, come indicato, ma anche sabato 19 ottobre.


Premessa
Gufetto è tornato al Teatro La Baracca di Prato per assistere al nuovo lavoro di Maila Ermini LA DINOSAURA (ancora in replica il prossimo 26 ottobre), come sempre scritto, diretto ed interpretato da lei. Il pubblico riunito letteralmente intorno a lei ha assistito ad una piéce dove la convivenza dell'uomo con la natura si trasforma in lotta per l'integrazione con il rischio che ciò comporti l'annullamento di ogni diversità.
Serena Rosati della redazione fiorentina scrive: "La scienza è vista come un gioco, attraverso il quale l‘uomo domina il tutto. E' così, per gioco o per noia, che ricrea la Dinosaura, femmina, perché possa confrontarsi con lo schema patriarcale/antropocentrico che fonda la sua esistenza sulla depredazione incontrollata della natura, portando a nuova vita ciò che la natura stessa ha dimenticato. L’uomo si identifica con la scienza, con la capacità di creare e dare la vita, rubandola dunque di fatto alla donna, esasperando la vocazione di dominio dell’umano nei confronti del creato, legandola strettamente all’essere “immagine e somiglianza” del creatore fino ad assumerne i compiti."
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LA DINOSAURA - Teatro La Baracca: il rischio dell'omologazione contro le diversità
Ancora in replica l'ancestrale conflitto fra scienza e natura raccontato in un loquace dialetto da Maila Ermini nel "resistente" e libero Teatro La Baracca a Casale di Prato.

