domenica 30 giugno 2024

Ti ricordi della vita? Foto del Libro del Gradimento

Questa volta, invece di trascrivere i commenti, pubblico la foto della pagina del Quaderno del Gradimento relativa alla replica di "Ti ricordi della vita?" di venerdì 28 giugno a Palazzo Datini.

sabato 29 giugno 2024

Camminando a Prato

Ieri sera, verso le 20, prima della replica di Ti ricordi della vita? Dialogo impossibile fra Roberto Giovannini e Sibilla Aleramo, previsto a Palazzo Datini per la Prato Estate, camminavo per via Banchelli a Prato.

Quando ero ragazza era la via del "Paoletti", negozio d'abbigliamento molto rinomato.

Cercavo di capire come avrei fatto a passare con la macchina dopo lo spettacolo per tornare a Palazzo Datini con il furgoncino e caricare gli oggetti di scena.

Camminando, all'improvviso e nella stessa via praticamente deserta a quell'ora, a distanza di pochi minuti sono stata oggetto di due brevi tentativi di molestie da parte di due uomini diversi, a cui ho reagito in modo risentito.

Si sono allontanati.

Uno guidava un monopattino, l'altro era in bici.


giovedì 27 giugno 2024

Ti ricordi della vita? a Palazzo Datini

Questo è bell'articolo di presentazione, credo a firma della giornalista Maria Lardara, uscito oggi su La Nazione, per lo spettacolo Ti ricordi della vita? Dialogo impossibile fra Roberto Giovannini e Sibilla Aleramo che andrà in scena domani, 28 giugno ore 21,30 a Palazzo Datini, a Prato.

Roberto Giovannini, uno dei sindaci più innovativi e coraggiosi del Dopoguerra, è stato fra i dimenticati della città di Prato.

I motivi sono vari: certo la sua morte, morì suicida, insieme al modo in cui politicamente fu fatto fuori, ha determinato che aleggiasse su di lui la famosa memoria scomoda. 

E' il primo ricordo artistico che lo vede protagonista e per ora l'unico, dovuto tra l'altro, lui che gli artisti li amò e valorizzò in modo particolare.

E in questo periodo di aria pesante per l'arte, dove gli artisti faticano a parlare, non parlano e non obiettano per paura di perdere lavoro e occasioni e si autocensurano, ecco che mettere in scena Roberto Giovannini con la Aleramo diventa molto significativo. Almeno credo.

Ringrazio Gianfelice D'Accolti, che così pazientemente si è prestato a rappresentare, e direi egregiamente gli è riuscito, un personaggio certo non facile, ostico.

E ringrazio anche l'assessore uscente alla cultura Simone Mangani che, nonostante non abbia amato il Teatro La Baracca e la sottoscritta per vari motivi, e nonostante i tempi non propriamente democratici, non ha mancato annualmente di far sentire a livello comunale la nostra voce, se non dissidente almeno alternativa.



domenica 23 giugno 2024

Prossimi spettacoli

Ecco i prossimi appuntamenti:

Venerdì 28 giugno ore 21,30 a Palazzo Datini di Prato

TI RICORDI DELLA VITA? Dialogo impossibile fra Roberto Giovannini e Sibilla Aleramo

di e con Maila Ermini e con Gianfelice D'Accolti

(Questo spettacolo fa parte della Prato Estate 2024 e vuole essere un omaggio a uno fra i più originali e appassionati sindaci italiani).

Mercoledì 3 luglio ore 21,30 al Pereto della Baracca (in caso di maltempo in teatro)

PINOCCHIA, di e con Maila Ermini

(Questo spettacolo è organizzato autonomamente dal teatro La Baracca)

sabato 22 giugno 2024

Debutto di Pinocchia

Grazie per tutti i complimenti e gli applausi ricevuti per il debutto della mia Pinocchia (pur in versione ridotta) che ho rappresentato al Teatro Garibaldi di Prato in occasione del Borsino Italo-Tedesco che vi si svolge in questi giorni e che ha come tema appunto Pinocchio.

