La città di Prato è stata bocciata in turismo, e non varranno gli esami riparatori di settembre (il Settembre Pratese con il concerto e la Palla Grossa) per farla passare in classe superiore.
L'Irpet (Istituto regionale per la Programmazione Economica della Toscana) registra in città un flop turistico bello e buono di -7% nel periodo 2019-2023.
D'altronde non è una novità: Prato città laniera, Prato città contemporanea, Prato città tutto fuorché turistica.
Ma la situazione è diventata quasi incorreggibile perché:
quando si permette di trasferire in altra città il Museo Etrusco di Gonfienti e in pratica si lasciano morire scavi e reperti importantissimi (che, i turisti li mandiamo all'interporto?);
quando si punta tutto sulla città contemporanea che praticamente è fatta solo di brutti macrolotti, elettrodotti e appunto inutile interporto;
quando non si progettano nuovi spazi verdi, ma anzi, si riempie la città di sempre più cemento e quei pochi parchi che ci sono vanno in fumo;
quando la città è solo spolpata dallo sfruttamento di un lavoro sfruttato, i Pronto Moda cinesi e non solo, che confezionano i vestiti che compriamo con quattro soldi al mercato, i cui scarti li possiamo vedere nei sacchi neri abbandonati ovunque sul territorio;
quando non si hanno progetti se non per i propri amici e i luoghi amici, nonostante esista da certo tempo un Assessorato al Turismo, passato a quanto mi risulta da marito a moglie senza soluzione di continuità;
quando si diventa assessore o cos'altro senza averne le competenze e la sensibilità;
quando si pensa che il turismo non sia cultura, ma evento tipo serata a tutta birra o concertoni per cui si innalzanomega-palchi accanto alla fontana del Papero e sfioranti il Pulpito di Donatello;
quando si snobbano gli artisti e gli intellettuali del territorio, se non quelli di parte propria, e quei pochi sopravvissuti vivono ormai anestetizzati e impauriti, cauti e nascosti, timorosi di perdere chissà cosa se criticano o semplicemente si esprimono, e osano presentarsi solo alle rassicuranti serate in giardino per incensare il libro di qualche amico, mentre gli altri, i dissidenti, che sono ancor meno, sono evitati o ignorati; addirittura si scappa via quando salgono sul palco, perché colpevoli di pensarla diversamente, e non si vuole dar loro soddisfazione o importanza, si vuole cancellarli, incapaci come si è di reggere il confronto politico vero e democratico che è anche scontro e dialettica, e quindi anche loro, i rejetti, alla fine diventano turisti o artisti o intellettuali di altre città eccetera, e vi mandano a quel paese, voi, le fontane dei paperi e le sorgenti del Bisenzio;
quando non si riesce a essere amministratori umili ma solo orgogliosi e vendicativi, e non si lavora per il bene comune;
ecco, quando accade tutto questo, si finisce bocciati, si retrocede.
E poi Prato non è solo centro storico (ormai allo stremo maltenuto e deprezzato) o tessile o contemporaneo, ma anche città estesa, borghi, particolarità. Cascine. Buon cibo. Qualche rimasuglio qua e là di cultura popolare vera.
Ci vogliono progetti alternativi, idee, e amministratori coraggiosi che abbiano occhi per vedere e orecchie per ascoltare. E cuore.
https://www.irpet.it/rapporto-sul-turismo-in-toscana-la-congiuntura-2023-2024/
https://www.iltirreno.it/prato/cronaca/2024/08/08/news/turismo-un-flop-annunciato-prato-resta-fuori-dai-flussi-1.100566138 fbclid=IwY2xjawEhfV5leHRuA2FlbQIxMQABHV2Om7lBPZ6C8dpOSXI3szfRw0lfM6LTpDxGWV3-gXxS5WsueP9QA_OMZg_aem_8E9-zxMuQ-b8YCyzm9yGTA