Fantastica
O dell’arte di inventare storie
Il termine "fantastica" fu inventato dallo scrittore tedesco
Novalis, ripreso poi da Rodari.
Ma è possibile un'arte di inventare
storie"? Esiste veramente? E poi, si può insegnare quest'arte?
Noi crediamo che sia difficilissimo; e però si può
tentare, e forse qualche risultato si ottiene. Vedremo.
Portatevi un quaderno, un ricordo o un’immagine, e un
oggetto, un piccolo oggetto.
Si partirà da qui.
Ogni tanto le cose si faranno un po' più serie, ma
sempre "fantastiche".
Approfondimenti.
Si parlerà storicamente della fantasia rispetto all’immaginazione
almeno nella differenza che ci è stata tramandata nel corso dei secoli, ma che
modernamente si riuniscono, anche se la differenza rimane, e diremo quale.
Sia fantasia che immaginazione sono parole che hanno
una origine antica.
Per precisare il significato del termine "phantasía" Aristotele nel "De anima" (iii, 429 a 1-4) ne indicava la derivazione
da "pháos" (luce), mettendo in risalto la relazione con una rappresentazione
mentale di tipo visivo. Come gli stimoli luminosi generano sensazioni visive,
così la mente produce internamente 'fantasmi' (phantásmata) o immagini.
"Immaginare" ha invece una origine latina: "in
me mago agere", traducibile in: “in me agisce un mago”, che evoca la forza
creatrice dell’immaginazione quale fonte d’invenzioni, di accesso a nuove
visioni interne ed esterne a noi.
Einstein scrisse: “La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione
vi porterà dappertutto” E aggiunse: “L’immaginazione è tutto. E’ l’anteprima
delle attrazioni che il futuro ci riserva, l’immaginazione è più importante
della conoscenza, ci sprona a sperimentare forme nuove di immagini e di
linguaggi”.
Durante il seminario cercheremo di sperimentare la
forza creatrice della fantasia/immaginazione, esplorando e reinventando
oggetti, che è anche un modo di fare del teatro.
Racconteremo e scriveremo storie fantastiche,
riempiendole dei nostri sentimenti e delle nostre emozioni. (Ricordando che sentimenti ed emozioni non sono la stessa cosa...).
Si farà una "sosta" sulla struttura della
finzione come espressione della libera fantasia/immaginazione, e in particolare
sulle strutture del racconto orale e letterario, al fine di studiare certe
caratteristiche di personaggi e storie ricorrenti.
Sarà anche un modo, perché no, per entrare in contatto
con quella parte di noi che ancora ha voglia di
fantasticare e giocare, di godere di sogni e storie per raccontarli anche agli altri “compagni di
gioco”, riassaporando, come “piccoli maghi”, il piacere di inventare un mondo che c’è e non c’è, di trasformare un oggetto e di “immaginare” noi stessi e gli
altri al di là della quotidiano.
L'obbiettivo sarà provare il valore della
fantasia/immaginazione come fondamento creativo, ma
soprattutto, l'obbiettivo è , come sempre, la felicità.
Dove, come, chi, quanto:
Da lunedì 3 giugno a venerdì 7 giugno 2019, dalle ore
20 alle ore 23.
Dove: al Teatro La Baracca, via Virginia Frosini 8,
Prato.
Telefono 3332713136; 0574-812363.
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