Non ho annunciato prima dello spettacolo perché mi avevano chiesto che questa versione al femminile fosse una totale sorpresa, e credo lo sia stata.

Presto dirò quando potete vedermi nelle vesti di Pinocchia alla Baracca.



giovedì 20 giugno 2024

Pinocchia


Sabato 22 giugno, in matinée,  al Teatro Garibaldi di Prato in occasione della 17a  BORSA CULTURALE ITALO-TEDESCA, presenterò un estratto in anteprima della mia PINOCCHIA,
 una novità assoluta: come sarebbe stata la favola di Pinocchio se la protagonista fosse stata una burattina?

mercoledì 19 giugno 2024

Prato, o dell'incuria

Questa è la situazione a Prato in via dei Cardatori, zona artigianale di recente costruzione fra i borghi di Tobbiana e Casale, con capannoni adibiti a laboratori in gran parte gestiti da ditte cinesi che confezionano gli abiti che poi compriamo sulle bancarelle dei mercati.

Solo la tragica morte di un ragazzo in moto vi ha poi interrotto la pratica delle corse abusive da parte di gruppi di giovani motociclisti. E questi non erano cinesi.

Qui tutto vi si può svolgere incontrollato, come in una lontana zona di confine.

Alcuni laboratori, pur di recente costruzione, sono maltenuti, sporchi, senza cura o interesse verso l'aspetto estetico. Usati e basta.

L'incuria generale, e qui in particolare l''abbandono degli scarti tessili, ma non solo come si vede dalla foto, è una caratteristica inaccettabile e vergognosa di troppe zone della  città di Prato.








martedì 18 giugno 2024

Un'immagine per la prossima stagione

Presto dirò di alcuni spettacoli e attività della prossima stagione alla Baracca.

Intanto, come a dare una anticipazione, questa è l'immagine che ho scelto, perché Prato, da dove scrivo, è città etrusca.






lunedì 17 giugno 2024

Ti ricordi della vita?


Venerdì 28 luglio ore 21,30 a Palazzo Datini a Prato replichiamo TI RICORDI DELLA VITA? Dialogo impossibile fra Roberto Giovannini e Sibilla Aleramo nell'ambito della PratoEstate 2024.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

https://gestionaletempolibero.comune.prato.it/event/1b1af8c0-1c22-11ef-b973-4318148a421f/appointment/55a2c640-1c22-11ef-a994-4b955cebe318

venerdì 14 giugno 2024

Lonzi, quarta replica

 


Alla quarta replica di Carla Lonzi sono io!, pubblico molto giovane.

Non tutto è perduto: c'è uno zoccolo duro che ci segue, che cerca altro dalla solita pappa culturale. 

E alla Baracca continuerà a trovarlo!

La foto è stata scattata prima dell'apertura del sipario.

Tommaso ha lasciato un commento: 

"Farò il possibile per informare altri o altre di questo bellissimo spettacolo". Grazie.

Nuvole

 





giovedì 13 giugno 2024

Indicazioni per la 4a replica dI CARLA LONZI SONO IO!

Stasera, giovedì 13 giugno ore 21,15 alla Baracca, 4a replica di CARLA LONZI SONO IO!

