giovedì 8 ottobre 2020

Come in guerra

E' pur vero che non si può salvare tutti.

E infatti sappiate che, se con le nuove regole che imponete (addirittura le mascherine in casa e l'appello snervante al mantenere la distanza!) salverete molti dal morire per il virus dilagante,  ne farete morire tanti altri diversamente (ci sono già diverse persone che si buttano dai ponti, vedi da quello sospeso di Mammiano sulla Montagna Pistoiese qui vicino, 4 persone in un mese!), che non rientreranno nelle vostre gridate percentuali e classifiche delle cinque-sei del pomeriggio ("A las cinco de la tarde", avete strumentalizzato la morte dei poeti, maldestramente, malignamente!), e non solo e tanto causerete morte per la crisi economica e la disperazione in cui siamo dentro e fino al collo, e per la paura e il clima di tensione che si respira ovunque, ma anche per mancanza di vita vera (off-line!), contatto, prospettive, socialità, affetto, creatività, arte, riso...

Come in guerra.

D'altronde, già all'inizio della pandemia, i potenti hanno dichiarato che si trattava di una guerra:

Xi Jin Ping, 10 febbraio 2020 : «E' una guerra che dobbiamo condurre insieme».

Macron, 16  marzo 2020 : « Siamo in guerra».

Trump, 18 marzo 2020 : « Sono un presidente in tempo di guerra ».

Merkel, 18 marzo 2020 : «E' una questione seria, e prendetela sul serio. Dopo la Riunificazione tedesca, in sostanza dopo la Seconda Guerra Mondiale, non c'è stata altra sfida così lanciata al nostro paese che non dipenda così tanto dalla nostra solidarietà comune ».

Berlusconi, 20 marzo 2020 : « Siamo in guerra. Stiamo vicini a coloro che governano».

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