giovedì 4 novembre 2021

Una brocca rotta ancora può servire

Tempi scuri e asfissianti, in cui, sovrastati e intontiti dagli eventi, sembra che l'arte non abbia più molto da dirci.

Noi continuiamo decisi a occuparcene, e questa volta con una gustosissima commedia classica che più attuale non si può, rappresentata però in modo non convenzionale.

Ricordo che l'autore della commedia, Kleist, ha scritto anche il racconto Michel Kohlhaas; e se non l'avete letto, leggetelo; vi si parla di soprusi e lasciapassare.

E anche La brocca rotta serve bene a questi tempi, ché s'adatta precisa alle truffe, agli inganni e i soprusi del potere di oggi.

Sono occasioni da non perdere,  prenotate.


Venerdì 12 e sabato 13 novembre ore 21 al Teatro La Baracca

LA BROCCA ROTTA di Heinrich von Kleist

regia riduzione e interpretazione di Gianfelice D'Accolti


Rappresentata da Goethe a Weimar nel 1808, La brocca rotta (Der zerbrochen Krug, pubblicata nel 1811), è una commedia che il drammaturgo tedesco Heinrich von Kleist scrisse nel 1806 ispirandosi ad una incisione di Jean Jacques Le Veau, "Il giudice o la brocca rotta" (Le juge ou la cruche cassée del 1782).

Adam, giudice disonesto e un po' infingardo di un villaggio olandese, ha tentato un'avventura notturna con una giovane e bella ragazza, Eva, la quale gli ha resistito; scoperto senza però essere riconosciuto, l'uomo le ha prese di santa ragione dal fidanzato di lei.
Nel tafferuglio viene rotto un orcio di un certo valore, di cui la madre della ragazza chiede il risarcimento con una querela presentata davanti al giudice. La donna è convinta che il colpevole del danno materiale e dell'impresa amorosa sia Roberto, il fidanzato della figlia, e pertanto pretende che lui ripari sposandola. Il processo si svolge alla presenza di un consigliere di giustizia venuto da Utrecht per un'ispezione all'ufficio del giudice e Adam, nonostante ricorra alle più sfrontate menzogne, è assediato dalla verità fino a quando la ragazza lo accusa apertamente.

A distanza di due secoli la commedia conserva intatte le domande: cos'è la verità? Dov'è la verità? Chi gestisce la verità? Chi la manipola? É un bene e un valore assoluto? O una merce di scambio? É negoziabile? Esiste la Giustizia? E' figlia della Verità? Monologo, dialogo, trio, poi quartetto, e polifonia e infine sinfonia di voci e caratteri, di tipi e personaggi, di figure allegoriche e simboli viventi: musica della sempiterna lotta tra Bene e Male, Realtà e Apparenza, Oggetto e Soggetto. 

La sfida ardita e unica! della messinscena di Gianfelice D'Accolti di essere unico interprete di tutti  i personaggi è quella di mostrare la dialettica tra molteplicità e unità e, nel contempo, di svelare l’insidiosa unità del molteplice.

 

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