Dato che ultimamente, e in particolare per questo spettacolo, qualcuno è arrivato da fuori Prato, o da Prato con il bus, do indicazione per come meglio arrivare alla Baracca, anche se tutti siamo navigatore-muniti ecc.
Con l'autobus, da Prato: linea 12. Nessun problema per l'arrivo; ma il ritorno è difficile. Forse, essendo giovedì, c'è una ultima corsa che si può prendere dopo le 11. Comunque non lasciamo nessuno a piedi, e come sapete, o con l'aiuto di altri spettatori o noi stessi, riportiamo tutti al centro o a casa.
La mobilità alternativa a Prato è molto faticosa e poco incentivata.
Con la macchina da fuori Prato: il borgo di Casale di Prato è vicino all'autostrada A11, uscita Prato Ovest. Prendere per Prato e poi, alla rotonda che subito si trova uscendo, e poi la prima a destra. Sempre diritto fino a trovare il ponte dell'autostrada e, senza oltrepassarlo, girare a sinistra. 
Non c'è un cartello che indica il borgo purtroppo, ma vi trovate, subito dopo la discesa, a Casale. Arrivate fino alla Piazza della Chiesa, e lì potete parcheggiare e venire a piedi, proprio alle spalle della chiesa, fino in via Virginia Frosini 8. Trovate parcheggio anche nel piazzale Clara Calamai, e non poteva che essere vicino a noi.
Per chi viene da Prato: ricordo che con l'apertura di via dell'Orsa Minore si arriva al teatro on molta facilità. Si prende a destra dalla Tangenziale Ovest; a ridosso e prima del cavalcavia di Parco Prato, girare a destra.
Lo spettacolo dura un'ora circa. Si parte puntuali: se si ritarda è solo per aspettare qualcuno che ha prenotato.
Dopo lo spettacolo ci si intrattiene quasi sempre con il pubblico, ma questo è un momento di libertà assoluta e quindi chi deve o vuole, se ne va.
Per chi ha visto lo spettacolo e lo vuole rivedere, anche questo accade, è previsto un piccolo sconto sul biglietto.
A stasera.
                                                    Su
La Nazione, Cronaca di Prato, oggi.

mercoledì 12 giugno 2024

Le donne in politica specchietto per le allodole

Domani alla Baracca replico Carla Lonzi sono io!

Lo spettacolo, un monologo trasformato in un radiodramma a vista, aiuta a capire molto non solo della filosofa, ma anche della normalizzazione delle donne all'interno della politica attuale, il rischio di certo femminismo per Carla Lonzi.

Non a caso stamani su La Nazione è comparso un articolo dal titolo "Le leader donne utilissime. Verso la nuova normalità" (ma si può leggere senza punto come infatti si presenta tipograficamente). Qui il titolo dice ciò che l'articolo nasconde, ossia che le donne sono utilizzate per sostenere la politica o meglio i partiti morenti, il cosiddetto "sistema": sono insomma specchietti per allodole (e questo però è detto dalla giornalista).

Forzando un po', si potrebbe dire che svolgono il solito ruolo di "crocerossine" senza intaccare lo status quo. Anzi.

E' ciò che Carla Lonzi temeva e aborriva, e sembra accadere.



martedì 11 giugno 2024

Perché non dico " la sindaca"

Tante, in questa tornata elettorale, le donne sindaco elette.

Ma io non userò il sintagma "la sindaca" per indicare la donna sindaco, e ora ne indico i motivi:

1. Per una questione di fonetica personale: la "a" finale di "sindaca" rafforza la cosiddetta gorgia toscana, e io lo sono, e ne risulta un suono sgradevolissimo, antiestetico, e difficile. La gorgia risulta meno forte se la finale è "o".  

2. Per motivi grammaticali: abbiamo già l'articolo femminile "la", usiamolo. E poi è noto: ci sono poi dei nomi che si usano per maschile e femminile, e finiscono in -a,  come per esempio "esteta". Perché tanto timore se usiamo per una donna un nome che finisce in -o? Perché la lingua non sia solo maschile eccetera?

3. Per motivi ideologici: dirò "la sindaco" anche per ricordare che il sindaco è un ruolo che abbiamo ricevuto in "dono" dagli uomini, che ci hanno imposto e impongono la loro visione del politica del mondo. Ecco perché per molti suona ancora ironico e lo utilizzeranno in tal senso. Noi donne seguiamo le loro orme, e finora non abbiamo portato - se si esclude il Femminismo in sé - alcun serio contributo alternativo.  Carla Lonzi docet.

Se dico "la sindaca" ho facile gioco a vincere e forse baro: sotto il vestitino la regina potrebbe essere nuda. E torniamo ai sorrisetti e agli stereotipi di genere eccetera. Il contributo al cambiamento verso il femminile della lingua è in questo caso davvero nullo.

