mercoledì 18 marzo 2020

Il delitto della mail

Com'è facile, pulito, rapido uccidere via mail. 
Non capisco come ancora la gente si ostini a uccidere i corpi. Con tutto quello che ne consegue.
O assassini, sbrigatevi prima che i codici penali siano aggiornati, ci aspettano ancora anni di impunità, ma non sarà per sempre.
D'altronde a questo ci ha condotto l'ubiquità della tecnologia, la sua pratica democratica. Troppi messaggi, troppe richieste. 
Io, che lavoro al servizio di previdenza e assistenza nazionale, ogni due giorni devo ripulire la mia casella di posta.
Quei pochi che lascio vivere, leggo le loro disperate e volatili letterine a malapena. Sorvolo sullo schermo.
Le mail, i messaggi di ogni genere, chi li legge veramente? 
Solo se arriva una lettera di carta, qui in ufficio ci allarmiamo. Solo quelle, le maledette, non possiamo eliminare. Fortunatamente nessuno manda lettere alla vecchia maniera.

Con l'entrata nel mondo tecnologizzato non avevo altra scelta che diventare assassina e, ormai, a un passo dalla pensione,  sono  pratica e ci ho preso gusto.  Sono una massima esperta di morte virtuale.
Uccidere via mail, come si fa? 
Con un no, con un ma, una cancellazione, un non ricevuto, un non letto, un silenzio.

Nessuna traccia, nessun testimone; averlo è complicato e laborioso, ci vogliono i tecnici che ti entrino nel computer. E quando mai!

Questo è il presente e il futuro di noi assassini.

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