Egregio Signor Presidente del Consiglio, Egregi Ministri dell' Economia e della Cultura,
Sono un'autrice e attrice operaia, e scrivo questa mia per protestare contro l'obbligo di installare, presso il mio piccolo teatro di 55 posti, La Baracca di Prato, una biglietteria automatizzata.
Questa obbligatorietà inizierà sembra a gennaio prossimo.
Come possono dichiarare coloro che vengono nel mio teatro, gli spettatori ricevono un regolare biglietto in forma ricevuta fiscale, come mi consente la legge.
L'incasso poi è comunicato, dopo il conteggio, al commercialista, che lo include nelle tasse da pagare.
Ora, installando la biglietteria elettronica, dovrò occuparmi di tutto un sistema di gestione in realtà alla fine complicato e gravoso per chi, come me, deve praticamente gestire, oltre gli aspetti artistici, anche quelli burocratici e quindi fiscali.
Da quando mi è stato tolto tutto, piccoli finanziamenti e sostegno da parte della Regione Toscana, che ha scelto una politica aziendalistica e neoliberista per la cultura, sono costretta a lavorare con l'aiuto di poche persone, e spesso in situazioni difficili e di affanno.
Dunque io chiedo di poter continuare a emettere la ricevuta fiscale così come faccio da diverso tempo, in maniera limpida e trasparente. Diverse volte sono stata soggetta a controlli da parte della Finanza, e senza alcun problema, senza che si evidenziassero irregolarità.
Coloro che fanno piccoli incassi, perché perseguitarli come chi evade del tutto il fisco?
La cultura dal basso è povera e maltrattata, non infierite ancora di più.
Lasciateci vivere, e creare.
Maila Ermini
Teatro La Baracca, Prato
2 commenti:
Salve Maila, condivido pienamente la tua richiesta. Non è possibile trattare una piccola compagnia teatrale come se fosse una grande impresa commerciale. Questo significa ostacolare la libertà di iniziativa e di impresa oltre che la genuina produzione artistica di chi ha talento, ingegno, ma non possiede grandi mezzi. È sempre più difficile per tutti vivere in questo sistema che si rivela oltremodo avverso alla libera iniziativa ed al tentativo di inventarsi la vita con creatività.
Occorre ripensare a queste modalità disumane.
Grazia Ruggiero
Hai ragione, Grazia, oggi se non si e' una start-up ma si ha comunque iniziativa, creativita' e coraggio, non c'e' niente da fare, sei maltrattato e vessato fiscalmente. Il sistema teatrale delle residenze (le start-up teatrali) e' praticamente fallito in tutta Italia, in primis Toscana e Puglia che le avevano ben sorrette e fomentate. Ne' si vede un nuovo progetto - dal basso - ma tutto e' imposto ministerialmente ("Cultura" e "Economia"). Il sistema di finanziamento prevede poi confidenze e familiarita' con partiti, lobbies e amici degli amici che possano essere i beneficiari di finanziamenti (occulti) di ritorno. I 'grandi attori' se si gratta appena un po' sono poi parenti dei boiardi di Stato o figli d'arte. Stessa cosa per Universita' ed Editoria, poi. Una vera rivoluzione sara' possibile solo mantenendo fede ad ideali e propositi di onesta', apertura e fedelta' a se stessi. La Baracca e' un grande esempio in questo senso.
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