4. Perché io parlo con la mia bocca e dicendo "la sindaco" non offendo nessuno. 

5. Per non cadere, ancora una volta, da un conformismo a un altro.

6. Perché, e lo affermo anche se qui non se ne tratta ma così chiarisco una volta per tutte, non uso né voglio usare il simbolo fonetico "schwa", che per motivi ideologici si è fatto diventare grafico!, impossibile da riprodurre in un parlato reale, almeno nell'italiano di Dante che è il mio e uso. 

Chiaro, o vorrete imporre anche il lessico?

Perché a Prato la Destra ha perso

La Destra a Prato con Cenni di Fratelli d'Italia è adesso un po' smarrita perché pensava di ottenere risultati migliori.

Ma come dissi a suo tempo, è stato facile per il PD suonare l'allarme e chiamare a raccolta le truppe cammellate con quel candidato considerato vicino all'estrema Destra.

Per cui, mentre la Bugetti praticamente non ha fatto campagna elettorale (dove abito io non s'è nemmeno vista anche perché il circolo è in stato di abbandono e incuria), Cenni ha dovuto percorrere la città in lungo e in largo per dimostrare che era un democratico.

Forse sarebbe stato diverso se avessero candidato Rita Pieri, di FI? Sì, Bugetti l'avrebbe spuntata meno facile, non sarebbe essere presentata come l'unica donna sindaco. (Slogan che sloga ormai e che fa rimpiangere i tempi in cui le donne potevano illudersi di essere diverse in politica!).

Quindi la colpa per me è di Fratelli d'Italia, che avendo più voti a livello nazionale, ha voluto fare cappotto e imporre il proprio candidato a livello locale.

Infatti Cenni I, l'insuperato per eleganza (come ha detto mia madre che se ne intende) Roberto Cenni, vinse anche perché fu mostrato come "civico", anche se appoggiato da Berlusconi; allora, nel 2009,  F.I. era potente.

Roberto Cenni non aveva dietro di sé i Destri, come li chiama qualcuno a Prato.

Per questo, a mio avviso, le liste minori, anche a Sinistra,  non hanno raccolto che le briciole (e da quelle parti c'erano di candidati alternativi molto validi!), si è suonato l'allarme e nei circoli e conventicole si è detto: - Non devono passare e bisogna far massa.

I programmi dei due candidati, Bugetti e Cenni,  io li ho analizzati e seguiti con attenzione , si assomigliavano ahinoi e  si copiavano anche nelle mosse e negli spostamenti in città. Ma più Bugetti seguiva Cenni, e questo può essere dimostrato, e lo dico con obiettività: si può confrontarli prima che cancellino tutto sui cosiddetti "social"...

Non è servito ai Destri mostrare una città cinesizzata; non è servito addurre il disastro del Soccorso con il traffico intasato e soffocante; non è servita l'alluvione, che peraltro l'altro giorno qualcuno ha avuto ancora l'acqua in casa; non è servito mostrare un ospedale distrutto per costruirne un altro insufficiente che si allaga; non è servito alla Destra ricordare i due anni di chiusura con il Greenpass (peraltro alcuni della Destra erano favorevoli...), non è servito appellarsi ai settanta anni di dittatura di partito...

I pratesi ora hanno la loro sindaco PD. (Dirò perché io non riesco a chiamarla "sindaca").

Buon lavoro, speriamo proprio, a tutti.

Io Malaparto: Per vincere bisogna perdere

Caro Malaparte, 

non far caso che ora ti lodano e si lustrano con te, ma a suo tempo, come candidato sindaco del Partito Repubblicano a Prato fosti sonoramente bocciato. Sapevi bene che avresti perso, sapevi che il popolo non avrebbe mai votato un artista come te.

Ma perdendo, dicevi, ho vinto.  Io, aggiungevi, parteggio per chi perde anche per spirito cristiano.

Ma cosa perde chi vince? E' questo a non essere chiaro.

Nel senso che rimani te stesso, non ti comprometti fino in fondo, immagino. Perde la propria umiltà, l'umanità?

