domenica 15 novembre 2009

Per l’apertura della Lazzerini alla Campolmi


Con la nuova Biblioteca si inaugurerà una fantastica finestra di cultura sul mondo, unica nel suo genere per bellezza e moderna funzionalità.

Nel cuore del centro storico di Prato, negli spazi restaurati della Campolmi, a ridosso delle antiche mura trecentesche, si è concretizzato un sogno, realizzando una straordinaria fusione tra lo spazio della memoria collettiva (la vecchia fabbrica dismessa) e lo spazio del nuovo sapere e della scienza proiettato all’esperienza che verrà (la biblioteca globale) in una mirabile simbiosi architettonica che lascia letteralmente “a bocca aperta” chiunque solo attraversi quelli spazi. In questo luogo attrattivo e suadente, domestico e spaziale allo stesso tempo, la città potrà davvero ritrovarsi quotidianamente a leggere, passeggiare, studiare, confabulare, infine socializzare tranquillamente, senza remore.
Preceduta da una piazza urbana di gradevolissima connotazione geometrica, resa suggestiva dalle mura che si specchiano nelle strutture ammodernate della fabbrica, dove spicca asimmetricamente la sagoma della vecchia tintoria trasformata in uno spettacolare atelier culturale, nuova immagine della città antica che si rigenera.
Nel composito organismo architettonico, permeabile e aperto, a disegnare un luogo senza apparenti confini, tutti potranno trovare la propria giusta collocazione e l’occasione auspicata per avvicinarsi industriato al sapere: i giovani vi troveranno gli strumenti adeguati per progredire negli studi per sentirsi un po’ più vicini all’Europa, o meglio al mondo intero, senza barriere e senza limiti alcuni, neppure linguistici; i giovanissimi, divertenti spazi ludici per la formazione, curati negli arredi e didatticamente misurati; i meno giovani, spazi di lettura confortevoli e di facile accesso, dove chiunque può sentirsi come a casa, nel salotto a leggere una rivista o sfogliare un giornale. Qui tutto pare perfettamente relazionato alle diverse occorrenze, e la contemporaneità si esalta grazie alle molteplici e funzionali postazioni telematiche installate ovunque, nelle spaziose sale e nei luminosi corridoi della nuova biblioteca in spazi che renderanno possibile ogni giorno, in orari quanto mai estesi, l’interscambio e la circolazione di informazioni come di documenti di ricerca. Spettacolare l’open-space, coperto a capriate lignee, al piano primo destinato alla capiente sala conferenze che, unica nel suo genere, convive magnificamente con il cuore antico dei fondi archivistici e con rari incunaboli che tutt’intorno si mostrano nella pura estetica che solo l’insieme di libri manoscritti, pergamene e preziose rilegature può offrire. Lo scenario esterno è mozzafiato, segnato all’interno del complesso dalle cortine sontuosamente finestrate della austera architettura industriale. La sala si apre a mo’ di balcone sulla grande corte centrale della vecchia cimatoria restaurata, dominata dall’alta ciminiera, icona stessa della città, delimitata in basso dal vascone pseudo-ellittico dove l’acqua sgorga copiosa come si trattasse di una sorgente termale.
Da questo giro in anteprima, con il direttore Franco Neri, sono uscito ammirato e preoccupato allo stesso tempo perché penso che dovremo sapere proteggere e rispettare questa ricchezza, amarla e curarla fin dal primo momento, ricordando che il bene comune sarà patrimonio di ognuno di noi nella misura in cui sapremo custodirlo e valorizzarlo.

Giuseppe A. Centauro

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