Fuori dai circuiti dei teatri convenzionali è andato in scena La Dinosaura (nuova replica e  26 ottobre) presso il teatro La Baracca di Maila Ermini, nel ruolo di regista, autrice ed attrice. Mediante la narrazione in prima persona di una favola post moderna, l'artista ci introduce, attraverso le parole di un dinosauro di sesso femminile (figura archetipica della madre Terra, rappresentante di una natura intonsa e ancestrale, protagonista di un universo ormai lontano), nell'attuale visione di un mondo assoggettato alla scienza, attraverso la quale l’essere umano domina la natura, deciso a mutarne l’ordine naturale in virtù della sua prometeica ambizione di ricreare la vita.
Subito percepiamo come lo spazio scenico sia ristretto, i suoi confini ricalcano quelli dell’esistenza costretta della Dinosaura, personaggio atipico, che si presenta in scena facendo rimbombare passi decisi sul pavimento di legno. La sfera prossemica data dall’ambiente raccolto permette di entrare in confidenza con il pubblico, pronto a carpire ogni parola della narrazione, accomodato su panche di legno disposte in cerchio come attorno ad un focolare. Le luci del palcoscenico illuminano a stento i volti degli avventori come un vero fuoco, il quale si fa tramite di un rito che avvicina alla comprensione e all’ascolto. La scenografia è essenziale, così come il costume della protagonista, solamente accennato da una lunga coda, affinchè la narrazione, passando per il filtro dell’immaginazione, possa trovare uno spazio neutro di espressione. 
Attraverso la parola l’essere umano si differenzia dal resto delle creature, conquista la sua capacità di dare inizio a una specie nuova, capace nel tempo di fabbricare cultura e dunque la storia. Spesso la costruisce scardinando i limiti impostigli dalla natura, superandoli, molto spesso calpestandoli. La scienza è vista come un gioco, attraverso il quale l‘uomo domina il tutto. E' così, per gioco o per noia, che ricrea la Dinosaura, femmina, perché possa confrontarsi con lo schema patriarcale/antropocentrico che fonda la sua esistenza sulla depredazione incontrollata della natura, portando a nuova vita ciò che la natura stessa ha dimenticato. L’uomo si identifica con la scienza, con la capacità di creare e dare la vita, rubandola dunque di fatto alla donna, esasperando la vocazione di dominio dell’umano nei confronti del creato, legandola strettamente all’essere “immagine e somiglianza” del creatore fino ad assumerne i compiti. Lo scienziato, creatore, padre, marito, soprattutto maschio, si pone al centro di tutto, delle relazioni umane, delle relazioni con la natura e il cosmo, tutti devono girare attorno a lui, e tutto è visto in sua funzione. 
La Dinosaura viene ricreata per rispondere ai bisogni dell’uomo/marito per essere assoggettata non avendo ella memoria di ciò che fu, diventa materiale malleabile nelle mani del suo creatore. La Dinosaura non ha un nome, simbolo di identità personale la cui mancanza, innescando un processo di oggettificazione, va a minare le basi dei rapporti interpersonali. L’umano dunque  è l’unico in grado di  assegnare nomi alle cose del creato, colui che può di conseguenza stabilire su di esso un dominio semantico tramite il quale elevare o far regredire il piano dell’esistenza. 
La Dinosaura vive in un cortile così stretto che non permette nemmeno di distendere la coda. Simbolicamente la cattività non lascia spazio alla libera espressione, anzi, viene vessata dagli abitanti dello stabile, che rilevando persistenti difficoltà di integrazione dell’animale nel condominio (a discapito degli sforzi fatti per omologarsi), dà adito a fenomeni di intolleranza da parte dei coinquilini. Il lancio di oggetti dai piani superiori giù nel cortile ricorda il progressivo imbarbarimento degli inquilini descritti nel romanzo di Ballard, dove la metafora dell’identificazione delle classi sociali con il piano di appartenenza dei protagonisti, ci ricorda il posto che viene riservato ai reietti. La straniera, l’etnica, la diversa, risiede addirittura al’esterno, viene percepita come un’ombra che turba la tranquillità del palazzo. 
La Dinosaura, inconsciamente in cerca di approvazione, scambia l’integrazione con l’assimilazione, stira dunque i panni di tutti nel tentativo di acquisire i valori della società che suo malgrado la ospita, mettendo in atto un’esplicita richiesta di conformarsi al modello culturale dominante. Si tratta, dunque, di elevare un sistema culturale ritenuto superiore sulla base di un'agognata accettazione nei limiti di quei canoni che vengono definiti normalità. Si delinea in questo modo la visione tipica della nostra società antropocentrica-patriarcale, classista e specista che vede l’essere umano bianco, maschio, eterosessuale come un detentore assoluto della conoscenza al vertice di una piramide la cui base è occupata dagli animali non umani, dai diversi e spesso dalle donne, emblema di tutte le oppressioni.
La Dinosaura si appropria della parola, del linguaggio tipico dell’uomo e proprio dell’umano soltanto, nel tentativo di trascendere la propria condizione di diversa, ricorrendo ad un groviglio ancestrale di linguaggi e dialetti. La Dinosaura nondimeno continua a fabbricare parole autosignificanti, tentando di attivare la conoscenza, carpire la  modalità attraverso la quale da sempre il mondo si staglia dinnanzi agli occhi, fatti per vederlo e per raccontarlo. Per certi versi tali narrazioni frustrano la tracotanza dell’animale, trovandosi di fronte ad una saturazione del suo modo di esprimersi, i confini del mondo si fanno incerti e le parole perdono la loro consistenza, sembrano non aderire più alle cose ma sembrano ritrarre, ancora e sempre, solo l’immagine di chi le ha forgiate. 
Dando come assunto che i valori della nostra civiltà siano universali, finiamo per condannare tutto ciò che, è considerato diverso in nome di un modello culturale antropocentrico. Ogni estraneità che si rivela differente dall’abituale, esiste in questo modello soltanto come minaccia. Alla fine sconfitta ma non piegata, la Dinosaura viene trasferita in una nuova casa, creata apposta per lei dicono, in un esilio forzato, senza però dimenticare di levare un grido di aiuto: si rivolge al pubblico (che retoricamente rappresenta una parte dell’umanità per il tutto): dite qualcosa, prendete posizione o, sottinteso, la mia gabbia potrebbe un giorno essere la vostra. (Serena Rosati).

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Info
LA DINOSAURA
di e con Maila Ermini
regia Maila Ermini
Teatro La Baracca, Casale di Prato

Quarta replica de "Ti mando ai celestini"

  La Nazione, oggi. Una delle poche volte in cui pubblica la locandina dello spettacolo. Anzi, nel mio caso, è la prima volta in assoluto. P...