Tempi scuri e asfissianti, in cui, sovrastati e intontiti dagli eventi, sembra che l'arte non abbia più molto da dirci.
Noi continuiamo decisi a occuparcene, e questa volta con una gustosissima commedia classica che più attuale non si può, rappresentata però in modo non convenzionale.
Ricordo che l'autore della commedia, Kleist, ha scritto anche il racconto Michel Kohlhaas; e se non l'avete letto, leggetelo; vi si parla di soprusi e lasciapassare.
E anche La brocca rotta serve bene a questi tempi, ché s'adatta precisa alle truffe, agli inganni e i soprusi del potere di oggi.
Sono occasioni da non perdere, prenotate.
Venerdì 12 e sabato 13 novembre ore 21 al Teatro La Baracca
LA BROCCA ROTTA di Heinrich von Kleist
regia riduzione e interpretazione di Gianfelice D'Accolti
Rappresentata da Goethe a Weimar nel
1808, La brocca rotta (Der zerbrochen Krug, pubblicata nel 1811), è una
commedia che il drammaturgo tedesco Heinrich von Kleist scrisse nel 1806
ispirandosi ad una incisione di Jean Jacques Le Veau, "Il giudice o la brocca
rotta" (Le juge ou la cruche cassée del 1782).
Adam, giudice disonesto e un po' infingardo di un villaggio olandese, ha
tentato un'avventura notturna con una giovane e bella ragazza, Eva, la quale
gli ha resistito; scoperto senza però essere riconosciuto, l'uomo le ha prese
di santa ragione dal fidanzato di lei.
Nel tafferuglio viene rotto un orcio di un certo valore, di cui la madre della
ragazza chiede il risarcimento con una querela presentata davanti al giudice.
La donna è convinta che il colpevole del danno materiale e dell'impresa amorosa
sia Roberto, il fidanzato della figlia, e pertanto pretende che lui ripari
sposandola. Il processo si svolge alla presenza di un consigliere di giustizia
venuto da Utrecht per un'ispezione all'ufficio del giudice e Adam, nonostante
ricorra alle più sfrontate menzogne, è assediato dalla verità fino a quando la
ragazza lo accusa apertamente.
A distanza di due secoli la commedia conserva intatte le domande: cos'è la verità? Dov'è la verità? Chi gestisce la verità? Chi la manipola? É un bene e un valore assoluto? O una merce di scambio? É negoziabile? Esiste la Giustizia? E' figlia della Verità? Monologo, dialogo, trio, poi quartetto, e polifonia e infine sinfonia di voci e caratteri, di tipi e personaggi, di figure allegoriche e simboli viventi: musica della sempiterna lotta tra Bene e Male, Realtà e Apparenza, Oggetto e Soggetto.
La sfida ardita e unica! della
messinscena di Gianfelice D'Accolti di essere unico interprete di tutti i
personaggi è quella di mostrare la dialettica tra molteplicità e unità e, nel
contempo, di svelare l’insidiosa unità del molteplice.
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