E quindi, non solo dobbiamo come aver pietà per chi perde, ma anche per chi vince, anche se può sembrare bizzarro e incomprensibile, perché perde sé stesso.

Ma chi corre per essere eletto, vuole compromettersi, in assoluto. Vuole essere perdente nel senso che dici tu perché è l'unico modo di essere vincente come dicono loro.

Non sarà forse l'elettore a volerlo così?

Pensa, c'è chi andrà in un consiglio o in un altro per altri cinque anni compiendo, alla fine di questa legislatura, un totale di quindici anni che è come dire quasi un ventennio, e gli elettori hanno votato in maggioranza proprio quelli che si sono ripresentati per la terza volta: in cuor loro forse proprio perché hanno voluto punirli per non aver risolto o fatto nulla, nemmeno la campagna elettorale?; insomma, avranno inteso farli perdere del tutto, annichilirli, ora che i vincitori alla terza devono tentare per la terza volta di gestire i drammi di città e territori, ovviamente triplicati?

Ma, a parte i paradossi che tu mi ispiri, come dimostra appunto  il fatto che certi candidati si sono presentati e sono stati rivotati per tre volte di seguito, la risoluzione del dramma è impossibile in un tempo che avendo in orrore la verità, la giustizia e la bellezza da troppo tempo rende ventennali i vincitori e il popolo cattivo.

domenica 9 giugno 2024

Felino, alcune considerazioni sul dramma

Felino, Fughe e Vita di un Celestino - molto gradito e apprezzato dal pubblico- tornerà presto alla Baracca.

Come ho detto nel dibattito ieri sera, qui, oltre ai soliti protagonisti, viene fuori il mondo interiore del ragazzo, Felino - ricordo che si tratta di un celestino veramente esistito e che forse vive ancora, anche se inserito in un'opera teatrale originale! -, nel suo rapporto non solo con e all'interno del Rifugio di Padre Leonardo, altro protagonista del dramma, ma anche con la famiglia; in sostanza  tratta dell'esperienza dell'abbandono.

Finora questo aspetto - la solitudine e l'abbandono da parte dei genitori-  non l'avevo trattato, perché, come ho detto tante volte, era necessario ricostruire una vicenda rimossa e cancellata completamente dalla città e dagli stessi protagonisti, e dell'Istituto (con il fanatismo religioso, gli interessi economici, le mire "lottrizzatrici" di certi industriali, lo sfruttamento dei ragazzi, l'ignoranza dei sorveglianti, la brutalità e la violenza ecc., tutto condito con la complicità dei rappresentati politici e religiosi), e anche era necessario ricostruire la mia particolare vicenda personale, come ho raccontato nella Mostra Parlante "Ti mando ai celestini!", affinché fosse più chiaro a me stessa e agli altri il motivo che mi ha condotto a scrivere e a portare in scena ogni anno dal 2004 "L'infanzia negata dei celestini".

Dopo le tre repliche, ogni volta, c'è stato un lungo dialogo con gli spettatori.

Ieri sera è stato detto che Felino è "dramma neorealistico", e un altro, nelle repliche precedenti: "Il dramma dà alla trilogia quello spessore umano che era già annunciato ne La Mostra Parlante. Anche rappresentare da protagonista, oltre a un ragazzo celestino, il frate Padre Leonardo". O anche, è stato detto, cito ancora a memoria: "L'opera, anche se inserita nella Trilogia, è comunque autonoma, perché trascende la vicenda che l'ha generata".

Dirò presto quando tornerà Felino.

Ringrazio Gianfelice D'Accolti per la bravura e la passione
con cui ci ha rappresentato i protagonisti, in particolare il ragazzo, e davvero non era facile.

Intanto, il prossimo spettacolo alla Baracca sarà giovedì 13 giugno ore 21,15 alla Baracca,  quarta replica di Carla Lonzi sono io!


venerdì 7 giugno 2024

A Prato di etrusco solo fantasmi!

