mercoledì 11 gennaio 2012

E' arrivato l'ambasciatore...

Apparentemente deludente l'incontro fra le autorità pratesi e l'ambasciatore cinese in Italia.
Deludente perché dal punto di vista culturale non ne è sortito fuori nulla, nessun progetto culturale, insomma, occasione che Prato perde ogni volta, quella di sfruttare in senso positivo la comunità cinese e la sua cultura.
Sarebbe questo l'unico modo per fare vera integrazione, perché se si mette tutto sul piano della presunta legalità o degli affari, non ne viene fuori nulla, o molto poco, se non azioni meramente repressive, come stiamo vedendo in questi due anni, ma che non cambiano nulla nella sostanza.
Se i cinesi se ne andranno, come vuole la Lega, sarà soltanto perché a Prato non è più conveniente stare.

Cenni ha fatto un appello affinché le multinazionali cinesi approdino qua, svolgendo il suo compitino nei confronti degli industriali;  il Presidente Rossi non c'era perché vuole parlare a parte degli affari con la Cina (insomma, il famoso centro di scambi industriali italo-cinese) e non vuole Cenni e i suoi ad origliare...
L'ambasciatore vedrà quale offerta sarà la più vantaggiosa: probabilmente prenderà i due famosi piccioni con una fava...E' per questo che è venuto qui. (Oltre che per arginare la repressione, che danneggia il flusso dei quattrini  verso la Cina...)

Naturalmente poi nulla si dice che la Cina non rispetta i diritti umani, che è un paese inquinatore come forse nessuno, che è saltato a pié pari dal Comunismo al Consumismo senza nessun regola o freno; nessun accenno a questo.

Insomma, la sostanza è che la famosa e vistosa illegalità dei cinesi - molto simile a quella dei pratesi di trent'anni fa -  dà fastidio agli affari, e allora si cerca di convogliare il danno a nostro favore: non solo i voti - la presenza della comunità cinese è il vero motivo della forza della Destra e del suo insediamento a Prato - ma anche soldi e affari.

Fare appello alla legalità significa in realtà dividere la torta. E poco importa che i cinesi sfruttino i cinesi e che l'unico orizzonte 'culturale', per tutti, sia quello dei quattrini.


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