Gli scavi a Gonfienti sono ripresi lo scorso 4 giugno. Mi giungono voci che sono molto interessanti.

I soldi per il nuovo scavo sono stati assegnati a Prato, ma gestisce tutto Campi Bisenzio, per cui se uno vuole andare a vedere gli scavi deve chiedere il permesso a quel museo.

Intanto gli scavi, e vecchi e nuovi, devono essere messi in sicurezza, sembra che si stia deteriorando tutto.

Ma dice meglio questo messaggio che ho ricevuto, che descrive anche la sala allestita presso il Museo civico del Pretorio  denominata Prato prima di Prato:

Sono stato a visitare una dimostrazione del "nulla totale", quasi vergognoso rappresentato dalla nuova (mezza) sala allestita davanti agli ascensori al museo civico del Pretorio che, senza alcun pudore, vista  la pochezza del messaggio comunicato ai concittadini, si è intestata l'ambizioso titolo di "Prato prima di Prato". In realtà, si tratta di quattro "modestissime" teche con reperti a dir poco risibili, che hanno la pretesa di illustrare  agli ignari visitatori 10.000 anni di storia, dal paleolitico alla colonizzazione romana, passando per l'età del bronzo e, miseramente, per Gonfienti, insediamento (ahinoi!) citato quasi per dovere di cronaca, fino alla centuriazione romana. Gli etruschi sono solo fantasmi! Tuttavia, per chi non ci credesse si può "levare" la curiosità con 6 euri di spesa!
A rendere ancor più amara la pillola per la presa di giro sopportata per questa visita è la segnalazione di questi giorni che  notifica il fatto che per accedere agli scavi (ripresi in sordina  il 4 giugno scorso), i pratesi dovranno chiedere autorizzazione al museo di Campi Bisenzio, per un sito archeologico ormai divenuto un feudo extraterritoriale della città metropolitana fiorentina. Si perpetua così un vero sopruso sotto il profilo giuridico amministrativo verso i diritti della comunità, un'intollerabile manipolazione che certifica la disinformazione e il disinteresse che regna per Gonfienti. Una questione questa che sarebbe  da portare  davanti alla corte costituzionale europea, semmai questa potesse fare breccia nei confronti dei maneggi locali.   

giovedì 6 giugno 2024

La Baracca è un teatro archeologico, e scava

Si tace sulla  terza replica di FELINO, Fughe e Vita di un Celestino di sabato 8 giugno ore 21,15 alla Baracca.

Non c'è nessun divieto di fare teatro o altre manifestazioni o eventi - esclusi quelli politici e infatti ce ne sono altri non politici nella stessa data - in coincidenza con le elezioni, per cui vi invitiamo a venire a vedere lo spettacolo.

Le nostre repliche sono anche condizionate dai nostri impegni fuori.

Sfortunatamente per chi ci vede come la peste, il Teatro La Baracca rimane indipendente e non prende posizione per nessun candidato o parte o cosa, e continua il suo lavoro culturale.

I suoi scavi.

Abbiamo molte cose da raccontare, memorie da tenere vive, persone da ricordare, futuri da disegnare: il nostro "teatro archeologico" continuerà a scavare senza paura.

E lo scavo sui celestini,  come sapete, lo abbiamo iniziato molti anni fa. Era il 1993, forse il 1994, ma non più tardi.

Grazie a chi condivide con noi questo coraggio.

mercoledì 5 giugno 2024

La cultura dello status quo

 Ancora sto aspettando che qualcuno parli, fra i candidati comunali:

- di riportare il Museo Etrusco a Prato, vicino agli scavi (questo in specifico per quelli di Prato);

- (questo per tutti): vivificare la cultura nelle frazioni, dal basso, e non solo quella dell'associazionismo; questo significa anche il tramandarsi i saperi (come direbbe Fulvio Silvestrini) popolari, incentivando l'artigianato, le botteghe, gli orti, i piccoli centri culturali autogestiti.

Allo stato attuale con le associazioni si fa molto in funzione del consenso, non dell'associazionismo o, nello specifico, della cultura in sé; insomma si lavora piuttosto per consolidare il potere.

In sostanza i programmi culturali che leggo sembrano dar forza al sistema, che solitamente paralizza gli artisti rendendoli servi delle scelte dei partiti, per cui nelle programmazioni girano sempre gli stessi spettacoli, eventi, mostre ecc. gestite da direttori nominati dall'alto, che fanno scelte legate al sistema dei teatri o dei musei e, perché no, delle carriere personali.

E' la cultura dello status quo, e non c'è nessuna libertà, autonomia. 

E' noiosa. Ripetitiva. Punto stimolante.

E' chiaro che, come disse Tremonti, in questo modo con la cultura non si mangia. Anzi, non si deve!

Senza libertà, se la cultura si fa passare soltanto dal sistema e dalle reti che imbrigliano, nessuna cultura vera, nessuna novità. Diversità, ecc.

C'è l'asfissia. Anche economica.

lunedì 3 giugno 2024

Prossimi spettacoli alla Baracca (giugno 2024)

Questi i prossimi spettacoli alla Baracca, entrambi radiodrammi a vista:

Sabato 8 giugno ore 21,15 

FELINO, Fughe e Vita di un Celestino


Giovedì 13 giugno ore 21,15

CARLA LONZI SONO IO!



sabato 1 giugno 2024

Felino: il commento dei ragazzi

Ho ricevuto e condivido con piacere questo commento su "Felino, Fughe e Vita di Celestino", che ha debuttato ieri sera alla Baracca:

"Buona sera, sono Diletta M., la mamma di Tommaso e Matilde, i due ragazzi presenti alla rappresentazione di ieri.

Ci tenevo a farle sapere che, uscito dal teatro, Tommaso ha detto che quello appena concluso era il "più bello" degli spettacoli della trilogia. Timidezza ha voluto che non ve lo dicesse personalmente...
Forse per l'intensità della rappresentazione o per l'essersi sentito, anche anagraficamente, vicino a Felino, è rimasto coinvolto dalla storia e ne parla ancora.
Anche Matilde, seppur più ermetica, si è fatta coinvolgere dalla rappresentazione ed ha apprezzato, come me e mio marito, il radiodramma.

Grazie ancora 
Diletta".

Un articolo sui Celestini e i Concubini del 2009

Ritrovo, in un inserto de La Nazione del 2009, articoli firmati da Franco Riccomini che parlano dei miei L'infanzia negata dei celestini (il debutto fu nel 2005) e Dramma intorno ai concubini di Prato (debutto nel 2007).

Li scopro oggi, per questo non li ho inseriti nella Mostra Parlante "Ti mando ai celestini". Lo saranno.

Nel 2009 non avevo ancora scritto sugli altri "protagonisti" della Città di Prato: 

su Gaetano Bresci (Gaetanina Bresci: mio padre Gaetano il regicida, del 2013);  

su Francesco Datini (Nel nome di Dio e del Quattrino, del 2017);

su Federico II (Io e Federico, Dialogo con l'Imperatore, del 2018 - Federico II non era di Prato, ma ha lasciato il Castello, monumento principe della città);

su Clara Calamai (Controdiva, Appuntamento con Clara Calamai del 2019);

sull'amato-odiato Malaparte (Io Malaparto, del 2022, lettere che continuo ancora a scrivergli ogni tanto); 

sulla singolare figura di sindaco, Roberto Giovannini (Ti ricordi della vita? Dialogo impossibile fra Roberto Giovannini e Sibilla Aleramo), l'ultimo in ordine di tempo, che sarà replicato il prossimo 28 giugno a Palazzo Datini.

Stasera alla Baracca, ore 21,15, torna il dramma Felino, Vita e Fughe di un Celestino alla Baracca, adattato a radiodramma a vista. 



                                                                    (La Nazione, oggi)

Sulla soglia della città

Permettete che io vi spieghi, in poche parole, cosa vi aspetta quando venite a vedere uno spettacolo alla Baracca. Il teatro La Baracca si s...